venerdì 19 settembre 2014

La Madonna di San Giorgio alla Costa in mostra a Lucca

Quello che il pittore fiorentino non ha mai fatto quando era in vita, avendo attraversato la Toscana in più occasioni senza però giungere a Lucca, lo farà ora, a distanza di settecento anni, con ciò che di più autentico, vivo e concreto alimenta i nostri giorni: la sua arte. Rivoluzionaria, senza tempo, capace di creare corpi veri e solidi nello spazio pur dipinti su una tavola o su un muro. Proprio come si presenta la Madonna di San Giorgio alla Costa, il capolavoro che il Comitato Nuovi Eventi per Lucca (organismo creato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazione Ragghianti) porta in città da sabato 4 ottobre 2014, nel giorno della Festa di San Francesco. Giotto in San Francesco, questo il nome della mostra, che vedrà protagonista un'unica opera dell’allievo di Cimabue, in esposizione per due mesi, fino all’8 dicembre 2014, nell'Oratorio di San Franceschetto, annessa al complesso monumentale dedicato al Santo di Assisi.
Giotto, unanimemente riconosciuto come il primo grande iconografo del Santo di Assisi e come il più diretto interprete artistico della poetica di fede, vita e sensibilità dell'Assisiate, realizzò quest’opera, databile intorno al 1295, negli anni della sua giovinezza. Il capolavoro del Duecento, proveniente dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte di Firenze, rimase coinvolto nell'attentato di via dei Georgofili nella notte tra il 26 e 27 maggio del '93. In quell’occasione la Madonna fu trafitta da una miriade di schegge di vetro, iniziando un lunghissimo percorso di restauro, affidato alle abili mani di Paola Bracco dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Oltre a neutralizzare buona parte dei danni provocati dall’esplosione, il restauro riuscì anche a eliminare completamente tutti i deleteri interventi da cui lo strato pittorico originale era stato coperto nei secoli. L’urgenza del restauro è diventata, in corso d’opera, anche l’occasione per una riscoperta e un approfondimento degli studi intorno ad uno dei capisaldi della pittura giottesca: uno dei recuperi più affascinanti e insperati, quasi un restauro di rivelazione alla “vecchia maniera”, comunque suffragato dal dispiego eccezionale di metodi di indagine modernissimi. Solo una piccola fenditura, nella spalla di un angelo “reggicortina”, è stata lasciata volontariamente a ricordare i tragici eventi di cui la tavola è stata ad un tempo testimone e vittima. Anche il supporto ligneo fu recuperato e risanato, sempre nei laboratori dell’Opificio, da Ciro Castelli, autore di vari e autentici miracoli ascrivibili alla storia del restauro moderno. Da quel giorno di maggio del 1993, la tavola più volte è stata richiesta da importanti musei d’Europa e d’Oltreoceano, ma per il nostro Paese, questa di Lucca è l’occasione per rivederla in tutto lo splendore dei colori ritrovati e in un luogo che ne esalterà la bellezza. A dicembre, infine, terminata l'esposizione in San Franceschetto, l’opera tornerà “a casa”, nel Museo Diocesano di Firenze, che riaprirà finalmente le sue porte dopo anni di forzata chiusura.

martedì 9 settembre 2014

Doni d'amore. Donne e rituali in epoca tardogotica e rinascimentale

Doni d'amore
Donne e rituali in epoca tardogotica e rinascimentale
A cura di Patricia Lurati
12 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015
La mostra presenta al pubblico una selezione di oggetti preziosi che tra il XIV e il XVI secolo venivano offerti alla donna per celebrare il fidanzamento, il matrimonio e la nascita di un erede. In queste occasioni la cultura del tempo conferiva alla figura femminile, solitamente relegata all’ambito domestico, un ruolo fondamentale che le famiglie abbienti festeggiavano con fastose cerimonie e commissionando pregiati manufatti da offrirle in dono. Si tratta della prima manifestazione su questo tema. L’esposizione propone al pubblico i doni destinati alla figura femminile: dal cofanetto contenente piccoli oggetti in avorio e costose cinture, che il futuro sposo inviava alla giovane per suggellare il fidanzamento, ai gioielli e alle suppellettili, offerte dal marito e dal suo parentado il giorno delle nozze, fino a comprendere le stoviglie in maiolica utilizzate per servire alla puerpera il primo pasto rinvigorente dopo le fatiche, e lo scampato pericolo, del parto.
Tra i regali nuziali figurano anche cassoni - e fronti di cassoni dipinti -, arredi nei quali la sposa riponeva il corredo. Attraverso questi oggetti è possibile delineare una storia del ruolo della figura femminile in epoca tardogotica e rinascimentale e dei rituali che ne segnavano il passaggio da fanciulla posta sotto la tutela del padre a sposa assoggettata al marito. Tema dominante del percorso espositivo sarà la lettura delle valenze simboliche attribuite dalla società del tempo alle suppellettili realizzate per questi eventi.

