sabato 31 dicembre 2016

San Domenico: il volto del Santo nei codici miniati

In occasione dell'Ottavo Centenario della conferma della regola dell'Ordine dei Predicatori (1216-2016), la nostra piccola esposizione, curata da Ilaria Negretti e Paolo Cova: "San Domenico: il volto del Santo nei codici miniati del Museo Civico Medievale 1216-2016" è dedicata allo studio iconografico delle miniature di Domenico rintracciate nei codici Due-Trecenteschi conservati nella collezione del Museo Civico Medievale.
“...era di statura media, di corporatura delicata, la faccia bella e un poco rossa, i capelli e la barba leggermente rossi, belli gli occhi. Dalla sua fronte, e fra le ciglia, irraggiava un certo splendore, che attirava tutti a venerarlo e ad amarlo. Sempre ilare e giocondo, se non mosso a compassione per qualche afflizione del prossimo. Aveva le mani lunghe e belle. Aveva una grande voce bella e risonante. Non fu affatto calvo, ma aveva la corona della rasura del tutto integra, cosparsa di pochi capelli bianchi.”
In questa mirabile descrizione di Domenico di Guzmán la beata Cecilia Cesarini, partecipe della prima esperienza del nuovo ordine, tratteggia con realismo la sua fisionomia. E' interessante notare come le immagini più antiche (Invv. 512-513-514-521-612), realizzate nella seconda metà del XIII secolo, a qualche decennio di distanza dalla morte del Santo (1221), paiono tramandare la memoria del suo vero volto.
Museo Civico Medievale di Bologna fino all'11 giugno 2017.

giovedì 22 dicembre 2016

Benedetto il frutto del tuo seno

Presso il Museo diocesano di Gaeta (LT) è stata inaugurata un’installazione dal titolo “Benedetto il frutto del tuo seno”, una ricostruzione a grandezza naturale della cripta delle “Madonne del Latte”, presente nella chiesa di San Luca Evangelista in Maranola.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con il Parco dei Monti Aurunci, i Comuni di Gaeta e Formia, la Parrocchia di San Luca Evangelista di Maranola e l’Associazione Maranola Nostra.
La cripta di Maranola è stata scoperta fortuitamente il 28 giugno 1997, rientrando in una parabola dell’arte medievale completamente occultata nel corso dei secoli. Un luogo straordinario di elevata ricchezza artistica sconosciuto nelle fonti storiche, nei documenti d’archivio, nelle relazioni delle visite pastorali diocesane e nelle fonti orali. Gli affreschi delle Madonne che allattano, con accanto la figura di Sant’Antonio Abate, sono stati riprodotti con pannelli fotografici supportati da una struttura lignea appositamente disegnata. Il tema, diffuso in tutta Italia, è quasi sempre legato a rappresentazioni singole come le due presenti nel Museo e risalenti ai secoli XIII e XIV. Tuttavia la particolare “densità e ripetitività” risulta un unicum nel panorama artistico-religioso diocesano. L’esposizione, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino a domenica 5 febbraio 2017 e sarà visitabile ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 9:30 alle ore 12:30 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00. Per informazioni telefonare allo 0771.4530233 o 389.6328282.

mercoledì 21 dicembre 2016

"Media Aetas Duellatorum", apertura straordinria a Oria

Una nuova apertura straordinaria della mostra di armi, costumi e iconografie “Media Aetas Duellatorum” è prevista anche in queste settimane di festa.
“Media Aetas Duellatorum” sarà, come sempre, allestita presso la Chiesa di San Giovanni Battista, a Oria (BR): un edificio di origine romanica, successivamente inglobato in un grande complesso barocco progettato dai padri Celestini nel XVII secolo, oggi utilizzato come auditorium per convegni e concerti.
Si tratta di un’esposizione tematica di repliche di armi, costumi ed iconografie del Medioevo che si propone di condurre il visitatore alla conoscenza e alla comprensione di un'epoca storica mediante un approccio attivo e diretto. Gli ospiti saranno condotti alla scoperta della civiltà medievale tramite l'immedesimazione e il coinvolgimento diretto nella ricostruzione della vita quotidiana del passato. Attraverso la conoscenza degli oggetti, delle loro tecniche di fabbricazione, del loro valore economico, della loro funzione sociale e culturale, si acquisiranno informazioni più specifiche riguardanti il periodo storico, la struttura sociale e i valori culturali.
Presente, inoltre, la mostra dei Palii del Torneo dei Rioni, preparata dalla Pro Loco di Oria in occasione del 50° anniversario del celebre evento che, da decenni, è il fiore all’occhiello della città.
“Media Aetas Duellatorum” sarà visitabile da venerdì 23 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017, tutti i giorni, dalle ore 11:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.

mercoledì 14 dicembre 2016

Mostra sulla Stregoneria a Rubiana (TO)

La casa editrice e centro studi Yume srl di Torino presenta la mostra: Mystery in history Speciale Stregoneria alla Road House Writers Colony Villa Tabusso presso Rubiana (TO) da sabato 17 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017 (con il patrocinio del Comune di Rubiana).
La mostra Mystery in history è stata ideata da Yume per rappresentare le Wunderkammer del passato, che sarebbero poi diventate i musei odierni, sotto forma di narrazione e di racconto. Nelle stanze delle meraviglie venivano esposti oggetti tra i più disparati, a volte raccolti dall'altro lato del mondo, totalmente sconosciuti, come strani animali tropicali, o ricostruzioni di mostri e di sirene con parti di animali e piante. Oggi non è così facile trovare oggetti sconosciuti, ma le storie, le curiosità, il mistero... continuano ad interessare e spingono da sempre l'uomo verso l'avventura. I pannelli di Mystery in history speciale stregoneria conducono in un viaggio verso un universo parallelo di mistero e sogno, dove si può abbandonare la realtà quotidiana per qualche istante per... lasciarsi trasportare dalla fantasia. Ma non solo, si potrà approfondire l'argomento stregoneria dal punto di vista storico e antropologico, con un occhio particolare rivolto al Piemonte e ai movimenti ereticali che sono stati spesso equiparati alla stregoneria. La mostra si articola in 33 pannelli che percorrono il tempo sia cronologicamente che trasversalmente, proprio per poter includere tutto ciò che nel corso dei secoli è stato, in qualche modo, equiparato alla stregoneria. Il territorio al centro dello scenario è la Valle di Susa, che per sue caratteristiche di posizionamento ma anche di carattere degli abitanti, ha visto nascere movimenti e ha trasmesso sino a noi le storie più o meno leggendarie di donne di medicina, dette herbarie, spesso definite streghe e condannate alla solitudine, alla discriminazione e all’oblio.
Mystery in history è però soprattutto un racconto che si snoda attraverso i secoli, non disdegnando influssi di altre culture, in una danza che mostra la vicinanza e l’intreccio di temi: religiosi, culturali, storici, leggendari. Dalla mostra è nato il libro Mystery in history stregoneria, che consente di approfondire i temi legati all’esposizione e di leggere con calma, quando si preferisce, la storia della stregoneria raccontata in questa esposizione.

