mercoledì 19 dicembre 2018

Scanderbeg. Un eroe albanese in Puglia

Gli ottocenteschi spazi della chiesetta del Collegio “Argento”, sede del Museo Castromediano di Lecce, ospiteranno dal 20 dicembre 2018 al 3 febbraio 2019 la mostra internazionale dal titolo “Giorgio Castriota Scanderbeg. Un eroe albanese in Puglia”.
Saranno circa 30 i reperti storici, artistici e documentari in gran parte provenienti dal Museo Storico Nazionale di Tirana ma anche dall’Archivio di Stato di Milano e dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, dai musei civici “Pietro Cavoti” di Galatina e “Ugo Granafei” di Mesagne e dal Centro Studi Scanderbeghiani di Lecce, che ci parleranno delle storiche relazioni intercorrenti tra i due paesi affacciati sulle sponde opposte del mar Adriatico nel 550 anniversario dalla morte di Giorgio Castriota Scanderbeg. La mostra – si legge nel comunicato – rappresenta il prologo di una collaborazione tra i musei di Lecce e Tirana che si concretizzerà in un prossimo futuro con l’organizzazione condivisa di altri eventi espositivi.
L’inaugurazione è prevista per giovedì 20 dicembre 2018, alle ore 17,00 alla presenza dell’Ambasciatore albanese in Italia Anila Bitri, del Console Generale d’Albania Adrian Haskaj, del direttore del Ministero della Cultura d’Albania, Aurora Kamberi, della rappresentante del Ministro della Cultura albanese in Italia, Ledia Mirakaj, dell’onorevole Michele Nitti della Commissione parlamentare Cultura, Scienza e Istruzione, dell’Assessore alla Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, Loredana Capone, del Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, del direttore del Polo Biblio-museale di Lecce, Luigi De Luca e del direttore del Museo di Tirana, Dorian Koci. Nell’occasione il professore Pellumb Xhufi, storico del medioevo, già Ministro degli Esteri e Ambasciatore d’Albania in Italia, terrà una conferenza sulla figura di Giorgio Castriota Scanderbeg e su ciò che questo eroe nazionale albanese ha rappresentato non solo per l’area balcanica ma per l’Occidente intero.
Il progetto nasce da una cooperazione tra il Museo Storico Nazionale di Tirana ed il Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, sostenuti dal Ministero della Cultura d’Albania e dalla Regione Puglia con il Polo Bibliomuseale di Lecce e con la preziosa collaborazione del Ministero dei Beni e Attività Culturali con le Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto ed Archivistica e Bibliografica di Puglia e Basilicata.
All’iniziativa partecipano, inoltre, la Provincia di Lecce, la Fondazione Gramsci di Puglia, il Centro Studi Scanderbeghiani di Lecce, l’Associazione Integra Onlus con la Presidente Klodiana Cuka e Besa editrice.
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martedì 11 dicembre 2018

40 Anni di Centro Storico del Finale

In coda alle manifestazioni 2018 organizzate dall’Associazione, in occasione dell’appuntamento tradizionale Dinô da Nüxe in programma domenica 6 gennaio 2019, dal 7 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 verrà allestita la mostra “40 anni di Centro Storico del Finale”.
1978-2018, 40 anni di manifestazioni in un percorso dove immagini, video, accessori e abiti faranno ripercorrere i momenti salienti della vita associativa, raccontando la “fabula” del Centro Storico del Finale. Manifesti d’epoca e 34 pannelli originali con immagini, storie, curiosità, racconti inediti e retroscena degli eventi che hanno animato la cittadina per quattro decenni e coinvolto in qualche modo la vita di circa un migliaio di Soci iscritti nei primi quarant’anni di attività del sodalizio.
Oltre agli originali pannelli, dove storia e immagini si alternano e si inseguono come in un ancestrale balletto, la cui realizzazione grafica è stata interamente curata da uno staff di giovani grafici - coordinati dalla segreteria dell’associazione - saranno filmati “d’epoca” con alcuni spezzoni inediti e nuove produzioni. Nel percorso a ritroso di questo viaggio nel tempo, le immagini virtuali saranno supportate da alcuni veri accessori e abiti che renderanno multisensoriale la mostra: non solo grafica, video e immagini, ma tessuti, abiti e oggetti, collegati alle immagini in video per cercare di trasmettere al “viaggiatore” l’emozione che sta alla base di questa opera di volontariato culturale. Abiti storici, con il magico potere di animare insospettabili cittadini e trasformarli in cavalieri, popolani o giullari.
La storia delle manifestazioni e delle persone che l’hanno create; la storia della passione iniziata quando per la prima volta un vessillo dorato con cinque bande rosse ha sfilato per la città. Il corteo storico, il Palio delle Compagne, il teatro dialettale “Oltre Govi”, le mostre, il mercatino delle “vecchie cose”, le visite ai castelli, i tornei di Arco antico, la cena medievale, il Dino da Nuxe, la musica antica, il castello incantato, il progetto nelle scuole finalesi, fino ad arrivare al Viaggio nel Medioevo, da alcuni anni attività principale dell’Associazione. Un percorso ricco di pubblicazioni, di riconoscimenti e di gratificazioni. Quattro generazioni di giovani e le loro “imprese”, a Castel San Giovanni i primi 40 anni del Centro Storico del Finale.
Con il patrocinio del Polo Museale della Liguria e del Comune di Finale Ligure, la mostra sarà visitabile durante i giorni di apertura della Fortezza: venerdì sabato e domenica dalle 11.00 alle 17.00.

lunedì 10 dicembre 2018

Memoria è futuro

13 dicembre 2018 - 2 febbraio 2019 La Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia, con il supporto della Direzione Generale Archivi del MIBAC e in collaborazione con l'Archivio di Stato di Milano, presenta la Prima mostra nazionale dei beni archivistici e librari acquistati al patrimonio culturale statale presso gli Uffici Esportazione italiani.
La narrazione di come i percorsi di tutela generino valore pubblico nel momento esatto in cui l'esercizio dell'azione amministrativa comprime i diritti soggettivi per il superiore interesse sociale. Un viaggio dal Medioevo all'età contemporanea attraverso i luoghi della conservazione in cui i beni troveranno la loro casa pubblica.
Dalla valorizzazione alla tutela alla scoperta della nostra identità.

