venerdì 22 maggio 2015

"Bianello e Matilde di Canossa", mostra al Castello di Bianelo

Sabato 23 maggio 2015 alle ore 17.00, al  Castello di Bianello – Quattro Castella (Re) inaugurazione della mostra documentaria “Bianello e Matilde di Canossa”, curata da Paolo Golinelli,  che rimmarrà aperta fino al 31 ottobre 2015, mentre alle ore 18.00,  si terrà la presentazione al pubblico dell’ultimo volume dal titolo “L’Ancella di san Pietro. Marilde di Canossa e la Chiesa”, sempre dello stesso Golinelli.

giovedì 14 maggio 2015

"Strumenti di tortura tra Medioevo e Inquisizione" a Castell'Arquato (PC)

Strumenti di tortura tra Medioevo e Inquisizione
Rocca Viscontea di Castell’Arquato (PC)
15 maggio - 6 gennaio 2016
La Rocca Viscontea di Castell’Arquato, splendido esempio di architettura medioevale, eretta per volontà di Luchino Visconti tra il 1342 e il 1349, patrimonio degli Sforza ed infine dei Farnese Duchi di Parma e Piacenza, ospiterà un nuovo allestimento coi principali strumenti di tortura utilizzati tra il Medioevo e il periodo della Santa Inquisizione per far confessare una persona sospettata di delitti, stregoneria o congiure. Se c’è qualcosa che nella storia non è mai mancato, sono i casi di tortura corporale, i cui racconti mettono alla prova anche gli stomaci più resistenti: chiodi, pali, carrucole, ruote e tanti altri strumenti, all'apparenza semplici ed innocui, sono stati utilizzati in modo macabro per far del male in maniera atroce.
Tra questi spiccano gli strumenti creati dalla Santa Inquisizione per strappare confessioni durante i processi sommari che resero quest’istituzione tristemente nota: la “Vergine di Norimberga” e ancora la “Gogna”, la “Ghigliottina” tra i più famosi, affiancati da numerosi e inquietanti macchinari come le “sedie inquisitorie”, i “cerchi schiacciatesta”, il “crocefisso/pugnale” e tanti altri.
Macchinari più o meno noti, ma incredibilmente sofisticati che dimostrano quanto la fantasia umana ed il suo raffinato ingegno non abbia conosciuto limiti nella ricerca di sistemi atti ad infliggere le più atroci e crudeli torture.
Gli strumenti di tortura sono stati realizzati dall'Associazione L'inquisizione, prendendo spunto da antiche iconografie dell’epoca; tutti i pezzi in mostra sono corredati da didascalie ed immagini.
L’allestimento espositivo  “Strumenti di tortura tra Medioevo e Inquisizione” è stato realizzato da Antea. Progetti e Servizi per la Cultura e il Turismo scrl in collaborazione con il Comune di Castell’Arquato e l’Associazione L’inquisizione.
ORARI
NOVEMBRE - DICEMBRE - GENNAIO
Sabato, domenica e festivi, "ponti" Natale:
dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17
Feriali: apertura con visita accompagnata
alle  10.30 - 14.30 - 16  (chiuso lunedì)
MAGGIO* - GIUGNO - DAL 15 AGOSTO - SETTEMBRE * - OTTOBRE
Da martedì a venerdì: dalle 10 alle 13 e dalle 14  alle 18
Sabato, domenica e festivi: dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19
(*Maggio e Settembre aperto anche il lunedì)
LUGLIO - FINO AL 14 AGOSTO
Sabato, domenica e festivi: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
Feriali: apertura con visita accompagnata a cadenza oraria
alle 10.30 - 11.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 (chiuso lunedì)
Per informazioni
Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica
Piazza Municipio, 1 Castell’Arquato (PC)
Tel. +39 0523 803215
www.castellarquatoturismo.itiatcastellarquato@gmail.com.

