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sabato 13 aprile 2024

Nuove storie, antiche meraviglie al Museo della Città di Rimini

Sabato 13
e domenica 14 aprile 2024, il Museo della Città “Luigi Tonini” a Rimini celebra un importante momento di rinnovamento con la riapertura delle sezioni dall’Alto Medioevo al Quattrocento. Questo evento segna un punto di svolta per il museo, coincidendo con il centenario della sua Pinacoteca, originariamente istituita presso l’ex convento di San Francesco. Dopo il duro colpo dei bombardamenti del 1943-44, il museo si è gradualmente ricostituito, arrivando a questa completa rigenerazione espositiva che coinvolge oltre un quarto del percorso museale.

Le nuove sezioni includono quattordici aree tematiche e quattro stazioni multimediali, arricchendo l’esperienza dei visitatori con più di 170 opere tra sculture, dipinti, medaglie e ceramiche. Queste collezioni raccontano la storia delle chiese paleocristiane locali, la Rimini della Pentapoli e della Signoria Comunale, nonché la vivace era artistica del Trecento fino al Quattrocento malatestiano.
Alcuni dei pezzi più notevoli sono il sarcofago di Martino e del figlio Agnello, il Pluteo con croci del VI secolo, e capolavori di artisti come Giovanni, Giuliano e Pietro da Rimini, e la grande tavola di Ghirlandaio. Inoltre, sarà possibile ammirare il Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, ora oggetto di uno studio diagnostico approfondito in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari.
Per tutte le informazioni clicca qui !

domenica 3 luglio 2022

Percorsi del sacro dall’Altomedioevo all’Età moderna a Bibbiena

Sarà inaugurato domenica 3 luglio 2022, alle ore 17, il nuovo percorso espositivo del Museo Archeologico del Casentino ‘Piero Albertoni’ di Bibbiena, in provincia di Arezzo. La nuova sala si chiama "Percorsi del sacro dall’Altomedioevo all’Età moderna" e porterà il nome del prof. Giovanni Cherubini, illustre accademico già docente di storia medievale all’Università di Firenze e originario del paese di Partina, nel comune di Bibbiena. L’inaugurazione sarà anche l’occasione per ricordare, a dieci anni dalla scomparsa, la figura di Piero Albertoni, membro del gruppo archeologico, cui proprio il Museo di Bibbiena è stato intitolato nel 2013.
 
L’intervento sulla sala è stato ideato dai Laboratori Archeologi San Gallo, società cooperativa aderente a Confcooperative Toscana Nord, grazie alla collaborazione del direttore scientifico del Museo Archeologico, Francesco Trenti, del Gruppo Archeologico Casentinese e della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio. Il riallestimento della piccola sala, usata finora per mostre temporanee, è stato realizzato grazie a una campagna di crowdfunding online che ha raccolto la cifra necessaria. La sala è dedicata a un percorso che dalle decorazioni lapidee delle prime chiese altomedievali arriva alla Pietà seicentesca della Mausolea donata dai Monaci Camaldolesi, passando per materiali rinvenuti negli scavi presso abbazie e monasteri casentinesi.
Chiara Marcotulli presidente della cooperativa Laboratori Archeologi San Gallo spiega che la sala “affronta l’epoca medievale e, in piccola parte, l’età moderna. Finora il museo arrivava fino all’epoca antica, ai romani, e questa sala chiude il percorso cronologico del medioevo casentinese. Noi ci siamo occupati della cura dell’allestimento, dei testi e dei pannelli. Il filo conduttore è il tema del sacro, quindi vengono allestite opere scultoree e ceramiche, ma anche monete che vengono da contesti sacri soprattutto da pievi del Casentino. I testi dei pannelli spiegano l’evoluzione del cristianesimo nel Casentino, affrontando il tema dell'incastellamento, della diffusione degli edifici ecclesiastici e delle vie di pellegrinaggio che caratterizzano questa parte della Toscana”. Laboratori Archeologi San Gallo è una cooperativa di archeologi specializzati nel medioevo che si occupa di ricerca storica e archeologica, ma anche di comunicazione e divulgazione dei beni culturali.

domenica 15 maggio 2022

A Parigi ha riaperto il Museo del Medioevo

Dopo importanti lavori di restauro rinasce a Parigi il Museo Nazionale del Medio Evo, meglio noto come Musée de Cluny, ha riaperto le porte al pubblico giovedì 12 maggio 2022.
 
