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domenica 29 novembre 2020
giovedì 26 novembre 2020
Il Santo Stefano di Giotto al Museo Horne di Firenze
Sabato 28 novembre 2020 alle ore 16,00 e alle 17,00 primo appuntamento con "Parliamo d'Arte" del Museo Horne di Firenze.
L'argomento di questo appuntamento è "Il Santo Stefano di Giotto".
Il Museo Horne organizza un calendario di conversazioni online per esplorare i suoi capolavori.
In questo momento complesso il museo offre l’opportunità di mantenere una relazione con l’arte e con le persone.
Parliamo d’arte, è rivolto a tutti gli amanti dell’arte e
della storia, ma anche a chi desideri conoscere il patrimonio culturale
che è memoria del nostro passato.
Gli incontri sono fruibili gratuitamente tramite piattaforma Zoom, la prenotazione obbligatoria.
Il giorno dell’incontro i prenotati riceveranno un’email con le
credenziali per accedere alla piattaforma, per partecipare basterà
cliccare il link ricevuto. In alternativa sarà possibile accedere nella
sezione “join a meeting” direttamente dal sito Zoom, inserendo il meeting ID ricevuto.
giovedì 19 novembre 2020
Al via i lavori del Monumento Fieschi al Museo Diocesano a Genova
Si avvicina un appuntamento online, come si conviene in tempi da
contenimento e prevenzione dal Covid-19, venerdì 20 novembre 2020 alle ore 15:30
sulla Pagina Facebook del Museo Diocesano oppure su YouTube al link https://youtu.be/d4yVL9djXJg
(streaming a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi e de
Il Cittadino di Genova) dal titolo “Rinasce un capolavoro. Il monumento
Fieschi al Museo Diocesano”. Già da qui si intuisce l’intento di
riscoperta dell’arte trecentesca e di valorizzazione della casata
Fieschi come protagonista nella storia della città, nell’ambito di uno
studio attento e in itinere promosso dall’Arcidiocesi di Genova e dalla
Fondazione Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore,sponsor Coop
Liguria, redatto nella sua veste finale da Paola Martini (Direzione del
Museo Diocesano) con l’architetto Giovanni Tortelli (Studio Tortelli
Frassoni) per la progettazione e l’allestimento museografico. Si avvale
del supporto scientifico di Clario Di Fabio, uno tra i più importanti
studiosi del medioevo genovese e in particolare del Monumento Fieschi e
di un comitato consultivo delle più autorevoli istituzioni culturali
della città andando a ricreare un vero e proprio spazio apposito al
Museo Diocesano di Genova, che cambierà dunque connotazione
arricchendosi di un altro punto chiave nel percorso espositivo. Un
avvio lavori in questo periodo di chiusure che connota come il Museo
Diocesano non si fermi e come riesca ad attrarre pubblici diversi
attraverso apposite modalità comunicative, coaugulando dagli studiosi
agli appassionati e del resto è stato anche uno dei primi ad aderire a
Lilliput, progetto per rendere i poli museali della Liguria a misura di
famiglie e di bambini.
Il monumento Fieschi era già stato allestito temporaneamente al Museo
Diocesano con la direzione di Giulio Sommariva, attuale conservatore
del Museo dell’Accademia Ligustica, ora, dopo ulteriori indagini, con la
speranza di rievocarne il gigantismo e l’importanza nonostante la
dispersione di molti frammenti architettonici, consci dell’avvincente
sapore della conquista e di una sorta di “giallo” storico, si riescono a
ritrovare ulteriori elementi all’estero o in collezioni private.
L’intento non è quello di una semplice riproposizione, che non sarebbe possibile con una ricostruzione archeologica completamente fedele, ma di restituire la centralità e l’emozione originaria, riparando anche a quella cancellazione della storia dell’influenza della casata Fieschi, dopo il colpo di Stato naufragato di Gianluigi Fieschi.
L’intento non è quello di una semplice riproposizione, che non sarebbe possibile con una ricostruzione archeologica completamente fedele, ma di restituire la centralità e l’emozione originaria, riparando anche a quella cancellazione della storia dell’influenza della casata Fieschi, dopo il colpo di Stato naufragato di Gianluigi Fieschi.
