martedì 27 novembre 2012

Nello Scrigno della Storia

La Libreria Internazionale “Italo Svevo” di Galleria Fenice a Trieste ospiterà, dal 5 al 15 dicembre 2012, la mostra “Nello Scrigno della Storia”, Perle di civiltà tergestina nell’Età di Mezzo.
L'evento - inserito nell'ambito delle ricorrenze per il tredicesimo anno di attività dell'Associazione Tredici Casade - nel suo percorso multimediale abbraccia momenti salienti della storia triestina nel secondo millennio, con particolare riguardo al Trecento e al Settecento: due secoli che hanno visto delle svolte epocali nella vita della nostra città, e viene realizzato con il contributo della Direzione centrale cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Comitato Promotore della Cultura Giuliana, l'Associazione El Campanon e la Compagnia de Tergeste.
La rassegna espositiva è stata formulata in modo da assicurare una particolare interazione con il pubblico tramite iniziative collaterali presso la Sala conferenza della Libreria, condensate nel ricco cartellone intitolato “Palcoscenico Triestino. Incontro sulla storia nel corso dei secoli”, già oggetto di pubblicazioni librarie a cura del Comitato Promotore della Cultura Giuliana all'interno della collana “Palcoscenico triestino” per i tipi della Luglio Editore.
La mostra si concentra su alcune date fondamentali per la storia locale: il 1202, anno del Passaggio della Crociata cappeggiata dal Doge Enrico Dandolo e dell'atto di sottomissione alla Serenissima; il 1246, anno della fondazione della Confraternita dei Nobili ossia delle Tredici Casade, classe oligarchica preminente nel governo della città; il 1313, anno dello sterminio della Casata dei Ranfi. Viene analizzato anche il periodo 1369-1380 relativo all'assedio dei veneziani e loro successiva cacciata e gli accadimenti dell'anno 1382, legato alla dedizione di Trieste al Duca Leopoldo d’Austria.
Gli eventi serali, in programma alle ore 18.00, avranno inizio con l'inaugurazione della Mostra mercoledì 5 dicembre, con Renzo Arcon e Edda Vidiz che introduranno i presenti nel medioevo fra le pagine del libro "Int'el Satul de la Storia".
La mostra sarà visitabile ogni giorno (domenica esclusa) nell'orario di apertura della libreria (10-13 e 15.30 -19.30) con ingresso libero.

