Scriveva Umberto Eco: “Proprio per sfatare la leggenda degli evi bui, è
infatti opportuno riflettere sul gusto medievale per la luce. Il
Medioevo identificava la bellezza (oltre che con la proporzione) con la
luce e il colore, e questo colore era sempre elementare: una sinfonia di
rosso, azzurro, oro, argento, bianco e verde, senza sfumature e
chiaroscuri, dove lo splendore si genera dall’accordo d’insieme anziché
farsi determinare da una luce che avvolge le cose dall’esterno o far
stillare il colore oltre i limiti della figura. Nelle miniature
medievali la luce sembra irradiarsi dagli oggetti”; e ancora: “l’uomo
medievale vedeva il mondo come una foresta piena di pericoli ma anche di
rivelazioni straordinarie e la Terra come una distesa di Paesi remoti
popolati da esseri splendidamente mostruosi.” Bertrand Russell si pone
storicamente al centro di quell’epoca: “Il Medioevo è stato rude,
cavalleresco e devoto; ma per giudicare un’epoca nella sua giusta luce,
si dovrebbe cercare di vederla com’era per colore che ci vivevano.
Soprattutto non bisogna dimenticare che, anche in quel tempo, gli uomini
erano comuni mortali alle prese più con i loro quotidiani problemi che
con gli elevati argomenti di cui parlano gli storici.” Luciano De
Crescenzo, con tutto l’umorismo che lo contraddistingueva, ironizzava:
“Il Medioevo è passato alla storia come il periodo dei secoli bui.
Nessuno, però, mi ha mai spiegato chi era stato a spegnere la luce.”
E l’artista di oggi, al di là
di ogni falsa convinzione, come lo interpreta quel periodo pieno di luce
e di colore, avvolto nello studio e nel discernimento di rivelazioni
straordinarie, narrato per leggende e per battaglie, illustrato per
mostri immaginari, idealizzato per donne e madonne angelicate, per poemi
e per versi che hanno posto le basi di una intera letteratura? Una
risposta la può dare la mostra “Passi di mille cavalieri… – Storie del
Medioevo”, curata da Luigi Castagna e Giuliana Cusino, artefici
dell’”Associazione Culturale Arte per Voi”, e presentata (sino al 23
ottobre 2022, orario d’apertura sabato e domenica dalle ore 16,00 alle 20,00) nell’ex
Chiesa di Santa Croce, in piazza Conte Rosso ad Avigliana (TO).
Una quarantina di artisti a
raccontare, in un ampio panorama, attraverso ceramiche, sculture,
dipinti, acquerelli e installazioni. Dalla rievocazione di Alfredo
Ciocca, che invero non bada con esattezza ai secoli ma affascina
riandando ai Magi di Benozzo Gozzoli, agli “Amanti” e al Liocorno di
Giuliana Cusino, finemente “decorati” tra argille e smalti; dall’”Eden”
rappresentato da Rocco Forgione in una affascinante prova storicamente
posta sulla scia dell’immaginifico Savinio, alla “Strega al rogo” di
Giancarlo Laurenti e al torneo di Pippo Leocata; ancora “Gli amanti”
incisi su rame da Vinicio Perugia e i giullari chiamati a ricreare una
piccola corte a firma di Nino Ventura.