domenica 12 giugno 2016

Un museo nella Torre del Conte Ugolino


Chi lo ha studiato a scuola con Dante, nell'inferno più inferno fra il trentaduesimo e il trentatreesimo canto. Chi, la sua storia, l'ha letta dopo; chi lo ha incontrato nella scultura di Rodin o nella pittura o in un'altra letteratura. La tragedia di Ugolino della Gherardesca è di quelle che non si dimenticano, che ti inseguono anche quando hai voltato mille altre pagine. Troppo dolore, troppa vendetta nella storia del conte lasciato morire nella "torre della fame", qui a Pisa. Qui, in piazza dei Cavalieri dove c'è una targa che lo ricorda e dove i turisti transitano con quell'aria da passeggio e si fermano a fotografarla. Lì sopra si legge: "Qui sorgeva la torre dei Gualandi. La tragica morte del Conte Ugolino della Gherardesca le diè il titolo della fame e suscitò nel divino Alighieri lo sdegno e il canto onde il ricordo del miserando caso si eterna". Ecco è proprio qui che è stato inaugurato il nuovo museo, voluto da Claudio Ciociola, docente di Filologia italiana alla Scuola Normale e presidente della biblioteca. È il piccolo e suggestivo percorso dedicato proprio a colui che Dante ci fa incontrare coi celebri versi: "La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a' capelli / del capo ch'elli aveva di retro guasto". Le pareti dell'antica torre medievale adesso si possono visitare, mentre fino a poco tempo fa erano parte della biblioteca e nascosti dagli scaffali pieni di volumi all'interno del palazzo dell'Orologio. Da pochi giorni sono accessibili a tutti e gratis: basta prenotare una visita sul sito della Scuola Normale (www.sns.it/torreugolino). "È un punto così pieno di rimandi storici che mi sembrava importante valorizzarlo" spiega il professore. Nella torre si entra dalla piazza e ci si trova davanti al muro di pietra e a uno di mattoni, ai resti di quello che doveva essere il vano dell'entrata. "...e io sentì chiavar l'uscio di sotto / a l'orribile torre ond'io guardai/ nel viso a' mie' figliuoli senza far motto..." scrive Dante nella Divina Commedia. Lo spazio museale si trova all'interno dell'attuale palazzo dell'Orologio in uno spazio che adesso è scorporato dalla biblioteca e dove fa compagnia la voce di Vittorio Sermonti che legge i passi dell'Inferno.
"Il visitatore trova - riprende il professor Ciociola - diversi pannelli che in italiano e inglese ripercorrono la storia umana e quella letteraria del conte Ugolino". Seguendo un'immaginaria linea del tempo oltre ai pannelli illustrativi c'è anche un video e una serie di edizioni antiche, cinquecentesche e non, della Commedia, illustrazioni preziose ben affacciate e ingrandite alle pareti di alcune salette. Il fascino è dettato dal sapere che questo luogo fisico è legato a uno dei personaggi tragici la cui storia è stata resa immortale da Dante: "Padre, assai ci fia men doglia / se tu mangi di noi, tu ne vestisti /queste misere carni e tu le spoglia". Ugolino, conte di Donoratico, è stato esponente di una delle più rappresentative famiglie aristocratiche della Pisa del XIII secolo. Dopo la sconfitta della Meloria (1284) venne eletto podestà e per 4 anni esercitò la signoria sulla città. In seguito a un tumulto popolare istigato dall'arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, suo avversario politico, il 1 luglio 1288 viene arrestato e chiuso coi figli Gaddo e Uguccione e i nipoti Anselmuccio e Nino in una torre adiacente al Palazzo degli Anziani (attuale palazzo della Carovana sede principale della scuola Normale). "Dopo otto mesi di prigionia, nel marzo 1289, Ugolino viene lasciato morire di fame insieme ai suoi congiunti - riprende Ciociola - È negli anni Settanta quando sono stati fatti i lavori di ristrutturazione del palazzo dell'Orologio che l'architetto Francesco Tomassi ha ritrovato le antiche mura della torre".
Così si è compreso dove Ugolino passò gli ultimi giorni: "Non a caso la targa che si trovava sull'altra ala del palazzo è stata spostata qui". Il leggendario personaggio e la patetica vicenda del conte Ugolino sono stati al centro di innumerevoli riscritture e visualizzazioni. Su Ugolino grava, nella tradizione esegetica, il sinistro sospetto di cannibalismo, per via dell'enigmatica confessione: "Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno". Fra tesi e contro tesi, non ci è stata ancora consegnata nessuna verità storica, ma molte ipotesi su questo e su altri aspetti della vita e della morte del conte. La torre che ospita oggi il percorso museale è quella nella quale ha avuto luogo l'episodio dantesco e risale all'undicesimo secolo. Il Palazzo dell'Orologio, in cui è stata inglobata, deve la sua configurazione a successivi interventi il più importante dei quali si ebbe tra il 1605 e il 1608, per iniziativa di Ferdinando I.
Le visite guidate, a ingresso gratuito, avvengono su prenotazione, per un numero massimo di 20/25 persone a visita. Per informazioni: torreugolino@sns.it.

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