Ad arricchire e rendere più suggestiva la rassegna è proposto l’accostamento con dipinti coevi nei quali i gioielli, i tessuti, i mobili, le maioliche presenti in mostra si trovano raffigurati, in modo da creare un dialogo stimolante.
Orari Martedì – Venerdì: 09.00-12.00 / 14.00-18.00 Sabato, Domenica e festivi: 10.00-12.00 / 14.00-18.00 Chiuso il lunedì (festivi aperto); 24 e 25/12. Altri festivi aperto. Ingresso: CHF 10.-/€8,70; ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF 8.-/€7; gratuito per le scuole ticinesi; visite guidate su prenotazione anche fuori orario.

lunedì 1 settembre 2014

«La scrittura splendente» in mostra a Bologna

Bibbia di Borso d'Este
Nella cornice del Festival del Libro e della Storia dell’Arte, il 18 settembre 2014 alle ore 12.00 aprirà al pubblico una mostra di straordinari capolavori. Si tratta dell’esposizione La scrittura splendente. Tesori manoscritti dalle biblioteche italiane, organizzata da Artelibro e dalla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, in collaborazione con la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, con la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze e con il sostegno di Franco Cosimo Panini Editore.
La mostra si terrà presso la Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio da venerdì 19 a giovedì 25 settembre 2014, e presenterà al pubblico una selezione di manoscritti straordinari per antichità, rarità di testimonianza storica e preziosità assoluta nel campo della scrittura e della miniatura libraria. Un concentrato, quindi, di valore eccezionale, che offrirà al pubblico la possibilità di vedere quattro pezzi di valore, che per stato di conservazione ed eccellenza sono normalmente esclusi dalla visione diretta.
Sarà possibile ammirare la Bibbia eseguita tra il 1455 e il 1461 per Borso d’Este, Duca di Ferrara, detta appunto Bibbia di Borso d’Este, “il libro più bello del mondo”, che tra i preziosi codici della Biblioteca Estense di Modena brilla di luce propria e si segnala per la stupefacente bellezza delle sue “carte ridenti”, capolavoro assoluto della miniatura italiana del Rinascimento realizzato da grandi nomi, come Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, che dipinsero ogni carta del manoscritto nel recto e nel verso, guardando alle nuove regole della prospettiva e creando una eccezionale galleria d’arte rinascimentale, la cui ricchezza non trova paragone in nessuna altra testimonianza artistica coeva.
La Bibbia di Marco Polo, proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, realizzata in Francia nella prima metà del Duecento (1230-1240), usata per la predicazione dai missionari Francescani che nella seconda metà del XIII secolo raggiunsero la Cina, rimasta in possesso di una famiglia di un eminente personaggio di Cham Xo (i.e. Ch’ang-shu) nella provincia di Nanchino, che la conservava dai tempi della dinastia Yuan e di Marco Polo, infine donata nel corso del Seicento al Granduca Cosimo III de’ Medici.
La Vita Christi di Ludolfo di Sassonia, il più bello tra i codici conservati nella Biblioteca dell’Archiginnasio grazie alle numerosissime, splendide e delicate miniature, databili alla metà del Quattrocento, attribuite a Cristoforo Cortese anche per la costante raffigurazione di una fauna variata (aironi, pavoni conigli, faraone ecc.) quasi una sigla di questo miniatore, che decorò il codice trascritto dal copista Michele Salvatico per la biblioteca dei Gonzaga di Mantova.
Sarà inoltre possibile sfogliare virtualmente il Codex Purpureus Rossanensis (presente in versione digitale), in scrittura greca vergata in oro e in argento su pergamena dalla colorazione porpora, datato alla metà del VI secolo e probabilmente originario della Siria. L’originale è conservato al Museo Diocesano di Rossano.
Accanto agli originali un tavolo interattivo multi-touch prodotto da Franco Cosimo Panini Editore, consentirà di sfogliare digitalmente i preziosissimi volumi, mentre la Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII presenterà a Palazzo Re  Enzo (dal 18/21 settembre) una serie di nove pannelli didattici espressamente dedicati alla Bibbia di Marco Polo.
Considerata la straordinarietà dell’evento, Artelibro organizzerà tre conferenze che si terranno sempre alla Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio, per permettere al pubblico di conoscere la storia e il valore inestimabile dei manoscritti. Le descrizioni dei codici saranno affidate ad insigni studiosi: il direttore della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, Alberto Melloni, il Prof. Fabrizio Lollini dell’Università di Bologna e l’ex direttore della Biblioteca Estense di Modena, Ernesto Milano.
Tutte le informazioni e la scheda tecnica della Mostra sono visibili qui !