giovedì 11 giugno 2015

"Giotto, l'Italia" a Milano

Polittico Stefaneschi
Palazzo Reale, Milano
2 settembre 2015 - 10 gennaio 2016
Un viaggio ideale sulle orme di Giotto nei primi decenni del Trecento con l’esposizione di opere antecedenti al suo arrivo a Milano, dove realizzò per Palazzo Reale, l’ultimo capolavoro ricordato dai suoi biografi: una Gloria Mondana e forse una serie di Uomini illustri, entrambi perduti. L’eredità artistica di Giotto è presente a Milano e in Lombardia in luoghi che la mostra incoraggia a visitare: S. Gottardo al Palazzo, Chiaravalle, Viboldone, S.Abbondio di Como e altri monumenti lombardi.
Promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e dal comune di Milano, ideata da Éupolis Lombardia con la curatela di Pietro Petraroia e Serena Romano, la mostra è prodotta da Palazzo Reale ed Electa ed è allestita nelle sale in cui, in epoca viscontea, Giotto lavorò a uno dei suoi capolavori perduti, la Gloria Mondana e una serie di ritratti di uomini illustri, su committenza di Azzone Visconti. Erano gli anni appena precedenti a quelli della morte, avvenuta nel 1337, e Giotto approda a Milano dopo aver girato in lungo e in largo per l’Italia: l’esposizione presenterà questo viaggio grazie a dodici opere-simbolo, certificate e autografe. Una mostra dunque di pochi, selezionati lavori-gioiello, il cui fiore all’occhiello è senza dubbio il Polittico Stefaneschi in arrivo dai Musei Vaticani. Da quando venne realizzato da Giotto su committenza papale per decorare l’altare maggiore di San Pietro, a Roma, non è mai uscito dal Vaticano.
Non è l’unico pezzo sbalorditivo che sarà esposto nella mostra di Palazzo Reale: dagli Uffizi è in arrivo la Maestà, dalla Basilica di Santa Croce il celeberrimo Polittico Baroncelli e dalla Pinacoteca Nazionale il Polittico di Bologna.
La mano inconfondibile di Giotto rappresenta un tassello fondamentale della storia dell’arte occidentale: è stato lui a portare la modernità in pittura, a superare lo stile medievale e la bidimensionalità grazie a quella spasmodica ricerca di rappresentare le figure nel loro spazio. Della modernità di Giotto e del suo essere stato un artista perennemente itinerante e conteso dai maggiori mecenati dell’epoca parlerà la mostra settembrina che si apre con le sale dove saranno esposte la Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna di San Giorgio alla Costa e si chiude sui capolavori della vecchiaia, tra cui il polittico di Bologna e il Baroncelli per Santa Croce.

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