sabato 22 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
I Libri del Silenzio
L’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna partecipa alle celebrazioni per il Millenario della Fondazione dell’eremo di Camaldoli
(1012-2012), con una mostra bibliografica a cura di Claudia Giuliani
dal titolo I libri del Silenzio. Scrittura e spiritualità sulle tracce
della storia dell’ordine camaldolese a Ravenna, dalle origini al XVI secolo.
La mostra, verrà inaugurata giovedì 20 dicembre 2012 alle 17.30 presso l’aula magna della Biblioteca Classense. La
mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di
Ravenna, che ha offerto il prestito di documenti straordinariamente
antichi ed importanti, e con il monastero di Camaldoli, che ha
consentito di riportare temporaneamente a Ravenna preziosi libri e anche
storiche reliquie come il braccio di Sant’Apollinare, patrono di
Ravenna, da secoli conservato a Camaldoli.
L’abbazia di Classe, situata
nella città natale del fondatore dell’ordine Romualdo, fu uno dei più
importanti cenobi dell’ordine camaldolese fra XII e XVI secolo. Il
monastero, collocato originariamente a Classe fuori accanto alla
basilica di Sant’Apollinare, si trasferì all’interno della città
all’inizio del XVI secolo. Nel grande complesso che i camaldolesi
edificarono nel corso di tre secoli si trova ora collocata la biblioteca
Classense, che certamente con la sua storia, la sua iconografia, la sua
architettura, ha conservato uno stretto legame con le proprie origini
monastiche, ancora leggibili fra le sue mura.
Qui, nell’aula magna, è visibile l’antica libreria camaldolese dei
monaci di Classe, che acquisì rilevanza sia quantitativa che qualitativa
nel XVIII secolo, grazie alle lungimiranti ed accorte competenze
dell’abate Pietro Canneti, perfettamente conservata nella sua prima
elaborazione progettuale, e che oggi fa da cornice ad un percorso
espositivo costituito da preziosi libri manoscritti e a stampa,
incisioni, documenti d’archivio, reliquie, testimonianze di importanti
eventi e assieme di una vita monastica ‘silenziosa‘, di letture, di meditazione, di preghiera, di studi umanistici.
I volumi e i documenti esposti, si riferiscono al periodo più antico di vita del monastero, a partire dall’XI secolo, fino al XVI e contribuiscono a ricostruire la dimensione culturale e spirituale dei libri prodotti, e letti, nell’ambito dell’ordine camaldolese dei primi secoli: regole e storie dell’ordine, preziosi libri di preghiera, codici ed incunaboli derivanti dal lavoro di studio degli umanisti camaldolesi, fra i quali ebbe grande rilevanza Ambrogio Traversari. Viene, inoltre, presentata una scelta dei libri della biblioteca cinquecentesca, costituita dall’abate di Classe nella seconda metà del Cinquecento, perfettamente conservati nelle originali rilegature.
I volumi e i documenti esposti, si riferiscono al periodo più antico di vita del monastero, a partire dall’XI secolo, fino al XVI e contribuiscono a ricostruire la dimensione culturale e spirituale dei libri prodotti, e letti, nell’ambito dell’ordine camaldolese dei primi secoli: regole e storie dell’ordine, preziosi libri di preghiera, codici ed incunaboli derivanti dal lavoro di studio degli umanisti camaldolesi, fra i quali ebbe grande rilevanza Ambrogio Traversari. Viene, inoltre, presentata una scelta dei libri della biblioteca cinquecentesca, costituita dall’abate di Classe nella seconda metà del Cinquecento, perfettamente conservati nelle originali rilegature.
Il titolo I libri del Silenzio si
riallaccia all’importanza del silenzio nell’esperienza monastica che
volle essere evidenziata dai camaldolesi di Classe, anche all’interno
del programma iconografico realizzato nel loro monastero. Nel XVII
secolo due grandi affreschi, l’uno raffigurante san Benedetto recante in
mano la regola aperta alla pagina ‘De Taciturnitate’,
l’altro san Romualdo intento a scrivere i salmi, vennero realizzati
sulle pareti del corridoio grande. Entrambi, sormontati da distici
latini, elogiano il silenzio e ne intimano la pratica ai monaci.
Ed è proprio fra le mura di quella che è oggi una prestigiosa
biblioteca in cui si conciliano la funzione di biblioteca storica,
tempio della conservazione e quella di biblioteca pubblica moderna,
vivace luogo d’informazione e di comunicazione in grado di soddisfare i
molteplici bisogni di un pubblico contemporaneo, che rimane immutato il
rapporto ‘silenzioso‘ tra libro e lettore.
Un legame intellettuale profondo, come testimonia l’illustrazione scelta ad identificare la mostra: un monaco camaldolese mentre studia sotto l’incombente invito al silenzio.
Un legame intellettuale profondo, come testimonia l’illustrazione scelta ad identificare la mostra: un monaco camaldolese mentre studia sotto l’incombente invito al silenzio.
Dal 21 dicembre 2012 al 1 aprile 2013.
Orari: dal martedì al sabato dalle 10 alle 17. Il 24 e 31 dicembre dalle
10 alle 13. Lunedì e festivi chiuso. Aperture straordinarie il 30
dicembre 2012, il 6 gennaio e il 1 aprile 2013 dalle 10 alle 13
Ingresso: libero. Visite guidate su prenotazione allo 0544-482116
Informazioni: www.classense.ra.it.
