E’ sufficiente camminare attraverso le magnifiche sale del Castello del Buonconsiglio di Trento, di Castel Thun o del Castello di Stenico e
osservare con attenzione gli affreschi e i dipinti che decorano le
pareti per scoprire un mondo fantastico fatto di unicorni, draghi dalle
sette teste, centauri, grifoni, basilischi, sfingi, serpenti e animali
fantastici e inconsueti che ricorrono costantemente nella mitologia e
nella iconografia castellana. Colpiscono i numerosi animali raffigurati
negli affreschi che decorano il castello del Buonconsiglio eseguiti da
Dosso Dossi nella decorazione della Stua della Famea con le favole di
Fedro, o la dama con unicorno, la scimmia, il serpente che morde l’Invidia dipinte da Girolamo Romanino o ancora il bestiario realizzato
dal maestro Venceslao nel celebre ciclo dei Mesi in Torre Aquila o il
prezioso erbario medievale conservato in castello. Un tema, quello degli
animali fantastici, che sarà protagonista nella mostra estiva “Sangue
di drago, squame di serpente: animali fantastici e reali al Castello del
Buonconsiglio” organizzata in collaborazione con il museo Nazionale
Svizzero di Zurigo che si terrà a partire dal 10 agosto 2013 fino al 6 gennaio 2014 al Castello del Buonconsiglio.
Sarà una mostra curiosa
attraverso la storia dell’arte, dall’antichità all’Ottocento, con
numerosi prestiti da musei internazionali che punterà soprattutto alla
valorizzazione e alla conoscenza del patrimonio dei castelli
provinciali. Scultura, pittura, architettura e disegno, raccontano il
mondo animale, frutto delle fantasie e delle paure dell’uomo. La
mostra, organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale svizzero di
Zurigo, sarà l’occasione per ammirare sfingi e centauri dipinti sia sui
vasi a figure rosse e nere greci, sia nelle tele dei maestri bolognesi
del Seicento, il gatto mummificato egiziano, la fontanella
rinascimentale in bronzo con il mito di Atteone, il rhyton a forma di
becco d’ aquila, il Laooconte proveniente dal Museo del Bargello di
Firenze, un prezioso falco in bronzo, una rarissima casula (veste del
prete) decorata, sculture di San Giorgio e il drago. Dagli animali sacri
della tradizione cristiana alla mitologia con Diana cacciatrice a
quelle care agli dei: il cigno, il toro e l’aquila per Giove, il leone
per Sansone ed Ercole. E ancora i veri mostri delle leggende: draghi,
chimere, unicorni, sfingi, mostri marini, centauri e sirene. Nemico,
preda, cibo, forza lavoro e mezzo di trasporto, l’animale è anche
interprete della forza della natura primigenia e dell’immaginario nella
sfera magico-religiosa ed eroica. Le eterne questioni della ferinità
presente nell’uomo e dell’antropomorfismo ravvisato nel mondo animale,
emergono attraverso le opere in mostra. Il percorso è dedicato sia ad
alcuni animali reali che nel tempo hanno assunto, spesso anche in
termini transculturali, complessi significati simbolici, sia ad animali
fantastici interpreti di miti, leggende e credenze condivisi o peculiari
di diversi popoli e civiltà. Aquila, leone, serpente, cervo, cavallo e
pesci sono alcuni degli animali reali che danno origine ad esseri che,
in più forme di ibridazione, variabili a seconda di tempi e luoghi, sono
interpreti delle riflessioni, paure, speranze e immaginazione
dell’uomo. La rassegna sarà ricca di
postazioni multimediali e filmati. La mostra avrà una sezione a Riva del Garda
dal titolo «Mostri smisurati» e creature fantastiche tra i flutti,
che intende esporre un ristretto ma importante nucleo di opere
prevalentemente cinquecentesche aventi per tema creature fantastiche e
animali mitici che, nell’immaginario antico, abitavano le acque dei
laghi e dei mari. Il precipuo taglio dato all’esposizione rivana,
rispetto a quella ospitata nelle sale del Castello di Trento, deriva non
solo dalla peculiarità della sede espositiva – la Rocca – circondata
dalle acque del Garda, ma anche dalla presenza nelle prime sale della
Pinacoteca, che ospiteranno la mostra, di un affresco che risale agli
anni trenta del Cinquecento raffigurante Ercole, intento ad uccidere
l’Idra, un mostruoso essere che viveva nel lago di Lerna nella regione
greca dell’Argolide.
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