sabato 9 maggio 2015

«Io Lionardo da Vinci…» in mostra all'Archivio di Stato di Milano

La Vergine delle Rocce, Louvre
La mostra, allestita nei nuovi spazi delle stanze seicentesche da poco restaurate del Palazzo del Senato, prende le mosse da un’eccellenza documentaria conservata in Archivio: il contratto della Vergine delle Rocce firmato da Leonardo da Vinci il 25 aprile 1483, per poi aprirsi al periodo milanese dell’artista (1482-1499) che si combina con l’attività di altri, artisti e letterati come Bramante, Vincenzo Foppa e Giason del Maino, chiamati dal duca Ludovico il Moro.
Milano, in quegli anni, muta il suo volto da città medievale in una delle capitali del Rinascimento italiano. La firma di Leonardo a tutt’oggi è l’unica conosciuta e pervenuta sino a noi: l’artista non aveva l’abitudine di firmare le sue opere. La sua scrittura rappresenta il caso più famoso di grafia speculare, da destra verso sinistra, seguendo l’andamento delle grafie del mondo arabo e semitico, con una inversione dello spazio grafico. L’autografia della firma di Leonardo è salita alla ribalta delle cronache nel 2011, a seguito di un restauro conservativo del documento, che ne ha enfatizzato l’importanza e ha avuto eco su diversi quotidiani, nazionali e locali.
Ora, in occasione di Expo 2015, l’Archivio di Stato di Milano ha il piacere di riproporre al grande pubblico una delle più preziose, più fragili, ma anche più emozionanti memorie del passato conservate nell’Istituto. La mostra prevede l’esposizione di quattro documenti: Contratto della Vergine delle Rocce, con l’allegato firmato da Leonardo (1483 aprile 25, Milano); Lettera di Gualtiero Bescapè a Ludovico il Moro sui lavori eseguiti nella sala grande delle Asse del Castello sforzesco (1498 aprile 21, Milano); Lettera di Ludovico il Moro a Marchesino Stanga, contenente il ‘Memoriale delle cose che ad fare messer Marchesino’, in cui si parla di Leonardo e del Cenacolo in Santa Maria delle Grazie (1497 luglio 30, Milano); Privilegio di Ludovico il Moro in favore di Santa Maria delle Grazie (1497 dicembre 4, Milano).
L’intento è quello di far conoscere lo stretto rapporto tra Milano, i suoi Duchi e i grandi protagonisti del Rinascimento, mettendo il focus su: – la famosa firma di Leonardo, scritta da sinistra verso destra, ad ora l’unica nota al mondo; – i lavori a Milano di Leonardo alla Sala delle Asse presso il Castello Sforzesco di Milano, in fase di ristrutturazione proprio per Expo 2015; – l’affresco del Cenacolo in Santa Maria alle Grazie, una delle sei opere d’arte scelte dal Comune di Milano per rappresentare l’Esposizione; – l’interesse e particolare devozione dei duchi di Milano, Ludovico e sua moglie Beatrice, per la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
«Io Lionardo da Vinci…»
Via Senato, 10
Milano
Da martedì 19 maggio a venerdì 30 ottobre 2015.

lunedì 4 maggio 2015

"Percorsi di luce" in mostra a Ternate (VA)

