giovedì 28 marzo 2013

Il "Tesoro dei Longobardi" a Cortona

La Mostra “Il Tesoro dei Longobardi”, in programma dal 12 aprile al 30 giugno 2013 all’interno del salone mediceo di Palazzo Casali, a Cortona (AR), nasce dal dialogo tra la Consulta dei Produttori Orafi e Argentieri di Arezzo ed il Museo MAEC di Cortona.
Resa possibile dal contributo della Camera di commercio di Arezzo e da Banca Valdichiana la Mostra si inserisce nel programma degli eventi previsti dal protocollo di intesa tra Comune di Cortona e Comune di Cividale del Friuli per la valorizzazione della storia Longobarda in Toscana e della storia Etrusca in Friuli Venezia Giulia.
Grazie alla collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Cividale e la Soprintendenza ai Beni archeologici del Friuli la Mostra ospiterà gli oggetti antichi di età longobarda provenienti dall’antico ducato Longobardo di Cividale.
Altri preziosi oggetti proverranno dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze - tramite la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana - dall’Accademia Etrusca di Cortona e dalla Diocesi di Arezzo-Sansepolcro.
La Mostra sugli Ori dei Longobardi, inoltre, prevederà una specifica sezione dedicata all’artigianato orafo contemporaneo. I maestri orafi dell’Associazione Oreficeria Artistica di Confartigianato Imprese Arezzo proporranno le loro creazioni contemporanee ispirate alle forme dell’arte orafa longobarda.

martedì 26 marzo 2013

Presenza Greca a Messina dal Medioevo all’età Moderna

Per la prima volta, dopo il 1908, le Icone bizantine di provenienza messinese ritornano, per alcuni mesi, in Italia. Si tratta di 41 Icone, alcune bifacciali, risalenti al periodo compreso tra il XIV ed il XIX secolo; tali icone saranno esposte presso il Museo Interregionale “Maria Accascina“ di Messina, insieme a 9 icone di proprietà dello stesso Museo ed a 16 preziosi manoscritti del periodo compreso tra il X ed il XVI secolo, messi a disposizione dalla Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina. “Tra i perché di questa mostra di icone bizantine, ha dichiarato il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II, On. Giovanni Ardizzone, rientra anche il rapporto tra la cultura greca e bizantina, da un lato e, dall’altro, una Sicilia acquisita alla guida illuminata dei re Normanni. Nella complessa realtà multietnica della Sicilia medievale i Normanni, con l’appoggio della Chiesa romana, vollero infatti tutelare i princìpi della cultura bizantina e di quel modello di potere che l’Impero romano-bizantino – di cui la comunità grecofona era portavoce – continuava ad esercitare”. 
Dopo l’inaugurazione, la mostra “Immagine e scrittura. Presenza Greca a Messina dal Medioevo all’età Moderna”, sarà accessibile al pubblico a partire da domenica 24 marzo a domenica 26 maggio 2013. Il Museo è accessibile da martedì a sabato dalle ore 9,00 alle ore 19,00 e la domenica dalle ore 9,00 alle 13,00. Il lunedì è chiuso.  Il costo del biglietto è di € 3,00; ridotto € 1,50 e residenti € 1,00; biglietto omaggio ex D.M. 20 aprile 2006 n. 239. Dal mese di giugno e per circa due mesi la mostra sarà ospitata presso le Sale duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo.
Il Ministero Greco dell’Istruzione e Affari Religiosi, Cultura e Sport Segreteria Generale per la Cultura / Museo Bizantino e Cristiano è proprietario delle 41 Icone provenienti da Atene