giovedì 8 dicembre 2016

Triora inaugura il nuovo Museo delle Streghe

Palazzo Stella a Triora
Sabato 10 dicembre 2016, alle ore 11.00, a Triora (IM) si inaugura il Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora (MES), situato nello storico e centralissimo Palazzo Stella, recuperato e restaurato dopo i gravissimi danni della II Guerra Mondiale. Una doppia inaugurazione, che riporta alla luce un gioiello architettonico di Triora e insieme un’ importante cultura presente nel borgo: quella delle persone accusate di stregoneria diabolica e orribilmente torturate nei notissimi processi degli anni 1587-89.
Tutto questo è il risultato di una sfida raccolta da chi ha voluto, progettato e allestito questo Museo all’interno di Palazzo Stella: il Comune di Triora, promotore del costoso e laborioso progetto della nuova sede museale, la Regione Liguria, che lo ha finanziato e sostenuto, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che ne ha seguito tutte le fasi di progettazione e allestimento, l’architetto Luca Dolmetta che ne ha ideato e curato gli interventi architettonici ed espositivi, il prof. Paolo Portone che ne ha tracciato l’itinerario culturale e i testi.
La prima fase di allestimento propone quattro significative sale, che si prefiggono di raccontare saperi e punti di riferimento di un mondo sempre più emarginato e perseguitato nell’Occidente medievale e moderno e giunto fino a noi attraverso una pesante stratificazione di stereotipi: dalla strega alla befana. Con la prima si entra subito nelle coordinate e negli strumenti operativi del ‘pensiero magico’, con la prestigiosa collezione esoterica “Pio Breddo”. Nella seconda si materializzano, in forme artistiche, le immagini delle “Dee, spiriti e creature femminili” presenti nel pantheon archetipico delle accusate. Nella terza sala fragranze erboristiche ci guidano ad esplorare le competenze fitoterapiche delle “dominae herbarum” , mentre un pannello di passaggio ci introduce al grigiore della quarta sala, con l’invenzione della strega diabolica e il processo di Triora. Qui, testi antichi di esperti demonologi attestano un’evidente premeditazione nel colpire i ‘devianti’, mentre la voce di Franchetta Borelli, alias Laura Sicignano, ci coinvolge direttamente nelle torture per estorcere ‘confessioni’.
Una sala del Museo
Già in questa prima fase di allestimento c’è una specifica attenzione ai bambini, accolti all’ingresso dal video della Scuola Primaria di Triora, e nelle sale sono collocate, in basso, riproduzioni di esclusivi acquerelli di Libereso Guglielmi e illustrazioni di Diana Fontana del volumetto “Le streghe assurde”.
E siamo solo all’inizio di un percorso destinato a proseguire in altre suggestive sale di Palazzo Stella, che ospiteranno anche una ricchissima Biblioteca e un Centro di Documentazione internazionali sui temi della stregoneria e della caccia alle streghe.

sabato 3 dicembre 2016

Arnolfo di Cambio e Tino di Camaino al Museo dell'Opera del Duomo

Arnolfo di Cambio, Apostolo
Mercoledì 7 dicembre 2016 prendono posto nel nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze tre capolavori di scultura medievale create per la Cattedrale fiorentina e successivamente disperse: un Apostolo di mano di Arnolfo di Cambio, originariamente parte del gruppo della Dormitio Virginis nel timpano della porta meridionale della facciata da lui iniziata tra la fine del XIII e i primi anni del XIV secolo, e due angeli di Tino di Camaino, componenti di un monumento funebre realizzato nell’ancora erigenda chiesa negli anni 1320. Acquistate dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel 2015, i tre pezzi sono altorilievi.
L’Apostolo di Arnolfo raffigura uno degli apostoli che, secondo la tradizione, sarebbero stati convocati al letto di morte della Vergine; di intenso pathos, è tra le massime espressioni del nuovo interesse umano mutuato del periodo, sviluppato anche nella coeva pittura di Giotto.
La figura marmorea, rimossa dalla facciata del Duomo nel 1587, quando per volontà del Granduca Francesco I l’incompiuta facciata medievale venne smantellata, e passata dai depositi dell’Opera alla collezione dei marchesi Torrigiani nell’Ottocento, verrà ora reintegrata nel gruppo della Dormitio nella ricostruzione della facciata medievale del nuovo Museo dell’Opera. Quasi tutti gli altri elementi del gruppo esposto al museo sono copie, essendo stati alienati in epoca indeterminata gli originali, e così il ritorno dell’Apostolo è particolarmente significativo.
Le altre due sculture acquistate dall’Opera sono un paio di angeli reggidrappo provenienti dal monumento sepolcrale del vescovo Antonio d’Orso, realizzato intorno al 1321 per la controfacciata del Duomo di Firenze dal maestro senese Tino di Camaino. Questi rilievi di forma triangolare decoravano la cimasa del perduto tabernacolo architettonico del monumento, dove le loro forme triangolari s'inserivano simmetricamente nel frontone. Inginocchiati e guardando adoranti verso l’alto, i due angeli hanno in mano i lembi di un drappo (ora perso), che, steso sopra l’effigie seduto del vescovo, alludeva alla Elevatio animae del prelato: l’innalzamento verso Dio della sua anima dopo morto. Spostato più volte all’interno del Duomo, il monumento, senza il suo tabernacolo architettonico, fu riportato alla posizione originale sulla controfacciata, a sinistra di chi varca la soglia della porta mediana, solo nel primo Novecento. Nella ricostruzione parziale della tomba in cattedrale manca, però, il supporto originale di questi angeli, che verranno perciò esposti nella «Sala delle navate» del Museo, che raccoglie vari cimeli un tempo all’interno della cattedrale.