Una mostra itinerante ripercorre l’antica Via Francigena nelle più importanti sedi espositive.
Saranno più di trenta i lavori tra quadri e sculture che verranno esposti da sabato 9 maggio a domenica 7 giugno 2015 nelle sale della storica Villa Leonardi di Ternate (VA) per la mostra personale di pittura di Fiorella Pierobon "Percorsi di luce", ulteriore tappa di una lunga serie di esposizioni itineranti lungo il percorso della Via Francigena in Italia ed in Europa.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 9 maggio 2015 alle ore 18 con la partecipazione dell’artista e di Enzo Grieco, Sindaco di Ternate; Elena Sessa, Associazione Trinate Nova; Marco Tamborini, storico; Francesco Ferrari, Vicepresidente Associazione Europea delle Vie Francigene; Elena Percivaldi, storica e critica d’arte.
Durante tutto il periodo espositivo, a Ternate e dintorni, sono previsti eventi collaterali in tema con la mostra e con la storia medievale.
Dopo le precedenti esposizioni di Altopascio (Castello del Tau), Aspremont, Francia (Chapelle des Pénitents Blancs), Firenze (Palazzo Panciatichi), Acqui Terme (Palazzo Robellini) e più recentemente al Museo d’arte contemporanea a Lucca (Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art), Pontremoli (Castello del Piagnaro), Berceto (Pr), Verona (Palazzo della Gran Guardia), Parma (Palazzo Giordani), Nizza, Francia (Consolato Italiano), Casalpusterlengo, Vimercate, Follonica (Pinacoteca), la mostra itinerante di Fiorella Pierobon riprende il suo cammino espositivo a Ternate, grazie all’interessamento dell’Associazione culturale Trinate Nova che ha fortemente voluto l’evento.
"Percorsi di luce" è un’esposizione ideata e realizzata con opere espressamente ispirate dalle letture riguardanti il faticoso cammino dei viandanti sulla Via Francigena, lo storico percorso che nel medioevo collegava tutta l'Europa da Canterbury a Roma e poi ancora fino a Gerusalemme. Per questo motivo, nel 2010 l’Associazione Europea delle Vie Francigene ha deciso di concedere il proprio patrocinio alla mostra.
Come scrive il critico e storico dell’arte Maurizio Vanni nell’introduzione al catalogo della mostra, “…l'arte di Fiorella Pierobon è arte "di frontiera”, un cammino in equilibrio sul confine che divide la visione onirica dalla percezione emotiva della realtà. I "Percorsi di luce” di Fiorella sono appercezioni che superano il limite degli spazi e scavano nell'anima dell'interlocutore per stimolarne reazioni e riflessioni, senza fornire chiavi di lettura che potrebbero rimandare alla visione realistica del soggetto. La purezza formale e cromatica con cui dipinge e la continua sperimentazione espressiva ne sono dimostrazione. L’essenza del tutto per lei non vuol dire creare in maniera semplicistica, ma andare a leggere quei meccanismi che animano e muovono le cose: il suo fare arte non corrisponde a una fuga dalla vita, ma è un mezzo per spingersi ancora più a fondo nella sua conoscenza e nella comprensione personale in una dimensione in cui il colore e la materia assumono un ruolo fondamentale”.
Fiorella Pierobon, dopo la ventennale esperienza televisiva a Canale 5, nel 2003, si è trasferita a vivere in Francia, a Nizza dove nel 2007 ha aperto il suo atelier di pittura dove crea, espone e vende le sue opere. Dopo diverse esposizioni personali e collettive in Italia Francia, Inghilterra, Monaco, Giappone etc. nel dicembre 2011, Fiorella Pierobon è stata invitata ad esporre alla 54esima edizione della Biennale di Venezia.
Racconta la Pierobon: “L’ispirazione artistica di “Percorsi di luce” nasce dalla mia passione per i libri storici, con particolare riferimento al Medioevo, ai Catari e ai Templari. Studiare la storia del Cammino di Santiago e della “bisaccia e bordone” è stata la premessa per arrivare a scoprire la Via Francigena, la sua storia e quella dei pellegrini che la percorrevano. La mia tecnica pittorica è astratta e, per scelta, preferisco dare indicazioni di colore, movimento, materia e forma, piuttosto di rendere esplicito e immediatamente decifrabile ciò che dipingo. Lascio al visitatore la libertà di scegliere e di comprendere, se vuole, i miei sentimenti e le emozioni che ho riportato sulla tela nel momento della creazione. O, in alternativa, di crearsene delle proprie. Il mio obiettivo, anche attraverso le mie opere, è cercare di fare riflettere attorno alle questioni relative al viaggio, spirituale e fisico, principalmente laico, nell’intento di cercare un dialogo tra le diverse culture europee”.
Aggiunge lo storico Marco Tamborini: “…sul ciglione collinare che divide il lago di Comabbio con quello di Monate, un pellegrino francese di Orléans, Ansegiso, all'inizio del Mille, percorrendo questa strada vi fece sosta e decise di fondare una chiesa con ospizio per dar sollievo e riposo ai viandanti di passaggio, chiamandolo Santo Sepolcro. Su questa strada, presso San Sepolcro crebbe il villaggio di Ternate ed è in questa località che oggi Fiorella Pierobon ci propone le sue opere in mostra. È la stessa Pierobon un pellegrino d'arte, un messaggero di sensazioni che, come l'Ansegiso di Orléans dell'anno Mille, si è fermata a San Sepolcro di Ternate, affascinata dalla bellezza del luogo, tra laghi silenti e verdi colline. Ma per lei è anche un percorso di ritorno, tra le terre vissute e amate in gioventù, un percorso che vede una luce nuova e inaspettata lungo un perenne pellegrinaggio senza fine”.

venerdì 1 maggio 2015

“Lo scettro e la preghiera. Carlo Magno e i Carolingi nelle pergamene dell’Abbazia di Nonantola”

