martedì 29 settembre 2015

Tutti i genovesi del mondo, la grande espansione commerciale tra i secoli XI e XVI

Il registro notarile di Giovanni Scriba (1154-1164), il piu' antico del mondo, i trattati politici e commerciali con gli Stati del Mediterraneo o i libri della contabilita' della colonia di Caffa, da cui risulta, tra le altre, una spesa di rappresentanza effettuata per l'accoglienza prestata ad un ambasciatore straniero inviato nientemeno che da Vlad Tepes, voivoda di Valacchia, noto anche come Vlad Drakul, l'impalatore. Sono solo alcuni tra i rari e preziosi documenti del Medioevo genovese esposti nella mostra 'Tutti i genovesi del mondo, la grande espansione commerciale tra i secoli XI e XVI', organizzata all'Archivio di Stato diGenova in occasione del 70esimo anniversario della fondazione di Alce - Associazione Ligure per il Commercio Estero. La mostra, inserita dal ministero dei Beni Culturali tra le manifestazioni legate ad Expo Milano, sara' aperta gratuitamente al pubblico da giovedì 30 settembre al 5 dicembre 2015. 
Collocate in 17 bacheche e 2 tavoli, si possono ammirare 78 unita' documentarie, alcune delle quali restaurate grazie al progetto "Adotta un documento", avviato nel giugno del 2008 con il patrocinio di Alce. I documenti sono esposti secondo un criterio geografico per testimoniare come i genovesi siano stati in ogni parte del mondo allora conosciuto: in una sorta di viaggio immaginario, il visitatore salpa a bordo di una nave genovese che approda in Corsica, Sardegna, Sicilia, Egitto, Siria, Palestina, prosegue via terra fino in Persia, Cina e India, per poi visitare i territori dell'Impero bizantino (Costantinopoli, Mar Nero e Mare Egeo) e riprendere il mare lungo la Francia, la Spagna islamica e cristiana, il Portogallo e le Fiandre fino all'Inghilterra. Dai documenti emerge come nel Medioevo, in tutte le sue componenti sociali, dall'aristocrazia al piu' umile abitante, senza escludere le donne, Genova avesse nel commercio la ragione stessa della sua esistenza. L'espansione commerciale che porta i genovesi a dominare le rotte di collegamento tra l'Oriente e le Fiandre e' tracciata da accordi politici, trattati internazionali e atti notarili. Tra i documenti in mostra c'e' anche il trattato di pace tra i genovesi e il re di Maiorca, scritto in arabo interlineato in latino, in cui si legge che questi due popoli, per quanto di religioni diverse, chiamano Dio a testimone del fatto che il patto sara' rispettato. Durante il Medioevo i genovesi legano la propria fortuna allo sfruttamento delle proprie capacita' nei campi della navigazione, del commercio e del credito, aprono nuove vie di comunicazione, stringono accordi con altre potenze utilizzando preferibilmente i canali diplomatici ma anche la forza delle armi: conquistano, tra l'altro, l'isola di Chio, strategica per il monopolio dell'allume e oggi terra di sbarco per i migranti provenienti dal nord Africa.

mercoledì 23 settembre 2015

"Cosa nutre la vita", mostra a Gallarate (VA)