venerdì 2 dicembre 2016

“Francesco e la Croce dipinta”, in mostra a Perugia

Fino al 29 gennaio 2017 alla Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia è possibile ammirare una preziosa mostra di pittura medievale. L’esposizione Francesco e la Croce dipinta, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, col patrocinio della Basilica Papale e Sacro Convento di S. Francesco in Assisi e della Regione Umbria, offre alla vista del visitatore 9 capolavori, tutte croci dipinte fra gli anni settanta del Duecento fino al primo ventennio del secolo successivo.
Mostra molto preziosa, non solo per gli ori e le gemme di cui brillano queste pale, ma anche per il valore delle singole opere, il cui accostamento crea una panoramica significativa dell’evoluzione artistica e religiosa sul tema della Crocifissione. Dalle grandi croci sospese d’altar maggiore, alle più piccole croci da devozione privata, il motivo iconografico del Cristo in Croce si sviluppa e modifica sino a legarsi alla figura del santo di Assisi, San Francesco.
Rintracciando la figura di Francesco ai piedi della Croce, si delinea l’evoluzione dal Christus Patiens (il Cristo morto, col capo reclinato sulla spalla e gli occhi chiusi) dal modello di Giunta Pisano e Cimabue a quello giottesco, dove il corpo acquista peso e drammaticità.
Tra le opere esposte, la Croce di S. Francesco al Prato dipinta nel 1272 dal Maestro di San Francesco, conservata alla Galleria Nazionale dell’Umbria e la tavola inedita proveniente dal Monastero di S. Paolo a Orvieto recentemente liberata dai pesanti rimaneggiamenti effettuati nei secoli successivi e riportata al suo antico splendore. L’esposizione si chiude con il crocifisso del Maestro della Croce di Trevi (1315-1320) dove Francesco è raffigurato molto più grande che nelle croci duecentesche, appoggiato alla collina del Golgota.
Biglietti (mostra + Galleria)
intero 8€, ridotto 4€
Orari di apertura
dal martedì alla domenica 8.30-19.30 (ultimo ingresso 18.30)
lunedì chiuso (tranne lunedì 31 ottobre, aperto 12-19.30)

mercoledì 23 novembre 2016

"Giovanni dal Ponte (1385 - 1437). Protagonista dell'umanesimo tardo gotico fiorentino"

"Giovanni dal Ponte (1385 - 1437). Protagonista dell'umanesimo tardo gotico fiorentino" è il titolo della mostra dedicata all'affermato rappresentante dell'arte toscana del primo '400 che da martedì 22 novembre 2016 a venerdì 17 marzo 2017 verrà allestita negli spazi della Galleria dell'Accademia a Firenze.
Circa 50 opere, molte delle quali provenienti dai maggiori musei italiani e del mondo (fra cui l''Incoronazione della Vergine', meraviglioso trittico appena restaurato, e l'imponente pala dell''Annunciazione e quattro santi') testimoniano e fanno riscoprire le meraviglie del tardo-gotico fiorentino.
La mostra, che è stata curata da Angelo Tartuferi e Lorenzo Sbaraglio, ha lo scopo sia di colmare una carenza di studi e conoscenza dell'artista sia di favorirne una classificazione critica più adeguata. Infatti è ormai accertato che il dal Ponte occupò un ruolo non marginale negli sviluppi della pittura fiorentina del primo Rinascimento, soprattutto per la creazione di un linguaggio individuale ed estroso, aggiornato sull'attività dei maestri attivi a Firenze in quell'epoca, da Gherardo Starnina a Lorenzo Monaco e Lorenzo Ghiberti fino a Masaccio, Masolino e Beato Angelico.
La mostra è aperta dal martedì alla domenica con orario 8,15-18,50.

martedì 22 novembre 2016

Il mondo urbano della Sassari medievale

Poca carne, molta frutta e altrettanta verdura provenienti dalle campagne che si estendevano a perdita d’occhio oltre le porte della città murata. La dieta dei sassaresi al tempo della Repubblica era caratterizzata soprattutto dai prodotti della terra, alimentata da un sistema di corsi d’acqua che scorrevano abbondanti attorno al borgo medievale.
Non è che uno spaccato di vita sociale ricostruito da Paolo Cau e Daniela Rovina nella sala al piano terra dell’Archivio storico comunale, in una bella mostra intitolata “Il mondo urbano della Sassari medievale” che  resterà aperta sino a venerdì 30 dicembre 2016. presenti il sindaco Nicola Sanna, l’assessora alla Cultura Raffaella Sau e la soprintendente Maura Picciau.
Buona parte dei reperti esposti, che affiancano le vetrine con gli originali degli Statuti sassaresi, provengono da scavi archeologici realizzati negli ultimi anni all'interno della città vecchia. Si tratta di ceramiche, utensili, brocche e caraffe che venivano utilizzate per imbandire la tavola e che accompagnavano i rituali della consumazione del pasto. Oggetti preziosi ritrovati in fondo ad alcuni pozzi scoperti durante i lavori effettuati qualche anno fa. «Pozzi e cisterne - ha spiegato l'archeologa Daniela Rovina - che facevano parte del sistema di approvvigionamento idrico della Sassari medievale e che una volta esaurita la funzione d'uso venivano utilizzati come deposito di rifiuti».
Con ogni probabilità erano pozzi comunitari, profondi anche 14 metri, che venivano scavati, a canna circolare, all'interno di corti proprio per consentirne l'uso collettivo. La città medievale era disseminata di pozzi e cisterne, notizia confermata anche da Enrico Costa che nel “Sassari” fa riferimento costante a queste raccolte d'acqua realizzate all'interno della cinta muraria. Nell’area di fronte alle Monache cappuccine era riemersa addirittura un'intera porzione del vecchio quartiere medievale, una strada, i resti di un'abitazione con tanto di focolare databile al periodo fra la fine Trecento e i primi del Quattrocento. Altre cisterne sono state intercettate in via Turritana, in via Satta e nell'area attorno al Duomo di San Nicola. Sul fondo di questi pozzi, poi rifunzionalizzati, sono stati ritrovati resti di cibo, frutta secca, noccioli, piatti e posate che hanno consentito di far luce sulle abitudini alimentari di Sassari al tempo degli Statuti. Non solo, gli archeologi hanno avuto conferma del fatto che Sassari in quel periodo aveva rapporti commerciali con la Toscana e la Liguria, ma anche con la Spagna. Paolo Cau, direttore dell'Archivio storico, ha rievocato il fervore dell'antica Platha de cothinas, l'attuale corso Vittorio Emanuele, che si estendeva in longitudine, dall'area di piazza Castello fino a Porta Sant'Antonio.
Luogo di passeggio e di acquisti dove i mercanti esponevano merci e prodotti perché la vendita - come imponevano gli Statuti - doveva avvenire all'aperto e in presenza del pubblico per prevenire eventuali truffe o imbrogli a danno degli acquirenti.