Nei meravigliosi spazi del cosiddetto 'Hotel de Cluny' addossato alle antiche terme romane di Lutetia Parisiorum - il primo nome attribuito dagli antichi romani al momento della fondazione di Parigi - i visitatori potranno tornare ad ammirare in un percorso espositivo completamente rinnovato e ripensato straordinari pezzi d'arte, tra cui vetrate, mobili, sculture e manoscritti, oltre che i 6 celeberrimi arazzi de 'La Dame a La Licorne - La dama e l'unicorno", considerati tra i massimi capolavori del Medioevo, vestiti di nuova luce.
Tra le novità lungo il percorso espositivo da 1.600 opere anche una sala consacrata all'arte italiana del XIV/o e XV/o secolo.. All'avvio del progetto, nel 2011, si trattava solo di rendere il museo agibile alle persone con mobilità ridotta ma poi si è deciso di spingers oltre. Addossato alle antiche terme di Lutetia - un pezzo di Roma nel cuore di Parigi - il Musée National du Moyen Age ingloba un Frigidarium del primo secolo, la dimora medievale degli abbati di Cluny e un edificio posticcio del diciottesimo secolo. Un dedalo di corridoi e scalette che andavano ammodernati e dotati di ascensori (adesso ne sono stati costruiti tre) per i visitatori a mobilità ridotta. I lavori veri e propri sono cominciati nel 2013 con chiusure parziali, poi il museo ha serrato definitivamente i battenti tra il 2020 e il 2022. Lo spazio dispone ora di un nuovo ingresso in ferro, sobrio e contemporaneo, lungo il Boulevard Saint-Michel.

venerdì 17 dicembre 2021

Inaugurazione sezione medievale Torre del Marcangione del Museo “Pallottino” di Melfi

Venerdì 17 dicembre 2021
alle ore 12,00 nel Museo Archeologico Nazionale “Massimo Pallottino” di Melfi (PZ) è in programma l’inaugurazione della sezione medievale Torre del Marcangione a cura di Annamaria Mauro e Erminia Lapadula.
La sezione medievale del Museo, ospitata nella Torre del Marcangione, espone i reperti rinvenuti nel corso dei numerosi lavori di restauro del castello e in particolare quelli che hanno interessato la stessa torre.
Grazie all’intervento Opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del Castello di Melfi, inserito nel programma PON “Cultura e Sviluppo” FESR 2014-2020, avviato nel 2016 e portato avanti dal Segretariato Regionale insieme agli altri Istituti periferici del Ministero della Cultura, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Direzione Regionale Musei, si è potuto completare il restauro della torre e contestualmente procedere al suo allestimento. Le nuove sale ampliano il percorso del museo “Massimo Pallottino”.
La nuova sezione espone i reperti compresi tra il 1100 e il 1700 che documentano la storia del castello e la sua importanza. Grazie agli oggetti, ai colori e ai decori si viaggia attraverso seicento anni di storia, testimoniata anche dalla torre che conserva tra le sue mura le tracce di un passato importante.
I materiali esposti nei tre piani della Torre del Marcangione raccontano i cambiamenti nel gusto e negli usi alimentari, l’evoluzione della tecnologia nella produzione delle ceramiche, ma anche la ricchezza e la raffinatezza che hanno caratterizzato soprattutto l’età di Federico II di Svevia. È in questo periodo, infatti, che si assiste ad un fenomeno davvero significativo: la tangibile commistione tra la cultura islamica, retaggio della Sicilia arabo normanna, quella bizantina, cui l’imperatore era stato educato, e le tradizioni più radicate nei territori peninsulari dell’Italia meridionale.
L’ambiente centrale ospita il bacino da parata in protomaiolica policroma con la scena simbolica del grifone che aggredisce un cervo. Attraverso questa si accede alla sala delle ceramiche dove è esposto il vasellame da mensa: dalle prime produzioni con rivestimento vetroso, alle protomaioliche degli inizi del XIII secolo ed ancora alle invetriate policrome di età angioina. Il viaggio continua con i manufatti tecnologicamente più complessi, con decorazioni graffite su ingobbio, ed ancora con le ceramiche smaltate e le maioliche policrome cinquecentesche e seicentesche.
Scendendo di un piano, la sala dei bestiari ci introduce nella tradizione simbolica del Medioevo qui rappresentata attraverso le ceramiche con animali o scene di caccia.
La sala dei vetri, invece, ospita una raccolta di bicchieri, coppe e bottiglie con pregevoli decorazioni a smalto e iscrizioni pseudo cufiche.
Il percorso di visita si conclude nell’ambiente più alto della torre, pregevole per la sua architettura, dove si conservano parti dell’armatura, nonchè la spada dal fodero decorato con simboli cristiani, appartenute ad un soldato delle guarnigioni poste a difesa del castello. Siamo, ormai, agli inizi dell’Età moderna.

sabato 13 novembre 2021

Meraviglie nascoste al Museo Medievale di Bologna

Con le sue collezioni ricche di raffinati manufatti, preziosi capolavori e oggetti unici - tra statuaria, manufatti lapidei, codici miniati, bronzi, armi, avori e vetri - il Museo Civico Medievale di Bologna presenta una visione unica dell'arte e della storia di Bologna durante l'epoca medievale. Da oggi si potrà scegliere tra due modalità per varcarne la soglia e compiere un affascinante viaggio a ritroso nel tempo: percorrendo a piedi il portico di via Manzoni, nel cuore del centro storico della città, fino a raggiungere il numero civico 4 oppure entrando nella sua versione tridimensionale, immersiva e interattiva, attraverso il collegamento al sito web:
museocivicomedievalebologna.publicsicc.com.

