La mostra, curata da Anna Cavallaro e Stefano Petrocchi,
riunisce circa cinquanta opere – polittici, grandi pale, piccoli
dipinti devozionali, tavole fondo oro, e un ciclo di affreschi staccati,
insieme a opere di confronto e testimonianze documentarie – che offrono
al pubblico un viaggio nel Rinascimento “quotidiano” di Antoniazzo e
della sua nutrita bottega. Il percorso si sofferma sulla ricca
produzione di immagini sacre, riprese dalle celebri icone medievali,
aggiornate al gusto rinascimentale, che costruì il successo del pittore
presso il pubblico romano. Tra le grandi pale d’altare presenti in
mostra, emergono la splendida ancona di Montefalco, in origine nella chiesa romana di Santa Maria del Popolo e l’Annunciazione di Santa Maria sopra Minerva
dipinta per l’anno giubilare del 1500, con la quale il pittore si
congeda dalla città in prossimità della fine dei suoi giorni, che un
fortunato, recente, ritrovamento documentario consente di collocare al
17 aprile 1508. La produzione della bottega romana di via della Cerasa
(l’odierna piazza Rondanini) – dove operava la “turba di lavoranti” – è
documentata attraverso dipinti che attestano la circolazione dei modelli
del maestro tra gli allievi. Per la prima volta viene riunito
l’importante complesso pittorico della Camera di Santa Caterina da Siena, che dal Seicento è diviso tra la chiesa della Minerva e il convento di Santa Caterina a Magnanapoli.
La completezza del percorso espositivo è stata resa
possibile dalla generosità di prestigiose istituzioni museali pubbliche e
private (dai Musei Vaticani ai Musei nazionali del Bargello, di
Capodimonte, e dell’Aquila, al Museo Poldi Pezzoli), di Musei civici
(Rieti, Montefalco e Montefortino), di collezioni private (Umberto
Veronesi e Fondazione Santarelli). Importanti prestiti provengono
inoltre dalle maggiori chiese romane e laziali, di cui molte di
proprietà del Fondo edifici culto del Ministero dell’Interno, e da
complessi conventuali. La selezione di documenti concessi in prestito
dall’Archivio di Stato di Roma, lettere autografe e contratti originali,
libri confraternali e atti privati come il testamento e l’eredità di
Antoniazzo Romano, offrono una lettura che consente di mettere in luce
oltre l’artista, anche l’uomo e il suo impegno nella società del tempo.
La pittura a Roma all’epoca dell’esordio di Antoniazzo è testimoniata
oltre che da opere di maestri tardogotici, anche dai nomi degli artisti
riportati nello splendido codice miniato del 1478,
contenente i primi statuti dei pittori romani redatti dallo stesso
Antoniazzo in qualità di console della corporazione, ed esposto al
pubblico per la prima volta grazie all’eccezionale prestito
dell’Accademia di San Luca.
Antoniazzo Romano “Pictor Urbis”
Venerdì 1 novembre 2013 - Domenica 2 febbraio 2014
Venerdì 1 novembre 2013 - Domenica 2 febbraio 2014
Palazzo Barberini - SSPSAE e Polo Museale della Città di Roma
Via delle Quattro Fontane, 13 - Roma
Orario: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle ore 18.00)
Chiusura: il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio.
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