L’Abbazia romanica di Nonantola (VIII sec.), patrimonio architettonico-storico-culturale di importanza europea, apre le porte del proprio straordinario archivio e mette in mostra preziosi tesori finora inediti e mai esposti tutti insieme. Da domenica 3 maggio 2015, infatti, presso il Museo Benedettino e Diocesano, sarà possibile visitare un nuovo spazio espositivo riallestito che andrà ad ospitare una mostra di pergamene straordinarie, se si considera che qui sono custoditi documenti dei più celebri imperatori e papi: “Lo scettro e la preghiera. Carlo Magno e i Carolingi nelle pergamene dell’Abbazia di Nonantola”. Il caso dell’Abbazia di Nonantola è significativo: questo è uno dei rarissimi luoghi al modo in cui sono custoditi i documenti di quasi tutti gli imperatori carolingi, con i tre diplomi di Carlo Magno, quelli di Ludovico il Pio, Lotario, Ludovico II, Carlomanno, ed alcuni messi imperiali della stessa epoca.
La nuova esposizione permanente intende valorizzare un ricchissimo patrimonio archivistico di proprietà dell’Abbazia: presso l’Archivio Storico Abbaziale si conservano 4.537 pergamene, numero straordinario che fa di questo sito un punto di interesse europeo per la storia medievale. In particolare, verranno esposte dodici inedite pergamene di Carlo Magno e dei suoi successori, gli imperatori carolingi. Tre sono i documenti di Carlo Magno, di cui uno recante il suo celeberrimo monogramma, ed un altro dell’801 che cita – primo caso al mondo – Carlo Magno col titolo di imperator, affiancati da altri che portano i nomi di Ludovico il Pio, Lotario, Carlomanno, Ludovico II. L’Abbazia di Nonantola, fondata nel 752 durante il regno del longobardo Astolfo, fu uno dei centri monastici più importanti al servizio dei sovrani nei secoli dell’Alto Medioevo, ed ebbe contatti frequenti con Carlo Magno ed i Carolingi, che se ne servirono per l’amministrazione del proprio impero in chiave politica, economica, sociale, giuridica, culturale ed ovviamente religiosa. Carlo stesso con ogni probabilità fece sosta nel monastero nonantolano nel tragitto che da Aquisgrana lo portò a Roma per essere incoronato imperatore la notte di Natale dell’800. Gli abati d’età carolingia ebbero funzioni di ambasciatori per conto di Carlo e dei suoi successori presso Costantinopoli, sede dell’Impero Romano d’Oriente, legame stretto che è attestato, oltre che per la presenza dell’Insigne Reliquia della Santa Croce (sec. X), anche dal recente ritrovamento in Abbazia del prezioso sciamito rosso con aquile (sec. VIII-IX).

Accanto alle pergamene troveranno nuova collocazione i tre codici medievali miniati, fabbricati dai monaci amanuensi e miniatori nello scriptorium che qui fu attivo dall’ VIII al XII secolo, unici superstiti di un ricco patrimonio oggi disperso in diverse biblioteche europee. Il primo è l’Evangelario di Matilde di Canossa (XI sec.), sontuosamente miniato con 10 illustrazioni dei principali eventi della vita di Cristo insieme alla sua preziosa coperta in argento dorato, libro che la contessa utilizzò durante i suoi soggiorni nel monastero. Poi vi è il Graduale o Cantatorio (XI sec.), uno dei più antichi codici musicali con le melodie gregoriane, ed infine l’Acta Sanctorum, contenente le vicende agiografiche relative ai sette santi venerati nell’Abbazia.
La mostra intende chiudere le celebrazioni dell’anno dedicato al XII Centenario della morte di Carlo Magno (814-2014). A corredo della mostra è stato realizzato un prezioso volume con le pergamene carolinge commentate, ampia documentazione fotografica sia delle pergamene che dei codici dello scriptorium e la raccolta dei luoghi in Italia e nel modenese riferibili alla figura di Carlo Magno.
Orari di apertura: dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 18.00. Ingresso dal Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra, Via Marconi 3 – Nonantola (MO).
Info e prenotazioni (obbligatoria per comitive): 059 549025 o museo@abbazia-nonantola.net. web: www.abbazia-nonantola.net.