Ingresso: libero. Visite guidate su prenotazione allo 0544-482116
Informazioni: www.classense.ra.it.
giovedì 13 dicembre 2012
Evocando. 15 anni di Medioevo
L’Associazione Culturale Agresto di Monteriggioni
ha realizzato un evento speciale per celebrare i primi quindici anni di
percorso, attraverso una mostra fotografica ed espositiva a carattere
culturale che si terrà nel complesso monumentale di Abbadia Isola (SI) dal 22
dicembre 2012 al 6 gennaio 2013. Nella mostra ci sarà una rivisitazione per
immagini, oggetti e materiali delle attività rievocative e divulgative
dell’Agresto sulla storia medievale.
"L'Agresto - commenta il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini - è un gruppo di straordinari ragazzi, compresi anche quelli più avanti negli anni, che con entusiasmo e competenza sviluppano e promuovono la cultura del medioevo e delle pagine più belle ed affascinati della storia della nostra terra. Sono ormai partners fissi della Festa Medievale e di tanti altri eventi grandi e piccoli, che arricchiscono l'offerta culturale e turistica del territorio. Sono stati spesso alfieri della senesità in Toscana e nel resto d'Italia, partecipando a varie feste, rievocazioni e manifestazioni a sfondo storico. Di recente stanno ulteriormente affinando la propria inventiva mettendo a punto nuove proposte legate all'accoglienza turistica, che consistono ad esempio in passeggiate accompagnate da animatori vestiti in abiti medievali. Visitare la mostra è un'occasione per vederli da vicino".
Nella parte espositiva sono stati allestiti: uno spazio con gli abiti e gli accessori di epoca medievale, ricostruiti dall'Associazione attraverso studi iconografici e storici, un'area dedicata agli strumenti medievali, ai materiali e ad alcuni manufatti realizzati in questi quindici anni, un’area multimediale con la proiezione di filmati e materiale fotografico esplicativo per le coreografie studiate per rappresentare la storia e le leggende. Presente in esposizione anche il modello del castello di Monteriggioni realizzato a cura della “Sangimignano 1300 srl". Per informazioni: Ufficio turistico di Monteriggioni tel/fax +39 0577 304834, info@monteriggioniturismo.it, oppure Associazione Culturale L’Agresto, info@agrestomonteriggioni.it.
"L'Agresto - commenta il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini - è un gruppo di straordinari ragazzi, compresi anche quelli più avanti negli anni, che con entusiasmo e competenza sviluppano e promuovono la cultura del medioevo e delle pagine più belle ed affascinati della storia della nostra terra. Sono ormai partners fissi della Festa Medievale e di tanti altri eventi grandi e piccoli, che arricchiscono l'offerta culturale e turistica del territorio. Sono stati spesso alfieri della senesità in Toscana e nel resto d'Italia, partecipando a varie feste, rievocazioni e manifestazioni a sfondo storico. Di recente stanno ulteriormente affinando la propria inventiva mettendo a punto nuove proposte legate all'accoglienza turistica, che consistono ad esempio in passeggiate accompagnate da animatori vestiti in abiti medievali. Visitare la mostra è un'occasione per vederli da vicino".
Nella parte espositiva sono stati allestiti: uno spazio con gli abiti e gli accessori di epoca medievale, ricostruiti dall'Associazione attraverso studi iconografici e storici, un'area dedicata agli strumenti medievali, ai materiali e ad alcuni manufatti realizzati in questi quindici anni, un’area multimediale con la proiezione di filmati e materiale fotografico esplicativo per le coreografie studiate per rappresentare la storia e le leggende. Presente in esposizione anche il modello del castello di Monteriggioni realizzato a cura della “Sangimignano 1300 srl". Per informazioni: Ufficio turistico di Monteriggioni tel/fax +39 0577 304834, info@monteriggioniturismo.it, oppure Associazione Culturale L’Agresto, info@agrestomonteriggioni.it.
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Ubicazione:
53035 Abbadia Isola SI, Italia
lunedì 3 dicembre 2012
Una Cattedrale rinnovata a Vercelli
Una Cattedrale rinnovata - Esposizione temporanea
Museo del Tesoro del Duomo, Vercelli - Dal 9 dicembre 2012 al 17 marzo 2013
Negli ultimi anni
l'Arcidiocesi di Vercelli si è impegnata nel rinnovamento strutturale e
liturgico della Cattedrale di Sant'Eusebio, per riportarla allo
splendore della ricostruzione settecentesca. La mostra, sulla scorta
dell’invito dell'Arcivescovo Masseroni nella Lettera Pastorale 2008-2009
"Pietre vive - Per la Chiesa Nostra Madre", vuole esplorare i segni
della Cattedrale come tempio di Dio e del suo popolo, celebrante gli eventi della storia salvifica e al contempo segnare le tappe della ricostruzione, cammino storico della Chiesa eusebiana.
Le sale del Museo del Tesoro del Duomo diventano così il luogo dove la
Cattedrale viene scrutata, esaminata e ricostruita nelle sue fasi più
antiche, oggi in gran parte illeggibili oppure radicalmente trasformate
nelle forme attuali, ma che possono diventare visibili grazie alle
importanti testimonianze esposte. In questo viaggio l’attenzione è
concentrata sui punti chiave: la Cattedrale antica, la devozione verso
S. Eusebio, l’altare, il battistero, l’organo, fino a giungere sul
sagrato della chiesa. L’esposizione, comprendente oggetti e
suppellettili ecclesiastiche, oltre a disegni e progetti in gran parte
inediti, è quindi un approfondimento volto a coronare il termine dei
lavori di ristrutturazione, ma anche a conoscere alcune delle
personalità che, nei secoli, hanno partecipato al cantiere della
Cattedrale di S. Eusebio.
martedì 27 novembre 2012
Nello Scrigno della Storia
La Libreria Internazionale “Italo Svevo” di Galleria Fenice a Trieste
ospiterà, dal 5 al 15 dicembre 2012, la mostra “Nello Scrigno della
Storia”, Perle di civiltà tergestina nell’Età di Mezzo.