Cronaca di un cantiere: i grandi lavori della Fabbrica del Duomo

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giovedì 21 marzo 2013

Vexilla Regis. L’arte racconta la fede

Che cosa c'è di più familiare, di più scontato, per un cristiano, del simbolo della Croce? Eppure ai cristiani del terzo Millennio farebbe bene, talvolta, mettere tra parentesi secoli di assuefazione all’immagine del Crocifisso per tornare a scoprire il significato profondo della Croce con il commosso stupore con cui ad essa volgevano lo sguardo i credenti dei primi secoli. La Croce, che per noi è un oggetto consueto, che infonde abitudinariamente un senso di consolazione e di pace, per i primi discepoli fu infatti un terribile strumento di morte, riservato dal potere romano agli schiavi ribelli e ai rivoluzionari; da qui la drammatica domanda: come predicare il vangelo del Figlio di Dio crocifisso, cioè sottoposto al più infame dei supplizi? Follia e scandalo era ritenuta a quell’epoca la croce per coloro che si accostavano alla fede cristiana. Eppure san Paolo, lungi dal rimuovere diplomaticamente e pietosamente l’immagine della Croce per evitare difficoltà agli evangelizzati, ne fa il centro della sua teologia, il cuore della salvezza. Scrive Paolo ai Corinzi: «E mentre i Giudei chiedono miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma… potenza di Dio e sapienza di Dio» (I Cor. 1,23-24).
In questo anno della Fede, e a ricordo dei 17 secoli che ci dividono dall’editto di Milano dell’Imperatore Costantino, l’intenso e glorioso mistero della Croce, segno della nostra fede e strumento al tempo stesso di morte e di resurrezione per mezzo del quale l’umanità trova la propria salvezza, verrà riproposto con una suggestiva esposizione di stauroteche, di croci di altare e processionali. 
La mostra pasquale, allestita nei locali del Museo diocesano del Palazzo vescovile di Lucera (FG), ha per titolo “Vexilla Regis. L’arte racconta la fede”. Il titolo trae spunto dalle prime parole di un inno alla Croce attribuito a Venanzio Fortunato (che l’avrebbe composto nel 569 circa) – Vexilla Regis prodeunt (Avanzano i vessilli del Re) – con cui la Chiesa canta nei vespri del tempo della Passione e nella festa dell’Esaltazione della Croce. Quella Croce che per il cristiano, oggi, non è più, paradossalmente, il simbolo di sofferenza cieca, ma di donazione; non di morte subita, ma di vita donata. La Croce di Cristo che diventa non più e non solo un oggetto di legno o un corpo morto, ma il cuore stesso del mondo, il Figlio di Dio, il Vivente, il Risorto.
Organizzata dall’Ufficio Beni Culturali ecclesiastici della Diocesi di Lucera-Troia, dall’Associazione culturale “Terzo Millennio” e dal Distretto culturale “Daunia Vetus”, la mostra aprirà i battenti sabato 23 marzo 2013 alle ore 12,00 e rimarrà aperta fino a giugno 2013 nei giorni di mercoledì, sabato e domenica (ore 10.30-12.30).

martedì 19 marzo 2013

La primavera del Rinascimento

La mostra si propone di illustrare, in sezioni tematiche, la genesi di quello che ancora oggi si definisce il “miracolo” del Rinascimento a Firenze, soprattutto attraverso capolavori di scultura: l’arte che per prima se ne è fatta interprete.
L’esposizione si apre con una suggestiva panoramica attorno alla riscoperta dell’Antico, attraverso esempi illustri della “rinascita” fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese (Sezione 1: L’eredità dei padri). L’“età nuova” si apre assieme al nuovo secolo: con i due rilievi del Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la Porta del Battistero (dal Bargello), e con il modello della Cupola brunelleschiana (dal Museo di Santa Maria del Fiore), che riassumono al più alto vertice espressivo il momento fondante del primo Rinascimento (Sezione 2: Firenze 1401. L’alba del Rinascimento). In quegli anni, i successi politici della Repubblica fiorentina, la sua potenza economica e la pace sociale diffondono attraverso gli scritti di grandi umanisti il mito di Firenze come erede della repubblica romana e come modello per gli altri stati italiani.
La scultura pubblica monumentale, attraverso i capolavori di Donatello, Ghiberti, Nanni di Banco, Michelozzo realizzati per i grandi cantieri della città – la Cattedrale, il Campanile, Orsanmichele – è la prima e più alta testimonianza della creazione di un nuovo stile, di questa trasformazione in atto e dell’esaltazione di Firenze e della sua civiltà. (Sezione 3: La romanitas civile e cristiana). La scultura, e in particolare la statuaria, eserciterà perciò una profonda influenza sulla pittura dei massimi artisti del tempo come Masaccio, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi (Sezione 6: "Pittura scolpita").
L’esposizione illustra inoltre altri temi significativi dell’antichità classica che, attraverso la scultura specialmente donatelliana, vennero assimilati e trasformati nel nuovo linguaggio rinascimentale, a testimonianza del clima spirituale e intellettuale della città, oltre che del suo fervore creativo (Sezione 4: “Spiritelli” fra sacro e profano; Sezione 5: La rinascita dei condottieri). Le ricerche di uno spazio “razionale” e l’invenzione della prospettiva brunelleschiana, trovano proprio nella scultura le loro formulazioni più avanzate – in particolare, nei bassorilievi donatelliani, come la predella del San Giorgio, dal Bargello, e il Banchetto di Erode dal Museo di Lille – con un seguito che tocca la metà del secolo in opere di Desiderio da Settignano o di Agostino di Duccio, a confronto con la pittura, anche antica (Sezione 7: La storia “in prospettiva”).
Fin dagli anni Venti del Quattrocento, i nuovi canoni della scultura, messi a punto dai grandi maestri e illustrati da alcuni capolavori – come le donatelliane Madonna Pazzi, dal Bode Museum di Berlino, la Madonna in terracotta policroma del Louvre e la Madonna Chellini, dal Victoria and Albert; la ghibertiana Madonna Kress, dalla National Gallery di Washington, o la Madonna già attribuita al Brunelleschi e qui a Nanni di Banco, dal Museo Diocesano di Fiesole – si moltiplicano attraverso una produzione sconfinata di rilievi (in marmo, stucco, terracotta policroma e invetriata, ovvero “robbiana”), destinati alla devozione privata, consentendo una capillare diffusione del gusto per la bellezza “nuova” in ogni strato sociale (Sezione 8: La diffusione della bellezza). Allo stesso tempo, Firenze vede concentrarsi la committenza artistica più prestigiosa, quasi sempre pubblica, nei luoghi di solidarietà e di preghiera (chiese, confraternite, ospedali), dove è ancora la scultura a tenere un ruolo di primo piano (Sezione 9: Bellezza e carità).
Attorno al simbolo assoluto della città, rappresentato dal modello ligneo della Cupola di Santa Maria del Fiore, si presenta dunque una rassegna di tipologie e di tematiche scultoree determinanti anche per l’evoluzione delle altre arti figurative, a diretto confronto con i precedenti classici: dalle tombe degli umanisti, alle desunzioni dai sarcofagi, alla rinascita del monumento equestre e del ritratto scolpito. Attorno a quest’ultimo, che vede la sua genesi verso la metà del secolo nei busti marmorei di Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rosellino, si prefigura il passaggio dalla fiorentina libertas, rappresentata dalla committenza pubblica a un mecenatismo privato, che porta già il segno dell’egemonia medicea (Sezione 10: Dalla città al palazzo. I nuovi mecenati). In questa prospettiva, la mostra – che si apre con l’evocazione della cupola brunelleschiana – si chiude con quella della più illustre dimora privata del Rinascimento, attraverso il Modello ligneo di Palazzo Strozzi.
Informazioni
Tel. +39 055 2645155
Orari mostra
Tutti i giorni 9.00-20.00
Giovedì 9.00-23.00
Ingresso in mostra consentito fino a un'ora prima dell'orario di chiusura.

