mercoledì 28 gennaio 2015

"Raffaello. Opera prima", mostra a Brescia

Sarà Raffaello il nuovo protagonista del ciclo RINASCIMENTO. Dopo Giorgione, Savoldo e Fra’ Bartolomeo, con il pittore urbinate si completa così il progetto espositivo di Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia. 
L’esposizione Raffaello. Opera prima nasce con l’obiettivo di riunire i frammenti che costituivano la Pala Baronci (1500 - 1501), considerata l’opera prima di Raffaello che vi lavorò a soli 17 anni con un aiuto, il pittore Evangelista da Pian di Meleto.
La pala, che ha come tema l’incoronazione di San Nicola da Tolentino, fu commissionata al giovane artista per la chiesa di Sant’Agostino a Città di Castello (PG). Nel 1789, a causa di un terremoto, fu gravemente danneggiata e le parti superstiti furono disperse tra varie collezioni.
Con il terzo episodio vengono riunite a Brescia, presso il Museo di Santa Giulia, tutte le parti a oggi individuate in collezioni pubbliche. Così l’Angelo, uno dei capolavori di Pinacoteca Tosio Martinengo, sarà accostato a tre prestiti straordinari: un secondo Angelo proveniente dal Musée du Louvre di Parigi, L’Eterno Padre e la Vergine dal Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.
Inoltre, Pala Baronci vedrà al suo fianco il disegno preparatorio realizzato da Raffaello, in prestito da Palais des Beaux Arts di Lille: un documento fondamentale per ricostruire l’originaria fisionomia dell’opera.
Completa l’esposizione la copia parziale della Pala Baronci realizzata da Ermenegildo Costantini (1791), in prestito da Città di Castello.
Oggi, grazie alla nostra mostra, i quattro frammenti superstiti finora riemersi si ricongiungono.
Una occasione straordinaria, che è servita ad avviare nuovi studi, indagini, approfondimenti, raccolti nel catalogo di mostra, sulla formazione, l’attività e lo stile del giovane Raffaello, sulle vicende del dipinto, sul gusto collezionistico di Paolo Tosio e della Brescia della prima metà dell’Ottocento.
In concomitanza, proseguono le attività collaterali: i nuovi percorsi esclusivi che abbinano Raffaello. Opera prima alla città, il corso di storia dell'arte, le Colazioni al museo, le attività per le scuole e i gruppi di adulti.
RINASCIMENTO
Raffaello. Opera prima
a cura di Paolo Bolpagni e Elena Lucchesi ragni
con Roberta D'Adda
Museo di Santa Giulia
da venerdì 30 gennaio a lunedì 6 aprile 2015
Inaugurazione: giovedì 29 gennaio 2015 ore 18.00
tutti i giorni ore 9.30-17.30 (lunedì chiuso)
ingresso con il biglietto del museo
info: +39 030 2977834; santagiulia@bresciamusei.com
Catalogo: Sagep editore

