sabato 31 dicembre 2016

San Domenico: il volto del Santo nei codici miniati

In occasione dell'Ottavo Centenario della conferma della regola dell'Ordine dei Predicatori (1216-2016), la nostra piccola esposizione, curata da Ilaria Negretti e Paolo Cova: "San Domenico: il volto del Santo nei codici miniati del Museo Civico Medievale 1216-2016" è dedicata allo studio iconografico delle miniature di Domenico rintracciate nei codici Due-Trecenteschi conservati nella collezione del Museo Civico Medievale.
“...era di statura media, di corporatura delicata, la faccia bella e un poco rossa, i capelli e la barba leggermente rossi, belli gli occhi. Dalla sua fronte, e fra le ciglia, irraggiava un certo splendore, che attirava tutti a venerarlo e ad amarlo. Sempre ilare e giocondo, se non mosso a compassione per qualche afflizione del prossimo. Aveva le mani lunghe e belle. Aveva una grande voce bella e risonante. Non fu affatto calvo, ma aveva la corona della rasura del tutto integra, cosparsa di pochi capelli bianchi.”
In questa mirabile descrizione di Domenico di Guzmán la beata Cecilia Cesarini, partecipe della prima esperienza del nuovo ordine, tratteggia con realismo la sua fisionomia. E' interessante notare come le immagini più antiche (Invv. 512-513-514-521-612), realizzate nella seconda metà del XIII secolo, a qualche decennio di distanza dalla morte del Santo (1221), paiono tramandare la memoria del suo vero volto.
Museo Civico Medievale di Bologna fino all'11 giugno 2017.

giovedì 22 dicembre 2016

Benedetto il frutto del tuo seno

Presso il Museo diocesano di Gaeta (LT) è stata inaugurata un’installazione dal titolo “Benedetto il frutto del tuo seno”, una ricostruzione a grandezza naturale della cripta delle “Madonne del Latte”, presente nella chiesa di San Luca Evangelista in Maranola.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con il Parco dei Monti Aurunci, i Comuni di Gaeta e Formia, la Parrocchia di San Luca Evangelista di Maranola e l’Associazione Maranola Nostra.
La cripta di Maranola è stata scoperta fortuitamente il 28 giugno 1997, rientrando in una parabola dell’arte medievale completamente occultata nel corso dei secoli. Un luogo straordinario di elevata ricchezza artistica sconosciuto nelle fonti storiche, nei documenti d’archivio, nelle relazioni delle visite pastorali diocesane e nelle fonti orali. Gli affreschi delle Madonne che allattano, con accanto la figura di Sant’Antonio Abate, sono stati riprodotti con pannelli fotografici supportati da una struttura lignea appositamente disegnata. Il tema, diffuso in tutta Italia, è quasi sempre legato a rappresentazioni singole come le due presenti nel Museo e risalenti ai secoli XIII e XIV. Tuttavia la particolare “densità e ripetitività” risulta un unicum nel panorama artistico-religioso diocesano. L’esposizione, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino a domenica 5 febbraio 2017 e sarà visitabile ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 9:30 alle ore 12:30 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00. Per informazioni telefonare allo 0771.4530233 o 389.6328282.

mercoledì 21 dicembre 2016

"Media Aetas Duellatorum", apertura straordinria a Oria

Una nuova apertura straordinaria della mostra di armi, costumi e iconografie “Media Aetas Duellatorum” è prevista anche in queste settimane di festa.
“Media Aetas Duellatorum” sarà, come sempre, allestita presso la Chiesa di San Giovanni Battista, a Oria (BR): un edificio di origine romanica, successivamente inglobato in un grande complesso barocco progettato dai padri Celestini nel XVII secolo, oggi utilizzato come auditorium per convegni e concerti.
Si tratta di un’esposizione tematica di repliche di armi, costumi ed iconografie del Medioevo che si propone di condurre il visitatore alla conoscenza e alla comprensione di un'epoca storica mediante un approccio attivo e diretto. Gli ospiti saranno condotti alla scoperta della civiltà medievale tramite l'immedesimazione e il coinvolgimento diretto nella ricostruzione della vita quotidiana del passato. Attraverso la conoscenza degli oggetti, delle loro tecniche di fabbricazione, del loro valore economico, della loro funzione sociale e culturale, si acquisiranno informazioni più specifiche riguardanti il periodo storico, la struttura sociale e i valori culturali.
Presente, inoltre, la mostra dei Palii del Torneo dei Rioni, preparata dalla Pro Loco di Oria in occasione del 50° anniversario del celebre evento che, da decenni, è il fiore all’occhiello della città.
“Media Aetas Duellatorum” sarà visitabile da venerdì 23 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017, tutti i giorni, dalle ore 11:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.

mercoledì 14 dicembre 2016

Mostra sulla Stregoneria a Rubiana (TO)