"Leonardo Da Vinci – Gli strumenti musicali di un genio" a Catanzaro

La palazzina delle esposizioni Ex Stac proporrà un suggestivo percorso espositivo aperto al pubblico nei mesi di dicembre 2018 e gennaio 2019. L’assessorato alla cultura, guidato da Ivan Cardamone, ha concesso il proprio patrocinio alla mostra “Leonardo Da Vinci – Gli strumenti musicali di un genio e l’antica liuteria tra Medioevo e Rinascimento”, promossa dall’associazione As.AR.P.
Sarà presentata alla città una importante collezione di antichi strumenti musicali ricostruiti da Michele Sangineto sulla base dei disegni originali di Leonardo. Si tratta di una serie di strumenti musicali realizzati dal maestro liutaio ebanista Michele Sangineto che li ha creati basandosi sugli antichi bozzetti pensati e disegnati da Leonardo e contenuti nel Codice Atlantico e in quello di Madrid. Così dai disegni sono stati creati veri e propri strumenti perfettamente funzionanti utilizzati anche dai figli di Sangineto nei loro spettacoli musicali, come l’Organo di Carta, la Lira da braccio, la Viola organista e la Pira a vento continuo.
L’esposizione, curata da Sergio Basile, con il patrocinio dell’assessorato comunale alla Cultura, è composta anche da numerosi altri strumenti prodotti da Sangineto, ripresi proprio da molte opere d’arte come il quadro di Piero di Cosimo dal titolo "La liberazione di Andromeda" che si trova agli Uffizi di Firenze, dal quale ha creato un Tamburin de Béarn, un tamburo a corde percosse, unito ad un flauto chiamato galoubet.

giovedì 29 novembre 2018

Leonardo da Vinci: la Vita i codici, le opere e le Macchine

A 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, l’amministrazione comunale di Circello (BN) ha deciso di celebrare il Genio Toscano con una mostra allestita presso la Rocca Medievale.
“Leonardo da Vinci: la Vita i codici, le opere e le Macchine” rimarrà aperta al pubblico per tutto il mese di dicembre 2018 e gennaio 2019. Curata dall’associazione culturale “Il Genio di Leonardo” la mostra ha riscosso già grande successo per i percorsi didattici proposti agli istituti scolastici del territorio Tammaro/Fortore.
Lo scenario suggestivo della Rocca Medievale di Circello e la presenza di un esperto permetterà al visitatore di entrare nello straordinario mondo di Leonardo, affascinato dal racconto dell’evoluzione della sua arte e del suo sguardo sul futuro. Visionando i pezzi della mostra risulta evidente l’importante lavoro eseguito con molta minuzie dei particolari dall’associazione, al fine di riprodurre in scala opere e macchine funzionanti partorite dalla mente del Genio Rinascimentale. L’interattività delle macchine ha un ruolo fondamentale, offrendo al visitatore la possibilità di toccarle con mano e quindi capire il loro funzionamento e comprendere fino in fondo quanto furono straordinari intuito e abilità di Leonardo nel concepire studi e sviluppi tutt’ora alla base della fisica e della scienza.
“Fondamentale per la crescita di una comunità come quella di Circello – afferma il sindaco Gianclaudio Golia – puntare sulla cultura; nel 2019 saranno 500 anni esatti dalla morte di Leonardo e ci è sembrato doveroso celebrarlo con una mostra tutta incentrata sulle sue scoperte e opere. Insomma, il mondo celebrerà Leonardo Da Vinci e noi non volevamo essere da meno”.
L’amministrazione di Circello ha ritenuto opportuno allestire la suddetta mostra, convinta che si riveli un Evento culturale capace di attrarre turisti e curiosi sul proprio territorio. Durante i giorni della mostra saranno allestiti mercatini del gusto e dell’artigianato locale al fine di promuovere le tipicità che caratterizzano il territorio circellese.

mercoledì 28 novembre 2018

Mostra documentaria "I manoscritti e i libri di Fernand Brisset nelle collezioni dell'Accademia Petrarca"

Mostra documentaria "I manoscritti e i libri di Fernand Brisset nelle collezioni dell'Accademia Petrarca" (Arezzo, Casa del Petrarca, 30 novembre 2018 - 28 aprile 2019).
La mostra intende mette in rilievo, forse la prima volta, la figura di Fernand Brisset come traduttore del Petrarca, ma anche il patrimonio bibliografico donato dallo studioso francese all’Accademia Petrarca. Si affronterà dunque il tema del ‘valore’ delle traduzioni del Brisset in rapporto al fenomeno delle traduzioni in lingua francese delle opere del Petrarca fra XIX e XX secolo, evidenziando al tempo stesso il contributo dato dal Brisset all'accrescimento della Biblioteca Petrarchesca, la raccolta permanente di edizioni a stampa legate alla figura e all'opera di Francesco Petrarca, promossa e inaugurata dal prof. Guido Paliotti nel 1928 .

giovedì 15 novembre 2018

Tabula Picta. Dipinti tra Tardogotico e Rinascimento

La mostra “Tabula Picta. Dipinti tra Tardogotico e Rinascimento”, aprirà presso la Galleria Salamon, in Palazzo Cicogna a Milano, venerdì 23 novembre 2018 per concludersi venerdì 1 febbraio 2019. Curata da Matteo Salamon, presenterà 15 dipinti su tavola, tutti databili tra l’ultimo quarto del Trecento e l’inizio del Cinquecento.
Quello che si svelerà agli occhi del visitatore di Palazzo Cicogna sarà un percorso articolato lungo la nostra penisola che parte dal Lazio e dalle Marche, e attraversando la Toscana, approda nel nord est senza tralasciare la Lombardia. Non la tradizionale mostra di fondi oro di area toscana, quindi.
Le tavole documentano un’Italia chiaramente di territori, in cui tutti gli artisti cercano di parlare una stessa lingua pur con inflessioni e sostrati originali e diversi. Ne risulta un importante confronto fra civiltà, che percorrere l’intero Quattrocento: un’epoca che, come sosteneva Roberto Longhi, non vede l’irradiazione di una temperie formale da un ‘centro’ verso tante "periferie” come accade ad esempio in Francia nello stesso periodo – quanto piuttosto la simultanea espressione di lingue differenti.
Ciascuna delle 15 tavole rappresenta un capitolo mai secondario della storia dell’arte nell’Italia del ‘400. Tra i Maestri presenti, il fiorentino Niccolò di Pietro Gerini, formatosi alla bottega dell’Orcagna e riferimento, a partire dagli anni ’70 del ‘300, della grande committenza fiorentina. Testimone della maggiore bottega attiva a Roma nella seconda metà del secolo fu invece Antoniazzo Romano, presente in mostra con un capolavoro della fase tarda della sua folgorante carriera. Allievo tra i più dotati del Ghirlandaio, il cosiddetto Maestro dell’Epifania di Fiesole è eccezionalmente presente con dipinto espressione di un linguaggio autonomo, che coglie con straordinaria capacità i dettami del suo maestro insieme al nuovo portato da Botticelli e Jacopo del Sellaio. Allievo, verosimilmente, del Perugino è il Maestro della Lamentazione di Scandicci, qui presente con un capolavoro che si evidenzia per la finezza del brano paesistico.
Maestro dell'Epifania di Fiesole