Questo evento, che sarà altresì trasmesso da emittenti televisive e
rimarrà sul canale de Il Cittadino, vedrà alternarsi alla presenza di
Sua Eccellenza Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, Giovanni Toti,
Presidente Regione Liguria, Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura
regionale, Marco Bucci, Sindaco di Genova, Barbara Grosso, Assessore
alla Cultura del Comune di Genova, Nicoletta Viziano, ingegnere,
Comitato di Gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo per il
versante istituzionale, mentre come relatori Paola Martini, Conservatore
Museo Diocesano, responsabile del progetto, storica dell’arte,
Gianluca Ameri, ricercatore di Storia dell’Arte Medievale presso
l’Università degli Studi di Genova, Clario Di Fabio, docente di Storia
dell’Arte Medievale dell’Università degli Studi di Genova, supporto
scientifico del progetto, Giovanni Tortelli, architetto, progettazione e
allestimento del progetto. Saranno presenti alla conferenza con
dibattito moderato dalla giornalista Giulia Cassini, Manuela Salvitti,
Architetto e Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della
Liguria, Massimo Bartoletti, Storico dell’arte, funzionario
Soprintendenza della Liguria, Antonio Quarta, Ten.Col. Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale.
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sabato 7 novembre 2020
Torna ad Arezzo dopo il restauro un capolavoro di Pietro Lorenzetti
Dopo sei anni di restauro, torna a casa a Arezzo uno dei capolavori del Trecento, la Madonna con Bambino, santi, Annunciazione e Assunzione di Pietro Lorenzetti, meglio noto come il Polittico Tarlati dal nome del suo committente, il vescovo Guido Tarlati. Il polittico sarà quindi ricollocato nella Pieve di Santa Maria Assunta.
Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria, sono stati rinviati a data
da destinarsi gli eventi programmati per il ritorno dell’opera. Si
conclude ad ogni modo un importante lavoro di pulitura, consolidamento e
messa in sicurezza che restituisce uno dei capolavori indiscussi dell’arte medievale.
Si tratta di una tempera su tavola fondo oro
realizzata tra il 1320 e il 1324. Lo documenta il contratto stipulato il
17 aprile 1320, con il quale il vescovo Guido Tarlati impegna il
maestro senese, chiedendogli espressamente di dipingere figure
bellissime con colori pregiati, in campi dorati con oro da cento fogli a
fiorino. Il documento, che testimonia la relazione
opera-artista-committente, impone al pittore di impegnarsi senza
interruzioni e senza assumere altre committenze fino al raggiungimento
della perfezione dell’opera e specifica che spetta al vescovo Guido e ai
canonici della Pieve approvare la tavola finita (pattuita per
centosessanta lire pisane). Pietro Lorenzetti raggiunse veramente la perfezione: il dipinto piacque alla committenza e fu collocato sull’altare maggiore della Pieve, dove ora verrà ricollocato.
Ubicazione:
Corso Italia, 7, 52100 Arezzo AR, Italia
giovedì 5 novembre 2020
Chiusura temporanea della mostra “I Segreti della Vercelli Medievale”
Il Dpcm del 4 novembre 2020 “chiude” temporaneamente anche la mostra “I Segreti
della Vercelli Medievale”, inaugurata il 30 ottobre a Vercelli in
“Arca”, ex chiesa di San Marco.
La mostra è organizzata dalla Città di Vercelli insieme
all’Arcidiocesi ed espone alcuni dei tesori documentali medievali;
pergamene, codici, editti, custoditi presso l’Archivio Storico e
Biblioteca del Comune di Vercelli, l’Archivio Storico Diocesano, la
Biblioteca Diocesana Agnesiana, la Fondazione Museo del Tesoro del
Duomo, il Museo Leone e l’Archivio di Stato.
Arca tornerà ad esporre “I Segreti della Vercelli Medievale” quando cesseranno le misure anti contagio attualmente in atto.
sabato 31 ottobre 2020
Ritratti d'oro e d'argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia
Oggetti di fede vissuta, testimonianze storico artistiche di indubbio
valore. Sono i circa trenta busti reliquiario che da venerdì 4
dicembre 2020 a lunedì 12 aprile 2021 saranno esposti a Palazzo Madama di Torino
nell’ambito della mostra Ritratti d’oro e d’argento. Manufatti
realizzati dal Duecento al primo Cinquecento, provenienti dagli armadi
delle sagrestie o dai tesori delle chiese delle diocesi del Piemonte e
d'oltralpe, lontani dai circuiti turistici, e raffiguranti santi legati
alle devozioni del territorio.
Una produzione tipicamente medievale, particolarmente fiorente nel territorio della Savoia, una zona di frontiera, divisa oggi tra Italia, Francia e Svizzera. Lo documentano gli inventari dei monasteri e dei castelli o i necrologi delle cattedrali: attestano una produzione di ritratti in argento dorato e rame, ideati fin dall’XI secolo per conservare le reliquie del cranio degli "eroi della fede". Dall’esigenza di censire questi capolavori di oreficeria sopravvissuti ai secoli, nasce l’idea dell’esposizione torinese. Oggetti spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica, il culto e le pratiche devozionali.
