Venerdì 5 aprile 2013 alle ore 16.30 sarà inaugurata la
mostra permanente “Il monte prima del monte”, nel Palazzo del Monte di Pietà di
Forlì. E’ la storia di un quartiere cittadino “catturata” tra Medioevo e
Rinascimento.
La mostra rimarrà aperta nelle giornate di sabato 6 e domenica 7
aprile e a seguire, tutti i giorni dal lunedì al venerdì su
appuntamento.
Grazie al progetto di realizzazione di vani cantinati nell’ex Monte
di Pietà si sono svolte delle indagini archeologiche su tutta l’area.
Queste indagini hanno permesso di portare alla luce la storia di una
parte importante della città.
Una parte dei ritrovamenti
archeologici sono stati esposti in una mostra permanente situata
all’interno dell’edificio. Chiara Guarnieri, archeologa della
soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e direttrice
degli scavi, ha curato il libro della mostra mentre gli scavi
archeologici sono stati svolti dalla ditta Akhantos, grazie al
contributo della cassa di risparmio di Forlì.
La mostra è stata suddivisa in tre ambienti:
Nella prima stanza, troviamo le case medievali con due fondazioni di larghi muri medievali costituiti in ciottoli e mattoni.
Nella seconda stanza, vi troviamo le fondazioni dei
muri di una torre composta in grossi ciottoli, fu poi abbassata avendo
perso la necessità di una funzione difensiva, dal 1283 in poi e
riadattata a colombaia presumibilmente dagli Orsi.
E’ altresì possibile notare in questa stanza delle vasche, chiamate “vasche di scarico”
diffuse durante il tardo medioevo, erano strutture che servivano a
disfarsi dei rifiuti ma anche di oggetti giudicati fuorimoda o non più
utilizzabili. Questi ambienti erano voltati e dotati di piccole aperture
che sbucavano sui pavimenti degli ambienti sovrastanti, in modo da
rendere più facile il passaggio dei rifiuti.
Nella terza stanza infine possiamo entrare in una “ghiacciaia“,
le ghiacciaie infatti servivano in questo caso alle macellerie della
zona nel periodo rinascimentale, per conservare appunto la carne,
tramite ghiaccio o neve poste al suo interno.
Nel medioevo vi troviamo la prima frequentazione dell’area. Sono
state ritrovate delle grosse buche di forma circolare riconducibili ad
attività artigianali, forse concerie data la vicinanza a al fiume
Rivaldino, e alla predisposizione a un attività che utilizzasse l’acqua.
La probabile conseguenza a queste attività fu un livellamento della
pendenza del terreno.
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