Oltre sette secoli fa, fra il 1303 e il
1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni,
affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della Carità. Questa
piccola chiesa romanico-gotica, concepita per accogliere lui stesso e i
suoi discendenti dopo la morte, è considerata un capolavoro della
pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni
dell’arte occidentale. Gli affreschi, dopo un accurato restauro, sono
ritornati all’antico splendore rivelando la bellezza e la genialità
della pittura giottesca, che influenzò generazioni di artisti e mutò i
canoni stilistici dell’arte italiana ed europea.
Per l'occasione dal 17 novembre al 4
dicembre 2011, il Centro Scolastico Faes Argonne di via Melchiorre Gioia, 42 a Milano ospiterà
l'allestimento di una mostra fotografica che riproduce la celebre
Cappella degli Scrovegni, portata a termine da Giotto nel 1305.
"Il Vangelo secondo Giotto. La Cappella
degli Scrovegni" è il titolo della mostra, promossa dall’Associazione
FAES di Milano, prodotta da Itaca Eventi e realizzata con il contributo
di Regione Veneto e Consorzio Giotto.
Il ciclo pittorico della Cappella
sviluppa tre temi principali, ciascuno in dodici episodi, disposti sulle
pareti della navata: la vita di Gioacchino ed Anna, la vita di Maria;
la vita, morte e resurrezione di Gesù. Infine lo zoccolo con le
personificazioni delle sette virtù e dei sette opposti vizi capitali che
conducono rispettivamente al Paradiso e all’Inferno del grande Giudizio
universale dipinto sulla controfacciata.
La mostra è una fedelissima riproduzione
fotografica, in scala 1:4, delle pareti della Cappella degli Scrovegni
dopo i restauri del 2002, a seguito dei quali, per ragioni conservative,
è stato ridotto a pochi minuti il tempo consentito per ammirare uno dei
capolavori di Giotto. La mostra, quindi, offre l’opportunità di
guardare gli affreschi col tempo necessario per cogliere la poesia
iconica delle corrispondenze verticali e frontali, del simbolismo dei
colori, dei numeri, delle prospettive architettoniche. Giotto, infatti,
assieme a Dante è all’apice di una cultura in cui ogni particolare
partecipa di un ordine che tutto abbraccia.
La mostra prenderà il via giovedì 17
novembre e avrà una durata di circa 2 settimane: la visita sarà guidata e
gratuita, con possibilità di lasciare un offerta libera; sarà possibile
partecipare anche a laboratori pensati per le scuole, come "Le pecore
di Giotto" rivolto alle scuole materne e primarie. In questo caso, dopo
la visita alla mostra, i bambini proveranno a "smontare" una delle scene
dipinte da Giotto, con l’ausilio di un puzzle appositamente realizzato.
Ciascuno dovrà poi comporre una propria interpretazione di una delle
scene viste in mostra. Ci sarà poi "Nella bottega del frescante" per le
scuole Secondarie, grazie al quale i ragazzi entreranno nella bottega di
un pittore medievale e vedranno i suoi strumenti di lavoro: i pigmenti
in polvere, l’oro in foglia, i pennelli, la calce, il gesso, e le
preparazioni delle ricette segrete, tramandate da maestro ad allievo.
Alla fine si cimenteranno nella preparazione di un cartone e
nell’esecuzione dello spolvero, preparatori alla realizzazione degli
affreschi.
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