mercoledì 9 novembre 2016

"Favole antiche: da Melusina a Pentamerone" mostra a Firenze

Mostra "Favole antiche: da Melusina a Pentamerone"
Giovedì 10 novembre 2016, alle ore 17:30 in via San Gallo 25/R a Firenze, Libri Liberi Officine SanGallery inaugura la mostra "Favole antiche: da Melusina a Pentamerone" di Elettra Casini.
Dalla passione dell'artista per il mito di Melusina e il libro di Gian Battista Basile "Lo cunto de li cunti" o "Pentamerone", Elettra Casini ha realizzato una serie di tavole facilmente fruibili ed interpretabili al fine di avvicinare, promuove o semplicemente far conoscere racconti poco conosciuti ad un pubblico quanto più vasto possibile. Nello specifico, gran parte dei lavori dell'artista traggono ispirazione dall'antica favola medievale di Melusina e il Pentamerone.
Melusina, favola che affonda le proprie radici addirittura nella figura mitologica di Lilith, la prima Eva, quella nata autonomamente e non dalla costola di Adamo, essere poco incline a sottomissione e alla volontà dell'uomo, figura eliminata nell'attuale Genesi. Nata quindi con molta probabilità nel periodo Cananeo se non Babilonese, come buona parte della Genesi, per poi trasformarsi nei secoli nella fata acquatica o demone, a seconda delle interpretazioni, che stipula una sorta di contratto con l'uomo.
Il Pentamerone è invece la prima raccolta italiana di favole destinate ai bambini. Colpiscono i colori vivaci, gli scenari fantastici, la ricchezza nel linguaggio e la creatività narrativa delle situazioni. Spesso i personaggi, come nella mitologia greca interagiscono con animali, piante e altri oggetti.
Melusina alla fontana
Le tavole cercano di restituire i colori, l'aspetto surreale, quasi onirico di personaggi e situazioni riprodotti in gesti eloquenti e momenti salienti della narrazione. Tutte le opere di Elettra Casini sono realizzate con l'ausilio di tecniche artistiche miste: dall'acrilico all'acquerello, dal collage alla grafite, dai gessetti alla china passando per il carboncino. Non mancano applicazioni a rilievo e glitter per dare vita e maggior corposità alle scene e personaggi riprodotti.
Elettra Casini è nata e vive a Firenze. Dopo gli studi artistici apre in San Frediano, nel cuore della vecchia Firenze, una bottega in cui crea, realizza e vende opere in ceramica. Nel suo laboratorio artistico di via Pisana si dedica per oltre vent’anni alla realizzazione di quadri in tecnica mista e alla decorazione di maioliche artistiche tradizionali, che traggono ispirazione all’arte gotica e romanica.
La mostra organizzata dall'Associazione Culturale Vittorio Rossi - Libri Liberi sarà visitabile, con ingresso libero e gratuito, fino al 27 novembre 2016.


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martedì 8 novembre 2016

Dopo un anno di restauri torna a splendere la “Mesopanditissa”

Torna a splendere l’icona della Madonna della Salute o altrimenti denominata la “Mesopanditissa”, il dipinto su legno di epoca medievale finalmente ricollocato sull’altare della Basilica della Salute a Venezia.
Dopo lo svelamento dell’icona, il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia si è rivolto ai fedeli riuniti nella rotonda minore della Basilica della Salute, definendo il soggetto del prezioso dipinto la "Madonna dei veneziani".
L’immagine della Madonna della Salute è stata restituita alla città di Venezia (e all'Italia) in forma smagliante dopo il restauro. Un intervento che si era reso della massima urgenza a causa di piccola, ma significative "cadute di colore" sulla parte lignea.
L’intervento, durato circa un anno, si è incentrato sulle indagini diagnostiche alla tavola pittorica risalente all’epoca medioevale (XII-XIII secolo), finanziate da Save Venice Inc. A questo è seguito il restauro alla “riza” argentea (in russo significa veste) formata da 29 piccole lamine più l’aureola che è stato reso possibile grazie al Comitato Italiano per Venezia attraverso il contributo della Maison Piaget.
«Questa è la casa dei veneziani quando sono in difficoltà», ha dichiarato il Patriarca di Venezia che ha ricordato l’imminente festa. «È festa», ha ribadito Moraglia, «anche nella cura degli oggetti che vanno oltre la materialità. Una persona, una società che perde senso per il simbolo diventa una persona, una società esclusivamente funzionale, ciò vuol dire guadagno efficiente ma mancanza di umanità. Guardiamo la nostra icona perché la fede e il bello vanno sempre insieme. Da sempre la fede genera il bello».
Il rettore del Seminario patriarcale don Fabrizio Favaro ha dichiarato che la “Mesopanditissa” ricollocata sull’altare maggiore mette gioia nel cuore ai residenti, ai pellegrini e ai turisti che potranno nuovamente ammirarla, contemplarla, invocarla.

lunedì 7 novembre 2016

“La Madonna della Misericordia” di Piero della Francesca esposta a Palazzo Marino

Anche quest’anno il Comune di Milano rinnova il tradizionale appuntamento natalizio con la grande arte a Palazzo Marino: da martedì 6 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017, in Sala Alessi, si potrà ammirare uno dei massimi capolavori del Rinascimento, la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, pala centrale dell’omonimo Polittico conservato al Museo Civico di Sansepolcro, città natale del Maestro toscano. 
Molte sono le ragioni che rendono questo appuntamento denso di significati. 
Innanzitutto il valore assoluto dell’opera che è uno dei capisaldi del Rinascimento italiano oltre ad essere la prima opera documentata di Piero della Francesca. Si tratta in effetti dello scomparto centrale del polittico della Misericordia, realizzato da Piero per la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro tra il 1445 e il 1472. Una recente e impegnativa campagna di restauro ha riportato il polittico, oggi ricostruito nel Museo Civico di Sansepolcro nel suo assetto originario, prima che venisse smembrato nel XVII secolo. 
Inoltre, la Madonna della Misericordia - nella classica rappresentazione della Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo ai fedeli secondo la tradizione medievale della ‘protezione del mantello’ -  corona anche a livello iconografico la conclusione dell’Anno dedicato al Giubileo della Misericordia.
Allo stesso tempo l’opera è emblematica della modernità della ricerca artistica che, per lo studio della prospettiva e della Divina proporzione, fa di Piero della Francesca un “gigante” del Rinascimento italiano.
La scelta del Comune si è orientata anche per quest’anno su un grande capolavoro proveniente da una piccola città, da quell’Italia cosiddetta minore che è scrigno di tesori straordinari e mai abbastanza conosciuti. Proveniva infatti da Fermo l’Adorazione dei Pastori di Rubens, protagonista dell’esposizione delle scorse festività natalizie, mentre l’opera di quest’anno arriva da Sansepolcro, la città che ha dato i natali a Piero della Francesca e a Luca Pacioli, di cui il prossimo anno ricorreranno i 500 anni della morte.
Durante il periodo dell’esposizione della Madonna della Misericordia milanesi e turisti avranno inoltre l’opportunità di ammirare, a poche centinaia di metri da Palazzo Marino, altro capolavoro di Piero della Francesca: la celeberrima Sacra Conversazione, esposta nella Pinacoteca di Brera. Si tratta delle due testimonianze fondamentali ed estreme della rivoluzionaria e modernissima ricerca artistica del Maestro, fondata sulla costruzione geometrica e prospettica dello spazio.
Il percorso ideale legato a Piero della Francesca prosegue fino al Museo Poldi Pezzoli, in via Manzoni, che conserva una delle quattro tavole dello splendido Polittico Agostiniano realizzato dall’artista a Sansepolcro tra il 1454 ed il 1469: quella che raffigura San Nicola da Tolentino.
Curata da Andrea Di Lorenzo, la mostra di Piero a Palazzo Marino è promossa dal Comune di Milano, con il coordinamento di Palazzo Reale, in collaborazione con la Città di Sansepolcro, grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e della propria sede museale milanese le Gallerie d’Italia e con il sostegno di Rinascente e l’organizzazione di Civita; sarà corredata da un catalogo scientifico a carattere divulgativo e da un allestimento che valorizzerà il significato profondo ed emblematico della Madonna della Misericordia.