Dalla partnership tecnica dell'Istituzione Bologna Musei con Publics ICC, start-up attiva nell'ambito della ideazione e realizzazione di software e soluzioni innovative volte alla fruizione del patrimonio artistico-culturale, nasce 3D ART XP, un nuovo percorso virtuale a libera accessibilità in grado di trasportare il visitatore direttamente all'interno degli spazi del museo, per un'esperienza di visita completa e dinamica grazie all'integrazione tra innovative tecnologie digitali 3D e contenuti audiovisivi.
Sfruttando le potenzialità della rappresentazione virtuale, il museo diventa fruibile online in una duplicazione digitale fedele allo spazio "reale": dalla configurazione architettonica dell'edificio dove ha sede dal 1985 - lo splendido Palazzo Ghisilardi, uno degli esempi più illustri di palazzo rinascimentale bolognese – all'ordinamento del complesso patrimonio che contribuisce a raccontare la storia di Bologna, a partire dagli antichi manufatti altomedievali del VII-IX secolo fino al XVI secolo. All'esperienza di visita fisica negli spazi del museo si affianca così, senza sostituirla, una diversa forma di fruizione che contribuisce ad ampliare l'offerta informativa sul patrimonio e rendere il pubblico più consapevole e desideroso di avvicinarsi, per la prima volta o per tornare ad esplorarne le collezioni da un diverso punto di vista.
L'utilizzo di tecnologia laser a luce strutturata ha permesso di realizzare scansioni reali in alta risoluzione di tutti gli ambienti espositivi nella loro interezza, liberamente percorribili su qualsiasi tipo di device. Muovendosi all'interno dei 4 piani in cui si articola la planimetria virtuale, l'utente può esplorare lo space 3D ruotando il modello con qualsiasi angolazione a 360° per apprezzare appieno il layout e il modo in cui ogni ambiente è correlato rispetto all'intero spazio. L'inserimento di punti di interesse dinamici tridimensionali (hotspot) consente inoltre un accesso veloce ad approfondimenti di carattere tecnico, storico e artistico attraverso contenuti audiovisivi di storytelling, realizzati con la consulenza scientifica dello staff del museo.
A dare il benvenuto e accogliere il visitatore nel cortile di Palazzo Ghisilardi è il direttore Massimo Medica, che ne ripercorre la complessa stratificazione storica, definendolo di per se stesso “un museo nel museo”, per il radicamento nel tessuto urbano e il sedimento di accumulo plurisecolare di cui porta testimonianza.
Fatto erigere tra il 1483 e il 1491 dal notaio Bartolomeo Ghisilardi come residenza di famiglia, l'edificio offre un punto di immediato interesse, visibile sul lato destro del cortile, nella casa-torre alta una ventina di metri, che ci riporta alla cruciale fase di grande ripresa della città dopo la crisi tardo antica e altomedievale. È detta “dei Conoscenti”, dal nome del facoltoso Alberto Conoscenti, capitano di milizie e poi tesoriere del Comune di Bologna, che fece erigere un pre-esistente edificio agli inizi del Trecento, ma più spesso “ritrovata”. Per secoli di essa si persero infatti le tracce fino a quando, durante i lavori compiuti negli anni Settanta in vista dell'apertura del museo, è tornata a esserne visibile la struttura inglobata all'interno della costruzione medievale, che costituisce una delle 20 torri gentilizie ancora esistenti nel centro di Bologna. Oltre alla tracce della precedente struttura medievale, sono visibili anche reperti di età romana e notevoli resti murari in selenìte della Rocca imperiale che i Bolognesi distrussero nel 1115 all'indomani della morte di Matilde di Canossa, durante il processo di affermazione dell'autonomia comunale.
L'esperienza di visita si articola in sette percorsi tematici introdotti da brevi contrappunti narrativi in forma di clip, visibili anche sul canale YouTube di Publics ICC, che illuminano alcuni dei principali aspetti storici e storico-artistici di Bologna durante il Medioevo. Un periodo pregiudizialmente percepito come buio, superstizioso e oscuro, dai quali emerge invece l'immagine di una città agli esordi delle sue istituzioni civili e culturali, in forte espansione urbanistica e demografica e aperta a vivaci relazioni internazionali in ambito europeo. Caratteri e valori identitari, in quei secoli in piena fase di elaborazione, che si ritrovano pressoché intatti nella città di oggi, con il loro inestimabile fascino.
Una bussola giuridica per l'Europa: la Scuola bolognese dei Glossatori; Bonifacio VIII e la lotta eterna tra Bologna e Ferrara; Fondere l'immaginazione: l'arte del bronzo;Un marchio per leggere la storia: i sigilli; La società dei tornei: l'aristocrazia che guerreggia; La micro scultura in avorio: lavori certosini e dettagli preziosi; La ceramica artistica nel Medioevo sono i capitoli che il visitatore può percorrere come in un avvincente romanzo storico, immergendosi nell'atmosfera di una cultura artistica di eccezionale vitalità espressiva, tra la sua cospicua popolazione di glossatori e di studenti provenienti da ogni parte della Cristianità latina per frequentare l'eccellente Studium, patria medievale del diritto, e dentro le botteghe artistiche e librarie, che affermarono la città come centro preminente della produzione di manoscritti a sud delle Alpi.
Ai percorsi tematici è collegato un catalogo tridimensionale di 45 manufatti artistici che permette di apprezzare dettagli e caratteristiche non visibili a occhio nudo, grazie a un processo di scansione con scanner mobili a luce strutturata, in grado di acquisire contemporaneamente forme e texture, e la riproduzione 3D con software di modellazione di ultima generazione.
I pezzi selezionati sono rappresentativi della varietà delle collezioni del museo, tra i più iconici e prestigiosi che ne identificano il patrimonio ma anche tra i meno noti.
La procedura di consultazione del modello prevede le principali modalità di interazione: movimento lineare, rotazione, variazione del punto di vista e la consultazione di una scheda descrittiva con le caratteristiche specifiche di ogni oggetto.
In linea con l'indirizzo assunto di integrare ed espandere la funzione espositiva reale dei musei con il contributo delle tecnologie digitali, questo nuovo progetto sperimentale di valorizzazione delle collezioni conferma l'attenzione dell'Istituzione Bologna Musei verso la qualità dei dispositivi di comunicazione e dei contenuti divulgativi come strumenti indispensabili per favorire la più ampia conoscenza del patrimonio anche da remoto.
Il Museo Civico Medievale identifica e riflette il valore universale della civiltà comunale e universitaria bolognese. Non è casuale che la presentazione della sua versione virtuale avvenga alla vigilia dell'apertura della mostra Medieval Bologna: Art for a University City visibile al Frist Art Museum di Nashville dal 5 novembre 2021 al 30 gennaio 2022, la più ampia finora organizzata negli Stati Uniti sull'arte medievale bolognese, di cui è unico museo italiano prestatore, accanto a biblioteche e musei americani tra cui J. Paul Getty Museum, Library of Congress, Metropolitan Museum of Art, National Gallery of Art, New York Public Library e Princeton University Library.
A ideale completamento del percorso virtuale 3D ART XP, rimane consultabile sul portale www.storiaememoriadibologna.it lo scenario tematico dedicato al Lapidario, che consente una passeggiata virtuale nella raccolta di 41 manufatti lapidei, 'fogli di pietra' in cui sono incise vicende pubbliche e private sullo sfondo della vita quotidiana bolognese tra Alto Medioevo e XVII secolo.