lunedì 26 novembre 2012

Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo

I Musei Civici d’Arte Antica – Istituzione Musei Civici organizzano – presso il Museo Civico Medievale – un’importante esposizione, curata da Daniele Benati e Massimo Medica, che nasce dalla “fortunata” circostanza del deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, da parte di un privato collezionista, di due preziose tavole raffiguranti la Madonna con Bambino e la Crocifissione, rispettivamente di Jacopo di Paolo (documentato dal 1378 al 1426) e di Simone di Filippo, detto dei Crocefissi (documentato dal 1355 al 1399).
Le due opere, esposte insieme ad altri dipinti su tavola ed a miniature provenienti da musei e collezioni private, vanno ad accrescere il già ricco nucleo di pittura medievale presente all’interno delle Collezioni Comunali d’Arte e del Museo Davia Bargellini.
L’esposizione costituisce quindi l’occasione per mettere a confronto le due diverse personalità artistiche: i due pittori bolognesi, cui è dedicata la mostra, furono infatti a capo di importanti botteghe, che dominarono la scena artistica locale durante la seconda metà del Trecento e, nel caso di Jacopo di Paolo, fino al primo Quattrocento.
Simone, documentato come pittore a Bologna dal 1354 al 1399, è ancora attivo nel solco delle precedenti esperienze vitalesche, che restituisce in una versione robustamente dialettale; figlio del calzolaio Filippo di Benvenuto, viene ribattezzato Simone “dei Crocifissi” in epoca seicentesca, per l’abilità nel dipingere “immagini grandi del Redentore, per amor nostro confitto in croce” (Malvasia). La sua fase iniziale è testimoniata a metà degli anni cinquanta del Trecento dagli affreschi in parte firmati con le “Storie di Cristo”, provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Mezzaratta, oggi conservati nella Pinacoteca Nazionale, dove l’interesse per le soluzioni spaziali e plastiche di origine giottesca fiorentina è riletto con una pungente espressività.
Anche Jacopo di Paolo agli esordi è attivo nel cantiere di Mezzaratta, dove affresca due “Storie di Mosè”, eseguite forse sulla base di idee di Jacopo Avanzi, in cui è evidente l’apertura alle nuove istanze del neogiottismo, che peraltro costituisce una costante del suo lungo percorso, non estraneo in ultimo perfino alle più immaginose sollecitazioni tardo-gotiche di Giovanni da Modena. Il forte senso plastico nelle figure e la razionalità dell’impianto spaziale, riscontrabili ad esempio in dipinti quali la piccola tavola con il “San Giovanni Battista”, di collezione privata, in deposito presso il Museo Davia Bargellini, la piccola pala con “Madonna in trono”, collezione privata, ora in deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, le tavolette con le “Storie di Santa Margherita”, già collezione Stramezzi, ora divise tra la Fondazione Longhi di Firenze e la Galleria Moretti, sono infatti frutto di una diversa e nuova riflessione sull’esperienza di Giotto, e divengono espressione di una più moderna consapevolezza che dimostra lo scarto generazionale fra Simone e Jacopo, pur essendo d’altro canto entrambi gli artisti in grado di ottenere un ampio risalto nell’ambito cittadino, come attestano, soprattutto per Jacopo di Paolo, gli importanti riconoscimenti ottenuti in campo pubblico.
Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo
24 novembre 20123 marzo 2013
Orario d’apertura:

martedì-venerdì 9-15
sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 10-18.30
chiuso lunedì (feriali)
Consulta il sito
Informazioni:
Museo Civico Medievale
via Manzoni, 4 Bologna
Tel: 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it

martedì 20 novembre 2012

Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio

Dopo i successi ottenuti anche fuori regione, il percorso fotografico di Giuseppe Ottaiano, dedicato ai castelli irpini, torna in Campania, nella città in cui l’autore opera da oltre vent’anni. Dall’1 al 3 dicembre 2012, il Castello Ducale di Marigliano (NA), simbolo della storia cittadina, ospiterà le immagini che danno vita alla Mostra Fotografica “Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio”, un percorso iconografico che ha contribuito, da oltre un anno, a portare all’attenzione del grande pubblico il ricco patrimonio di siti di incastellamento presenti in provincia di Avellino. La Mostra Fotografica è risultato del lungo lavoro di ricerca che, da oltre quattro anni, Giuseppe Ottaiano, Art Director di SEMA - Agenzia di Comunicazione impegnata da sempre in progetti di valorizzazione del territorio e fotografo per passione, svolge autonomamente e con fondi propri coadiuvato dal suo team, consapevole dell’alto valore culturale di questo patrimonio materiale, e spinto dal desiderio di creare una mappatura completa delle roccaforti e dei manieri esistenti sul territorio irpino. Un lavoro che mira ad estendere anche ad altre aree della regione Campania. L’evento nasce su iniziativa dell’Associazione Culturale Terre di Campania, in collaborazione con il Napoli Club Marigliano e le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, con lo scopo di far conoscere nell’area metropolitana della provincia di Napoli un patrimonio storico-architettonico unico nel suo genere e al contempo di valorizzare uno dei simboli della Città di Marigliano. Una tre giorni alla scoperta dell’Irpinia, terra di Feudi, Principati e Baronie, e dei suoi castelli che raccontano di gesta eroiche e di raffinate arie di corte.