Una produzione tipicamente medievale, particolarmente fiorente nel territorio della Savoia, una zona di frontiera, divisa oggi tra Italia, Francia e Svizzera. Lo documentano gli inventari dei monasteri e dei castelli o i necrologi delle cattedrali: attestano una produzione di ritratti in argento dorato e rame, ideati fin dall’XI secolo per conservare le reliquie del cranio degli "eroi della fede". Dall’esigenza di censire questi capolavori di oreficeria sopravvissuti ai secoli, nasce l’idea dell’esposizione torinese. Oggetti spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica, il culto e le pratiche devozionali.
In rassegna sono esposti i santi più amati dalla tradizione locale:
san Giovenale di Fossano, san Bernardo di Aosta, san Teobaldo di Alba,
tutte figure a cui le comunità sono legatissime da secoli: “si tratta di
oggetti che ancora oggi sono portati in processione. Molti di questi
giungono in mostra con le reliquie all’interno”. Un aspetto che le rende
straordinarie. “Il fedele che si rivolgeva a queste immagini – continua
Simonetta Castronovo, curatrice della mostra - era consapevole di non rivolgersi solo a busti
ritratti. La presenza delle reliquie infatti ha da sempre reso tali
oggetti unici, favorendo l’elevazione spirituale di chi le contemplava”.
La mostra di Torino offre al visitatore vari esempi di questa
produzione artistica. La più antica è la gotica e sorridente santa
Felicola dell’abbazia di Sainte-Marie d’Aulps, evocante la statuaria
delle cattedrali della Francia settentrionale ai tempi di Filippo il
Bello. Marcato il linearismo di derivazione fiamminga nel busto ligneo
cinquecentesco della santa Margherita del Musée d’art et d’histoire di
Ginevra. Volti cesellati da artisti di varia estrazione culturale si
avvicendano lungo il percorso: dalle forme idealizzate del gotico e
tardogotico al naturalismo quattrocentesco. Fonte di ispirazione per
molti orafi furono i busti di età romana. A Palazzo Madama sarà esposto
quello argenteo di Giove, riconducibile al II-III secolo dopo Cristo,
proveniente dal Museo Archeologico Regionale di Aosta.
L’esposizione nasce da un’iniziativa condivisa con i musei facenti parte della rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes,
che dal 2001 lavora alla promozione del patrimonio artistico alpino con
il coinvolgimento di musei italiani, francesi e svizzeri. “Ritratti
d’oro e d’argento” è infatti solo una tappa della serie di mostre che
contemporaneamente avranno luogo sui due versanti delle Alpi.
Etichette:
medievale,
medioevo,
mostre,
reliquiari
Ubicazione:
Piazza Castello, 10122 Torino TO, Italia
venerdì 23 ottobre 2020
I segreti della Vercelli medievale
"I segreti della Vercelli medievale", in programma nell’ex chiesa di San Marco dal 31 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021.
In mostra quaranta testimonianze di quella che fu Vercelli durante il Medioevo,
trenta delle quali di proprietà ecclesiastiche (ventitré del Capitolo e
sette delle Diocesi). Si tratta di documenti fondamentali, alcuni dei
quali esposti per la prima volta come il Fondo Avogadro del 1384 o il
Protocollo Passardo del 1361.
Inoltre il curatore Daniele De Luca ha aggiunto
oggetti riguardanti l’architettura e si è basato sui video di Alessandro
Barbero. Quattro ambientazioni, ciascuna facilmente distinguibile per i
setti di separazione e per l’elastica e progressiva cromia degli spazi,
rappresentano un ideale periodo temporale, caratterizzato da precisi
tematismi, che va dal IX al XIV secolo.
La visita si concluderà con la maestosità di immagini suggestive riproducenti i quattro Crocifissi medievali
(Vercelli, Pavia, Casale e Milano), di grande richiamo visivo e
spirituale grazie alle pietre e ai metalli preziosi di cui sono
composti. Sono i quattro Crocifissi che il sindaco Corsaro vorrebbe
riunire per una futura mostra, magari già il prossimo anno.
All’iniziativa culturale in Arca, parteciperanno anche i musei
vercellesi: Leone, Borgogna e Tesoro del Duomo. L’altra intenzione è
quella di aprire al pubblico i palazzi storici come Centoris, Tizzoni e
la Torre dell’Angelo, al fine di garantire la massima conoscenza delle
testimonianze del passato medievale della Città. A causa delle restrizioni anti Covid-19 l’ingresso alla mostra va obbligatoriamente prenotato a eventi@comune.vercelli.it.
Ubicazione:
Piazza San Marco, 1, 13100 Vercelli VC, Italia
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