La casa editrice e centro studi Yume srl di Torino presenta la mostra: Mystery in history Speciale Stregoneria alla Road House Writers Colony Villa Tabusso presso Rubiana (TO) da sabato 17 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017 (con il patrocinio del Comune di Rubiana).
La mostra Mystery in history è stata ideata da Yume per rappresentare le Wunderkammer del passato, che sarebbero poi diventate i musei odierni, sotto forma di narrazione e di racconto. Nelle stanze delle meraviglie venivano esposti oggetti tra i più disparati, a volte raccolti dall'altro lato del mondo, totalmente sconosciuti, come strani animali tropicali, o ricostruzioni di mostri e di sirene con parti di animali e piante. Oggi non è così facile trovare oggetti sconosciuti, ma le storie, le curiosità, il mistero... continuano ad interessare e spingono da sempre l'uomo verso l'avventura. I pannelli di Mystery in history speciale stregoneria conducono in un viaggio verso un universo parallelo di mistero e sogno, dove si può abbandonare la realtà quotidiana per qualche istante per... lasciarsi trasportare dalla fantasia. Ma non solo, si potrà approfondire l'argomento stregoneria dal punto di vista storico e antropologico, con un occhio particolare rivolto al Piemonte e ai movimenti ereticali che sono stati spesso equiparati alla stregoneria. La mostra si articola in 33 pannelli che percorrono il tempo sia cronologicamente che trasversalmente, proprio per poter includere tutto ciò che nel corso dei secoli è stato, in qualche modo, equiparato alla stregoneria. Il territorio al centro dello scenario è la Valle di Susa, che per sue caratteristiche di posizionamento ma anche di carattere degli abitanti, ha visto nascere movimenti e ha trasmesso sino a noi le storie più o meno leggendarie di donne di medicina, dette herbarie, spesso definite streghe e condannate alla solitudine, alla discriminazione e all’oblio.
Mystery in history è però soprattutto un racconto che si snoda attraverso i secoli, non disdegnando influssi di altre culture, in una danza che mostra la vicinanza e l’intreccio di temi: religiosi, culturali, storici, leggendari. Dalla mostra è nato il libro Mystery in history stregoneria, che consente di approfondire i temi legati all’esposizione e di leggere con calma, quando si preferisce, la storia della stregoneria raccontata in questa esposizione.

giovedì 8 dicembre 2016

Triora inaugura il nuovo Museo delle Streghe

Palazzo Stella a Triora
Sabato 10 dicembre 2016, alle ore 11.00, a Triora (IM) si inaugura il Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora (MES), situato nello storico e centralissimo Palazzo Stella, recuperato e restaurato dopo i gravissimi danni della II Guerra Mondiale. Una doppia inaugurazione, che riporta alla luce un gioiello architettonico di Triora e insieme un’ importante cultura presente nel borgo: quella delle persone accusate di stregoneria diabolica e orribilmente torturate nei notissimi processi degli anni 1587-89.
Tutto questo è il risultato di una sfida raccolta da chi ha voluto, progettato e allestito questo Museo all’interno di Palazzo Stella: il Comune di Triora, promotore del costoso e laborioso progetto della nuova sede museale, la Regione Liguria, che lo ha finanziato e sostenuto, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che ne ha seguito tutte le fasi di progettazione e allestimento, l’architetto Luca Dolmetta che ne ha ideato e curato gli interventi architettonici ed espositivi, il prof. Paolo Portone che ne ha tracciato l’itinerario culturale e i testi.
La prima fase di allestimento propone quattro significative sale, che si prefiggono di raccontare saperi e punti di riferimento di un mondo sempre più emarginato e perseguitato nell’Occidente medievale e moderno e giunto fino a noi attraverso una pesante stratificazione di stereotipi: dalla strega alla befana. Con la prima si entra subito nelle coordinate e negli strumenti operativi del ‘pensiero magico’, con la prestigiosa collezione esoterica “Pio Breddo”. Nella seconda si materializzano, in forme artistiche, le immagini delle “Dee, spiriti e creature femminili” presenti nel pantheon archetipico delle accusate. Nella terza sala fragranze erboristiche ci guidano ad esplorare le competenze fitoterapiche delle “dominae herbarum” , mentre un pannello di passaggio ci introduce al grigiore della quarta sala, con l’invenzione della strega diabolica e il processo di Triora. Qui, testi antichi di esperti demonologi attestano un’evidente premeditazione nel colpire i ‘devianti’, mentre la voce di Franchetta Borelli, alias Laura Sicignano, ci coinvolge direttamente nelle torture per estorcere ‘confessioni’.
Una sala del Museo
Già in questa prima fase di allestimento c’è una specifica attenzione ai bambini, accolti all’ingresso dal video della Scuola Primaria di Triora, e nelle sale sono collocate, in basso, riproduzioni di esclusivi acquerelli di Libereso Guglielmi e illustrazioni di Diana Fontana del volumetto “Le streghe assurde”.
E siamo solo all’inizio di un percorso destinato a proseguire in altre suggestive sale di Palazzo Stella, che ospiteranno anche una ricchissima Biblioteca e un Centro di Documentazione internazionali sui temi della stregoneria e della caccia alle streghe.