“Le opere, tutte di autori italiani, - osserva Matteo Salamon - sono accomunate anche da uno straordinario stato di conservazione, il che in un certo senso rappresenta una felice anomalia nell’ambito del collezionismo italiano. Fino a pochi anni fa, a differenza di quanto accadeva nel Regno Unito o negli USA, in Italia si privilegiava la suggestione del nome del grande artista rispetto alla qualità conservativa del dipinto”. L’autore dunque veniva considerato più importante dell’opera stessa, in ossequio a una tradizione critica che in Italia ha la sua origine nei volumi di biografie di pittori, scultori e architetti.
Un altro, e non secondario, elemento connota le opere selezionate per questa raffinatissima esposizione ed è la certezza dell’autografia: le attribuzioni, precise e inappuntabili, nascono dalle ricerche e dal contributo degli esperti di riferimento per ciascun ambito culturale e spesso dal rilievo delle pubblicazioni in cui le opere sono state inserite. Ad introdurre autorevolmente il catalogo è un saggio di Mauro Minardi mentre le schede delle opere, che per dimensioni e profondità delle ricerche occorse, assumono il carattere di brevi saggi, sono redatte da Federico Giannini. Ciascuna opere, inoltre, viene accompagnata dalla scheda di conservazione redatta da Carlotta Beccaria.
Info
Galleria Salamon,
Palazzo Cicogna, I° piano, via San Damiano 2, 20122 Milano
Tel. 02 7602 4638; Email: info@salamongallery.com.
Orario: dal lunedì al venerdì, 10 – 13 e 15 - 19
Ingresso libero
Catalogo disponibile in galleria

sabato 20 ottobre 2018

"Madonna di San Luca" in mostra a Roma

Cambia 'padre' la Madonna di San Luca, l'icona di Santa Maria del Popolo di Roma ritenuta dalla tradizione popolare sin dal tardo Medioevo opera di San Luca. Il restauro dell'icona raffigurante la Madonna con il Bambino, realizzato dai tecnici della soprintendenza speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, infatti, ha permesso di cambiare l'attribuzione del capolavoro medievale. L'opera, quindi, che la critica ha assegnato a un pittore ignoto, definito maestro di San Saba, sarebbe stata creata da Filippo Rusuti, uno dei più importanti mosaicisti e pittori romani attivo tra gli ultimi decenni del Duecento e i primi del Trecento, che firma l'opera verosimilmente entro 1297.
Il restauro ha portato alla luce un'iscrizione occultata con una spessa vernice nera. Malgrado lo stato frammentario in cui si trova, l'iscrizione può essere riconosciuta come la firma proprio di Filippo Rusuti. L'opera restaurata sarà esposta fino a domenica 18 novembre 2018 nel museo Nazionale di Castel Sant'Angelo di Roma, nella mostra 'Filippo Rusuti e la Madonna di San Luca in Santa Maria del Popolo. Il restauro e la nuova attribuzione di un capolavoro medievale romano'. L'esposizione è allestita nell'ambito del progetto ArtCity Estate 2018, in collaborazione con il Fondo Edificio di Culto (Fec), cui il dipinto appartiene, e con la soprintendenza speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, diretta da Francesco Prosperetti che ha curato il restauro.
A parlare di una scoperta "sensazionale" è stata la direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli che ha ricordato: "Le opere medievali firmate sono pochissime. In questo caso, invece, troviamo la firma di uno dei grandi artisti che calcarono la scena di Roma a cavallo tra il Duecento e Trecento su un'opera famosissima". La novità, per Gabrielli, è il frutto del lavoro di tutela che "mette insieme tre parole che non possono essere disgiunte: ricerca, conservazione e valorizzazione".
"Il lavoro che ha consentito il restauro - ha aggiunto il soprintendente Prosperetti - ha degli aspetti 'miracolosi'. Primo tra tutti quello di portare l'opera fuori dalla chiesa in cui è conservata. Il restauro ristabilisce la verità storica con un colpo di fortuna che non capita di frequente e ci consente oggi di aggiornare la storiografia dell'opera con sicura certezza". A dirigere il restauro è stata Simonetta Antellini della soprintendenza che ha anche curato la mostra insieme ad Alessandro Tomei, ordinario di storia dell'arte medievale all'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti.

"Conoscevamo Rusuti - ha spiegato Tomei - dal momento che ha lasciato la sua firma sul mosaico della facciata di Santa Maria Maggiore che fu parzialmente occultata da un portico del XVIII progettato dal'architetto Ferdinando Fuga. La Madonna di San Luca fu riferita all'ignoto maestro di San Saba, autore di affreschi della Chiesa di San Saba all'Aventino. Penso che le due opere, la Madonna di San Luca e gli affreschi della chiesa di San Saba, siano da attribuire alla stessa mano, quella di Rusuti".
Tomei ha inoltre ricordato che Rusuti "è stato messo di lato rispetto ai due grandi artisti attivi a Roma alla fine del Duecento, Pietro Cavallini e Jacopo Torriti. Ma questa scoperta aumenta il debito di riconoscenza nei confronti di Rusuti e ci consente di fare una riflessione più ampia su tutta la storia della pittura a Roma nella seconda parte del Duecento". La città "è sempre stata un po' sottovalutata rispetto alla scuola fiorentina ed era considerata una sorta di provincia bizantina dell'Italia Centrale", aggiunge lo studioso. Un ruolo di punta, quello di Roma in quel periodo: "Credo che, anche nella formazione di Giotto, Roma sia stata molto più importante di quanto sia stato l'ambiente fiorentino", conclude Tomei.

