Un cammino culturale e spirituale per comprendere la straordinaria
novità del messaggio del Poverello, emblema del misticismo occidentale.
«Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino» è
una mostra «pretesto» per conoscere Rieti e la Valle Santa, «vivendo» il
francescanesimo nei quattro santuari di Greccio (dove nel Natale del
1223 realizzò la rievocazione della nascita di Gesù mediante il celebre
"Presepe vivente"), Poggio Bustone, La Foresta e Fontecolombo, luogo
questo dove il Santo di Assisi scrisse l'ultima «regola». È anche un
evento perché una mostra di tale importanza non viene delocalizzata
nella Capitale, ma realizzata a Rieti per promuoverne la conoscenza sul
piano iconografico ed artistico e per valorizzarne il territorio nella
sua vicenda biografica e nella storia del francescanesimo. E non da
ultimo, per riconoscere alla città un degno ruolo nel «Museo Italia».
Peraltro, la centralità dell'area laziale per la definizione e la
diffusione dell'immagine di Francesco è attestata dalla antica
rappresentazione del Santo nella cappella di San Gregorio nel Sacro
Speco di Subiaco, tanto che la regione può essere considerata una meta
privilegiata per la conoscenza degli aspetti storici e artistici legati
all'origine e alla diffusione della Regola francescana. La mostra, che
comprende cento opere legate alla figura del Santo, sarà inaugurata
sabato 16 giugno 2012 per rimanere aperta fino al 4 novembre 2012. Presentata al
Chiostro degli Aranci di Palazzetto Venezia a Roma e ideata da Anna
Imponente e Gianfranco Formichetti, nasce dalla collaborazione tra la
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del
Lazio e il Comune di Rieti. Si articola in tre diverse sedi. Negli spazi
della sezione storico-artistica del Museo Civico viene presentato un
nucleo di capolavori provenienti da tutta Italia: opere di grandi
artisti tra cui Cimabue e Margarito d'Arezzo per il Medioevo; Antoniazzo
Romano, Correggio proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e
Tiziano dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno per il Rinascimento;
Annibale Carracci dalla Galleria dell'Accademia di Venezia, Pietro da
Cortona per il Seicento. E, ancora, Giambattista Tiepolo dalla
Fondazione Querini Stampalia di Venezia per il Settecento; Domenico
Morelli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'Ottocento;
per il Novecento Duilio Cambellotti e Adolfo Wildt, per giungere
all'originale interpretazione fornitane ai nostri giorni da Mimmo
Paladino dal MART di Rovereto e da Norberto. Nella seconda sede, il
Salone delle Udienze del Palazzo Papale della Curia che ospita il Museo
dei Beni Ecclesiastici, sono esposte le opere provenienti dal territorio
reatino selezionate tra quanto di più interessante è stato espresso in
onore di San Francesco: dipinti, sculture e paramenti sacri che
testimoniano l'alta qualità della produzione locale. Tra le più notevoli
le tele di Vincenzo Manenti, Giovanni Paolo Cardone, Francesco da
Castello e il dipinto recentemente restituito al caravaggesco Bartolomeo
Manfredi, proveniente da Leonessa per le quali, in considerazione della
particolare fragilità delle opere su supporto ligneo, la Soprintendenza
ha promosso restauri finalizzati alla stabilizzazione delle condizioni
conservative e a renderne possibile l'esposizione in mostra per fornire
un'occasione importante di valorizzazione e di studio di queste opere,
il più delle volte conservate sacrestie di chiese e conventi
difficilmente accessibili. Nella terza sede, negli spazi espositivi
della Fondazione Varrone nel Palazzo Potenziani, sono raccolti oggetti
preziosi: codici, incisioni, stampe, reliquiari, abiti, testimonianze
vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio
reatino dalle origini ai giorni nostri. La comunicazione dell'evento è
arricchita dalla disponibilità di due applicazioni gratuite per iPhone,
iPad e Ipodtouch. Insomma, misticismo, arte, turismo e tecnologia: una
formula vincente.
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