Venerdì 14 dicembre 2012 è stata inaugurata al Museo Diocesano Tridentino la mostra Un vescovo, la sua cattedrale, il suo tesoro. La committenza artistica di Federico Vanga (1207-1218). L'esposizione, organizzata in occasione dell'ottavo centenario dalla fondazione della cattedrale
di San Vigilio, focalizza l'attenzione su Federico Vanga, principe
vescovo di Trento tra il 1207 e il 1218, nonché ispiratore del nuovo
edificio di culto. Discendente da una nobile famiglia della Val Venosta,
imparentata con le più potenti dinastie dell'area alpina, il Vanga -
che l'imperatore Federico II definì "nostro consanguineo" - negli anni
del suo episcopato giocò un ruolo decisivo sul piano pastorale,
politico, economico, legislativo. Non meno importanti furono le
iniziative promosse in ambito artistico: edifici, codici miniati,
oggetti d'oreficeria ci tramandano il ricordo indelebile di uno dei più
interessanti mecenati del Medioevo alpino e attestano le relazioni ad
ampio raggio con centri di produzione artistica tra i più famosi e di
più alto livello che il presule seppe coltivare.
L'esposizione ruota attorno al piccolo
ma preziosissimo nucleo di oggetti mobili, oggi custoditi dal museo, ma
in passato conservati nell'ambito del tesoro della cattedrale per la
quale furono commissionati. Il percorso è organizzato in tre distinte
sezioni.
Il vescovo, la sua immagine, le sue insegne
Il visitatore viene condotto anzitutto a
fare la conoscenza del protagonista dell'evento celebrativo, il
principe vescovo Federico Vanga. Mentre una pagina del cosiddetto
Dittico Udalriciano fornisce una breve biografia del personaggio, il
Codex Wangianus ne testimonia l'attività di uomo di governo, votato alla
difesa dei diritti del suo principato vescovile. Il percorso prosegue
ripercorrendo quel sottile filo rosso che attraversa il lascito
artistico di Federico Vanga: la sua immagine che compare su manufatti
diversi per tipologia e materia, con una frequenza che raramente si
riscontra in quei tempi. Sono ritratti tipologici finalizzati a
segnalare il ruolo sociale dell'effigiato, piuttosto che a riprodurne le
fattezze fisiche. Due distinti ritratti miniati del Vanga abitano il
codice che da lui prende il nome; ad essi si avvicina un'impronta in
cera del sigillo del Vanga, esposta accanto alla matrice di quello di
Adolfo, vescovo di Colonia deposto dal suo incarico e per questo privo
delle insegne di potere che connotano invece stabilmente i ritratti del
presule trentino. La mostra raccoglie intorno agli oggetti finora citati
un pastorale, una mitra, un anello vescovile, un faldistorio, una spada
reali che mirano ad evocare al massimo livello di concretezza lo
splendore con cui Federico doveva presentarsi nelle cerimonie sacre e
profane.
Un principe dell'Impero in viaggio
Federico, per adempiere ai propri
impegni istituzionali, fu costretto a lunghi e frequenti spostamenti. I
viaggi lo misero in relazione con le corti dei potenti principi
ecclesiastici del regnum Teutonicum, lo avvicinarono alla loro
cultura e alla produzione artistica. Influirono fortemente sulle sue
decisioni in fatto di committenza, sia nelle arti suntuarie, che in
ambito architettonico. Simbolo di queste feconde esperienze è l'altare
portatile del Vanga, uno dei rari esemplari italiani di questo arredo
liturgico largamente diffuso tra i grandi ecclesiastici del Medioevo,
costretti spesso a celebrare l'eucarestia anche dove non era disponibile
un luogo consacrato. Due altri altari portatili, provenienti da diocesi
limitrofe, permettono interessanti confronti col pezzo vanghiano. Ad
essi si aggiunge un prezioso manoscritto di produzione parigina dell'Historia scholastica di Pietro Comestore, vero e proprio best seller
del periodo, di cui il Vanga entrò in possesso in uno dei grandi empori
europei dove lo conducevano i suoi impegni istituzionali di vescovo e
principe. Tradizionalmente collegate con il Vanga sono le cassette
arabo-sicule in avorio, che appaiono oggi quasi una spia
dell'invincibile Drang nach Süden, o fascino del meridione, subito da Federico.
