mercoledì 3 luglio 2024

Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell'arte del Rinascimento

Il caso straordinario di un padre e un figlio, entrambi pittori e disegnatori di eccezionale talento, sarà protagonista ai Musei Capitolini nelle sale di Palazzo Caffarelli fino a domenica 25 agosto 2024 grazie alla mostra Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell'arte del Rinascimento.

L’esposizione, a cura di Claudia La Malfa, intende illustrare l’epoca d’oro del Rinascimento italiano tra Firenze e Roma. Attraverso una selezione di dipinti, saranno raccontati il talento di Fra’ Filippo Lippi (Firenze 1406 - Spoleto 1469), uno degli artisti più importanti della stagione fiorentina di Cosimo de’ Medici, e quello del figlio Filippino (Prato 1457 - Firenze 1504) che eredita dal padre l’ingegno e diventa l’interprete del gusto nella Roma della fine del Quattrocento.
In mostra alcuni capolavori dell’arte di Filippo Lippi su tavola, come la Madonna Trivulzio del Castello Sforzesco di Milano e alcune opere di Filippino Lippi, tra cui l’Annunciazione dei Musei Civici di San Gimignano.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Per informazioni su orari e biglietti: https://www.facebook.com/events/1175976110062076/1175976120062075.

mercoledì 5 giugno 2024

Con spada e croce. Longobardi a Civezzano

Con Spada e Croce. Longobardi a Civezzano, visitabile al Castello del Buonconsiglio a Trentofino al 20 ottobre 2024, racconta la storia dei Longobardi in Trentino attraverso i capolavori rinvenuti nelle tombe della “principessa” e del “principe” di Civezzano esposti assieme per la prima volta. Una mostra nata dalla collaborazione tra il Castello del Buonconsiglio e il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, l’importante istituzione enipontana che custodisce molti manufatti di provenienza trentina e con la quale si è mantenuto e consolidato negli anni un rapporto di grande collaborazione.
La rassegna, curata da Annamaria Azzolini, Veronica Barbacovi e Wolfgang Sölder, offre infatti un’occasione per riesaminare i dati storici e i materiali inediti custoditi nei depositi di entrambi i musei alla luce delle conoscenze incrementate grazie agli scavi condotti dalla Soprintendenza per i beni culturali, ma anche di approfondire tematiche emerse già nell’Ottocento con la nascita dell’archeologia “barbarica”. Ciò che venne ritrovato a Civezzano nell’Ottocento, quando il Trentino era parte dell’Impero Asburgico, è conservato al Ferdinandeum di Innsbruck; ciò che venne invece rinvenuto all’inizio del secolo successivo e acquistato dal museo imperiale di Vienna, è giunto al Castello del Buonconsiglio, dopo l’istituzione del Museo trentino.

La mostra unisce idealmente i due musei proprio nel momento in cui quello trentino festeggia il primo Centenario della sua istituzione e il Ferdinandeum ha appena concluso le celebrazioni del bicentenario. Una ricerca che parte dalla scoperta nella località piemontese di Testona sul finire dell’800 di una necropoli i cui reperti furono attribuiti a popolazioni germaniche, oggetti che servirono ad identificare quelli rinvenuti a Civezzano nella tomba “principesca” nel 1885. Dal museo di Innsbruck ma anche dai musei reali di Torino, arrivano in Trentino, al Castello del Buonconsiglio, reperti davvero straordinari, testimonianze rarissime di alte manifatture dei primi insediamenti longobardi in questi territori.
È una mostra che scrive per la prima volta la storia dei Longobardi in Trentino, afferma Laura Dal Prà, direttore del Castello del Buonconsiglio”. E lo fa offrendo al pubblico un racconto emozionante, lungo un percorso punteggiato da autentici capolavori. Ciascun oggetto racconta una storia. A partire da un unicum assoluto: il sontuoso sarcofago del “Principe di Civezzano”, impreziosito da raffinate decorazioni con animali stilizzati in ferro battuto. Gli strepitosi monili in oro della “Principessa di Civezzano” raccontano di contatti bizantini, ma anche di un legame forte con le proprie tradizioni germaniche.