venerdì 19 ottobre 2018

Cronotassi degli arcipreti e parroci delle chiese di Sipicciano dal sec. XIII

La Proloco di Sipicciano (VT) ha organizzato la mostra “Cronotassi degli arcipreti e parroci delle chiese di Sipicciano dal sec. XIII al sec. XXI”, ideata e curata dallo storico Claudio Mancini, che si inaugurerà sabato 20 ottobre 2018 alle ore 16.00 nei locali della ex chiesa Santa Maria Assunta in cielo.
La raccolta documentaria rappresenta un excursus di oltre nove secoli di vita religiosa e di impegno apostolico di oltre quaranta prelati che hanno officiato nelle chiese dislocate sul territorio di Sipicciano, ed ha originato una cronotassi delle figure ecclesiastiche che si sono succedute nelle diverse cariche e officianti nelle varie chiese del piccolo borgo rurale.
Il materiale raccolto, ordinato per schede, è frutto del lavoro di una ricerca minuziosa e paziente di oltre trent’anni, nel tentativo di trovare anche poche righe, su documenti spesso illeggibili, che testimoniassero la presenza di preti, arcipreti, parroci, priori, rettori, cappellani e frati che hanno operato per la crescita spirituale e culturale di Sipicciano.
La mostra sarà arricchita dalla pubblicazione “CRONOTASSI. Preti, arcipreti, parroci, priori, rettori, cappellani, frati di Sipicciano dal sec. XIII al sec. XXI”, dove sarà possibile ripercorrere cronologicamente l’operato dei parroci di Sipicciano con i materiali presentati nella mostra documentaria.

lunedì 15 ottobre 2018

Di Terra e di fuoco. Il San Sebastiano di Andrea Riccio

A dieci anni esatti dall’importante rassegna monografica che il Castello del Buonconsiglio dedicò al grande scultore rinascimentale Andrea Briosco, detto il Riccio per la sua capigliatura, il museo proporrà da sabato 20 ottobre 2018 a domenica 24 febbraio 2019 una nuova mostra che permetterà di ammirare una scultura inedita del famoso artista, nato a Trento nel 1470, raffigurante San Sebastiano.
Si tratta di un'opera in terracotta realizzata sul finire del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento che, nella tensione del volto, nella modellazione incisiva e grafica dei capelli, nella resa anatomica serrata e precisa del corpo evidenzia i tratti più tipici del fare del Riccio artista formatosi come orafo ma divenuto ben presto famoso plasticatore e bronzista, vero protagonista della scultura rinascimentale. L’opera, che fino ad oggi aveva avuto diverse attribuzioni, da chi la riteneva un lavoro di Antonio o Giovanni Minelli, altri di Giovanni de Fondulis, fino a Domenico Boccaloro, tutti scultori attivi nel padovano agli inizi del Cinquecento, oggi grazie agli studi e alle scoperte di Giancarlo Gentilini e Luciana Giacomelli, viene alla luce la corretta paternità.
La nuova attribuzione si è resa evidente dopo la massiccia campagna di pulitura alla quale è stata recentemente sottoposta la scultura. E’ stato infatti rimosso il pesante strato di patina bruna che copriva completamente il San Sebastiano, vernice stesa per far sembrare di bronzo la scultura, ed è stata tolta anche la pesante base di gesso che venne aggiunta nel secolo scorso. Sono ben visibili i fori nelle braccia, nel torace e nelle gambe dove in origine erano inserite una quindicina di frecce che conferivano una nota ancor più drammatica all’opera. Della vivida policromia, oggi scomparsa, che ricopriva il San Sebastiano rimangono solo alcuni tratti in oro che decoravano i capelli, incisi nell’argilla con una perizia da orafo.
La carriera di Riccio, autore del magnifico Candelabro pasquale bronzeo della Basilica del Santo a Padova e del Monumento della Torre della chiesa di San Fermo a Verona, tanto per citare due tra le opere che lo resero subito celebre, si svolse tutta all'insegna di una committenza, tra le più sofisticate ed erudite del tempo, che si esplicava in oggetti dai temi complessi e misteriosi che attingevano sia a soggetti pagani sia a soggetti cristiani. I primi anni lavorativi dell'artista furono certo, secondo la tradizione, accanto al padre: inizi da orafo come conferma la sua tecnica che utilizza dorature preziose su bronzi e terracotte e sapientemente gioca con la luce grazie ai fondi puntinati, ottenuti con l'ausilio del martelletto da orefice. La sua produzione migliore si colloca agli inizi del Cinquecento allorché ricevette dapprima, nel 1506, la commissione dei due rilievi bronzei per il coro della basilica raffiguranti Giuditta ed Oloferne e il Trasporto della Sacra Arca e quindi, l'anno seguente, quella voluta dal filosofo Giovanni Battista de Leone, per il Candelabro pasquale della Basilica del Santo dove è insuperabile l'invenzione di figure fantastiche impensabili senza la conoscenza dell'antico fino all'eccezionalità degli otto rilievi eseguiti per il Monumento della Torre in San Fermo a Verona forse realizzato ancora in collaborazione con i Grandi le cui vicende artistiche avrebbero poi trovato sede ideale proprio a Trento. La sua creatività e capacità esecutiva si evidenziano nei piccoli bronzi ispirati all'antico ma resi estremamente moderni nella reinterpretazione della scultura classica con finalità di pratico utilizzo, come lucerne a forma di satiro o a forma di acrobata, calamai dalle forme di granchio.
L’inaugurazione, aperta a tutti, si terrà venerdì 19 ottobre 2018 alle ore 17,00 al Castello del Buonconsiglio.
INFO La mostra è aperta tutti i giorni tranne i lunedì non festivi e il 25 dicembre. Aperture straordinarie: 1 gennaio dalle 11 alle 17, 24 dicembre, 31 dicembre. Biglietto di ingresso (Castello del Buonconsiglio e mostra): 10 euro, ridotto 8 euro.