mercoledì 14 novembre 2012

La Madonna del Mantegna torna a Bergamo

Dopo quattro anni di assenza, la Madonna col Bambino di Andrea Mantegna dell’Accademia Carrara di Bergamo ritorna ad essere esposta al pubblico, a conclusione di un delicato e innovativo intervento di restauro progettato e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Nel 2008 l’Accademia Carrara ha affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze una delle opere più preziose delle sue collezioni: la Madonna con il Bambino di Andrea Mantegna (tempera su tela, 43x31 cm.), tra i maestri del Rinascimento italiano.
E’ oggi giunto a conclusione il delicato e innovativo intervento di restauro del dipinto che sarà presentato in anteprima alla Galleria dell’Accademia di Firenze, per poi fare ritorno, attesissimo, a Bergamo.
Il dipinto, entrato nelle collezioni della Carrara nel 1851 per dono del raffinato collezionista Carlo Marenzi, è noto non solo per il senso di mistero che induce ma anche per la particolare tecnica artistica con cui è realizzato – tempera su tela - utilizzata da Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso, vicino agli esiti della pittura murale. Ci troviamo quindi di fronte a un caso eccezionale di “tempera magra” non verniciata che ha sostanzialmente mantenuto l’effetto artistico ricercato da Mantegna.
La splendida piccola tela della Carrara, che dato il soggetto e le dimensioni contenute era con tutta probabilità un’opera destinata alla devozione privata, è stata collocata dalla critica in periodi molto diversi dell’attività di Mantegna: chi la pone addirittura nel cuore del periodo di Padova (1455 ca), chi all’inizio del periodo mantovano al servizio dei Gonzaga (dal 1460), chi a conclusione della Camera degli Sposi (1465 - 1474), chi a fine carriera dopo il ciclo del Trionfo di Cesare (1480- 1495). Le opere non datate di Mantegna costituiscono infatti per la critica un vero rompicapo dato che, come ben evidenziato dal critico inglese Roger Fry nei suoi studi su Mantegna dei primi del ‘900, il pittore raggiunse uno stile definito e sicuro a un’età straordinariamente precoce e dal punto di vista tecnico affinò i suoi metodi, perfezionandoli all’estremo, senza tuttavia mai cambiarli materialmente. Negli ultimi anni ha raccolto un significativo consenso l'invito a collocare cronologicamente il dipinto tra il 1475 e il 1480, all'apice della stagione mantovana dell'artista.
Presentazione alla Galleria dell’Accademia di Firenze
Tribuna del David 13 novembre - 9 dicembre 2012
Firenze - via Ricasoli, 58
Orari: da martedì a domenica ore 8,15-18,50; chiuso lunedì
Presentazione a Bergamo:
Giovedì 13 dicembre 2012, ore 18.00
Bergamo Alta, Piazza Vecchia, Sala delle Capriate, Palazzo della Ragione (sede temporanea dell'Accademia Carrara)
A cura di M. Cristina Rodeschini
Progetto di allestimento: Attilio Gobbi Realizzazione dell’allestimento: ARCO srl, Seriate
ORARI DI APERTURA
Invernale: da ottobre a maggio - martedì - venerdì: 9,30-17,30; sabato e domenica: 10-18.
BIGLIETTI
Intero: € 5,00; Ridotto e gruppi: € 3,00; Scuole, giovani card e family card: € 1,50
Agevolazione: Bergamo Card; Convenzione famiglie: Genitori biglietto intero, figli omaggio (fino a 18 anni compiuti)
PRENOTAZIONI GRUPPI E VISITE GUIDATE: tel. +39 035 21 80 41, negli orari lunedì - venerdì ore 9-18
Tutte le info nel sito dell'Accademia Carrara di Bergamo.

