Per maggiori informazioni clicca qui !
venerdì 23 luglio 2021
martedì 20 luglio 2021
mercoledì 14 luglio 2021
La Commedia e Cortona nel tempo di Dante
Dal 25 giugno al 10 ottobre 2021 è in programma la mostra «La Commedia e Cortona nel tempo di Dante». Un progetto curato dal comitato scientifico, con il supporto grafico di Renato Floris e installazioni digitali a cura di Simone Pucci. La mostra prevede l’esposizione temporanea del «Cortonese 88»,
il manoscritto trecentesco annoverato tra i testimoni più significativi
nella tradizione testuale della Commedia, e di alcuni tra i più celebri
e rilevanti documenti del patrimonio cortonese, (il «Laudario di
Cortona», la cosiddetta «Lettera di Silvestro de Adria» contenente la
bolla di indizione del Giubileo del 1300 e la bolla «Vigilis
spectatoris» di Giovanni XXII per l’indizione della nuova sede vescovile
di Cortona). All’interno della mostra sarà presente uno «sfogliatore»
digitale che permetterà di approfondire e conoscere i manoscritti
attraverso la lettura e l’ascolto.
Per tutte le informazioni clicca qui !
Ubicazione:
Piazza Luca Signorelli, 52044 Cortona AR, Italia
sabato 26 giugno 2021
Riapre al pubblico l'Antico Arsenale di Amalfi
Molte le novità promosse dal Comune di Amalfi
per valorizzare il monumento simbolo dei fasti dell’Antica Repubblica
Marinara, a partire dalla possibilità di ammirare il monumento nella sua
originaria veste per la prima volta, anche grazie all’ultimo intervento
di riqualificazione promosso da Scabec lo scorso anno. Lo splendido
gioiello di architettura medievale sarà inoltre accessibile in maniera
gratuita per tutto l’anno in corso.
Per accompagnare la visita sono stati realizzati nuovi materiali informativi, realizzati in doppia lingua, una mappa dedicata ai più piccoli e soprattutto un percorso tematico digitale chiamato “Le pietre narranti”.
Il progetto si basa sull’utilizzo di codici QR distribuiti lungo le
pareti dell’Arsenale e accessibili da qualsiasi smartphone, e consente
di approfondire la conoscenza dell’edificio e della sua storia
attraverso testi, foto e audio, in maniera discreta e senza alterare la
percezione visiva della struttura.
Tra le tante attività di rilancio promosse dal Comune e curate dall’Assessore alla Cultura Enza Cobalto, una delle più importanti è il progetto di riallestimento degli spazi dell’Arsenale, che sarà presentato in occasione della riapertura. “Anche in questo caso la soluzione espositiva sarà volutamente minimale e rispettosa dell’edificio – sottolinea l’assessore – prevedendo la sistemazione dei principali reperti del Museo della Bussola e del Ducato marinaro in nuove teche eleganti e funzionali.
Tra le novità più attese vi è certamente la prossima ricollocazione in Arsenale del Galeone in legno della Regata Storica,
restaurato e riportato ai colori originari, che potrà essere finalmente
ammirato nel suo contesto più adatto. La presenza del galeone si
affiancherà a quella del nuovo plastico tridimensionale della Città di Amalfi nel XIII secolo, curato e realizzato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana, anche questa una novità assoluta. “Il plastico non è solo un eccezionale strumento di conoscenza della storia della città – continua l’Assessore Enza Cobalto – ma
è un piccolo gioiello di design che ha impegnato anni di studio, lavoro
e ricerca da parte del Centro di Cultura e Storia Amalfitana. A loro va
la riconoscenza di tutta l’Amministrazione Comunale anche per
l’instancabile attività grazie alla quale l’Arsenale ha raggiunto negli
anni l’attenzione che merita, e che oggi consente di conoscerlo e
ammirarlo per il suo eccezionale valore storico e culturale”.
Le novità con le quali l’antico cantiere navale della Repubblica di Amalfi riapre al pubblico non sono finite.
L’Estate
2021 comincia quindi con un significativo impegno per il rilancio
culturale della città di Amalfi a partire da uno dei propri
luoghi-simbolo. L’impegno congiunto dell’Amministrazione Comunale, degli
operatori culturali e delle imprese che hanno collaborato alla sua
riapertura è un indubbio segnale di ripartenza e soprattutto di fiducia
per il futuro, che poggia anche sulle solide e millenarie mura
dell’Arsenale.
Etichette:
Amalfi,
arsenale,
medievale,
medioevo,
riapertura
Ubicazione:
Largo Cesareo Console, 84011 Amalfi SA, Italia
martedì 22 giugno 2021
"Siena all'alba del Rinascimento" al Museo Puškin di Mosca
Nell’ambito dell’anno trasversale Italia-Russia dedicato alla collaborazione dei musei italiani e russi, la Direzione regionale musei della Toscana e il Museo Puškin di Mosca, inaugura venerdì 25 giugno 2021 la mostra "Siena all'alba del Rinascimento. Pittura dalle collezioni della Pinacoteca nazionale di Siena, dall'Archivio di Stato di Siena, da altri musei della Toscana e dal Museo Puškin", curata da Vittoria Markova e Elena Rossoni, in programma fino a domenica 3 ottobre 2021.