L'evento - inserito nell'ambito delle ricorrenze per il tredicesimo
anno di attività dell'Associazione Tredici Casade - nel suo percorso
multimediale abbraccia momenti salienti della storia triestina nel
secondo millennio, con particolare riguardo al Trecento e al Settecento:
due secoli che hanno visto delle svolte epocali nella vita della nostra
città, e viene realizzato con il contributo della Direzione centrale
cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Comitato Promotore della Cultura Giuliana, l'Associazione El Campanon e la
Compagnia de Tergeste.
La rassegna espositiva è stata formulata in modo da assicurare una
particolare interazione con il pubblico tramite iniziative collaterali
presso la Sala conferenza della Libreria, condensate nel ricco
cartellone intitolato “Palcoscenico Triestino. Incontro sulla storia nel
corso dei secoli”, già oggetto di pubblicazioni librarie a cura del
Comitato Promotore della Cultura Giuliana all'interno della collana
“Palcoscenico triestino” per i tipi della Luglio Editore.
La mostra si concentra su alcune date fondamentali per la storia locale: il 1202, anno del Passaggio della Crociata cappeggiata dal Doge Enrico Dandolo e dell'atto di sottomissione alla Serenissima; il 1246, anno della fondazione della Confraternita dei Nobili ossia delle Tredici Casade, classe oligarchica preminente nel governo della città; il 1313, anno dello sterminio della Casata dei Ranfi. Viene analizzato anche il periodo 1369-1380 relativo all'assedio dei veneziani e loro successiva cacciata e gli accadimenti dell'anno 1382, legato alla dedizione di Trieste al Duca Leopoldo d’Austria.
La mostra si concentra su alcune date fondamentali per la storia locale: il 1202, anno del Passaggio della Crociata cappeggiata dal Doge Enrico Dandolo e dell'atto di sottomissione alla Serenissima; il 1246, anno della fondazione della Confraternita dei Nobili ossia delle Tredici Casade, classe oligarchica preminente nel governo della città; il 1313, anno dello sterminio della Casata dei Ranfi. Viene analizzato anche il periodo 1369-1380 relativo all'assedio dei veneziani e loro successiva cacciata e gli accadimenti dell'anno 1382, legato alla dedizione di Trieste al Duca Leopoldo d’Austria.
Gli eventi serali, in programma alle ore 18.00, avranno inizio con
l'inaugurazione della Mostra mercoledì 5 dicembre, con Renzo Arcon e
Edda Vidiz che introduranno i presenti nel medioevo fra le pagine del
libro "Int'el Satul de la Storia".
La mostra sarà visitabile ogni giorno (domenica esclusa) nell'orario di
apertura della libreria (10-13 e 15.30 -19.30) con ingresso libero.
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Ubicazione:
Galleria Fenice, 34125 Trieste, Italia
lunedì 26 novembre 2012
Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo
I Musei Civici d’Arte Antica – Istituzione Musei Civici organizzano – presso il Museo Civico Medievale – un’importante esposizione, curata da Daniele Benati e Massimo Medica,
che nasce dalla “fortunata” circostanza del deposito presso i Musei
Civici d’Arte Antica, da parte di un privato collezionista, di
due preziose tavole raffiguranti la Madonna con Bambino e la
Crocifissione, rispettivamente di Jacopo di Paolo (documentato dal 1378
al 1426) e di Simone di Filippo, detto dei Crocefissi (documentato dal
1355 al 1399).
Le due opere, esposte insieme ad altri dipinti su tavola ed a
miniature provenienti da musei e collezioni private, vanno ad accrescere
il già ricco nucleo di pittura medievale presente all’interno delle
Collezioni Comunali d’Arte e del Museo Davia Bargellini.
L’esposizione costituisce quindi l’occasione per mettere a confronto le due diverse personalità artistiche:
i due pittori bolognesi, cui è dedicata la mostra, furono infatti a
capo di importanti botteghe, che dominarono la scena artistica locale
durante la seconda metà del Trecento e, nel caso di Jacopo di Paolo,
fino al primo Quattrocento.
Simone, documentato come pittore a Bologna dal 1354 al 1399, è ancora attivo nel solco delle precedenti esperienze vitalesche,
che restituisce in una versione robustamente dialettale; figlio del
calzolaio Filippo di Benvenuto, viene ribattezzato Simone “dei
Crocifissi” in epoca seicentesca, per l’abilità nel dipingere “immagini
grandi del Redentore, per amor nostro confitto in croce” (Malvasia). La
sua fase iniziale è testimoniata a metà degli anni cinquanta del
Trecento dagli affreschi in parte firmati con le “Storie di Cristo”,
provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Mezzaratta, oggi conservati
nella Pinacoteca Nazionale, dove l’interesse per le soluzioni spaziali e
plastiche di origine giottesca fiorentina è riletto con una pungente
espressività.
Anche Jacopo di Paolo agli esordi è attivo nel cantiere di Mezzaratta, dove affresca due “Storie di Mosè”,
eseguite forse sulla base di idee di Jacopo Avanzi, in cui è evidente
l’apertura alle nuove istanze del neogiottismo, che peraltro costituisce
una costante del suo lungo percorso, non estraneo in ultimo perfino
alle più immaginose sollecitazioni tardo-gotiche di Giovanni da Modena.