mercoledì 20 ottobre 2021

Esposizione straordinaria del Liber figurarum di Gioacchino da Fiore a Reggio Emilia

Drago dell'Apocalisse (draco magnus)
Il Liber figurarum, un rarissimo codice miniato medievale, sarà protagonista assoluto al Museo Diocesano di Reggio Emilia venerdì 22 ottobre 2021 dalle ore 17.30 alle ore 19, in via Vittorio Veneto 6. L’esposizione straordinaria al pubblico è promossa dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi e dall’Associazione Città di Reggio. L’ingresso e le visite guidate sono gratuiti. Sua Eccellenza il Vescovo Massimo Camisasca sarà presente e disponibile ad alcune domande sull’Abate Gioacchino da Fiore.
C’è chi crede che la storia umana sia percorsa da simmetrie ricorrenti, personalità e circostanze che si ripresentano nei secoli; il Liber figurarum ha la pretesa coraggiosa (e oltraggiosa) di fissarle sulla carta, varcando con l’inchiostro e un pensiero tanto originale quanto profondo la precarietà e i dolori di un’epoca per noi lontana, nel tentativo di intravedere l’eterno e il rinnovamento finale dell’umanità.
Dante lo tenne presente nello scrivere la Divina Commedia e cita nel Paradiso il suo autore come “il calavrese abate Gioacchino / di spirito profetico dotato”; Michelangelo si rifece alle stesse geometrie nell’affrescare la Cappella Sistina e Cristoforo Colombo lo ricorda nei suoi diari. Innumerevoli altri artisti, scultori e pensatori ne furono e sono tuttora influenzati.
Il Liber figurarum è la summa illustrata del pensiero di Gioacchino da Fiore, un teologo del dodicesimo secolo di enorme importanza nel pensiero occidentale. Convinto che la storia umana si potesse dividere in tre “regni” corrispondenti alle tre Persone della Trinità, tramite immagini enigmatiche e complesse tentò di intravedere i contorni della terza era, da lui ritenuta imminente, che avrebbe purificato l’umanità e portato termine a ogni dolore. La sua tensione profetica è ricca di sete di rinnovamento ed esercita un fascino immutato attraverso i secoli.
Questo codice, una delle tre copie esistenti al mondo (le altre sono a Oxford e Dresda), è una delle più belle e importanti raccolte della teologia medievale. Le immagini (figurae) furono disegnate da Gioacchino in tempi diversi e poi radunate nel Liber a cui diedero il nome.
In occasione di questa esposizione sarà possibile conoscere anche tutte le altre attività e proposte dell’Associazione Città di Reggio.