giovedì 3 novembre 2016

"Lo scrigno del cardinale" a Palazzo Madama

Lo scrigno del cardinale. 
Guala Bicchieri collezionista di arte gotica tra Vercelli, Limoges, Parigi e Londra
A cura di Simonetta Castronovo e Christine Descatoire
Sala Atelier

Dopo la tappa parigina al Musée de Cluny, l’esposizione sulla figura di Guala Bicchieri approda a Palazzo Madama da venerdì 11 novembre 2016 a lunedì 6 febbraio 2017.
Guala Bicchieri, nato a Vercelli (1150 circa - 1227), divenne prima canonico nella cattedrale di Sant’Eusebio, poi cardinale nel 1205, e iniziò da questa data un’importante carriera di diplomatico e “ministro degli esteri” del pontefice Innocenzo III. Le legazioni a Parigi, Limoges e presso le abbazie di Corbie e Clairvaux in Francia (1208), quindi la lunga permanenza in Inghilterra (1216-1218) come reggente del regno insieme a William conte di Pembroke – dopo la morte di Giovanni Senza Terra e durante la minore età di Enrico III Plantageneto -, impegnato a fronteggiare le mire espansionistiche di Luigi VIII di Francia, gli permisero di venire a contatto con i principali centri dell’arte gotica dell’Europa settentrionale e di costituire una collezione straordinaria di oreficerie, smalti di Limoges, paramenti sacri, reliquiari e codici miniati in maggioranza di produzione nordica: un tesoro poi donato per legato testamentario all’abbazia di canonici agostiniani di Sant’Andrea di Vercelli, fondata da Guala Bicchieri stesso nel 1219, un cantiere ambizioso - la prima fabbrica gotica edificata in Italia - nella quale vennero coinvolte maestranze emiliane formatesi con Benedetto Antelami e maestranze francesi, legata strettamente all’abbazia di Saint-Victor a Parigi, da cui provenne anche il primo abate, il teologo francese Tommaso Gallo.
La mostra è articolata in diverse sezioni con un focus didattico sulla vita di Guala Bicchieri, i suoi viaggi attraverso l’Europa settentrionale, le committenze a Vercelli e a Roma nella chiesa di San Martino ai Monti, arricchito da alcuni documenti duecenteschi che descrivono la consistenza delle raccolte del prelato. Quindi, il percorso illustra le principali opere sopravvissute di questa raccolta preziosa: oltre agli smalti di Limoges - in tutto una ventina (tra cui il grande cofano di Palazzo Madama – capolavoro acquistato da Città di Torino e Regione Piemonte nel 2004 -, il cofanetto del Museo Camillo Leone di Vercelli e un gruppo di dodici medaglioni con animali e creature fantastiche, già decoranti uno degli scrigni del cardinale, poi reimpiegati sul coro rinascimentale di Biella) - anche un manoscritto miniato di area renana, testimonianza della ricca biblioteca del cardinale che contava 118 codici, e un rarissimo coltello eucaristico-reliquiario, il cui manico è decorato con le raffigurazioni dei lavori dei Mesi. Una vetrina sarà dedicata alle opere del Musée de Cluny: placchette in metallo traforato, medaglioni con animali e scene cortesi, tutte prodotte a Limoges nel corso del Duecento, a documentare il contesto in cui vanno inseriti il cofano di Guala Bicchieri di Palazzo Madama e il cofanetto di Vercelli, e il grande successo dei soggetti iconografici profani nell’Europa medievale. Una terza sezione sarà dedicata al tema della diffusione dell’oreficeria di Limoges, sacra e profana, in Piemonte e Valle d’Aosta: con opere del Museo Civico e alcuni importanti prestiti di collezionisti privati. L’ultima sezione racconterà la fortuna degli smalti di Guala Bicchieri nell’Ottocento presso collezionisti, studiosi e architetti, in linea con la riscoperta del Medioevo che caratterizzò la cultura piemontese, ma anche nazionale ed europea, nella seconda metà del XIX secolo. E quindi il tema dei falsi, oreficerie in stile di Limoges realizzate da restauratori e docenti delle Scuole Professionali del territorio. Attraverso l’esposizione di disegni, lettere e fotografie riguardanti il cofano di Guala Bicchieri; accanto a calchi in gesso e copie in ottone degli esemplari originali del XIII secolo.
La mostra si inserisce tra le iniziative della Rete europea dei musei di arte medievaleun network nato nel 2014 e che riunisce, oltre a Palazzo Madama, il Musée de Cluny di Parigi - museo fondatore -, il Bargello di Firenze, lo Schnütgen Museum di Colonia, il Museo Diocesano di Vic in Catalogna, il Musée Mayer van den Bergh di Anversa e il Catharijnconvent di Utrecht.

Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
CHIUSO IL MARTEDI'
La biglietteria chiude alle 17.00
In caso di eventi straordinari, notti bianche, festività, gli orari possono subire variazioni. Controlla la sezione news per gli ultimi aggiornamenti
Tel. +39.011.4433501 -
MAIL.
Intero € 10,00 – Ridotto  € 8,00
Gratuito per i minori di 18 anni e altre categorie
Il primo mercoledì del mese, non festivo, l'ingresso è gratuito per tutti.
Le tariffe possono subire variazioni in presenza di mostre temporanee.

sabato 29 ottobre 2016

Lucca longobarda: alla scoperta dell’altomedioevo nel Museo di Villa Guinigi

Il primo mercoledì dei mesi di novembre e dicembre si terranno al Museo nazionale di Villa Guinigi due incontri dedicati all’età longobarda a Lucca. Partendo dalle testimonianze materiali altomedievali, in mostra nelle sale del Museo, si parlerà della storia, dei costumi e dell’arte longobarda e di un periodo in cui Lucca era la capitale della Tuscia settentrionale.
Le visite su prenotazione, a cura del dott. Francesco Mattei, si svolgeranno nei seguenti giorni:
mercoledì 2 novembre 2016 ore 15.30; 
mercoledì 7 dicembre 2016 ore 15.30;
Per le prenotazioni contattare Villa Guinigi al 0583 496033.
Le visite sono incluse nel costo del biglietto del Museo: intero € 4.00 - ridotto € 2.00 (biglietto cumulativo per i Musei nazionali di Villa Guinigi e Palazzo Mansi: intero € 6.50 - ridotto € 3.25, valido tre giorni; ingresso gratuito per i visitatori di età inferiore ai 18 anni; ulteriori facilitazioni secondo le norme vigenti).
Informazioni
Museo nazionale di Villa Guinigi
Via della Quarquonia 55100 Lucca, 0583496033

sabato 22 ottobre 2016

Inaugurazione del nuovo complesso Via Francigena Entry Point a Lucca

Dopo l’anteprima al pubblico nei fine settimana del mese di settembre, che ha registrato oltre 1.500 presenze, alle 16.30 di sabato 22 ottobre 2016 si terrà nella ex Casa del Boia di Lucca la cerimonia del taglio del nastro del Museum. Un luogo che, con l’attigua HOSPITALITY nella Casermetta San Salvatore (che offre un servizio di ristorazione e servizi per i pellegrini in passaggio a Lucca), propone un viaggio immersivo e didattico lungo la Via Francigena.
Il programma della giornata prevede il ritrovo alle 16.30 presso l’Hospitality e la presentazione degli allestimenti e della gestione; a seguire il taglio del nastro presso la passerella di ingresso alla casa del Boia lato Mura.
Alle 17.30 nella sala polifunzionale del Museum ci saranno i saluti del sindaco della città di Lucca Alessandro Tambellini, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Arturo Lattanzi, del presidente dell'Opera delle Mura Alessandro Biancalana, del presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene Massimo Tedeschi e del Raggruppamento Temporaneo di Imprese che ha curato l’allestimento e che gestirà il nuovo polo musale e ristorativo; dalle 19,00 alle 21,00 subito dopo sarà possibile visitare gratuitamente il Museum.
L’apertura al pubblico è domenica 23 ottobre 2016 alle ore 10: il Museum sarà visitabile con una tariffa promozionale fino al 31 dicembre, mentre sarà sempre prevista la riduzione per i residenti nel Comune di Lucca. Inoltre, sono state realizzate speciali riduzioni junior per i ragazzi e il pubblico scolastico.
L’esperienza fortemente immersiva, “Francigena Emotion. IL VIAGGIO, LA FEDE, LA BELLEZZA”, integrata nella struttura architettonica magnificamente restaurata della cannoniera della Casa del Boia, introdurrà IL VIAGGIO lungo la Via Francigena attraverso sette secoli, dall’anno Mille fino alla fine del ‘600, attraversando luoghi, paesi e culture diverse e raccontando le storie di viaggiatori immaginari. La Via Francigena, infatti, rappresenta uno dei tracciati dell’evoluzione della cultura europea. La multiproiezione è stata realizzata da ETT S.p.A.
Al piano superiore, abbiamo curato gli exhibit multimediali che introdurranno grandi e bambini alla scoperta di tematiche ancora oggi attuali e fonte di sviluppo turistico e culturale, presentando con tecnologie innovative e metodologie ludiche e didattiche lo sviluppo del tracciato della Via Francigena, la storia della città di Lucca, il mangiare in viaggio e l’esperienza del viaggiatore.
Per approfondimenti e informazioni su orari, biglietti e iniziative del complesso Via Francigena Entry Point:
tel. 0583496554

martedì 18 ottobre 2016

Il Medioevo religioso del Garda

Da venerdì 21 ottobre a domenica 13 novembre 2016, con il patrocinio e la collaborazione della Fondazione Civiltà Bresciana e del Museo Diocesano, presso la sede della Fondazione Civiltà Bresciana in vicolo San Giuseppe 5, vi sarà l’esposizione della mostra sul Medioevo religioso del Garda.
“Durante la mostra sono previste tre conferenze, tra i relatori il prof. Gian Pietro Brogiolo, le professoresse Monica Ibsen e Teresa Delfino; sarà presente un book shop sulla cultura locale. Gli orari di apertura della mostra sono: dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, il venerdì e il sabato dalle 15 alle 18; all’inaugurazione parteciperà anche la Strada dei Vini e dei Sapori del Garda, che offrirà una degustazione di vini gardesani”.
“L’esposizione itinerante di immagini relative ai beni culturali medievali ecclesiastici del Garda bresciano è un evento che mira a valorizzare i secoli in cui il cristianesimo ha avuto un ruolo fondamentale, non solo dal punto di vista religioso ma anche culturale, politico e sociale. Il materiale fotografico riguarda i Beni culturali medievali religiosipresenti sul territorio del Garda bresciano; quaranta immagini, definite con il criterio della rappresentatività, sia territoriale, sia per l’importanza storica”.
Gli itinerari sono nove: Sirmione, Desenzano, Lonato, Valtenesi: Padenghe – Polpenazze – Manerba– San Felice, Salò, Toscolano Maderno, Gargnano, Tignale e Tremosine-Limone.