Il forte senso plastico nelle figure e la razionalità dell’impianto
spaziale, riscontrabili ad esempio in dipinti quali la piccola tavola
con il “San Giovanni Battista”, di collezione privata, in deposito
presso il Museo Davia Bargellini, la piccola pala con “Madonna in
trono”, collezione privata, ora in deposito presso i Musei Civici d’Arte
Antica, le tavolette con le “Storie di Santa Margherita”, già
collezione Stramezzi, ora divise tra la Fondazione Longhi di Firenze e
la Galleria Moretti, sono infatti frutto di una diversa e nuova
riflessione sull’esperienza di Giotto, e divengono espressione di una
più moderna consapevolezza che dimostra lo scarto generazionale fra
Simone e Jacopo, pur essendo d’altro canto entrambi gli artisti in grado
di ottenere un ampio risalto nell’ambito cittadino, come attestano,
soprattutto per Jacopo di Paolo, gli importanti riconoscimenti ottenuti
in campo pubblico.
Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo
24 novembre 2012 – 3 marzo 2013
Orario d’apertura:
martedì-venerdì 9-15
sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 10-18.30
chiuso lunedì (feriali)
Consulta il sito
24 novembre 2012 – 3 marzo 2013
Orario d’apertura:
martedì-venerdì 9-15
sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 10-18.30
chiuso lunedì (feriali)
Consulta il sito
Informazioni:
Museo Civico Medievale
via Manzoni, 4 Bologna
Tel: 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
Museo Civico Medievale
via Manzoni, 4 Bologna
Tel: 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
martedì 20 novembre 2012
Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio
Dopo i successi ottenuti anche fuori regione, il percorso fotografico
di Giuseppe Ottaiano, dedicato ai castelli irpini, torna in Campania,
nella città in cui l’autore opera da oltre vent’anni. Dall’1 al 3
dicembre 2012, il Castello Ducale di Marigliano (NA), simbolo della storia
cittadina, ospiterà le immagini che danno vita alla Mostra Fotografica
“Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio”,
un percorso iconografico che ha contribuito, da oltre un anno, a
portare all’attenzione del grande pubblico il ricco patrimonio di siti
di incastellamento presenti in provincia di Avellino. La Mostra
Fotografica è risultato del lungo lavoro di ricerca che, da oltre
quattro anni, Giuseppe Ottaiano, Art Director di SEMA - Agenzia di
Comunicazione impegnata da sempre in progetti di valorizzazione del
territorio e fotografo per passione, svolge autonomamente e con fondi
propri coadiuvato dal suo team, consapevole dell’alto valore culturale
di questo patrimonio materiale, e spinto dal desiderio di creare una
mappatura completa delle roccaforti e dei manieri esistenti sul
territorio irpino. Un lavoro che mira ad estendere anche ad altre aree
della regione Campania. L’evento nasce su iniziativa dell’Associazione Culturale Terre di Campania, in collaborazione con il Napoli Club
Marigliano e le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, con lo
scopo di far conoscere nell’area metropolitana della provincia di Napoli
un patrimonio storico-architettonico unico nel suo genere e al contempo
di valorizzare uno dei simboli della Città di Marigliano. Una tre
giorni alla scoperta dell’Irpinia, terra di Feudi, Principati e Baronie,
e dei suoi castelli che raccontano di gesta eroiche e di raffinate arie
di corte.
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Ubicazione:
Marigliano NA, Italia
mercoledì 14 novembre 2012
La Madonna del Mantegna torna a Bergamo
Dopo quattro anni di assenza, la Madonna col Bambino di Andrea Mantegna
dell’Accademia Carrara di Bergamo ritorna ad essere esposta al pubblico, a conclusione
di un delicato e innovativo intervento di restauro progettato e realizzato dall’Opificio delle
Pietre Dure di Firenze.
Nel 2008 l’Accademia Carrara ha affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze una
delle opere più preziose delle sue collezioni: la Madonna con il Bambino di Andrea
Mantegna (tempera su tela, 43x31 cm.), tra i maestri del Rinascimento italiano.
E’ oggi giunto a conclusione il delicato e innovativo intervento di restauro del dipinto che sarà presentato in anteprima alla Galleria dell’Accademia di Firenze, per poi fare ritorno, attesissimo, a Bergamo.
E’ oggi giunto a conclusione il delicato e innovativo intervento di restauro del dipinto che sarà presentato in anteprima alla Galleria dell’Accademia di Firenze, per poi fare ritorno, attesissimo, a Bergamo.
Il dipinto, entrato nelle collezioni della Carrara nel 1851 per dono del raffinato
collezionista Carlo Marenzi, è noto non solo per il senso di mistero che induce ma
anche per la particolare tecnica artistica con cui è realizzato – tempera su tela -
utilizzata da Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso,
vicino agli esiti della pittura murale. Ci troviamo quindi di fronte a un caso eccezionale di
“tempera magra” non verniciata che ha sostanzialmente mantenuto l’effetto artistico
ricercato da Mantegna.