Biglietti
intero euro 12.50
ridotto euro 8.50, 8.00
gruppi scuole e università euro 4.00

Biglietti
Online
TicketOne.it
Punti vendita TicketOne
Prenotazioni
Sigma CSC
Tel. +39 055 2469600
Fax. +39 055 244145
prenotazioni@cscsigma.it
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Musée du Louvre, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze, Museo Nazionale del Bargello con Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

mercoledì 6 marzo 2013

Gian Galeazzo Visconti. 1402 il sogno si infrange a Melegnano

Dal 23 marzo al 7 aprile 2013 presso il Castello Mediceo di Melegnano si tiene la mostra "Gian Galeazzo Visconti. 1402 il sogno si infrange a Melegnano". Per info: Proloco di Melegnano.
La Mostra sarà inaugurata sabato 23 marzo 2013 alle ore 17,00, dalla conferenza della Prof.ssa Francesca Vaglienti, docente di Storia Medievale all'Università degli studi di Milano.


venerdì 1 marzo 2013

Il Vangelo secondo Giotto

Sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni, affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della Carità.
Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita per accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, è considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell’arte occidentale. Gli affreschi, dopo un accurato restauro, sono ritornati all’antico splendore rivelando la bellezza e la genialità della pittura giottesca, che influenzò generazioni di artisti e mutò i canoni stilistici dell’arte italiana ed europea.
Il ciclo pittorico della Cappella sviluppa tre temi principali, ciascuno in dodici episodi, disposti sulle pareti della navata: la vita di Gioacchino e Anna; la vita di Maria; la vita, morte e resurrezione di Gesù.
Infine lo zoccolo con le personificazioni delle sette virtù e dei sette opposti vizi capitali che conducono rispettivamente al Paradiso e all’Inferno del grande Giudizio universale dipinto sulla controfacciata.
La mostra è una fedele riproduzione fotografica, in scala 1:4, delle pareti della Cappella degli Scrovegni dopo i restauri del 2002. Essa permette di cogliere la poesia iconica delle corrispondenze verticali e frontali, del simbolismo dei colori, dei numeri, delle prospettive architettoniche. Giotto, infatti, assieme a Dante, è all’apice di una cultura in cui ogni particolare partecipa di un ordine che tutto abbraccia. 
Garbagnate Milanese (MI)  
2 marzo - 2 aprile 2013
Basilica SS. Eusebio e Maccabei - via Gran Sasso 6
Comunità Pastorale "Santa Croce" di Garbagnate Milanese
Orari di apertura:
da lunedì a sabato 10.00-12.00, 15.30-17.30
venerdì anche 21.30-22.30
domenica 15.00-17.30
visite guidate anche in altri orari per gruppi e scolaresche, su prenotazione
ingresso libero
Informazioni e prenotazioni visite guidate:
tel. 02 9955607
e-mail: segreteria@comunitasantacrocegarbagnate.it.
web: www.festivaldellafede.it.