sabato 13 ottobre 2018

Vesperbild alle origini della Pietà di Michelangelo

Da sabato 13 ottobre 2018 a domenica 13 gennaio 2019, le Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco di Milano ospiteranno la mostra ‘Vesperbild. Alle origini delle Pietà di Michelangelo’.
Il percorso si propone di illustrare la fortuna italiana del tema del Vesperbild, immagine del vespro, che in Italia prende il nome di Pietà, e i diversi snodi e gradi dello sviluppo di questa iconografia, a partire dai primi esempi nordici fino ad arrivare all’interpretazione classicheggiante fornita da Michelangelo nella Pietà vaticana, di cui in mostra sarà presente il calco, e destinata a condizionare la percezione del tema nei secoli a venire.
La mostra curata da Antonio Mazzotta, Università degli Studi di Milano, e Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano, con la collaborazione di Agostino Allegri, Università degli Studi di Milano, e Giovanna Mori, Conservatore responsabile Museo della Pietà Rondanini – Michelangelo, propone una raccolta di ventiquattro opere d’arte di differenti tipologie, sculture, dipinti, disegni, incisioni, miniature, provenienti da importanti istituzioni internazionali, come il Musée du Louvre, il British Museum, il Victoria and Albert Museum e la Liebieghaus di Francoforte sul Meno; oltre che da rilevanti istituzioni italiane e milanesi quali la Biblioteca Trivulziana e il Museo Poldi Pezzoli.
Il percorso espositivo progettato da Andrea Perin è articolato in tre sezioni e intende raccontare la storia del Vesperbild attraverso quasi due secoli, dalle sculture lignee della valle del Reno del ‘300 fino alla Pietà vaticana di Michelangelo (1497-1499): un’interpretazione del Vesperbild in grado di segnare in modo determinante le declinazioni future del tema iconografico, a cui i posteri faranno riferimento in modo assoluto, nei caratteri e nelle fattezze.
In mostra sono presenti opere di grandi artisti italiani quali Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Cosmé Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti, Giovanni Bellini, Perugino e, per la prima volta, viene esposta al pubblico la Pietà di Vittore Carpaccio, oggi in collezione privata.
Interessante è il tema del “ritorno alle origini” testimoniato dalla presenza della ‘Pietà Rondanini’ nel Museo a lei dedicato adiacente alla mostra: con quest’opera di Michelangelo si assiste alla volontà del maestro di tornare, sul finire della sua vita, all’espressività delle più antiche forme del Vesperbild.
Tutte le informazioni sul sito ufficiale della mostra.

lunedì 8 ottobre 2018

"Le cose di Sigismondo" a Rimini

Al Museo della Città a Rimini è di scena la mostra "Le cose di Sigismondo", nell'ambito della XX edizione del Festival del Mondo Antico.
A cura di Elisa Tosi Brandi. In collaborazione con l’Archivio di Stato di Rimini la mostra è in programma da martedì 9 ottobre a domenica 25 novembre 2018. L’inventario dei beni del castello redatto da Isotta il 13 ottobre 1468.
Dopo la morte di Sigismondo, sua moglie Isotta degli Atti adempì a una legge riminese che imponeva alle vedove di redigere l’elenco dei beni del defunto entro 5 giorni dal decesso.
Il 13 ottobre 1468, con uno stato d’animo che possiamo solo immaginare, Isotta accompagnò il notaio di fiducia in una ricognizione dell’ultima dimora del marito, Castel Sismondo.
L’«inventario di Isotta» è una preziosa e unica testimonianza sulla corte malatestiana raccontata attraverso le cose di Sigismondo.
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sabato 15 settembre 2018

Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco

Nell'ambito del Festival Francescano X edizione, il Museo Civico Medievale di Bologna propone  dal 15 settembre 2018 al 17 marzo 2019 un'esposizione dal titolo: "Lodi per ogni ora. I corali francescani provenienti dalla Basilica di San Francesco" curata da Massimo Medica in collaborazione con Paolo Cova e Ilaria Negretti.
La mostra presenta una nutrita selezione dei vari codici liturgici, realizzati tra il XIII e il XV secolo per la basilica bolognese di San Francesco, che attualmente fanno parte della ricca collezione di codici miniati del Museo Civico Medievale di Bologna. Tra questi si segnala la serie di preziosi graduali francescani riccamente miniati dal cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, protagonista assoluto della decorazione libraria bolognese della fine del Duecento. Prossimi a questa anche la serie poco più tarda degli antifonari, anch'essi ampiamente decorati, ispirandosi in parte alle più antiche esperienze del Giotto assisiate, evidentemente filtrate in città attraverso lo stesso ordine dei frati minori. A queste prime serie di corali ne seguirono altre nel corso del Quattrocento, quando i frati minori si affidarono a vari miniatori coordinati dal bolognese Giovanni di Antonio, per decorare intorno al 1440-50 alcuni dei loro libri liturgici, anch'essi presentati in occasione della mostra.

lunedì 3 settembre 2018

Mostra "Romanico" di Lorenzo Pes

Dal 1 settembre al 4 novembre 2018 nella chiesa di Sant'Antioco di Bisarcio la mostra di Lorenzo Pes "Romanico" sarà visitabile negli orari di apertura della chiesa.
Lorenzo Pes è originario di un piccolo paese del Meilogu, Banari; da anni vive e lavora a Firenze operando in laboratori di diverse espressioni plastico pittoriche, (pittura mosaico, incisione, legno, calligrafia e ceramica) e nell'ambito di quest'ultima ha realizzato una serie di frammenti di facciate romaniche e parti di questi edifici in tridimensionale ivi compreso la parte frontale della cattedrale di Sant'Antioco di Bisarcio.
Viaggiatore nei paesi vicini e lontani ammira le differenti architetture e le restituisce nella loro plasticità modellando l'argilla.
La mostra è composta da 38 pezzi ed è dedicata all'architettura romanica e comprende riproduzioni di facciate di chiesa di vari territori.
Particolare attenzione è rivolta alla Sardegna e alla provincia di Sassari, ma lo sguardo dell'artista si rivolge anche al resto dell'Italia e presenta incursioni all'estero come nella sezione dedicata a Gerusalemme che comprende la moschea Al-Aqusa e la cupola d'oro.
Nella sezione in 3D che riproduce anche la facciata originaria di Sant'Antioco di Bisarcio si ritrova anche la cattedrale di Santiago di Compostela e la chiesa di San Pietro di Tuscania.

domenica 2 settembre 2018

"Cesena ebraica. Un percorso fra carte e codici"

In esposizione in Sala Piana alla Biblioteca Malatestiana di Cesena i sette codici ebraici malatestiani, le carte Saralvo nonché i frammenti ebraici dall'Archivio diocesano e dall'Archivio comunale.
La Malatestiana conserva un fondo di sette manoscritti ebraici le cui origini risalgono al Quattrocento e ad alcune famiglie ebraiche risiedenti e operanti nella città malatestiana in qualità di banchieri prestatori e di medici (come risulta da documenti coevi).
Gli Archivi dello Stato e della Diocesi vantano invece importanti e rari frammenti ebraici variamente riutilizzati e impiegati.
Inaugurazione e visita guidata alla mostra:
Domenica 2 settembre 2018, ore 12.30.
La mostra rimarrà aperta fino al 20 settembre 2018 con i seguenti orari:
dal martedì al sabato dalle 9,00 alle 19,00; la domenica dalle 10,00 alle 19,00 e il lunedì dalle 14,00 alle 19,00.

