martedì 21 luglio 2015

La morte nera nel Tigullio medievale

Mercoledì 22 luglio 2015 (Palazzo Fascie, Sala Bo, ore 21.00), saranno presentati al MuSel di Sestri Levante i risultati di una ricerca antropologica e paleopatologica condotta su alcune sepolture medievali indagate nel corso degli scavi dell’ospedale medievale di San Nicolao di Pietra Colice (Monte San Nicolao, Passo del Bracco). Contestualmente verrà inaugurata la mostra che rimarrà aperta fino al 16 agosto 2015.
A San Nicolao, nel corso della campagna di scavo 2006, furono rinvenute alcune sepolture “anomale”, tra cui una sepoltura multipla che conteneva 3 individui e un feto (una donna al termine della gravidanza e due infanti). Erano stati inumati nello stesso momento e, quindi, verosimilmente erano morti a pochissima distanza di tempo. Fin da subito, gli archeologi che conducevano lo scavo si interrogarono sulle cause della morte e furono avanzate alcune ipotesi. Non c’erano evidenze per parlare di morte violenta (ad esempio un omicidio), e si pensò ad una causa patologica (una malattia di qualche tipo, un’epidemia, ecc.)
Nel mese di aprile 2015, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie diagnostiche sviluppate da Raffaella Bianucci presso l’Università di Torino, l’antropologa Deneb Cesana e il medico patologo Elpis Samantà hanno condotto presso i laboratori del MuSel una ricerca su questa sepoltura, riuscendo a trovare le tracce della causa di morte: la yersinia pestis. I resti ossei sono stati sottoposti ad un’analisi paleoimmunologica, utilizzando il Test per la Diagnosi Rapida della peste (RDT peste). Questo test, inizialmente validato dagli Istituti Pasteur del Madagascar e di Parigi e abitualmente utilizzato nella sorveglianza e nel controllo nei paesi in cui la malattia permane in forma endemica (Madagascar), ha dimostrato di avere un’elevata sensibilità e specificità anche per la diagnosi retrospettiva di peste in resti umani antichi.

Con il termine “Morte Nera” si classifica una vasta ondata di epidemie di peste bubbonica che si diffusero in tutta Europa tra il 1347 e il 1353, causando la morte di oltre la metà della popolazione del tempo. Si stima che, su una popolazione europea complessiva di circa 80 milioni di abitanti, siano deceduti 48 milioni di individui. Essa rappresentò il primo ciclo di eventi epidemici ricorrenti definiti, nel complesso, Seconda Pandemia, eventi che interessarono il mondo allora conosciuto. La Seconda Pandemia durò quattro secoli, dal 1346 al 1720-22 in Europa occidentale e al 1750 in Europa orientale.
L’indagine condotta al MuSel ha anche fatto anche emergere dati sulle patologie sofferte, sull’alimentazione e le carenze, sui dati biologici degli individui sepolti, aprendo un’interessante finestra antropologica sul Tigullio medievale. I risultati sono ora diventati oggetto di una mostra (a cura di F. Benente, con testi di Ole J. Benedictow, Raffaella Bianucci, Deneb Cesana, Nadia Piombo, Elpis Samantà) che sarà presentata al MuSel mercoledì 22 luglio, alle ore 21.00 (Palazzo Fascie, Sala Bo).
La conferenza e la visita della mostra sono a ingresso libero.
Info: Tel: 0185/478530 – mail: info@musel.it.

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