lunedì 5 novembre 2012

Le icone medioevali di Roma e del Lazio

Madonna Avvocata di Tivoli
Il 12 novembre 2012 alle ore 11.30 presso la Sala Altoviti di Palazzo di Venezia a Roma si terrà la conferenza stampa di presentazione della  mostra dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto dal titolo "Tavole miracolose: Le icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto” a cura di Giorgio Leone.
Come si legge in una nota a cura della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma: "È la prima esposizione che il Ministero dell'Interno dedica al Medioevo ed è la prima in assoluto dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio. Ha il merito di rendere visibili dei preziosi tesori che ad oggi, data la particolare collocazione nelle chiese che li ospitano, sono stati scarsamente fruibili sia dal pubblico che dagli studiosi, i quali hanno potuto  esaminarli  direttamente  soltanto  in  poche  occasioni e  mai  in  un numero  così consistente".
"Roma conserva esemplari antichissimi di icone - prosegue la nota - condividendo tale primato solo con il Monastero di Santa Caterina del Monte Sinai e conta il numero maggiore di icone ascrivibili al periodo pre-iconoclasta. Due di esse saranno qui esposte, la Madonna col Bambino di Santa Maria Nova, il cui restauro curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione  e  il  Restauro  verrà  presentato  in occasione  della  mostra,  e la Madonna di Santa Maria del Rosario, la più antica della serie delle Avvocate, che in epoca medievale costituirono le immagini mariane più venerate dai romani. Il Fondo Edifici di Culto ha la fortuna di annoverare, oltre all’esemplare pre-iconoclasta, altre quattro Madonne Avvocate, qui presentate assieme per la prima volta in assoluto".
"Tutte  le  icone romane  medioevali  hanno  col  tempo  acquisito  lo  status  di  'immagini miracolose' - si precisa nella nota - e come tavole taumaturgiche sono state insignite dalla metà del  Seicento della corona, diventando punto di riferimento imprescindibile per la comunità dei fedeli.
Alcune volte esse hanno cambiato il loro 'volto' attraverso interventi di ridipintura dovuti ai cambiamenti del  gusto  artistico.  Già  dagli  anni Cinquanta, fino  ai  recenti  restauri,  le rimozioni  di  questi rimaneggiamenti ci  hanno  restituito  manufatti  di  eccellente  valore artistico e di notevole antichità. Anche in occasione della presente mostra, come momento imprescindibile della doverosa attività di tutela del patrimonio del Fondo Edifici di Culto, in collaborazione con la Soprintendenza di Roma, sono stati intrapresi importanti interventi di revisione  conservativa  e  di  restauro,  che costituiscono un’importante possibilità  di confronto e di studio, specie su opere che sono ancora, come la Madonna di Farfa e la Madonna Avvocata di Tivoli – restaurata per la mostra -, al centro di un acceso dibattito critico. Infine, la visione ravvicinata consentirebbe più oculate osservazioni sulla tecnica di esecuzione,  attraverso  cui arricchire  il  patrimonio  di  conoscenze  in  via  di  costante acquisizione".
"Il  recupero  artistico di  tali  dipinti  - continua la nota - costituisce  un  momento  importante per riconsiderare le radici e la storia della pittura sacra occidentale e pone in risalto il legame  con  la tradizione  ed  in  modo  particolare  con  la  devozione  romana.
L’esposizione,  infatti,  garantisce  il  dovuto  rispetto  per  le  opere,  attraverso  un allestimento essenziale ma altamente evocativo. A garantire un percorso che sia al tempo stesso tematico e cronologico, sono state allestite quattro sezioni: la prima è dedicata alla più antica icona di Roma: l’Imago antiqua di Santa Francesca Romana; la seconda all’Avvocata, che per tutto il Medio Evo è da reputarsi la Madonna dei romani per eccellenza; la terza a quelle tavole che attestano in modo esemplare il passaggio  dall’icona  all’immagine  di  devozione  e,  infine,  la  quarta  dedicata all’Altarolo di San Gregorio Magno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme - anch’esso presentato dopo il restauro -, un’opera composita in cui il valore iconico convive accanto a quello sacro, essendo al contempo immagine e reliquia".
"Ognuna delle sezioni - conlude in fine la nota - è corredata da pannelli didattici e da didascalie scritte in oro, in omaggio alla tradizione dei fondi oro, in armonia con l'ambiente e riportano informazioni sulla tecnica e sulla qualità storico-artistiche delle icone, illustrando per ognuna di esse una lettura della loro storia.

In mostra sarà presentato anche il restauro della Madonna della Catena di San Silvestro al Quirinale. Un suggestivo  commento  di  musica  sacra  e canti  bizantini  accompagna  il  visitatore durante il percorso, immergendolo in un'esperienza visiva profondamente mistica". La Soprintendenza SPSAE per il Polo Museale della città di Roma.