La splendida piccola tela della Carrara, che dato il soggetto e le dimensioni contenute
era con tutta probabilità un’opera destinata alla devozione privata, è stata collocata
dalla critica in periodi molto diversi dell’attività di Mantegna: chi la pone addirittura
nel cuore del periodo di Padova (1455 ca), chi all’inizio del periodo mantovano al servizio
dei Gonzaga (dal 1460), chi a conclusione della Camera degli Sposi (1465 - 1474), chi a
fine carriera dopo il ciclo del Trionfo di Cesare (1480- 1495). Le opere non datate di
Mantegna costituiscono infatti per la critica un vero rompicapo dato che, come ben
evidenziato dal critico inglese Roger Fry nei suoi studi su Mantegna dei primi del ‘900, il
pittore raggiunse uno stile definito e sicuro a un’età straordinariamente precoce e dal
punto di vista tecnico affinò i suoi metodi, perfezionandoli all’estremo, senza tuttavia mai
cambiarli materialmente. Negli ultimi anni ha raccolto un significativo consenso l'invito a
collocare cronologicamente il dipinto tra il 1475 e il 1480, all'apice della stagione
mantovana dell'artista.
Presentazione alla Galleria dell’Accademia di Firenze
Tribuna del David
13 novembre - 9 dicembre 2012
Firenze - via Ricasoli, 58
Firenze - via Ricasoli, 58
Orari: da martedì a domenica ore 8,15-18,50; chiuso lunedì
Presentazione a Bergamo:
Giovedì 13 dicembre 2012, ore 18.00
Bergamo Alta, Piazza Vecchia, Sala delle Capriate, Palazzo della Ragione (sede temporanea dell'Accademia Carrara)
Giovedì 13 dicembre 2012, ore 18.00
Bergamo Alta, Piazza Vecchia, Sala delle Capriate, Palazzo della Ragione (sede temporanea dell'Accademia Carrara)
A cura di M. Cristina Rodeschini
Progetto di allestimento: Attilio Gobbi Realizzazione dell’allestimento: ARCO srl, Seriate
Progetto di allestimento: Attilio Gobbi Realizzazione dell’allestimento: ARCO srl, Seriate
ORARI DI APERTURA
Invernale: da ottobre a maggio - martedì - venerdì: 9,30-17,30; sabato e domenica: 10-18.
BIGLIETTI
Intero: € 5,00; Ridotto e gruppi: € 3,00; Scuole, giovani card e family card: € 1,50
Agevolazione: Bergamo Card; Convenzione famiglie: Genitori biglietto intero, figli omaggio (fino a 18 anni compiuti)
Agevolazione: Bergamo Card; Convenzione famiglie: Genitori biglietto intero, figli omaggio (fino a 18 anni compiuti)
PRENOTAZIONI GRUPPI E VISITE GUIDATE: tel. +39 035 21 80 41, negli orari lunedì - venerdì
ore 9-18
Tutte le info nel sito dell'Accademia Carrara di Bergamo.
lunedì 5 novembre 2012
Le icone medioevali di Roma e del Lazio
Madonna Avvocata di Tivoli |
Il 12 novembre 2012 alle ore 11.30 presso la Sala Altoviti di Palazzo di
Venezia a Roma si terrà la conferenza stampa di presentazione della
mostra dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo
Edifici di Culto dal titolo "Tavole miracolose: Le icone medioevali di
Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto” a cura di Giorgio Leone.
Come si legge in una nota a cura della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma: "È la prima esposizione che il Ministero dell'Interno dedica al Medioevo ed è la prima in assoluto dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio. Ha il merito di rendere visibili dei preziosi tesori che ad oggi, data la particolare collocazione nelle chiese che li ospitano, sono stati scarsamente fruibili sia dal pubblico che dagli studiosi, i quali hanno potuto esaminarli direttamente soltanto in poche occasioni e mai in un numero così consistente".
"Roma conserva esemplari antichissimi di icone - prosegue la nota - condividendo tale primato solo con il Monastero di Santa Caterina del Monte Sinai e conta il numero maggiore di icone ascrivibili al periodo pre-iconoclasta. Due di esse saranno qui esposte, la Madonna col Bambino di Santa Maria Nova, il cui restauro curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro verrà presentato in occasione della mostra, e la Madonna di Santa Maria del Rosario, la più antica della serie delle Avvocate, che in epoca medievale costituirono le immagini mariane più venerate dai romani. Il Fondo Edifici di Culto ha la fortuna di annoverare, oltre all’esemplare pre-iconoclasta, altre quattro Madonne Avvocate, qui presentate assieme per la prima volta in assoluto".
"Tutte le icone romane medioevali hanno col tempo acquisito lo status di 'immagini miracolose' - si precisa nella nota - e come tavole taumaturgiche sono state insignite dalla metà del Seicento della corona, diventando punto di riferimento imprescindibile per la comunità dei fedeli.
Alcune volte esse hanno cambiato il loro 'volto' attraverso interventi di ridipintura dovuti ai cambiamenti del gusto artistico. Già dagli anni Cinquanta, fino ai recenti restauri, le rimozioni di questi rimaneggiamenti ci hanno restituito manufatti di eccellente valore artistico e di notevole antichità. Anche in occasione della presente mostra, come momento imprescindibile della doverosa attività di tutela del patrimonio del Fondo Edifici di Culto, in collaborazione con la Soprintendenza di Roma, sono stati intrapresi importanti interventi di revisione conservativa e di restauro, che costituiscono un’importante possibilità di confronto e di studio, specie su opere che sono ancora, come la Madonna di Farfa e la Madonna Avvocata di Tivoli – restaurata per la mostra -, al centro di un acceso dibattito critico. Infine, la visione ravvicinata consentirebbe più oculate osservazioni sulla tecnica di esecuzione, attraverso cui arricchire il patrimonio di conoscenze in via di costante acquisizione".