Il cibo dell’anima, nell’arte medievale, attraverso tre temi portanti. In occasione di Expo il Centro Culturale Tommaso Moro in collaborazione con il Decanato di Gallarate (VA) presenta la mostra “Cosa nutre la vita. Il cibo e l’arte sacra in Varesotto e Canton Ticino”, allestita nella suggestiva cornice della chiesa romanica di San Pietro, in piazza Libertà, pieno centro della città.
Realizzata col Centro culturale Massimiliano Kolbe di Varese (che l’ha presentata tra fine maggio e inizio giugno), curata da Paola Viotto, Francesca Urizzi, Sara Poretti e Laura Bonicalzi e con la produzione dello studio varesino Concreo di Andrea Benzoni, la mostra vuole approfondire le rappresentazioni del cibo nell’arte sacra del nostro territorio in età tardogotica.
In particolare, attraverso le tre sezioni che compongono i 20 pannelli del percorso espositivo, vengono presentate le iconografie della Madonna del Latte, dell’Ultima Cena e del Ciclo dei Mesi in quanto sono le più frequentemente attestate nel territorio insubrico. “
Se il cibo costituisce la metafora più efficace del bisogno che anima il cuore di ogni uomo, il cristianesimo che ha il suo baricentro nell’avvenimento dell’Incarnazione, in un Dio che si fa uomo e che attraverso la sua debolezza salva l’uomo offrendo se stesso, vero pane del cielo, rappresenta un’interessante prospettiva con cui confrontarsi. L’arte sacra ha sempre avuto una funzione innanzi tutto didattica prima che ornamentale e così se la Madonna del Latte, attraverso la tenera immagine di Gesù Bambino che sugge come ogni bambino dal seno della Vergine, vuol esprimere visivamente il mistero dell’Incarnazione, gli affreschi delle Ultime Cene vogliono ricordare l’istituzione dell’Eucaristia anticipando il tema della Passione. I cicli dei mesi infine, incardinando l’azione umana nel Tempo Divino, permettono al visitatore di accostarsi ad una concezione del valore e della dignità del lavoro assolutamente entusiasmante, quanto eccezionale: esso infatti diventa strumento e possibilità privilegiata per raggiungere il proprio compimento”.
La mostra sarà accompagnata anche da un incontro pubblico sul tema, che si terrà giovedi 1 ottobre 2015 ore 21 presso l’Aula Magna dell’Istituto Sacro Cuore (in via Bonomi 4 Gallarate). Tra i relatori, oltre all ‘arch. Laura Bonicalzi, una delle curatrici e al prof. Silvano Gomaraschi, vicepreside del locale Istituto professionale alberghiero, ci sarà anche il prof. Mons. Luca Bressan, Vicario episcopale nella diocesi di Milano per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale .
La mostra sarà visitabile da mercoledi 23 settembre a domenica 4 ottobre 2015
da lunedi a venerdi: 16 – 19; 21 – 22.30
sabato e festivi: 10 – 12.30; 15 – 19; 21- 22.30

mercoledì 16 settembre 2015

“Piero della Francesca. Indagine su un mito” in mostra a Forlì (FC)

I Musei San Domenico di Forlì annunciano, dal 13 febbraio al 26 giugno 2016, la mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito”.
Va subito detto che una mostra come questa non si è mai realizzata.

A rendere possibile il sogno è intervenuto, con la direzione generale di Gianfranco Brunelli un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, nel quale figurano, tra gli altri, Frank Dabell, Guy Cogeval, Fernando Mazzocca, Paola Refice, Neville Rowley, Daniele Benati, Ulisse Tramonti, James Bradburne, Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Cheles, e Maria Cristina Bandera e Giovanni Villa.
Impresa difficile quella proposta a Forlì. Perché il riunire un nucleo adeguato di opere di Piero, artista tanto sommo quanto “raro”, è già operazione complessa.
Riuscire poi a proporre un confronto di questo livello con i più grandi maestri del Rinascimento, da Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello a Andrea del Castagno, tra gli altri, è operazione non semplice.
Così come è complesso il riuscire a documentare, riunendo sempre i veri capolavori, l’influsso di Piero sulla generazioni di artisti a lui successiva: Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì e Antoniazzo Romano ma anche Giovanni Bellini e Antonello da Messina.

Ma questa mostra, che già così sarebbe un evento storico, si spinge oltre, indagando il mito di Piero quando esso rinasce, dopo i secoli dell’oblio, nel moderno, nei Macchiaioli, Borrani, Lega, Signorini, ad esempio. Ma soprattutto per il fascino che la sua pittura ha su molti artisti europei: da Johann Anton Ramboux o Charles Loyeux, fino alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury.
Poi gli echi pierfrancescani che risuonano in Degas, Seurat e Signac, nei percorsi del postimpressionismo, tra gli ultimi bagliori puristi di Puvis de Chavannes, le sperimentazioni metafisiche di Odilon Redon e, soprattutto, le vedute geometriche di Cézanne. La fortuna novecentesca dell’artista è affidata agli italiani Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, Sironi confrontati con fondamentali artisti stranieri come Le Corbusier, Balthus e Edward Hopper che hanno consegnato l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.
E’ l’affascinante rispecchiamento tra critica e arte, tra ricerca storiografica e produzione artistica nell’arco di più di cinque secoli a costituire il filo conduttore della mostra Piero della Francesca. Indagine su un mito. Dalla fortuna in vita - Luca Pacioli lo aveva definito “il monarca della pittura” - all’oblio, alla riscoperta.
L’eterna immobilità dei solidi umani di Piero, di questi volti appena sfiorati da un’ombra di passione continua ad eternare le sue figure, innalzandole al di sopra del caos, della mediocrità, in una pace sovrannaturale che ce le mostra ancora oggi come rivelazioni.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì.