mercoledì 29 agosto 2018

Mistero Buffo a Castiglione (GR)

Venerdì 31 agosto 2018 alle ore 21.30 in Piazza Solti a Castiglione della Pescaia (GR) la Compagnia Teatro Studio presenta Mistero Buffo, di Dario Fo e Franca Rame. Un tributo al teatro popolare e giullaresco, un trionfo di comicità, poesia e satira.
La Morale del cieco e dello storpio (moralità), un esilarante duetto tra un cieco e uno storpio che cercano di sfuggire alla presenza del Nazareno per evitare di esserne miracolati.
La Madonna incontra le Marie (passione laica) un quadro popolare di teatro religioso, tradotto in pseudo volgare toscano, un contrappunto di grande umanità.
Il Matto e la Morte (giullarata) Un incontro erotico, quello del Matto con la Morte, fatto di ebrezza e passione, a ricordarci che nel riflesso capovolto della pazzia, c’è la saggezza che vince la morte.
La Resurrezione di Lazzaro (giullarata) Dietro al racconto delle gesta di Lazzaro, non troveremo l’alto messaggio mistico, ma la puerile tendenza al miracolistico e alla superstizione …e  già che ci siamo… un biglietto in prima fila e la possibilità di lucrare, magari rubando…
interpreti: Luca Pierini, Enrica Pistolesi, Daniela Marretti, Mirio Tozzini, Cosimo Postiglione, Beatrice Solito.
regia: Mario Fraschetti
INGRESSO GRATUITO

venerdì 24 agosto 2018

"Et ego scripsi. La Cattedrale e il suo archivio: storie di donne, storie di una terra"

A seguito del successo ottenuto in occasione della mostra “50 anni di passione Bianco – Azzurra. Il Rione Cattedrale si racconta”, il Comitato Palio Rione Cattedrale di Asti, in collaborazione col Museo Diocesano San Giovanni, l’Archivio Capitolare e l’Archivio Storico Diocesano organizza la mostra “Et ego scripsi. La Cattedrale e il suo archivio: storie di donne, storie di una terra”.
Curata da Sara Zito ed Elena Amerio in collaborazione con Barbara Molina (direttrice dell’Archivio Storico Comunale e responsabile dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Asti), la mostra illustrerà attraverso la documentazione custodita nell’Archivio Capitolare l’intensa attività notarile che ha visto protagoniste le nobili donne astigiane nella gestione dei loro beni e possedimenti.
Attraverso l’esposizione di documenti originali del XIV secolo, pannelli illustrativi, costumi, oggettistica e fotografie, si ripercorrerà il tema presentato dal Rione Cattedrale durante il corteo storico dello scorso anno paliofilo, dando voce attraverso le carte notarili ai personaggi, notai e nobildonne, rappresentati nella sfilata 2017.
La mostra, con il patrocinio del Comune di Asti, sarà aperta al pubblico presso il Museo Diocesano San Giovanni da venerdì 24 agosto a domenica 9 settembre 2018: venerdì 16-19, sabato e domenica 9,30-13 e 16-19, nei restanti giorni della settimana su prenotazione all’indirizzo museo@sicdat.it oppure allo 0141.592.176. Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Per tutta la durata dell’evento l’ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.

sabato 18 agosto 2018

Il corredo di Valentina Visconti a Castell'Arquato

Nel 1385 il padre di Valentina Visconti, Gian Galeazzo, diventato signore di Milano, decise di maritare la figlia a Luigi di Valois duca di Orléans e fratello del re di Francia. Il 27 gennaio 1387 fu stipulato il contratto matrimoniale, il rito nuziale fu officiato per procura di Milano l'8 aprile del 1387, ma, per impedirle di lasciare Milano, Gian Galeazzo impugnò la giovane età della figlia.
Il 7 settembre del 1388, nacque Giovanni Maria e Valentina fu costretta a raggiungere il marito e così il 23 giugno del 1389 partì Milano con trecento cavalieri a garanzia di un ingente corredo.
Il corredo rappresentava per tutti un elemento di prestigio e indicava le condizioni socio-economiche della famiglia. Tali beni erano registrati negli inventari notarili e sono un prezioso documento per conoscere le moda dell'epoca.
La mostra, realizzata da Michela Renzi di Vestioevo, propone alcune vesti e sopravvesti e accessori indicati nel corredo e utilizzate da Valentina Visconti attraverso riferimenti storici.
L’esposizione è aperta al pubblico, ingresso gratuito, ogni sabato e domenica da sabato 25 agosto a domenica 30 settembre, compresi i giorni 8 e 9 settembre durante l’evento Rivivi il Medioevo, presso il Locale del Mezzanino del Palazzo del Podestà a Castell’Arquato in provincia di Piacenza.
Inaugurazione sabato pomeriggio 25 agosto.
All’interno del Locale del Mezzanino sono presenti altre esposizioni di appassionati a tema medievale su codici miniati, armi, armature e immagini.
Presso il Palazzo del Podestà si potrà vedere anche un bellissimo cimiero Visconteo affrescato.
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lunedì 30 luglio 2018

Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle città italiane dei secoli XI-XV

Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle città italiane dei secoli XI-XV
Logge dei Tiratori della Lana, Piazza dei Quaranta Martiri, Gubbio
Dal 26 luglio 2018 al 6 gennaio 2019
Orari di apertura: dal martedì al venerdì 15-18; sabato e domenica 10-13 / 15-18
Le attività economiche, gli stili di vita, le pratiche religiose, gli aspetti culturali e ludici di una città italiana tra il 1000 e il 1500. Dal 26 luglio la mostra “Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle città italiane dei secoli XI-XV” documenta un’epoca troppo spesso distorta e mistificata, ricostruita attraverso luoghi comuni e pregiudizi.
Una lettera in cui la figlia di Marco Polo reclama in dote i beni che il padre ha portato dalla Cina. Un trattato medico, impreziosito da figure anatomiche, per fornire consigli su come evitare la peste. Ma anche strumenti utili alla vita di tutti i giorni: dalle armi per difendere la città, ai banchi di commercio e delle attività economiche che si aprivano sulle piazze, fino agli aspetti più intimi della quotidianità: dalla dimensione religiosa al letto e alla tavola imbandita per i pasti, agli svaghi e alla musica di una società che sapeva anche gioire e divertirsi. Il percorso, progettato nelle sei sezioni “Uno spazio difeso”, “La città dei mestieri”, “Un mondo impregnato di Dio”, “La casa il primo status symbol”, “Saperi e professioni intellettuali” e “Giochi di bambini, passatempi di adulti”, illustra gli aspetti contraddittori e dinamici, multiformi e sorprendenti di “Un giorno nel Medioevo”.
Lo storico Alberto Grohmann regala ai visitatori la panoramica a volo d’uccello su una città medievale, mentre Franco Cardini parla di scienza e conoscenza e Massimo Montanari spiega la tavola come centro di potere. Da Maria Giuseppina Muzzarelli a Franco Mezzanotte e Giovanni Vitolo, sono diciotto gli storici autori di altrettanti video che corredano ogni sezione della mostra. Il percorso espositivo è arricchito da mini lezioni di storia su La città (A. Grohmann), I mercati e le Fiere (F. Franceschi), I porti (A. Feniello), Il sarto (E. Tosi Brandi), La preghiera (N. D’Acunto), Gli ordini religiosi (F. Mezzanotte), I Templari (S. Merli), La tavola (M. Montanari), Gli abiti (M. G. Muzzarelli), La scienza (F. Cardini), Il notaio (A. Bartoli Langeli), I Viaggi (A. Vanoli), L’Università (G. Vitolo), L’impresa della guerra (M. Vaquero Pineiro), Il gioco (E. Percivaldi), La musica (D. Bernardini) e La bombarda (M. Nardella), strumento musicale dell’epoca, per finire con Il medievalismo (R. Facchini), la disciplina che indaga sulla percezione e l’uso del Medioevo da parte della società contemporanea. Piccole perle di conoscenza che, con un linguaggio semplice e diretto, completano e approfondiscono le sei tappe di visita di “Un giorno nel Medioevo”.
Il progetto, voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è frutto della collaborazione tra la Fondazione CariPerugia Arte e il Festival del Medioevo, la manifestazione punto di riferimento nel panorama nazionale che ogni anno, nell’ultima settimana di settembre, richiama a Gubbio più di cento storici, saggisti, scrittori e giornalisti per affrontare e documentare i temi che hanno caratterizzato l’Età di Mezzo.

martedì 10 luglio 2018

"La sopravveste estiva: la giornea"

Da sabato 14 luglio a domenica 19 agosto 2018 al Castello Dal Verme di Zavattarello (Pv) - Sala Ovale è visitabile la mostra "La sopravveste estiva: la giornea".
Mostra di vesti e sopravvesti in uso durante il periodo di Pietro Dal Verme, realizzata da Michela Renzi di Vestioevo.
La mostra è visitabile ogni sabato, domenica e festivi durante le visite guidate al Castello di Zavattarello.
Info su orari e biglietto d'ingresso: http://www.zavattarello.org/castello_prezzi.html
La Sala Ovale del Castello Dal Verme di Zavattarello in provincia di Pavia ospita la mostra di vesti e sopravvesti, sia maschili sia femminili, in uso nella seconda metà del XV secolo, durante il dominio del grande condottiero Pietro Dal Verme.
L’argomento della mostra realizzata da Michela Renzi verte sulla “giornea”: una sopravveste ampiamente usata nella seconda metà del 1400.
Le varie informazioni e i dettagli storici al riguardo si potranno visionare in dettaglio su www.vestioevo.com.
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domenica 8 luglio 2018

#SECRETPHOTOCITERNA: TRA SOGNO E MEDIOEVO, LA DONNA

La collettiva fotografica, esposta nella suggestiva Sala de “Gli Ammassi” a Citerna (PG) da sabato 7 luglio a domenica 26 agosto 2018, nasce da un progetto dell’ Amministrazione comunale di Citerna guidato dall’assessore alle Politiche Culturali Giulia Gragnoli con un sapore del tutto inedito, ma con una forza implicita di mantenere salda ed unita a Citerna (PG) la tradizione e l’ amore verso la Fotografia e la semantica che le appartiene .
La mostra rientra nel festival “E se le donne”, rassegna di eventi al femminile. Il titolo della collettiva è “#secretphotociterna: tra sogno e Medioevo, la Donna”. La fase progettuale è stata affidata e coordinata da Carlo Campi e Alessandro Rossi, anche loro fotografi della collettiva e residenti del comune. Le opere dei 7 fotografi scelti, dall’Alta Valle del tevere umbro-toscano al perugino, saranno esposte nei giorni festivi e dal venerdì alla domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00.
La selezione dei fotografi è stata fatta sulla base di alcuni criteri tecnici, ma soprattutto sulla base dello spirito di collaborazione dimostrato dai protagonisti, per una progettualità plurima, cioè non finalizzata unicamente all’impegno immediato della mostra, ma sulla base dell’affettività dimostrata verso Citerna per porre le basi propositive per nuovi futuri spazi e momenti espositivi dedicati alla fotografia.
Lo spettatore vedrà non un collage di foto, ma un progetto ben più ampio nel suo significato, che ha l’ambizioso obiettivo di coinvolgere ragazzi - ragazze, uomini - donne, appassionati di fotografia, con un’attenzione particolare rivolta alle persone del territorio, che possono - in simili occasioni - trovare l’animo giusto per trasformare una passione in una futura professione.
Ai protagonisti della collettiva è stato affidato un tema preciso, ben espresso nel titolo, che li ha tenuti impegnati per diversi mesi, portando la loro strumentazione nei momenti più vari a Citerna, perché il progetto parte dalla storia che ancora le stesse mura del borgo riescono ad emanare.
Infatti, tutto il lavoro ha un raccordo con il luogo, con la storia e con il fascino che abbraccia e identifica l’appartenenza ad un’epoca che fu e che mai può essere dimenticata: il Medioevo. Di questo periodo fitto intenso nelle sue contrarietà e vicissitudini, si è preso in esame la sfera dei sogni.
Gli autori in tutto sono 7: Elisa Nocentini, la loro protagonista donna, Daniele Accorsi, Carlo Campi, Davide Marconi, Alessandro Rossi, Samuel Webster, Matteo Alunno Selleri.