sabato 3 dicembre 2016

Arnolfo di Cambio e Tino di Camaino al Museo dell'Opera del Duomo

Arnolfo di Cambio, Apostolo
Mercoledì 7 dicembre 2016 prendono posto nel nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze tre capolavori di scultura medievale create per la Cattedrale fiorentina e successivamente disperse: un Apostolo di mano di Arnolfo di Cambio, originariamente parte del gruppo della Dormitio Virginis nel timpano della porta meridionale della facciata da lui iniziata tra la fine del XIII e i primi anni del XIV secolo, e due angeli di Tino di Camaino, componenti di un monumento funebre realizzato nell’ancora erigenda chiesa negli anni 1320. Acquistate dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel 2015, i tre pezzi sono altorilievi.
L’Apostolo di Arnolfo raffigura uno degli apostoli che, secondo la tradizione, sarebbero stati convocati al letto di morte della Vergine; di intenso pathos, è tra le massime espressioni del nuovo interesse umano mutuato del periodo, sviluppato anche nella coeva pittura di Giotto.
La figura marmorea, rimossa dalla facciata del Duomo nel 1587, quando per volontà del Granduca Francesco I l’incompiuta facciata medievale venne smantellata, e passata dai depositi dell’Opera alla collezione dei marchesi Torrigiani nell’Ottocento, verrà ora reintegrata nel gruppo della Dormitio nella ricostruzione della facciata medievale del nuovo Museo dell’Opera. Quasi tutti gli altri elementi del gruppo esposto al museo sono copie, essendo stati alienati in epoca indeterminata gli originali, e così il ritorno dell’Apostolo è particolarmente significativo.
Le altre due sculture acquistate dall’Opera sono un paio di angeli reggidrappo provenienti dal monumento sepolcrale del vescovo Antonio d’Orso, realizzato intorno al 1321 per la controfacciata del Duomo di Firenze dal maestro senese Tino di Camaino. Questi rilievi di forma triangolare decoravano la cimasa del perduto tabernacolo architettonico del monumento, dove le loro forme triangolari s'inserivano simmetricamente nel frontone. Inginocchiati e guardando adoranti verso l’alto, i due angeli hanno in mano i lembi di un drappo (ora perso), che, steso sopra l’effigie seduto del vescovo, alludeva alla Elevatio animae del prelato: l’innalzamento verso Dio della sua anima dopo morto. Spostato più volte all’interno del Duomo, il monumento, senza il suo tabernacolo architettonico, fu riportato alla posizione originale sulla controfacciata, a sinistra di chi varca la soglia della porta mediana, solo nel primo Novecento. Nella ricostruzione parziale della tomba in cattedrale manca, però, il supporto originale di questi angeli, che verranno perciò esposti nella «Sala delle navate» del Museo, che raccoglie vari cimeli un tempo all’interno della cattedrale.

venerdì 2 dicembre 2016

“Francesco e la Croce dipinta”, in mostra a Perugia

Fino al 29 gennaio 2017 alla Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia è possibile ammirare una preziosa mostra di pittura medievale. L’esposizione Francesco e la Croce dipinta, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, col patrocinio della Basilica Papale e Sacro Convento di S. Francesco in Assisi e della Regione Umbria, offre alla vista del visitatore 9 capolavori, tutte croci dipinte fra gli anni settanta del Duecento fino al primo ventennio del secolo successivo.
Mostra molto preziosa, non solo per gli ori e le gemme di cui brillano queste pale, ma anche per il valore delle singole opere, il cui accostamento crea una panoramica significativa dell’evoluzione artistica e religiosa sul tema della Crocifissione. Dalle grandi croci sospese d’altar maggiore, alle più piccole croci da devozione privata, il motivo iconografico del Cristo in Croce si sviluppa e modifica sino a legarsi alla figura del santo di Assisi, San Francesco.
Rintracciando la figura di Francesco ai piedi della Croce, si delinea l’evoluzione dal Christus Patiens (il Cristo morto, col capo reclinato sulla spalla e gli occhi chiusi) dal modello di Giunta Pisano e Cimabue a quello giottesco, dove il corpo acquista peso e drammaticità.
Tra le opere esposte, la Croce di S. Francesco al Prato dipinta nel 1272 dal Maestro di San Francesco, conservata alla Galleria Nazionale dell’Umbria e la tavola inedita proveniente dal Monastero di S. Paolo a Orvieto recentemente liberata dai pesanti rimaneggiamenti effettuati nei secoli successivi e riportata al suo antico splendore. L’esposizione si chiude con il crocifisso del Maestro della Croce di Trevi (1315-1320) dove Francesco è raffigurato molto più grande che nelle croci duecentesche, appoggiato alla collina del Golgota.
Biglietti (mostra + Galleria)
intero 8€, ridotto 4€
Orari di apertura
dal martedì alla domenica 8.30-19.30 (ultimo ingresso 18.30)
lunedì chiuso (tranne lunedì 31 ottobre, aperto 12-19.30)