lunedì 24 maggio 2021

Riapre il Museo della Carta di Amalfi

Il Museo della Carta di Amalfi, una suggestiva cartiera medievale del XIII secolo, riapre al pubblico con tante novità e nuovi giochi per bambini ed esperienze uniche per adulti. Veniteci a trovare in questo luogo magico dove è possibile riscoprire il fascino della pregiata carta bambagina di Amalfi”.
Con questo lancio i curatori del Museo della Carta di Amalfi informa che, a partire da sabato 29 maggio 2021, il museo finalmente riapre i battenti dopo lo stop dovuto dai decreti governativi per fronteggiare la pandemia da Covid -19.
I visitatori potranno tornare finalmente a visitare il Museo della carta a mano, scoprendo non solo la storia e la tecnica che si nasconde dietro la realizzazione della pregiatissima carta ma anche partecipando in prima persona a tale realizzazione tramite esperienze interattive.
I visitatori potranno infatti cimentarsi in prima persona nella realizzazione del foglio di carta a mano di Amalfi, eseguendo l’antica lavorazione.
I percorsi guidati, disponibili in lingua italiana, inglese, tedesco, francese e spagnolo, condurranno gli ospiti in un affascinante viaggio in una vera cartiera tra macchinari secolari restaurati e ancora funzionanti, esposizione di cimeli antichi e opere manufatturiere, la biblioteca “Nicola Milano”, la sala dei Magistri in arte cartarum.
Un’esperienza imperdibile anche per le famiglie con bambini: i piccoli potranno infatti cimentarsi nell’esecuzione delle antiche tecniche di produzione della carta, divertendosi nel massimo della sicurezza.
Ovviamente la visita si svolgerà in totale sicurezza dal momento che il museo ha provveduto ad attivare tutte le norme di prevenzione contro la diffusione del Covid19, predisponendo visite organizzate in un ambiente sicuro e sanificato.
Inoltre ricordiamo che il museo della Carta è situato nella zona della Valle delle Ferriere e dei Mulini, un’oasi di tranquillità poco affollata in cui i visitatori possono godere di spazi aperti e il fascino della natura incontaminata.
Il museo seguirà orario di apertura continuato, dalle ore 10:00 alle ore 18:30, dal Martedì alla Domenica, mentre resterà chiuso il lunedì.
Per tutte le altre informaizoni relative al museo è possibile visitare la pagina ufficiale www.museodellacarta.it.

giovedì 20 maggio 2021

Apre al pubblico il nuovo Museo del Duomo di Cittadella (PD)

In veste totalmente rinnovata e in nuovi spazi, il Museo del Duomo di Cittadella (PD) riapre i battenti da sabato 22 maggio 2021. Sorge accanto al Duomo e ingloba anche quanto rimane della precedente chiesa medievale, con i suoi preziosi affreschi.
Il Museo, voluto dalla Parrocchia del Duomo, viene inaugurato dopo un lungo percorso e vari stralci di lavori, che hanno visto in passato l’apporto del Mibact, e in quest’ultima fase quello fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del Comune di Cittadella. Ora il Museo del Duomo apre al pubblico offrendo emozioni vere pur nel numero contenuto delle opere allineate sulle pareti o inserite nelle bacheche. L’allestimento è stato affidato allo studio dell’architetto Gianni Toffanello che, in accordo con l’Ufficio diocesano per i Beni culturali e il Museo diocesano di Padova, ha selezionato alcune tra le opere raccolte lungo i decenni precedenti, inserendole in un percorso di arte, storia e teologia.
La scelta dei curatori è stata precisa: privilegiare la qualità sulla quantità, per offrire pitture e sculture – ma anche esempi di arti applicate – che risultino effettivamente “eccezionali” per livello o per significato. In primis la grandiosa “Cena in Emmaus”, capolavoro datato 1537 di Jacopo da Ponte detto Bassano e, poco discosta una Flagellazione (fine XVI secolo) di particolare intensità già attribuita a Palma il Giovane ma più verosimilmente riconducibile ad Andrea Vicentino. Ma basterebbe la grande tempera su tavola raffigurante il Compianto sul Cristo morto, capolavoro della pittura veneta di metà Quattrocento, attributo da Federico Zeri ad Andrea da Murano, per giustificare una visita al nuovo Museo del Duomo.
Nelle sale del Museo, tra gli altri “pezzi” di grande rilievo, spiccano le sculture lignee, tutte di epoca tardo medievale o rinascimentale: il busto policromo di una Vergine Annunciata, il mistico Crocifisso processionale quattrocentesco, sempre in legno intagliato e policromo, il San Rocco e il San Sebastiano cinquecenteschi.
Per maggiori informazioni clicca qui !

giovedì 11 febbraio 2021

Riapre il Museo della Cattedrale di Ferrara

Il Museo della Cattedrale di Ferrara, ubicato nella ex Chiesa di San Romano, fa parte del sistema dei Musei Civici d’Arte Antica ed è costituito prevalentemente da opere originariamente esposte nella Cattedrale.