venerdì 11 settembre 2015

Acque della Lombardia medievale

Dall’Adda al Lambro, dal Ticino al Po. Un percorso per raccontare la vita quotidiana della Lombardia medievale. E' la mostra "Acque della Lombardia medievale" in programma da martedì 6 ottobre a mercoledì11 novembre 2015 alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Paesaggi e vie d’acqua in 12 pergamene risalenti al periodo tra il IX e l’XII secolo. Per la prima volta la Biblioteca Ambrosiana apre al pubblico il proprio caveau con una selezione di documenti medievali di alto valore storico. L’iniziativa, cura ta da Rita Pezzola e Federico Gallo, in collaborazione con il B.I.M. Bacino Imbrifero Montano dell’Adda e l’associazione culturale Ad Fontes, propone materiali unici come un documento imperiale col monogramma originale di Federico Barbarossa, una bolla pon tificia di Papa Alessandro III, o ancora una cartula convenientiae del 1116, mai esposta prima, che segnala l’ubicazione di un pozzo nelle adiacenze di Porta Ticinese a Milano
"Il bene prezioso dell'acqua - commenta il monsignor Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana - è sempre stato occasione di 'pace' e di 'guerra' tra gli uomini". Dai pozzi biblici di Abramo e Giacobbe agli accordi per il controllo delle rogge in Lombardia, tra Medioevo e Ottocento, passando attraverso il tema moderno del Diritto commerciale a solcare i mari. L'acqua come elemento essenziale per la vita dell'intera regione.
Il percorso espositivo, organizzato in sezioni tematiche, presenta un lungo viaggio che dalla Valtellina segue l’intero corso dell’Adda per poi proseguire lungo il lago di Como, e da qui il Lambro e il Ticino fino al Po. Al centro il possesso delle acque e il diritto di navigabilità.
Orari: Martedì - Domenica 10,00 - 18,00
Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Piazza Pio XI, 2 20123 Milano, Italia 
tel: +3902806921

lunedì 7 settembre 2015

Il Medioevo al Castello di Piombino (LI)

Il Castello di Piombino (LI)
Prosegue anche a settembre al Museo del Castello e delle ceramiche medievali di Piombino l'esposizione di riproduzioni di età medievale di oggetti che raccontano sia la vita quotidiana (cucina, arredi, carrucole, carretti etc.) che il lavoro del fabbro, del carpentiere e dello scalpellino, nonché alcune armi.
L’allestimento inizia già dall'area esterna del Museo e prosegue all'interno, includendo anche le celle carcerarie situate al piano terreno. “La fabbrica del ferro” è il nome scelto per questo suggestivo allestimento che vuole raccontare ai visitatori storie di vita quotidiana in un castello medievale.
Inoltre, fino al 13 settembre 2015 tutti i mercoledì e venerdì, il fabbro artigiano Fabio Gonnella sarà presente al Castello per mostrare ai visitatori come si coniavano le monete nel Medioevo, dare spiegazioni sugli oggetti in mostra e svelare i segreti del suo antico mestiere.
Sino alla fine di settembre, tutti martedì e i giovedì, sarà invece possibile vedere il fabbro all'opera al Parco archeominerario di San Silvestro a Campiglia.
Durante queste giornate i visitatori potranno scoprire come una barra di metallo veniva trasformata in armi o utensili in una “Bottega del Fabbro” appositamente ricostruita nella splendida cornice di Rocca San Silvestro.
In entrambi i casi la visita e l’attività sperimentale sono comprese nel biglietto d'ingresso (gratuite per i possessori di parcheocard residenti).
Info e prenotazioni: tel. 0565 226445.