L’esposizione
costituisce un’occasione particolarmente importante per valorizzare la
pittura di ambito senese, a partire dalle sue origini duecentesche
scaturite dal dialogo con l’arte bizantina, passando dalla sua gloriosa
fioritura gotica coi grandi maestri del Trecento, sino alla sua
originale evoluzione nel Quattrocento, sviluppatasi in rapporto e a
confronto con le novità del Rinascimento, soprattutto di ambito
fiorentino.
La Pinacoteca nazionale di Siena, da cui provengono la maggior parte delle opere italiane esposte, fra le quali la Madonna con Bambino di Simone Martini, la Crocifissione con dolenti e San Francesco d’Assisi di Ugolino di Nerio, il Cristo benedicente di Benedetto di Bindo o ancora la Madonna dell’Umiltà di
Giovanni di Paolo, è il museo di elezione per percorrere, attraverso i
suoi capolavori, l’età d’oro della pittura senese. Il museo infatti
conserva un patrimonio fondamentale di pittura che, posto in relazione
con le altre numerose testimonianze artistiche nella città e nel
territorio, definisce al meglio la ricchezza di Siena, uno prezioso
scrigno d’arte il cui centro storico è stato dichiarato dall’UNESCO
Patrimonio dell’Umanità.
Alle opere della Pinacoteca di Siena si aggiungono alcuni altri importanti dipinti provenienti dal Museo Nazionale di San Matteo di Pisa e dal Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo,
che fanno parte anch’essi della Direzione regionale musei della
Toscana. Notevole è anche il nucleo delle biccherne provenienti dall’Archivio di Stato di Siena.
Il
confronto diretto fra i dipinti riuniti per la mostra costituisce
un’occasione importante sia per far conoscere ai visitatori russi questo
particolare capitolo della pittura italiana, sia per arricchire le
rispettive conoscenze dei nostri musei e collezioni.
La mostra
offre la possibilità di esaminare da vicino generi e tipologie diverse,
come ad esempio le biccherne, di spiccato valore civile, ma anche i
dipinti destinati alla devozione pubblica e privata, in forma di dittici
o trittici di estrema raffinatezza; sino ad arrivare a parti di
polittici destinati agli altari, purtroppo spesso smembrati per le
vicende della storia. Ognuna di queste opere, che dialogano con i grandi
cicli di affreschi ancora presenti nelle chiese senesi e toscane in
generale, rappresenta un tassello di un mondo artistico e sociale
complesso e articolato che, attraverso l’analisi storico-critica,
possiamo ricomporre nella sua bellezza e nella sua varietà.
Etichette:
medioevo,
mostre,
pittura,
rinascimento,
Siena
Ubicazione:
Mosca, Russia
mercoledì 16 giugno 2021
Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus
Dal 15 giugno al 7 novembre
2021, grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, sarà
riunito e visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio
che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato
dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.
La mostra, dal titolo “Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus”
è curata da Adele Breda, Curatore del Reparto per l’Arte
Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi,
Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano,
Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la
Pontificia Università Gregoriana. Il catalogo della mostra, a cura di Adele Breda e Anna Pizzamano, è edito da Quattroemme, Perugia.
In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati
all’interno della Collezione Vaticana, riportanti la ricercata
iconografia di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e
figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è
approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale
perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una
tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli reggicortina.
Il dipinto, seppur mutilo della parte inferiore, appare stilisticamente
affine ed è stato riconosciuto come parte centrale del trittico.
L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il
castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di “Maria Santissima
di Piè di Castello”.
Al fine di comparare i tre elementi del trittico, si sono rese necessarie accurate indagini scientifiche: per questo motivo, la Madonna
di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche
applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove i diversi
componenti sono stati esaminati a fondo: l’essenza lignea, i pigmenti,
le incisioni e i punzoni ne hanno confermato la piena compatibilità. Il
Reparto per l’Arte Bizantino-medievale ha proseguito le ricerche
storico-artistiche ed è arrivato all’ipotesi ricostruttiva che viene qui
presentata.
Con l’intento di approfondire lo studio
di un pittore di elevatissima qualità non abbastanza noto, è stata
selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a
confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita presso il Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.
Sono diversi i motivi che hanno condotto
a questa scelta. Si tratta, infatti, di polittici realizzati da una
delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati
all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e
Toscana (successivamente smembrati, riconfigurati in parte come opere
autonome e in parte dispersi). La sopravvivenza della sola tavola con la
Madonna, sia nel caso di Abeto di Preci che in quello di
Vicchio, attesta, altresì, una devozione mai interrotta e un legame
affettivo e plurisecolare con il territorio, che ha resistito anche alla
dispersione degli scomparti laterali. Grazie a questo accostamento è
anche possibile intuire le dimensioni originarie della Madonna di Spoleto, gravemente danneggiata nel terremoto del 1703.
Due momenti del percorso stilistico del
Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un
pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo
stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di
Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.
Ubicazione:
Via Aurelio Saffi, 13, 06049 Spoleto PG, Italia
sabato 5 giugno 2021
Iscriviti a:
Post (Atom)