Fra queste spiccano le antiche ante d’organo, raffiguranti l’Annunciazione e San Giorgio e il Drago, capolavoro assoluto di Cosmè Tura, capofila della scuola ferrarese quattrocentesca; le formelle duecentesche provenienti dalla Porta dei Mesi, accesso laterale della Cattedrale distrutto nel ‘700. Inoltre arazzi, sculture, antifonari miniati, reliquiari, dipinti e varie altre opere d’arte completano l’interessante percorso museale.
Il Museo della Cattedrale ha riaperto lunedì 8 febbraio 2021 con nuove modalità di visita. Per saperne di più clicca qui !

mercoledì 27 gennaio 2021

I Musei Civici di Monza a casa tua

Lezioni di storia dell’arte, mini visite guidate, laboratori a tema per i più piccoli: ecco le proposte dei Musei civici di Monza in tempo di pandemia. Visto il grande successo riscosso dalle proposte virtuali organizzate durante il periodo natalizio, la pinacoteca cittadina replica con una rassegna di attività pensate sia per i grandi sia per i piccini.
Tutti, comodamente seduti a casa a scoprire i tesori custoditi nella ex Casa degli Umiliati.
Omaggio a Teodolinda con una serie di video lezioni live dal titolo “Da Teodolinda al Novecento. Arte e storia a Monza e nella Brianza”. I percorsi proposti partiranno dalle collezioni dei Musei Civici e proseguiranno in un viaggio virtuale fra opere d’arte, monumenti e luoghi di Monza e della provincia. Gli incontri si svolgeranno dal vivo dando la possibilità al pubblico di interagire in diretta con i relatori. Sarà possibile seguire l’intero corso oppure una o più lezioni. Gli incontri si terranno il giovedì pomeriggio alle 15.,00.
Ecco date e argomenti: 4 febbraio l’età antica altomedioevale; l’11 febbraio la Monza medioevale; il 18 febbraio il periodo degli Spagnoli e dei Borromeo; il 25 febbraio l’Ottocento; il 4 marzo il Novecento.
Per chi non ha mai visitato i Musei civici è l’occasione giusta. In programma quattro video pillole a distanza (la domenica) alla scoperta di quattro dipinti carichi di mitologia e simboli illustrati dalla storica dell’arte Francesca Milazzo. Quattro pillole di arte disponibili sui canali social del museo e sul sito. In programma anche due visite guidate a tema: il 14 febbraio alle 15 Un amore di Museo, e il 7 marzo alle 15 visita guidata in inglese.
Laboratori per i bambini e visite guidate per gli studenti Infine una serie di attività per i più piccoli. Prosegue il progetto GiocaMuseo da casa: grazie all’ausilio di una piattaforma digitale di videoconferenze, verranno proposte, partendo dalle opere esposte al Museo, attività creative a distanza: il 6 febbraio alle 15 tutti i colori della neve; il 13 febbraio alle 15 storie in maschera; il 27 febbraio alle 15 c’è un gatto nel museo. Per gli studenti delle superiori sono già partite le attività didattiche a distanza, per continuare a “vivere” il museo e la città, sebbene in modo virtuale.
Per informazioni e prenotazioni consultare il sito www.museicivicimonza.it oppure telefonare allo 039.2307126.

sabato 9 gennaio 2021

Il museo dell’Opera del Duomo: il nuovo percorso espositivo e il nuovo allestimento museografico

Giovedì 14 gennaio 2021
alle ore 17 si terrà il primo appuntamento con il ciclo di conferenze Nuovi Miracoli, organizzato dall’Opera della Primaziale Pisana e dalla Società Storica Pisana, dedicato alla scoperta del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa e pensato per compensare in qualche modo la dolorosa scelta della sua chiusura, avvenuta a pochi mesi dall’inaugurazione. Nell’intenso programma d’interventi di restauro e di rinnovamento nel complesso monumentale sottoposto alla sua tutela, l’impegno di maggior respiro dell’Opera della Primaziale Pisana è rappresentato dalla completa ristrutturazione e riorganizzazione del Museo dell’Opera del Duomo, sia come edificio sia come percorso espositivo.
La complessa operazione ha preso avvio nel 2015 con la chiusura del Museo e si è conclusa nell’ottobre 2019 con l’inaugurazione della nuova struttura. Cinque anni durante i quali sono state riprese e approfondite le riflessioni di una commissione scientifica di studiosi, incaricata fin dal 2010 di esaminare più attuali scelte museologiche, da tradurre poi nel linguaggio di un moderno impianto museografico, delineato, verificato e approntato nei minimi dettagli progettuali da una équipe di architetti.
Ad aprire il calendario degli appuntamenti saranno proprio i protagonisti di questa vasta operazione: lo storico dell’arte medievale Marco Collareta e gli architetti dello Studio Guicciardini & Magni, che hanno instaurato un intenso dialogo per restituire al pubblico di studiosi e appassionati un museo che si pone oggi al livello dei migliori standard europei.
Gli incontri seguiranno con cadenza mensile affrontando singole tematiche affidate a specialisti di fama internazionale, in grado non solo di assicurare successo all’iniziativa ma anche di offrire il più ampio risalto alle attività svolte nel quinquennio 2015-2020 dall’Opera. Il luogo in cui si potrà partecipare all’iniziativa è lo spazio virtuale che l’emergenza sanitaria ci ha reso familiare nei mesi del lockdown, con l’auspicio di poter presto rientrare di persona nel museo: le modalità di accesso saranno estremamente semplici e basterà entrare nel sito dell’Opera della Primaziale Pisana www.opapisa.it e registrarsi nella pagina dedicata all’evento presente nella home page.