La nuova cattedrale e i suoi arredi
La terza ed ultima sezione richiama
l'attenzione del visitatore sull'epocale mecenatismo che il vescovo
tridentino esercitò con convinzione sia nel campo delle arti suntuarie
che in quello delle arti monumentali. Il primo punto ruota intorno ai
libri liturgici legati al nome del Vanga, due dei quali ci sono giunti
chiusi in preziose legature d'argento, che possono utilmente venir
confrontate con analoghi manufatti preziosi, provenienti da Treviso.
Quanto al secondo aspetto, esso è difficilmente rappresentabile in
un'esposizione temporanea che deve di necessità escludere i materiali
non trasportabili. La mostra vi allude solo di scorcio, affiancando a un
piccolo bassorilievo in pietra proveniente dal duomo di Trento
l'originale dell'epigrafe che ricorda l'avvio dei lavori al sacro
edificio nel 1212. In un angolo dello spazio espositivo, una postazione
informatica rende accessibile un'enorme quantità di dati sul duomo di
Trento. Materialmente escluso dalla mostra, il vero propulsore delle
celebrazioni otto volte centenarie riconquista così almeno virtualmente
la centralità che gli compete.
Un vescovo, la sua cattedrale, il suo tesoro
La committenza artistica di Federico Vanga (1207-1218)
La committenza artistica di Federico Vanga (1207-1218)
14 dicembre 2012 - 7 aprile 2013
Mostra a cura di
Marco Collareta, direttore del Dipartimento di Storia delle Arti dell'Università di Pisa
Domenica Primerano, vice direttore del Museo Diocesano Tridentino
Marco Collareta, direttore del Dipartimento di Storia delle Arti dell'Università di Pisa
Domenica Primerano, vice direttore del Museo Diocesano Tridentino
Comitato scientifico
Domizio Cattoi, Marco Collareta, Fabrizio Crivello, Adriano Peroni, Domenica Primerano, Iginio Rogger
Domizio Cattoi, Marco Collareta, Fabrizio Crivello, Adriano Peroni, Domenica Primerano, Iginio Rogger
Sede espositiva:
Museo Diocesano Tridentino
Piazza Duomo, 18 - 38122 Trento
Museo Diocesano Tridentino
Piazza Duomo, 18 - 38122 Trento
dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30
chiuso tutti i martedì, 1 gennaio, 6 gennaio, Pasqua
chiuso tutti i martedì, 1 gennaio, 6 gennaio, Pasqua
Biglietti:
€ 5,00 intero
€ 3,00 ridotto
€ 5,00 intero
€ 3,00 ridotto
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese.
Ingresso ridotto per i residenti nella
Provincia Autonoma di Trento (mediante esibizione di valido documento
che attesti la residenza).
Visite guidate:
Per singoli visitatori: gratuite (con pagamento del solo biglietto di ingresso) ogni domenica alle ore 16.00 dal 13 gennaio al 7 aprile 2013. Non è richiesta la prenotazione.
Per singoli visitatori: gratuite (con pagamento del solo biglietto di ingresso) ogni domenica alle ore 16.00 dal 13 gennaio al 7 aprile 2013. Non è richiesta la prenotazione.
Per gruppi: su prenotazione a pagamento
(tariffa di 60,00 €) telefonando ai Servizi educativi del museo dal
lunedì al venerdì allo 0461 234419. Le visite guidate su prenotazione
si effettuano dal lunedì alla domenica, ad esclusione del martedì,
dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 per gruppi di minimo 10
e massimo 30 persone.
Info:
tel. 0461-234419, fax 0461-260133
info@museodiocesanotridentino.it
www.museodiocesanotridentino.it
tel. 0461-234419, fax 0461-260133
info@museodiocesanotridentino.it
www.museodiocesanotridentino.it
Ufficio stampa:
tel. 0461-234419
press@museodiocesanotridentino.it
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press@museodiocesanotridentino.it
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