"Il recupero artistico di tali dipinti - continua la nota - costituisce un momento importante per riconsiderare le radici e la storia della pittura sacra occidentale e pone in risalto il legame con la tradizione ed in modo particolare con la devozione romana.
L’esposizione, infatti, garantisce il dovuto rispetto per le opere, attraverso un allestimento essenziale ma altamente evocativo. A garantire un percorso che sia al tempo stesso tematico e cronologico, sono state allestite quattro sezioni: la prima è dedicata alla più antica icona di Roma: l’Imago antiqua di Santa Francesca Romana; la seconda all’Avvocata, che per tutto il Medio Evo è da reputarsi la Madonna dei romani per eccellenza; la terza a quelle tavole che attestano in modo esemplare il passaggio dall’icona all’immagine di devozione e, infine, la quarta dedicata all’Altarolo di San Gregorio Magno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme - anch’esso presentato dopo il restauro -, un’opera composita in cui il valore iconico convive accanto a quello sacro, essendo al contempo immagine e reliquia".
"Ognuna delle sezioni - conlude in fine la nota - è corredata da pannelli didattici e da didascalie scritte in oro, in omaggio alla tradizione dei fondi oro, in armonia con l'ambiente e riportano informazioni sulla tecnica e sulla qualità storico-artistiche delle icone, illustrando per ognuna di esse una lettura della loro storia.
In mostra sarà presentato anche il restauro della Madonna della Catena di San Silvestro al Quirinale. Un suggestivo commento di musica sacra e canti bizantini accompagna il visitatore durante il percorso, immergendolo in un'esperienza visiva profondamente mistica". La Soprintendenza SPSAE per il Polo Museale della città di Roma.
Come si legge in una nota a cura della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma: "È la prima esposizione che il Ministero dell'Interno dedica al Medioevo ed è la prima in assoluto dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio. Ha il merito di rendere visibili dei preziosi tesori che ad oggi, data la particolare collocazione nelle chiese che li ospitano, sono stati scarsamente fruibili sia dal pubblico che dagli studiosi, i quali hanno potuto esaminarli direttamente soltanto in poche occasioni e mai in un numero così consistente".
"Roma conserva esemplari antichissimi di icone - prosegue la nota - condividendo tale primato solo con il Monastero di Santa Caterina del Monte Sinai e conta il numero maggiore di icone ascrivibili al periodo pre-iconoclasta. Due di esse saranno qui esposte, la Madonna col Bambino di Santa Maria Nova, il cui restauro curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro verrà presentato in occasione della mostra, e la Madonna di Santa Maria del Rosario, la più antica della serie delle Avvocate, che in epoca medievale costituirono le immagini mariane più venerate dai romani. Il Fondo Edifici di Culto ha la fortuna di annoverare, oltre all’esemplare pre-iconoclasta, altre quattro Madonne Avvocate, qui presentate assieme per la prima volta in assoluto".
"Tutte le icone romane medioevali hanno col tempo acquisito lo status di 'immagini miracolose' - si precisa nella nota - e come tavole taumaturgiche sono state insignite dalla metà del Seicento della corona, diventando punto di riferimento imprescindibile per la comunità dei fedeli.
Alcune volte esse hanno cambiato il loro 'volto' attraverso interventi di ridipintura dovuti ai cambiamenti del gusto artistico. Già dagli anni Cinquanta, fino ai recenti restauri, le rimozioni di questi rimaneggiamenti ci hanno restituito manufatti di eccellente valore artistico e di notevole antichità. Anche in occasione della presente mostra, come momento imprescindibile della doverosa attività di tutela del patrimonio del Fondo Edifici di Culto, in collaborazione con la Soprintendenza di Roma, sono stati intrapresi importanti interventi di revisione conservativa e di restauro, che costituiscono un’importante possibilità di confronto e di studio, specie su opere che sono ancora, come la Madonna di Farfa e la Madonna Avvocata di Tivoli – restaurata per la mostra -, al centro di un acceso dibattito critico. Infine, la visione ravvicinata consentirebbe più oculate osservazioni sulla tecnica di esecuzione, attraverso cui arricchire il patrimonio di conoscenze in via di costante acquisizione".
"Il recupero artistico di tali dipinti - continua la nota - costituisce un momento importante per riconsiderare le radici e la storia della pittura sacra occidentale e pone in risalto il legame con la tradizione ed in modo particolare con la devozione romana.
L’esposizione, infatti, garantisce il dovuto rispetto per le opere, attraverso un allestimento essenziale ma altamente evocativo. A garantire un percorso che sia al tempo stesso tematico e cronologico, sono state allestite quattro sezioni: la prima è dedicata alla più antica icona di Roma: l’Imago antiqua di Santa Francesca Romana; la seconda all’Avvocata, che per tutto il Medio Evo è da reputarsi la Madonna dei romani per eccellenza; la terza a quelle tavole che attestano in modo esemplare il passaggio dall’icona all’immagine di devozione e, infine, la quarta dedicata all’Altarolo di San Gregorio Magno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme - anch’esso presentato dopo il restauro -, un’opera composita in cui il valore iconico convive accanto a quello sacro, essendo al contempo immagine e reliquia".
"Ognuna delle sezioni - conlude in fine la nota - è corredata da pannelli didattici e da didascalie scritte in oro, in omaggio alla tradizione dei fondi oro, in armonia con l'ambiente e riportano informazioni sulla tecnica e sulla qualità storico-artistiche delle icone, illustrando per ognuna di esse una lettura della loro storia.