giovedì 19 novembre 2020

Al via i lavori del Monumento Fieschi al Museo Diocesano a Genova

Si avvicina un appuntamento online, come si conviene in tempi da contenimento e prevenzione dal Covid-19, venerdì 20 novembre 2020 alle ore 15:30 sulla Pagina Facebook del Museo Diocesano oppure su YouTube al link https://youtu.be/d4yVL9djXJg (streaming a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi e de Il Cittadino di Genova) dal titolo “Rinasce un capolavoro. Il monumento Fieschi al Museo Diocesano”. Già da qui si intuisce l’intento di riscoperta dell’arte trecentesca e di valorizzazione della casata Fieschi come protagonista nella storia della città, nell’ambito di uno studio attento e in itinere promosso dall’Arcidiocesi di Genova e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore,sponsor Coop Liguria, redatto nella sua veste finale da Paola Martini (Direzione del Museo Diocesano) con l’architetto Giovanni Tortelli (Studio Tortelli Frassoni) per la progettazione e l’allestimento museografico. Si avvale del supporto scientifico di Clario Di Fabio, uno  tra i più importanti studiosi del medioevo genovese e in particolare del Monumento Fieschi e di un comitato consultivo delle più autorevoli istituzioni culturali della città andando a ricreare un vero e proprio spazio apposito al Museo Diocesano di Genova, che cambierà dunque connotazione arricchendosi di un altro punto chiave nel percorso espositivo.  Un avvio lavori in questo periodo di chiusure che connota come il Museo Diocesano non si fermi e come riesca ad attrarre pubblici diversi attraverso apposite modalità comunicative, coaugulando dagli studiosi agli appassionati e del resto è stato anche uno dei primi ad aderire a Lilliput, progetto per rendere i poli museali della Liguria a misura di famiglie e di bambini.
Il monumento Fieschi era già stato allestito temporaneamente al Museo Diocesano con la direzione di Giulio Sommariva, attuale conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica, ora, dopo ulteriori indagini, con la speranza di rievocarne il gigantismo e l’importanza nonostante la dispersione di molti frammenti architettonici, consci dell’avvincente sapore della conquista e di una sorta di “giallo” storico, si riescono a ritrovare ulteriori elementi all’estero o in collezioni private.
L’intento non è quello di una semplice riproposizione, che non sarebbe possibile con una ricostruzione archeologica completamente fedele, ma di restituire la centralità e l’emozione originaria, riparando anche a quella cancellazione della storia dell’influenza della casata Fieschi, dopo il colpo di Stato naufragato di Gianluigi Fieschi.
Questo evento, che sarà altresì trasmesso da emittenti televisive e rimarrà sul canale de Il Cittadino, vedrà alternarsi alla presenza di Sua Eccellenza Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria, Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura regionale, Marco Bucci, Sindaco di Genova, Barbara Grosso, Assessore alla Cultura del Comune di Genova, Nicoletta Viziano, ingegnere, Comitato di Gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo per il versante istituzionale, mentre come relatori Paola Martini, Conservatore Museo Diocesano, responsabile del progetto, storica dell’arte, Gianluca Ameri, ricercatore di Storia dell’Arte Medievale presso l’Università degli Studi di Genova, Clario Di Fabio, docente di Storia dell’Arte Medievale dell’Università degli Studi di Genova, supporto scientifico del progetto, Giovanni Tortelli, architetto, progettazione e allestimento del progetto. Saranno presenti alla conferenza con dibattito moderato dalla giornalista Giulia CassiniManuela Salvitti, Architetto e Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, Massimo Bartoletti, Storico dell’arte, funzionario Soprintendenza della Liguria, Antonio Quarta, Ten.Col. Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
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sabato 17 ottobre 2020