Se di “Stile Civezzano” si parla per descrivere i noti motivi “longobardi” presenti su fibbie e puntali di cinture in argento e ferro, nell’esposizione spade, crocette, fibule, e monili in oro vengono presentati così come erano utilizzati un tempo, grazie alle ricostruzioni grafiche. La preziosità e la raffinata fattura di questi reperti fanno capire come i Longobardi di Civezzano fossero una élite potente nella società del tempo, capace di accedere ai beni suntuari. Il fatto che la necropoli fosse collocata ben discosta dall’antica pieve porta a pensare che si trattasse di un nucleo di famiglie di religione ariana. “Le indagini che questa mostra ha stimolato – sottolinea Annamaria Azzolini, curatrice con Wolfgang Sölder e Veronica Barbacovi, dell’esposizione – sono state dirette ad approfondire tematiche su larga scala: dalla provenienza delle materie prime utilizzate al diffondersi di questa cultura nel tempo e nello spazio, sino all’analisi del DNA dei resti umani. Ad offrire al pubblico e agli studiosi, insieme alla emozione di ammirare reperti davvero unici per storia e bellezza, informazioni che consentono di riscrivere una Storia sino ad oggi non pienamente svelata”.

Per tutte le informazioni clicca qui !

mercoledì 8 maggio 2024

Una Pavia medievale inedita

Le carte della Chiesa pavese
: con questo titolo l’Università e la Diocesi di Pavia hanno scelto di inaugurare sabato 11 maggio 2024, dalle ore 18, nel Museo diocesano, la mostra Una Pavia medievale inedita. Chiesa e città tra XI e XV secolo, che rimarrà aperta nei fine settimana dello stesso mese, seguendo gli orari del Museo.

La mostra è il risultato della collaborazione tra l’Archivio diocesano e i Dipartimenti di Giurisprudenza e Studi umanistici dell’Ateneo. Lavorando nel ricco Fondo pergamene dell’Archivio, le ricercatrici e i ricercatori hanno allestito un percorso suddiviso in sette pannelli, seguendo la traccia che il titolo della mostra lascia intravedere. La Pavia medievale che i visitatori si troveranno di fronte termina con alcuni magnifici capolettera miniati dell’età di Gian Galeazzo Visconti, inseriti in un registro di decreti promulgati tra il 1385 e il 1396, e inizia con un privilegio di papa Pasquale II del 1105, che è il più antico documento apostolico custodito dall’Archivio diocesano. Tra questi due pezzi si collocano i restanti cinque pannelli dell’itinerario, che riempiono le nicchie dell’ottagono bramantesco, al centro del quale verranno collocati gli originali dei pezzi riprodotti e commentati lungo l’esposizione.
Lo scopo della mostra è quello di mostrare le ricchezze edite e inedite dell’Archivio e ricordare che esse sono vive, tanto per la Diocesi, quanto per la città di Pavia.

sabato 13 aprile 2024

Nuove storie, antiche meraviglie al Museo della Città di Rimini

Sabato 13
e domenica 14 aprile 2024, il Museo della Città “Luigi Tonini” a Rimini celebra un importante momento di rinnovamento con la riapertura delle sezioni dall’Alto Medioevo al Quattrocento. Questo evento segna un punto di svolta per il museo, coincidendo con il centenario della sua Pinacoteca, originariamente istituita presso l’ex convento di San Francesco. Dopo il duro colpo dei bombardamenti del 1943-44, il museo si è gradualmente ricostituito, arrivando a questa completa rigenerazione espositiva che coinvolge oltre un quarto del percorso museale.

Le nuove sezioni includono quattordici aree tematiche e quattro stazioni multimediali, arricchendo l’esperienza dei visitatori con più di 170 opere tra sculture, dipinti, medaglie e ceramiche. Queste collezioni raccontano la storia delle chiese paleocristiane locali, la Rimini della Pentapoli e della Signoria Comunale, nonché la vivace era artistica del Trecento fino al Quattrocento malatestiano.
Alcuni dei pezzi più notevoli sono il sarcofago di Martino e del figlio Agnello, il Pluteo con croci del VI secolo, e capolavori di artisti come Giovanni, Giuliano e Pietro da Rimini, e la grande tavola di Ghirlandaio. Inoltre, sarà possibile ammirare il Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, ora oggetto di uno studio diagnostico approfondito in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari.
Per tutte le informazioni clicca qui !

giovedì 11 aprile 2024

Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Medievale di Bologna

Fiala di vetro. Siria, XIII secolo. Vetro blu decorato a smalti policromi
I Musei Civici d'Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna sono lieti di annunciare la mostra "Conoscenza e Libertà. Arte Islamica" al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Anna Contadini con la collaborazione di Mattia Guidetti, visibile nel Lapidario del Museo Civico Medievale dal 20 aprile al 15 settembre 2024.

