lunedì 26 novembre 2012

Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo

I Musei Civici d’Arte Antica – Istituzione Musei Civici organizzano – presso il Museo Civico Medievale – un’importante esposizione, curata da Daniele Benati e Massimo Medica, che nasce dalla “fortunata” circostanza del deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, da parte di un privato collezionista, di due preziose tavole raffiguranti la Madonna con Bambino e la Crocifissione, rispettivamente di Jacopo di Paolo (documentato dal 1378 al 1426) e di Simone di Filippo, detto dei Crocefissi (documentato dal 1355 al 1399).
Le due opere, esposte insieme ad altri dipinti su tavola ed a miniature provenienti da musei e collezioni private, vanno ad accrescere il già ricco nucleo di pittura medievale presente all’interno delle Collezioni Comunali d’Arte e del Museo Davia Bargellini.
L’esposizione costituisce quindi l’occasione per mettere a confronto le due diverse personalità artistiche: i due pittori bolognesi, cui è dedicata la mostra, furono infatti a capo di importanti botteghe, che dominarono la scena artistica locale durante la seconda metà del Trecento e, nel caso di Jacopo di Paolo, fino al primo Quattrocento.
Simone, documentato come pittore a Bologna dal 1354 al 1399, è ancora attivo nel solco delle precedenti esperienze vitalesche, che restituisce in una versione robustamente dialettale; figlio del calzolaio Filippo di Benvenuto, viene ribattezzato Simone “dei Crocifissi” in epoca seicentesca, per l’abilità nel dipingere “immagini grandi del Redentore, per amor nostro confitto in croce” (Malvasia). La sua fase iniziale è testimoniata a metà degli anni cinquanta del Trecento dagli affreschi in parte firmati con le “Storie di Cristo”, provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Mezzaratta, oggi conservati nella Pinacoteca Nazionale, dove l’interesse per le soluzioni spaziali e plastiche di origine giottesca fiorentina è riletto con una pungente espressività.
Anche Jacopo di Paolo agli esordi è attivo nel cantiere di Mezzaratta, dove affresca due “Storie di Mosè”, eseguite forse sulla base di idee di Jacopo Avanzi, in cui è evidente l’apertura alle nuove istanze del neogiottismo, che peraltro costituisce una costante del suo lungo percorso, non estraneo in ultimo perfino alle più immaginose sollecitazioni tardo-gotiche di Giovanni da Modena. Il forte senso plastico nelle figure e la razionalità dell’impianto spaziale, riscontrabili ad esempio in dipinti quali la piccola tavola con il “San Giovanni Battista”, di collezione privata, in deposito presso il Museo Davia Bargellini, la piccola pala con “Madonna in trono”, collezione privata, ora in deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, le tavolette con le “Storie di Santa Margherita”, già collezione Stramezzi, ora divise tra la Fondazione Longhi di Firenze e la Galleria Moretti, sono infatti frutto di una diversa e nuova riflessione sull’esperienza di Giotto, e divengono espressione di una più moderna consapevolezza che dimostra lo scarto generazionale fra Simone e Jacopo, pur essendo d’altro canto entrambi gli artisti in grado di ottenere un ampio risalto nell’ambito cittadino, come attestano, soprattutto per Jacopo di Paolo, gli importanti riconoscimenti ottenuti in campo pubblico.
Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo
24 novembre 20123 marzo 2013
Orario d’apertura:

martedì-venerdì 9-15
sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 10-18.30
chiuso lunedì (feriali)
Consulta il sito
Informazioni:
Museo Civico Medievale
via Manzoni, 4 Bologna
Tel: 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it

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