lunedì 17 ottobre 2016

Il borgo medievale di Certaldo alto in un plastico

Giampiero D’Amico con il suo plastico
Un plastico custodito nel sottosuolo dell'ex convento degli Agostiniani a Certaldo alto e che raffigura lo stesso borgo medievale. Curato in ogni minimo dettaglio e che consente di rivedere un paese come era nello splendore del suo passato, con parti oggi non più visibili. Una opera che ha impegnato ben tre anni e mezzo di tempo per Giampiero D'Amico, certaldese e custode, assieme e Patrizia Pepe con la cooperativa Girasole, del museo di arte sacra da 5 anni.
Un’opera che adesso servirà a far conoscere il borgo medievale ai turisti e agli studenti che in migliaia visitano il museo. Tutto comincia il 23 luglio 2013 quando Giampiero, grande appassionato di modelli e miniature, decide di gettarsi in questa avventura che lo vede impegnato nella ricerca di documenti, cartine e mappe dall'alto per avere una fotografia più chiara e completa possibile della Certaldo ai tempi del medioevo, nel massimo dello splendore.
Una ricerca lunga ed affannosa come il tempo speso per dar vita a un plastico che è composto di cartapesta, colla, oltre 100 litri di vernici e colori acrilici, polvere di mattone e gesso. E' lui stesso a scherzarci sopra: «Se lo mettessimo sotto l'acqua, starebbe in piedi». Una riproduzione perfetta e fedele di Certaldo alto che è cominciata in casa per poi spostarsi nei cunicoli dell'ex convento degli Agostiniani, dove potrebbero esservi al di sotto, tombe delle suore che in passato vi vivevano.
Il sito dove si trova il plastico, già visitabile, è lo stesso dove avvengono alcuni spettacoli a numero limitato di Mercantia, e vi si accede una discesa che conduce a una sala dove sono conservati anche in alcune bacheche gufi reali e barbagianni impagliati. Il plastico così appare tutto nella sua grandezza e fedeltà nei dettagli, dando la possibilità di cogliere sfumature e punti di vista che nella Certaldo alto di oggi non si possono cogliere. Da un lato il borgo, con le sue parti, che erano assai complicate da espugnare, dall'altra una parte più fragile, facile preda per l'assalto dei nemici. Si può girare attorno al plastico e vederlo così in ogni sfaccettatura: «Sono innamorato di questo paese e quando ho visto lentamente i frutti di questa idea ho pensato di non fermarmi più. Ho speso 3 anni e mezzo in questo plastico ma adesso è giunto il momento di mostrarlo ai tanti turisti che vengono a vedere le nostre ricchezze».

sabato 15 ottobre 2016

"Mulier Capitanate" mostra al Museo Civico di Foggia

MULIER CAPITINATE - Abbigliamento ed oggettistica di uso quotidiano della donna in epoca sveva.
Da sabato 15 a domenica 30 ottobre 2016 presso il Museo Civico di Foggia - Piazza Nigri 1.
INAUGURAZIONE Sabato 15 Ottobre 2016 alle ore 18:00.
La Capitanata durante l’epoca sveva era una regione del Regno di Sicilia molto particolare, poiché vedeva all’interno del suo territorio la stabile coesistenza di sudditi di culture, estrazione sociale e religioni molto diverse tra loro. La contemporanea convivenza, non sempre facile, di occidentali, saraceni ed ebrei, ha reso tale territorio un banco di prova nel panorama del Duecento. La continua presenza della corte itinerante dell’imperatore Federico II di Svevia testimonia la sua predilezione per la provincia di Capitanata, da lui amata così tanto da appellarla “pupille dei nostri occhi”.
Scopo della presente mostra è illustrare la figura della donna e la sua condizione in epoca sveva. Per condizione femminile si intende il complesso di norme, costumi e visioni del mondo che riguardano il ruolo della donna nella società duecentesca.
Numerose e diverse culture hanno riconosciuto alla donna capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia; è con le “canzoni”, proprie del Duecento, che la donna venne angelicata e considerata un tramite tra Dio e l’uomo. Questa esposizione vuole quindi rivalutare la donna medievale dandole il giusto spazio e il riconoscimento che merita.
Nel quotidiano la donna ha sempre espresso la sua femminilità, il proprio status e le condizioni in cui ha vissuto attraverso la cura del corpo, l’abbigliamento, i gioielli, gli oggetti utilizzati per lavoro o per diletto. Pudica o peccatrice, ricca o povera, integrata o discriminata, ha contribuito in maniera decisiva alla costruzione della società odierna e alla sua emancipazione, che ha rappresentato, negli ultimi secoli, la ricerca di un’uguaglianza formale e sostanziale tra lei e l’uomo.
L’esposizione racconta la moda, come specchio della società, e alcuni degli oggetti della vita quotidiana dal punto di vista femminile ricreando lo “spirito del tempo” attraverso un’analisi della cultura materiale, espressione con la quale si indicano tutti gli aspetti visibili e concreti di una cultura. L’abbigliamento costituisce uno stato culturale. È una manifestazione di cultura, non meno dell’arte, dell’architettura, della letteratura e della musica. Come tutti i fenomeni culturali, esso comunica una grande quantità di informazioni, sia a livello fisico che simbolico, sulla società di cui fa parte. Le mode, o i modi di vestire, riflettono non solo il gusto estetico di una società particolare, ma anche i suoi costumi sociali e i suoi valori. L’abito, inoltre, è spesso un chiaro indicatore economico: il tessuto, la qualità del taglio e gli ornamenti di un indumento sono comunemente distintivi dello status socio-economico. Più sottilmente, e spesso simbolicamente, l’abbigliamento è un riflesso delle norme politiche e religiose.
A cura dell'Associazione Storico Culturale IMPERIALES FRIDIERICI II di Foggia.

sabato 1 ottobre 2016

Romani e Longobardi inquilini in una villa rustica

Il Comune di Spilamberto, il Gruppo Naturalisti di Spilamberto e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara promuovono all’interno del Museo Antiquarium di Spilamberto la mostra “Romani e Longobardi inquilini in una villa rustica”. La mostra sarà inaugurata sabato 1 ottobre 2016, alle ore 16,00 e resterà allestita fino al 6 gennaio 2017. Saranno esposti i corredi di quattro tombe e si potranno scoprire alcuni reperti mai visti, appena restaurati.
A SEGUIRE PRESSO CORTE D’ONORE ROCCA RANGONI
Conferenza sul tema dell’alimentazione con la dott.ssa Campanini “Culture alimentari del Medioevo: qualche assaggio”
Il progetto espositivo, curato da Paolo De Vingo dell’Università di Torino, presenta una selezione di materiali provenienti dalla cava di Ponte del Rio, nel territorio di Spilamberto, a seguito degli scavi archeologici preventivi effettuati dalla Soprintendenza che hanno riguardato, in particolare, le strutture di una villa rustica romana e un contesto cimiteriale longobardo, non molto distante.
I materiali dall’edificio rustico consistono in una selezione di oggetti in ferro e in bronzo di tradizione romana (congegno di serratura, chiave domestica, utensili agricoli e da cucina, una fibbia ed una armilla decorata) volta a ricostruire il quadro economico-sociale in cui si inseriva la vita di questa comunità, con particolare attenzione per gli attrezzi agricoli (una falce messoria, due tipi distinti di zappe per dissodare il terreno). Una serie di lame in ferro verranno poste in relazione sia con tutte le attività della cucina finalizzate alla preparazione del cibo, sia ad un loro impiego pratico nella vita quotidiana. Una semplice armilla in bronzo, a capi aperti e decorati alle due estremità, in associazione con una fibbia con ardiglione in ferro offrono un ulteriore scorcio della cultura materiale degli individui maschili e femminili della comunità. Una testa di ascia “barbuta” in ferro, di tradizione tardoantica-altomedievale, in ottime condizioni di conservazione, rappresenta un elemento-ponte che collega due culture: la componente agricola originaria e le consuetudini del nuovo gruppo demografico, facilmente distinguibile dal substrato autoctono, identificabile come ‘longobardo’ e cioè con i nuovi dominatori della parte centro-settentrionale della penisola italiana dopo la seconda metà del VI secolo. A questa nuova fase si ricollega una selezione dei materiali presenti in quattro tombe della necropoli longobarda Particolarmente significativi in riferimento al ruolo rivestito all’interno della comunità.
Antiquarium di Spilamberto
Sala "del pozzo", piano terra del Torrione Medievale
Corso Umberto I
Spilamberto (MO)
aperta dal 1 ottobre 2016 al 6 gennaio 2017
nei seguenti orari:
Sabato 15,30 - 18,30 / 20,30 - 22,30
Domenica 10,00 - 13,00 / 15,30 - 18,30 / 20,30 - 22,30
E tutti i giorni su prenotazione scrivendo a antiquarium.spilamberto@gmail.com.
Per informazioni:
Comune di Spilamberto
Struttura Cultura, Turismo, Sport e Biblioteca, tel. 059.789.965 oppure 059.789.969
info@comune.spilamberto.mo.it - www.comune.spilamberto.mo.it