domenica 6 settembre 2015

In mostra alla Rotonda le foto che raccontano vita e storia di Matilde

Interno della Rotonda di San Lorenzo
Matilde di Canossa racconta se stessa, il formarsi della sua personalità e i suoi pensieri più intimi, da quando, ragazzina, le muore il padre, fino alla vigilia della morte, nella mostra dell'americana Selby Hickey, inaugurata sabato 5 settembre nella Rotonda di San Lorenzo a Mantova da Giovanni Pasetti e che sarà visitabile fino a domenica 1 novembre 2015 (ore 10-19 nei week end e durante il Festivaletteratura, 10-13 e 14-16.30 gli altri giorni, ingresso libero).
È l'opera di una docente di scienze politiche all'università di Stato di New York, ora in pensione, che si dedica da tempo alla fotografia, e con il marito, il pittore Luiz Camnitzer, ha una casa a Bagni di Lucca, vicino al Ponte del Diavolo nelle zone di origine dei Canossa. Selby Hickey, conosciuta la figura di Matilde, ne è rimasta affascinata. E si è messa in contatto con Paolo Golinelli, lo storico mantovano tra i massimi studiosi della Grancontessa. La mostra comprende una serie di fotografie, tutte molto suggestive, che ritraggono vecchi muri, figure in ombra, particolari di oggetti, macchie, sprazzi di luce che evocano, spiega il critico Giovanni Pasetti, l'oscurità del periodo medievale che Matilde attraversa, ma anche la forza positiva e la ricerca dell'equilibrio tra papato e impero che la donna riesce a esprimere.
Ogni fotografia è accompagnata da una frase attribuita a Matilde da Selby Hickey. «Mi ha spiegato - ha detto Paolo Golinelli - che avrebbe voluto utilizzare le parole della Grancontessa dal libro del Donizone, ma erano troppo arcaiche e impersonali e quindi le ha riscritte lei, componendo una biografia». Il percorso è affascinante perché Matilde parla della madre, dei fratelli morti, dei matrimoni di convenienza (il secondo a 43 anni con un ragazzo di 17) all'intesa con il Papa, fino alla sommossa dei mantovani quando la credevano già in fin di vita. Ma lei ebbe ancora la forza di venire in città e sedare gli animi.
L'Associazione per i monumenti domenicani celebra i 900 anni dalla morte di Matilde con questa mostra e altri due appuntamenti. Giovedì 24 settembre 2015 alle 17.30, Paolo Golinelli, ordinario di Storia Medievale all'Università di Verona, parlerà della "Donna di potere" e presenterà due suoi libri, venerdì 9 ottobre 2015 alle 21,00, lo spettacolo Matilde, donna e contessa della compagnia teatrale Hic sunt Istriones sul sagrato della Rotonda di San Lorenzo.

venerdì 4 settembre 2015

C’era una volta una Principessa. Elena da Lacon Giudicessa di Gallura

Domenica 6 settembre 2015 all’interno della manifestazione “Bisarcio nel Medioevo” e da venerdì 11 a domenica 20 settembre 2015 presso la Pinacoteca cittadina Giuseppe Altana di Ozieri (SS) sarà allestita la mostra di Giuseppe Ortu “C’era una volta una Principessa. Elena da Lacon Giudicessa di Gallura”.
L’esposizione propone al visitatore un viaggio nel Medioevo, una sfida per l’autore che ha ricostruito una vicenda storica realmente accaduta nel 1207: il matrimonio tra Elena de Lacon, giudicessa di Gallura, e il pisano Lamberto Visconti, celebrato nella basilica di San Simplicio ad Olbia. La ricostruzione scenica è avvenuta proprio nella basilica di Sant’Antioco ad Ozieri.
Completano la mostra un interessante video/documento realizzato da Chiara Mela con musiche di Sandro Fresi, e un catalogo a colori, impreziosito dai testi di Manlio Brigaglia, dal contributo di Gian Franco Saba, docente di storia e filosofia, dalla recensione di Telemaco Rendine, direttore artistico di Photissima Art Sair di Torino.
La mostra, realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ozieri e l’Istituzione san Michele, sarà inaugurata venerdì 11 alle ore 18.00 con una conferenza sul medioevo alla quale interverranno l’Assessore alla Cultura Giuseppina Sanna, Antonio Canalis, Gian Franco Saba, Durdica Bacciu ed Elena Marongiu e sarà visitabile dal martedì a domenica dalle 17.00 alle 20.00.
Info e Contatti: +39 349 4934049 - info@giuseppeortu.it - www.giuseppeortu.it.

mercoledì 2 settembre 2015

Vedere oggi, come nel Quattrocento, i decori esterni della rocca di Vignola

Nel Quattrocento la rocca di Vignola era molto diversa da oggi: la parte sommitale appariva interamente colorata e affrescata con motivi architettonici e araldici. Purtroppo i secoli hanno agito sulla Rocca cancellando la sua “pelle” originaria e lasciando solo minime tracce dell’antico splendore.
Tracce in luce. La mostra ripercorrerà le tappe principali degli studi e delle indagini che hanno permesso l’interpretazione e la ricomposizione dei frammenti dei decori esterni. Saranno presentate le ricerche d’archivio ed esposti alcuni dei documenti storici che attestano la presenza e le vicende dei decori. La mostra illustrerà inoltre le innovative tecnologie impiegate per le indagini e vedrà il suo culmine nell’esposizione delle tavole a grande scala, dipinte a mano con la tecnica dell’acquerello, in grado di restituire la resa pittorica quattrocentesca.

Informazioni sulla mostra:

Da sabato 5 settembre a domenica 18 ottobre 2015
Rocca di Vignola
Piazza dei Contrari, 4 – Vignola (MO)
L’ingresso della mostra è gratuito
Orari:
feriali: 9:00 / 12:00 – 15:30 / 19:00
festivi: 10:30 / 13:00 – 15:30 / 19:00
lunedì chiuso