"Mantegna ritrovato" al Museo Poldi Pezzoli

Dal 15 ottobre 2020 viene esposto nuovamente al pubblico uno dei capolavori del Museo Poldi Pezzoli finalmente “recuperato”: la Madonna col Bambino di Andrea Mantegna,
un dipinto tempera su tela (43x35 cm) di Andrea Mantegna, databile al 1490-1500 circa e conservato nel Museo Poldi Pezzoli di Milano.
La mostra-dossier, a cura del Museo Poldi Pezzoli e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, allestita nel Salone dell’Affresco, presenta l’opera raccontandone le diverse fasi del restauro – realizzato da Lucia Bresci, sotto la direzione di Cecilia Frosinini dell’Opificio delle Pietre Dure, in collaborazione con Andrea Di Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli – e le vicende collezionistiche.
Per questa importante operazione di tutela del nostro patrimonio è stato determinante il sostegno della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus. L’allestimento, realizzato da Unifor, su progetto di Luca Rolla e Alberto Bertini, presenta due stanze: la prima, introduttiva, con i pannelli esplicativi; la seconda, con protagonista l’opera di Mantegna. Una tenda cinge il tutto isolandolo dal resto del Museo e concentrando l’attenzione unicamente sul capolavoro.
Il restauro del capolavoro – dichiara Annalisa Zanni, direttore del Poldi Pezzoli – è stato un lungo lavoro di squadra, anche grazie al Club del Restauro del Museo, che ha visto restauratori, storici dell’arte, ma anche filosofi, dibattere a lungo sulle modalità di intervento da effettuare per restituire all’opera l’identità conferitale dal suo creatore, prima degli interventi di Giuseppe Molteni che l’avevano resa diversa ma sicuramente amata e riconoscibile a tutti, una vera e propria ‘icona pop’. Questo non sarebbe stato possibile senza la riconosciuta professionalità dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e la sensibilità della Marchesa Giovanna Sacchetti, generosa e attenta mecenate”.
Arricchisce l’esposizione un video che racconta le diverse fasi di lavorazione intraprese durante l’intervento di restauro, oltre a una brochure di approfondimento con testi di Roberto Bellucci, Lucia Bresci, Andrea Di Lorenzo e Cecilia Frosinini.

martedì 1 settembre 2020

Riapre il Museo dell'Opera del Duomo a Firenze

Da mercoledì 2 settembre 2020 riaprirà al pubblico tutti i giorni il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. Dopo la chiusura per l’emergenza Covid 19, da maggio scorso l’Opera di Santa Maria del Fiore ha riaperto gradualmente i suoi monumenti a partire dalla Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto, il Duomo e il Battistero. La decisione di riaprire tutti i giorni anche il Museo arriva dopo che nel mese di luglio e soprattutto agosto il numero dei turisti che hanno scelto di visitare i monumenti del Duomo di Firenze è cresciuto. Si tratta per la maggior parte di turisti italiani. Anche se si è ancora lontani dall’avere il numero dei visitatori precedenti al lockdown, ci sono i segnali di una ripresa graduale del turismo duramente colpito dall’emergenza Covid.
Il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, fino al 2019 uno dei musei più visitati in Italia con i suoi circa 800 mila visitatori l’anno, presenta in uno spettacolare allestimento una delle collezioni più importanti al mondo di scultura del Medioevo e del Rinascimento. 750 opere tra statue e rilievi di marmo, bronzo e argento, tra cui capolavori dei maggiori artisti del tempo: Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia Andrea del Verrocchio e molti altri ancora.
Al via anche le visite guidate speciali “Emozioni al Museo” che nascono dalla riflessione sul periodo d’isolamento passato durante il lockdown. La visita propone un’osservazione delle opere, ascoltando le emozioni che queste suscitano per poi esprimerle liberamente, in un reciproco scambio con le altre persone in visita, per far vivere un’esperienza diversa di incontro con l’arte, con noi stessi e con gli altri. Le visite guidate, rivolte a singoli o gruppi, sono gratuite, occorre acquistare solo il biglietto di ingresso al museo. Per le visite guidate, orari dei monumenti in dettaglio, acquisto dei biglietti, visitare il nuovo sito dell’Opera: https://duomo.firenze.it/it/scopri/museo-dell-opera-del-duomo.

domenica 2 agosto 2020

Riapre il Museo Nazionale del Bargello

Con qualche cambiamento inedito, da martedì 4 agosto 2020, il Museo Nazionale del Bargello, a Firenze, riaprirà al pubblico e lo farà con una veste inedita. Mentre le sale espositive, con i capolavori di Donatello, Della Robbia, Verrocchio, Michelangelo, Benvenuto Cellini e Giambologna presenteranno inalterato il loro charme originale, la visuale del cortile interno del palazzo sorprenderà i visitatori.
Un ampio ponteggio velato segnala un importante e delicato lavoro di restauro e manutenzione dell’edificio avviato nelle scorse settimane: al fine di ottimizzare il prolungato periodo di chiusura al pubblico, contemporaneamente al rifacimento dei bagni, la direttrice Paola D’Agostino ha infatti avviato una revisione conservativa del cortile interno del museo, delle facciate esterne e della torre medievale. Sono fondamentali lavori di tutela e di messa in sicurezza di uno degli edifici più antichi e importanti di Firenze, finanziati dal Ministero per i beni, le attività culturali e per il turismo e programmati per svolgersi garantendo comunque l’apertura al pubblico del museo. Si è iniziato dal cortile, sfruttando al meglio la chiusura al pubblico per allestire tutti i ponteggi interni, poi si interverrà anche sulle facciate esterne del palazzo e sull’antica torre, in modo da operare, nel corso del prossimo anno, un ampio lavoro di restauro complessivo e di manutenzione di tutte le facciate del palazzo.