venerdì 28 ottobre 2011

Il Corpo e il Cosmo

Sabato 29 ottobre 2011 alle ore 17.30, presso la Pinacoteca provinciale di Salerno, sarà inaugurata la mostra “Il corpo e il cosmo. Consigli e rimedi naturali della Scuola Medica Salernitana nelle opere a stampa e nei manoscritti dei secoli XIII – XIX”.
Alla cerimonia interverranno. Gli assessori provinciali, Salvatore Arena e Sebastiano Odierna, il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Salerno, Bruno Ravera, il dirigente del Settore Musei e Biblioteche della Provincia, Barbara Cussino, il segretario provinciale dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Geatano Ciancio, il responsabile del Servizio biblioteche della Provincia Vittoria Bonani.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 4 dicembre 2011, è frutto della sinergia messa in campo tra la Provincia di Salerno, l’Ordine dei Medici e il collezionista Bernardo Altieri. L'iniziativa è dedicata alla Scuola Medica Salernitana e al suo testo di medicina, il Regimen Sanitatis Salernitanum, che più di ogni altro ha rappresentato a livello internazionale lo Studium di Salerno.
La mostra segue le rotte storico-bibliografiche intraprese nel mondo dal Regimen e da altre opere legate al sapere medico salernitano, tracciando una dettagliata e sfaccettata descrizione testuale e bibliografica, supportata dalla ricerca e comparazione delle fonti possedute a Salerno, partendo dal XIII secolo fino ad arrivare al XIX. Il percorso espositivo presenta un notevole numero di libri rari e pregevoli della collezione privata del bibliofilo salernitano Bernardo Altieri, della Biblioteca Provinciale e della Biblioteca "Raffaele Guariglia" di Raito (appartenente alla Provincia di Salerno): ottantuno opere a stampa e 4 manoscritti, un campione ampio e rappresentativo che supera ogni rassegna bibliografica precedente e completa informazioni sulla fortuna editoriale dei trattati medici riconducibili alla Scuola salernitana.
È compreso anche il prezioso manoscritto della Practica brevis di Giovanni Plateario, risalente al XIII secolo. Il codice del magister Platearius, costituito da 60 carte, è un sintetico prontuario di medicina per la cura delle malattie, con finalità pratiche e didattiche.
L'Ordine dei Medici ha sostenuto le spese per la pubblicazione dell'interessante Catalogo, a colori e in duplice lingua (italiano-inglese), in cui viene ripercorsa la felice e fervida tradizione a stampa del Regimen Sanitatis Salernitanum, dalla più antica edizione - quella veneziana del 1500 circa - fino ad arrivare ad una parigina del 1880, nonché di molti altri trattati medici, che subirono l'influenza dei commenti ippocratici e galenici (trasmessi dagli arabi) e del sapere medico espresso dai contributi di Avicenna e Averroè.
L'aspetto didattico della mostra è stato curato dalla referente della Divisione Ragazzi della Biblioteca Provinciale, Cristina Ciancio, che ha avviato una campagna di promozione dell'evento presso le Scuole medie inferiori e superiori di Salerno e provincia, al fine di far conoscere ai giovani studenti l'importanza storica e scientifica dell'Istituzione medievale salernitana.

mercoledì 5 ottobre 2011

Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400

Nato a Prato verso il 1457 dalla relazione clandestina di Fra Filippo Lippi con la monaca Lucrezia Buti, Filippo, chiamato Filippino per distinguerlo dal padre, pittore dei più famosi e apprezzati del suo tempo, divenne a sua volta un artista di primissimo livello, cui il Vasari riserva parole di elogio per il "tanto ingegno" e la "vaghissima e copiosa invenzione".
Fin dalle sue prime prove giovanili, attribuite dal grande storico dell'arte Bernard Berenson ad un fantomatico "Amico di Sandro", le sue guizzanti figurine colpiscono per una grazia malinconica, un'inquietudine capricciosa che le differenziano dallo stile del Botticelli. Di quest'ultimo non fu un semplice garzone di bottega ma un collaboratore alla pari, per divenirne poi un rivale temibile nell'ultimo ventennio del quattrocento, apprezzato sempre più dai Medici e dai loro sostenitori come dai seguaci del Savonarola e i repubblicani. Si spiega così perché sia stato chiamato proprio Filippino negli anni ottanta a completare gli affreschi della cappella Brancacci al Carmine, opera di Masolino e Masaccio, pittori venerati, ammirati e studiati da tutti gli artisti allora e nei secoli a venire, oppure gli siano state affidate importanti commissioni disattese da Leonardo come la Pala degli Otto in Palazzo Vecchio (1486) e l'Adorazione dei Magi di San Donato a Scopeto (1496), entrambe oggi agli Uffizi, o, ancora la commissione, nel 1498, più prestigiosa della Repubblica, la Pala della Signoria per la Sala del Maggior Consiglio repubblicano cui, però, non avrebbe dato seguito per i molti impegni e il sopravvenire della morte nel 1504.
Filippino seppe, dunque, essere artista eclettico e versatile più di ogni altro, con commissioni a Firenze e nel suo territorio, ma anche a Lucca, a Genova, a Bologna e a Pavia. Fu inoltre particolarmente innovativo nel campo decorativo e delle arti applicate, come attestano gli affreschi della Cappella Carafa nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma e della Cappella Strozzi in Santa Maria Novella a Firenze, cicli pittorici in cui la sua fantasia sbrigliata e capricciosa emerge sicura, tanto da farne un maestro di grande modernità.
In tempi recenti il livello qualitativo e l'eccellenza davvero non comune della sua produzione artistica comincia ad essere ritenuta superiore a quella di molte opere ascritte al Botticelli.
La mostra delle Scuderie del Quirinale, Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400, vuole presentare al pubblico i circa trentaquattro anni di attività del maestro, proficui come pochi altri, per quantità e qualità di opere: dalle tavole agli affreschi, ai raffinati disegni su carte colorate, veri e propri capolavori a se stanti. Opere celebri e preziosissime che giungono per l'occasione, come consuetudine per le grandi mostre delle Scuderie del Quirinale, dai più importanti musei di tutto il mondo e da poche, superbe, collezioni private.
Grazie, infine, alla fondamentale collaborazione del Polo Museale Fiorentino, del Fondo Edifici di Culto e grazie al contributo generoso di associazioni private come "Friends of Florence", la mostra offre un'occasione unica per vedere riuniti i capolavori del maestro toscano proprio a Roma dove Filippino ha studiato le antichità e lasciato il ciclo affrescato della cappella Carafa, ripercorrendone la vicenda umana e artistica e offrendo la possibilità irripetibile di confronti con alcune opere del grande Botticelli per cui anche il rapporto con 'l'amico Sandro' risulterà, alla fine del percorso espositivo delle Scuderie, approfondito e illuminato sullo sfondo della Firenze del '400, straordinaria per fervore e innovazione.
5 ottobre 2011 - 15 gennaio 2012 
a cura di Alessandro Cecchi
Via XXIV Maggio 16, Roma