venerdì 30 settembre 2016

“Tesori gotici dalla Slovacchia” al Quirinale

Compianto sul Cristo morto dall’altare dei Santi Giovanni Pavol di Levoča 1520
Da venerdì 30 settembre a domenica 13 novembre 2016 è aperta al pubblico al Quirinale, nella Palazzina Gregoriana, la mostra “Tesori gotici dalla Slovacchia”, realizzata in occasione della Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea affidata alla Slovacchia per il secondo semestre del 2016.
La mostra presenta 36 opere risalienti ai secoli XV e XVI, molte delle quali esposte per la prima volta.
I capolavori, provenienti dai più importanti musei e chiese della Slovacchia, riflettono le grandi correnti culturali e spirituali che attraversavano l’intera Europa alla vigilia dell’esplosione del Rinascimento.
Le opere esibite si possono suddividere in due gruppi. Il primo è costituito dai capolavori realizzati da Pavol di Levoča, un maestro fortemente inserito nel tessuto artistico e culturale europeo, e databili alla prima metà del Cinquecento. Si tratta di realizzazioni ispirate agli episodi della vita di Cristo. Il secondo gruppo è formato da oggetti essenzialmente liturgici, concepiti e realizzati nelle botteghe degli orafi slovacchi. La produzione di questi antichi maestri del Cinquecento e del Seicento era largamente sconosciuta.
La mostra è a cura di Louis Godart, Consulente del Presidente della Repubblica in materia di iniziative ed eventi culturali ed espositivi, Mária Novotná, Curatrice dell’Arte medievale del Museo Nazionale Slovacco, e Alena Piatrová, Curatrice dell’Artigianato del Museo Nazionale Slovacco.
Giorni di apertura: martedì – mercoledì – venerdì – sabato - domenica
Giorni di chiusura: lunedì – giovedì
Orario: dalle ore 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso ore 15.00)
Occorre prenotarsi.

martedì 27 settembre 2016

"Orlando furioso 500 anni" mostra a Ferrara

Dal 24 settembre 2016 all'8 gennaio 2017 a Palazzo Diamanti, Ferrara.
Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi? Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano? Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario? A queste domande vuole dare una risposta la mostra organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte per celebrare i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando furioso. Concepito nella Ferrara estense e stampato in città nel 1516, il poema è uno dei capolavori assoluti della letteratura occidentale che da subito parlò al cuore dei lettori italiani ed europei. Più che una ricostruzione documentaria, l’esposizione sarà una importante rassegna d’arte vera e propria: una straordinaria narrazione per immagini che condurrà il visitatore in un viaggio appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi. I capolavori dei più grandi artisti del periodo – da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Michelangelo e Tiziano – oltre a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo.
Mostra a cura di Guido Beltramini e Adolfo Tura, organizzata da Fondazione Ferrara Arte e MiBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

lunedì 26 settembre 2016

Legni preziosi. Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli dal Medioevo al Settecento

Sarà Mario Botta a firmare l’allestimento della raffinatissima esposizione che la Pinacoteca Züst di Rancate, nel Cantone Ticino, dedicherà (dal 16 ottobre 2016 al 22 gennaio 2017) alla scultura lignea.
In mostra una cinquantina di pezzi (alcuni dei quali inediti) di qualità altissima e di suggestione altrettanto notevole. Provenienti da musei, chiese, monasteri del territorio ticinese, con poche eccezioni, questi autentici capolavori sono stati concepiti e creati, oltre che venerati, in queste terre.
Le opere giungono in mostra dopo essere state oggetto di una revisione e talvolta di restauri eseguiti grazie all’importante collaborazione dell’Ufficio dei beni culturali del Cantone Ticino. Sono Madonne, Cristi, Compianti, busti, polittici scolpiti e persino un Presepe, naturalmente ligneo, testimonianze assolute di una tradizione artistica che raggiunse spesso vertici europei.
Nelle sale della Pinacoteca Züst il pubblico potrà ammirare rari esempi di scultura lignea medievale, dal XII secolo al Tardogotico. La successiva sezione, riservata alle opere del Rinascimento, è di grande interesse non solo per la qualità estetica delle opere ma anche per le rilevanti novità critiche stimolate dagli studi condotti per questa esposizione. Molto interessante anche la presenza nel Ticino, e quindi in mostra, di opere di produzione tedesca, con spettacolari polittici scolpiti e dipinti. L’esposizione si completa nelle due ampie sezioni dedicate al Seicento e al Settecento. In esse, troveranno posto sculture a tutto tondo, statue vestite, busti, tabernacoli e il delizioso Presepio proveniente da Giornico.
La mostra è organizzata dalla Pinacoteca Züst e curata da Edoardo Villata, che è stato affiancato da un gruppo di lavoro formato da studiosi svizzeri e italiani i quali hanno anche steso i testi raccolti nel catalogo interamente illustrato: Lara Calderari, Laura Damiani Cabrini, Matteo Facchi, Claudia Gaggetta, Anastasia Gilardi, Claudio Premoli, Federica Siddi.
Per scaricare il pieghevole della mostra in formato PDF clicca qui !
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