L'esposizione, promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d'Arte Antica e School of Oriental and African Studies - University of London, in collaborazione con SMA - Sistema Museale di Ateneo e Dipartimento Storia Culture Civiltà dell'Università di Bologna - Alma Mater Studiorum, mette in evidenza e valorizza parte della prestigiosa collezione di arte islamica presente nel patrimonio del Museo Civico Medievale di Bologna, che annovera al suo interno alcuni indiscussi capolavori. Frutto di un mirato collezionismo, gli oggetti di altissima qualità provengono da una vasta fascia del mondo islamico, che si estende dall’Iraq alla Spagna e coprono un ampio arco cronologico, dall'inizio del XIII al XVIII secolo.
Conoscenza e Libertà vuole essere un’occasione per richiamare su di essi l’attenzione del pubblico, nella certezza che attraverso la loro conoscenza potrà essere utile per liberarsi da pregiudizi e stereotipi, rivelando il contributo e l'impatto che le culture che li hanno prodotti hanno determinato sull'arte e sul pensiero occidentali.
Importante centro per la circolazione e la diffusione di oggetti d’arte provenienti dal mondo islamico, Bologna è stata fin dal Medioevo polo di attrazione per mercanti, collezionisti, artisti e studiosi. La sua università, conosciuta in tutto il mondo, ha offerto un valido supporto allo studio del patrimonio culturale che il mondo islamico ha prodotto nei campi della filosofia, della medicina, della tecnologia oltre che allo studio delle lingue, come l’Ebraico e l’Arabo.
Grazie alla sua fitta rete di legami familiari e politici internazionali e al suo ruolo di centro culturale, la città felsinea ebbe il ruolo di un conduttore, da cui oggetti d’arte e idee ebbero modo di diffondersi dal mondo islamico al di la dei confini dell’Italia, verso Ungheria, Germania, Francia e ben oltre.
Il progetto espositivo si articola intorno a temi che evidenziano la trasmissione di saperi scientifici e di tecniche di produzione, la rielaborazione di scritture arabe ed elementi epigrafici, l'appropriazione di tecniche di produzione e ornamenti.
Inoltre, per i preziosi materiali usati e le ornamentazioni complesse, le armi da parata esposte in mostra non solo si collegano alla storia politica del Mediterraneo, con le sue varie imprese militari, ma sono anch’esse oggetto di meraviglia, e fanno appello a un gusto estetico più che al gusto per la guerra.
La mostra sarà accompagnata da un ciclo di conferenze di approfondimento, visite guidate e un catalogo dallo stesso titolo, edito da SAGEP Editori, contenente prefazioni di Eva Degl'Innocenti e Silvia Battistini, saggi di Anna Contadini e Mattia Guidetti, oltre alle schede di tutti gli oggetti esposti. 
La presentazione con visita in anteprima riservata alla stampa si svolgerà giovedì 18 aprile 2024 alle ore 11.00, presso il Lapidario del Museo Civico Medievale, in via Alessandro Manzoni 4 a Bologna.
L'inaugurazione è prevista per venerdì 19 aprile 2024 alle ore 19.30.

lunedì 1 aprile 2024

Empoli 1424. Masolino e gli albori del Rinascimento

Cristo in pietà (particolare) di Masolino al Museo della collegiata di Sant'Andrea di Empoli

A 600 anni dalla realizzazione del Ciclo della Vera Croce per la chiesa di Santo Stefano, la mostra Empoli 1424. Masolino e gli albori del Rinascimento raccoglie il maggior numero di opere, mai presentato finora, dell’autore che, a lato di Masaccio e del Beato Angelico, ha contribuito, in maniera decisiva, all’avvio della pittura rinascimentale a Firenze nel Quattrocento.
Obiettivo della rassegna è ricostruire il contesto culturale in cui si mosse Masolino, i cui lavori saranno affiancati da quelli di pittori che condividevano la sua stessa apertura verso nuove soluzioni stilistiche, quali Lorenzo Monaco, Gherardo Starnina, Giovanni Toscani e altri.
Dal sabato 6 aprile a domenica 7 luglio 2024, il Museo della Collegiata di Sant’Andrea e la Chiesa di Santo Stefano a Empoli (FI) sono teatro di uno straordinario e irripetibile evento d’arte, dedicato a Masolino da Panicale (1383/84 – 1436/40), autore che, a lato di Masaccio e del Beato Angelico, ha contribuito, in maniera decisiva, all’avvio della pittura rinascimentale a Firenze nel Quattrocento e che proprio nella città toscana ha vissuto uno dei momenti decisivi di crescita stilistica.