martedì 26 giugno 2018

Ivrea. Estate all'insegna del Medioevo

Ivrea, Campanile di Santo Stefano
Per il quarto anno consecutivo, l’Ecomuseo dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (A.M.I.), con il sostegno della Fondazione Guelpa, apre al pubblico dodici siti romanici per tutta l’estate.
Gli edifici, costruiti in quel periodo dell’arte medievale compreso tra l’XI e la metà del XII secolo che prende il nome di ‘romanico’, sono distribuiti su tutto il territorio canavesano e saranno visitabili a partire dal 17 giugno fino al 30 settembre 2018.
Tra i siti che hanno aderito al progetto vi sono la Chiesa di Santa Maria ad Andrate, la Chiesa di Santo Stefano di Sessano a Chiaverano, peculiare per la presenza del campanile in facciata e per il più importante ciclo di affreschi romanici dell’Alto Canavese, la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Burolo, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pessano a Bollengo e il Campanile di San Martino di Paerno, meglio noto come ‘Ciucarun’; ancora, a Pavone, saranno fruibili la Cappella e il Romitorio di San Grato sulla collina della Paraj Auta, a Moncrivello il Santuario della Madonna di Miralta e a Vialfrè la Chiesa di S. Pietro con il suo splendido campanile.
Per quanto riguarda la zona di Candia Canavese invece, si potranno visitare la Chiesa Priorato di Santo Stefano del Monte e la Chiesa di San Michele Arcangelo, normalmente fruibile al pubblico.
Infine, ad Ivrea, oltre al celebre Campanile di Santo Stefano, sarà possibile vedere il Duomo (Cattedrale di Santa Maria Assunta), regolarmente aperto tutto l’anno per le funzioni liturgiche.
Per agevolare la visita dei siti, l’Ecomuseo AMI ha selezionato alcuni operatori culturali che si occuperanno di soddisfare eventuali curiosità dei turisti; saranno presenti anche alcuni volontari messi a disposizione dai comuni coinvolti nel progetto.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di valorizzare il territorio con le sue bellezze tramite un circuito culturale e turistico, nonché di rendere consapevoli i cittadini del valore storico e artistico dei monumenti che li circondano.
In linea con questo progetto, saranno contemporaneamente accessibili gli undici musei della ‘Rete museale dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea’: dall’Ecomuseo della Castagna a Nomaglio, al Museo della Civiltà Contadina di Andrate, passando per l’Ecomuseo l’Impronta del ghiacciaio di Caravino e il Museo all’Aperto Arte e Poesia “Giulia Avetta” di Cossano; e ancora, da rimarcare il Museo La Bötega del Frèr di Chiaverano, il Museo Dalla Saggina alla Scopa di Foglizzo, come anche il Museum Vischorum di Vische, il Museo Civico Nòssi Ràis di San Giorgio Canavese e il Museo Didattico Memorie del Tempo di Perosa Canavese. Infine, nella provincia di Biella, saranno aperti anche la Casa della Resistenza di Sala Biellese e l’Ecomuseo Storie di Carri e Carradori di Zimone.
L’ingresso a tutte le chiese e ai musei sarà gratuito. Per informazioni  più dettagliate sui giorni e gli orari di apertura delle chiese e dei musei, sarà utile consultare il sito www.ecomuseoami.it.

lunedì 25 giugno 2018

A cavallo del tempo. L’arte di cavalcare dall’Antichità al Medioevo

Dal 26 giugno al 14 ottobre 2018 nella Limonaia Grande del Giardino di Boboli sarà allestita la mostra "A cavallo del tempo. L’arte di cavalcare dall’Antichità al Medioevo", curata da Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci.
L’esposizione intende rendere noto al pubblico il forte legame che esiste tra uomo e cavallo fin dalla Preistoria.
Saranno esposte riproduzioni di quattro reperti d’arte paleolitica scoperti a Grotta Paglicci (Rignano Garganico, Foggia); sarà presente inoltre un’ampia varietà di oggetti provenienti dai principali musei archeologici italiani ed esteri risalenti al periodo compreso tra il X secolo a.C. e il XV secolo d.C: statue, urne, rilievi, vasi, terrecotte che raffigurano l’impiego del cavallo nel corso dei secoli.
Orari: Da lunedì a domenica dalle 8.15 alle 19.30 nei mesi di giugno, luglio e agosto; dalle 8.15 alle 18.30 nei mesi di settembre e ottobre. Chiuso il primo e l’ultimo lunedì del mese.
Per maggiori informazioni: www.uffizi.it.

giovedì 21 giugno 2018

Viaggio nel tempo con M4

Un ponte tra passato e futuro, dove ingegneria e archeologia viaggiano in parallelo per realizzare un’opera pubblica fondamentale e per valorizzare il patrimonio storico e culturale di Milano. È il significato di Viaggio nel tempo con M4”, un progetto dedicato ai ritrovamenti archeologici rinvenuti nel corso degli scavi per la realizzazione della Blu.
Così, dal 20 giugno al 23 settembre 2018 al Museo Archeologico di corso Magenta 15 (aperto da martedì a domenica dalle ore 9alle ore 17:30La biglietteria chiude alle ore 16:30. Ingresso gratuito il primo e il terzo martedì del mese dalle ore 14) è possibile visitare una mostra originale: reperti inediti e un percorso informativo ci raccontano tasselli importanti della storia della nostra città. Ma questo racconto dei ritrovamenti è possibile leggerlo anche su pannelli speciali posizionati sulle cesate di alcuni cantieri (Stazione S.Babila, Manufatto di Largo Augusto, Stazione Vetra, Manufatto S.Calimero – via S.Sofia, angolo Corso di Porta Romana -, Stazione De Amicis e Manufatto De Amicis, in via De Amicis). E una sezione speciale del sito www.metro4milano.it è dedicata al progetto.
“Costruire un’opera fondamentale per il futuro di Milano non è in contrasto con la riscoperta e la tutela della storia della nostra città – hanno dichiarato gli assessori alla Mobilità e Cultura del Comune di Milano Marco Granelli e Filippo Del Corno -. Questa mostra è un’occasione unica per vedere le tracce della Milano romana e medievale che emergono dagli scavi delle gallerie della M4. Ingegneri e archeologi hanno sempre lavorato fianco a fianco per mappare e conservare i ritrovamenti archeologici senza compromettere la costruzione della nuova linea metropolitana che percorre un lungo tratto entro le mura di Mediolanum”.
Secondo la Soprintendente Antonella Ranaldi “si tratta di capire come coniugare modernità e passato. I lavori in corso, compiuti con l’assistenza degli archeologi, offrono un’occasione di metodo per esplorare un passato nascosto nella terra”.
“Viaggio nel tempo con M4” è promosso dall’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, M4 spa e MM spa. Un ringraziamento particolare ai consorzi dei costruttori CMM4 e MetroBlu scrl che hanno reso possibile la realizzazione del progetto.
Qui una sintesi dei principali ritrovamenti: Scheda.