venerdì 23 gennaio 2015

Nei sotterranei gotici di Napoli

Mancano solo pochi giorni alla prossima riapertura al pubblico dei sotterranei della Certosa di San Martino, splendido monumento di epoca medievale che dall'alto del belvedere di San Martino si affaccia sulla città. Dal 24 gennaio 2015, ogni sabato e domenica gli ipogei della certosa saranno aperti e pronti ad accogliere nella loro veste rinnovata dalla recente opera di restauro, turisti e napoletani.
I sotterranei costituiscono i suggestivi e imponenti ambienti delle fondamenta trecentesche della Certosa, una edificazione che iniziò nel maggio del 1325 per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò.
Un’ opera di ingegneria possente ed elegante, con una successione di pilastri e volte ogivali a sostegno dell’intera struttura certosina, nei lunghi corridoi e negli slarghi sono esposte le opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi. Una raccolta che si è formata attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. L’esposizione comprende circa centocinquanta opere in marmo, distribuite nei vari ambienti secondo un ordine cronologico (dal medioevo al XVIII secolo) ma rispettando anche i contesti di provenienza.
Tra le sculture in marmo, le opere più rilevanti di epoca trecentesca, si segnalano: il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato dal reimpiego di una vasca romana del II-III secolo d.C., il frammento di una Figura femminile giacente (forse Maria di Valois) della bottega del grande s cultore-architetto senese Tino di Camaino, la cosiddetta Madre di Corradino (forse Maria di Borgogna, moglie di Carlo I d’Angiò o più probabilmente una Santa Caterina d’Alessandria), e una lastra a rilievo raffigurante La Morte e Franceschino da Brignale (1361), singolare ex-voto allegorico costruito sul contrasto tra il senso dell’attaccamento alla vita e l’ineluttabilità della morte. Tra le opere del Quattrocento sono da segnalare la doppia lastra tombale, raffigurante padre e figlia, della famiglia de Miro (1413), di fattura e di dise gno ancora trecenteschi e, per la prima metà del Cinquecento, la splendida Madonna col Bambino di cultura raffaellesca.
La visita ai sotterranei si conclude con un capolavoro di uno tra i principali protagonisti della scultura europea del Settecento: l’imponente e languido San Francesco d’Assisi (1785-1788 circa) di Giuseppe Sanmartino e con un’Allegoria velata (forse una Modestia), scolpita probabilmente dal suo allievo Angelo Viva che evoca le celebri sculture della Cappella Sansevero. Non meno significativa è la raccolta epigrafica, un archivio di pietra che testimonia con le sue iscrizioni fatti di vita urbana quotidiana , pagine di storia della città attraverso i secoli.
Prenotazione obbligatoria, (max 50 persone): accoglienza.sanmartino@beniculturali.it.
In caso di maltempo le visite non potranno aver luogo.
Ingresso: € 6,00 (intero complesso monumentale)
Informazioni: accoglienza.sanmartino@beniculturali.it; tel. 081 2294 568

martedì 6 gennaio 2015

Torna a risplendere la Cappella di Teodolinda

Vista  d'iniseme della Cappella
La storia del restauro della Cappella di Teodolinda costituisce un prodigioso esempio di mecenatismo privato, capace negli anni di dialogare con la Soprintendenza, la Regione, la Diocesi, la Fondazione Cariplo e il World Monuments Fund per raccogliere fondi (2.450.000 euro) ed investirli nella valorizzazione delle pitture murali degli Zavattari, il più imponente ciclo gotico presente in Italia che ha fatto guadagnare alla Cappella del Duomo il titolo di “Sistina del Nord Italia”.
Grazie all’impegno della Fondazione Gaiani, ente responsabile della gestione e della tutela del patrimonio artistico del Duomo, e al suo solido progetto di restauro, nel corso di sette anni ha preso forma un cantiere in cui sono state condotte importanti analisi diagnostiche e ricerche scientifiche ed è stata portata avanti un’opera di sorprendente recupero con l’impiego delle tecnologie più avanzate in ogni fase dei lavori.
L’illuminata amministrazione della monumentale riqualificazione del gioiello pittorico che ripercorre le più importanti tappe della vita della regina dei Longobardi che cristianizzò i pagani e con il Duomo fondò la prima chiesa, giunge oggi a felice conclusione e, nell’anno dell’Expo, riapre le porte in due battute. Il pubblico potrà ammirare la rilucenza dei mantelli e delle armature, dei broccati e delle architetture di sfondo delle 45 scene distribuite lungo 500 metri già dal 15 gennaio 2015 (previa prenotazione al numero 039.32.63.83 o via e mail: info@museoduomomonza.it) quando sarà consentito l’accesso ai ponteggi utilizzati per il cantiere. Dopo Pasqua si provvederà poi a smantellare le impalcature per l’inaugurazione ufficiale.