In mostra sarà presentato anche il restauro della Madonna della Catena di San Silvestro al Quirinale. Un suggestivo commento di musica sacra e canti bizantini accompagna il visitatore durante il percorso, immergendolo in un'esperienza visiva profondamente mistica". La Soprintendenza SPSAE per il Polo Museale della città di Roma.
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Ubicazione:
Via del Plebiscito, 118, 00186 Roma, Italia
martedì 30 ottobre 2012
Raccontare il Medioevo nel Frusinate
Il progetto "Raccontare il Medioevo nel Frusinate" ha come obiettivo
quello di far conoscere il patrimonio medievale dell'area ad un pubblico
più ampio, dal momento che le sue architetture, i suoi affreschi e i
suoi meravigliosi manoscritti, ben noti ed apprezzati dalla comunità
scientifica mondiale, rimangono a tutt'oggi poco valorizzati e raramente
vengono scelti come meta di turismo culturale.
Il Frusinate è stato però centrale nella produzione di cultura intorno all'anno Mille e la fioritura artistica di questo periodo ha lasciato importanti testimonianza sul territorio.
Alcuni elementi di questo patrimonio, in particolare i beni librari e gli affreschi, non sono facilmente accessibili, sia a causa della loro vulnerabilità che per le difficoltà di interpretazione che presentano agli occhi di un visitatore moderno.
Attraverso questo progetto è stato inoltre possibile creare un "Museo Impossibile", un luogo virtuale in cui mostrare i testi e le illustrazioni dei manoscritti medievali che non possono essere visti e tantomeno toccati dal pubblico di non addetti ai lavori, dal momento che potrebbero rovinarsi anche solo per essere stati esposti alla luce.
Il Frusinate è stato però centrale nella produzione di cultura intorno all'anno Mille e la fioritura artistica di questo periodo ha lasciato importanti testimonianza sul territorio.
Alcuni elementi di questo patrimonio, in particolare i beni librari e gli affreschi, non sono facilmente accessibili, sia a causa della loro vulnerabilità che per le difficoltà di interpretazione che presentano agli occhi di un visitatore moderno.
Attraverso questo progetto è stato inoltre possibile creare un "Museo Impossibile", un luogo virtuale in cui mostrare i testi e le illustrazioni dei manoscritti medievali che non possono essere visti e tantomeno toccati dal pubblico di non addetti ai lavori, dal momento che potrebbero rovinarsi anche solo per essere stati esposti alla luce.
Per questo si sono creati degli apparati interattivi utili come supporti
didattici in grado di illustrare le testimonianze del passato e di
riuscire così a "raccontare" quanto è accaduto in questo territorio
principalmente fra l'XI e il XIII secolo.
Le installazioni sono state progettate in modo da unire dati storici certi con un forte impatto emotivo; tutte le installazioni sono bilingui (italiano-inglese), multimediali e interattive, così da permettere ai visitatori di non essere solo spettatori passivi ma di diventare gli attori protagonisti di una propria avventura di scoperta.
Nel Palazzo Ducale di Atina (FR) i visitatori troveranno tre installazioni multimediali dedicate al Medioevo nel Basso Lazio, che verrà esplorato anche tramite un filmato con grafica 3D, che sarà proiettato al piano nobile del Palazzo Ducale. I tre apparati permetteranno al visitatore di seguire un personaggio medievale alla scoperta di castelli, chiese, abbazie e monasteri, di sfogliare un manoscritto medievale e di entrare in una biblioteca in cui, scegliendo fra sei volumi virtuali, si potrà avere una panoramica di tutti i saperi intorno all'anno Mille.
Le installazioni sono state progettate in modo da unire dati storici certi con un forte impatto emotivo; tutte le installazioni sono bilingui (italiano-inglese), multimediali e interattive, così da permettere ai visitatori di non essere solo spettatori passivi ma di diventare gli attori protagonisti di una propria avventura di scoperta.
Nel Palazzo Ducale di Atina (FR) i visitatori troveranno tre installazioni multimediali dedicate al Medioevo nel Basso Lazio, che verrà esplorato anche tramite un filmato con grafica 3D, che sarà proiettato al piano nobile del Palazzo Ducale. I tre apparati permetteranno al visitatore di seguire un personaggio medievale alla scoperta di castelli, chiese, abbazie e monasteri, di sfogliare un manoscritto medievale e di entrare in una biblioteca in cui, scegliendo fra sei volumi virtuali, si potrà avere una panoramica di tutti i saperi intorno all'anno Mille.
Il progetto prevede inoltre un itinerario turistico a cui si accede
tramite il sito www.futouring.com e tramite "Medioevie" (un'App per
IPhone); l'itinerario guida i visitatori attraverso i principali borghi
di origine medievale, con una proposta per il turismo culturale che
copre tutta la provincia.
"Raccontare il Medioevo nel Frusinate" fa parte del Distretto
tecnologico dei beni e delle attività culturali del Lazio, finanziato
da Filas e dalla Regione Lazio ed è stato realizzato da Civita servizi
srl, dall'Università degli Studi di Cassino e del Basso Lazio, da
Engineering Ingegneria Informatica spa e da Ciccarelli srl.
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Ubicazione:
03042 Atina FR, Italia
sabato 27 ottobre 2012
Sulla Via della Seta
Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente e Occidente.
Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le
ripide montagne e i pericolosi deserti dell'Asia centrale per scambiare
beni di lusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli
lontani: fu così che a poco a poco si creò quella rete di percorsi
riassunti poi sotto il suggestivo termine di "Via della seta". La mostra
organizzata in collaborazione con l'American Museum of Natural History
di New York ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel
periodo tra il VII e il XIV secolo d.C, rappresentando la moltitudine di
culture che animavano la Via della Seta attraverso la ricostruzione di
quattro città simbolo: Chang'an, l'odierna Xi'an, la capitale
cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città-oasi del
deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale; e
infine Baghdad, capitale del mondo islamico e sede del califfato.
Una sezione, realizzata in esclusiva per l'esposizione italiana, a cura di Luca Molà, Alexandra Wetzel e Ludovica Rosati, approfondisce il rapporto di alcune città italiane - soprattutto Venezia e Genova - con l'estremo Oriente negli ultimi secoli del Medioevo. Infatti, se Marco Polo è certamente il viaggiatore più conosciuto, va ricordato che non è stato il solo a cercare fortuna in Cina ai tempi del dominio mongolo: le fonti documentarie testimoniano con assoluta certezza la presenza di un nutrito nucleo di mercanti italiani nella Cina dell'epoca.
Una sezione, realizzata in esclusiva per l'esposizione italiana, a cura di Luca Molà, Alexandra Wetzel e Ludovica Rosati, approfondisce il rapporto di alcune città italiane - soprattutto Venezia e Genova - con l'estremo Oriente negli ultimi secoli del Medioevo. Infatti, se Marco Polo è certamente il viaggiatore più conosciuto, va ricordato che non è stato il solo a cercare fortuna in Cina ai tempi del dominio mongolo: le fonti documentarie testimoniano con assoluta certezza la presenza di un nutrito nucleo di mercanti italiani nella Cina dell'epoca.
Dal 27 ottobre 2012 al 24 marzo 2013:
Palazzo delle Esposizioni
Roma, Via Nazionale, 194
Martedì, mercoledì, giovedì e domenica ore 10.00 - 20.00
Venerdì e sabato ore 10.00 - 22.30
Chiuso lunedì
Palazzo delle Esposizioni
Roma, Via Nazionale, 194
Martedì, mercoledì, giovedì e domenica ore 10.00 - 20.00
Venerdì e sabato ore 10.00 - 22.30
Chiuso lunedì
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Telefono:
info e prenotazioni 0039 06 39967500 - 06 39967200 (scuole)
Fax:
0039 06 48941999
Sito web:
www.palazzoesposizioni.it
Email:
info.pde@palaexpo.it
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Ubicazione:
Via Nazionale, 194, 00184 Roma, Italia
mercoledì 24 ottobre 2012
Costantino 313 d.C.
Dal 25 ottobre 2012 al 17 marzo 2013, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Costantino 313 d.C., progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini.
Questa mostra celebra il 17° centenario dell’emanazione a Milano nel 313 d.C., da parte dei due Augusti Costantino e Licinio, delle disposizioni note come l’editto di Milano. Esse assicuravano la liceità del cristianesimo e di tutte le altre fedi
religiose in tutto l’impero romano.
L'esposizione vuole richiamare l’importanza della città di Milano nel IV secolo al centro del processo di unificazione dell’Europa e il livello culturale e artistico raggiunto dall’Impero all’età di Costantino.
Le sei sezioni del percorso espositivo illustrano l’aspetto di Mediolanum, sede imperiale, nel IV secolo d.C, la trasformazione dell’Impero operata da Costantino, dalle ultime persecuzioni alla sua scelta di rendere lecito il cristianesimo, sotto il segno del Chrismon, e la diffusione del simbolo, formato dall’incrocio delle due lettere iniziali del nome di Cristo (Xi e Rho), raffigurato su monete e su oggetti preziosi e d’uso comune in tutto l’Impero.
Segue una sezione dedicata alle testimonianze figurative pagane di età costantiniana che documentano il clima di tolleranza culturale voluto dall’imperatore.
Con particolare attenzione vengono raccontati i principali protagonisti del mondo di Costantino: l’esercito con una affascinante parata di armi della cavalleria imperiale, la chiesa con i primi luoghi di culto del cristianesimo ufficiale, la corte documentata da una galleria di ritratti imperiali e da splendidi oggetti d’arte che ci restituiranno la realtà della vita dell’epoca.
La mostra si conclude con una spettacolare sezione relativa alla figura di grande modernità di Elena madre di Costantino imperatrice e santa.
Il suo volto, i suoi viaggi alla ricerca della Croce e la sua fama in età moderna vengono documentati da grandiose statue-ritratto, raffinati oggetti, disegni e dipinti.
L’iniziativa è promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale, Museo Diocesano di Milano e la casa editrice Electa, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, l’Arcidiocesi di Milano e l’Università degli Studi di Milano.
L’evento è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Segreteria di Stato del Vaticano, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Patronato della Regione Lombardia e il Patrocinio della Provincia di Milano. La mostra è
realizzata con il sostegno della Fondazione Bracco.
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12
20122 Milano
Piazza Duomo 12
20122 Milano
Orari:
lunedì: 14.30 - 19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica: 9.30 - 19.30
giovedì, sabato: 9.30 - 22.30
il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura.
martedì, mercoledì, venerdì, domenica: 9.30 - 19.30
giovedì, sabato: 9.30 - 22.30
il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura.
Ubicazione:
Piazza del Duomo, 12, 20122 Milano, Italia
lunedì 22 ottobre 2012
Rocche, fortezze e castelli in Irpinia
Dal 6 al 13 novembre
2012, per iniziativa dell’EPT di Avellino, sarà esposta a Bari, presso
la Sala Angioina del Castello Svevo la mostra fotografica “Rocche,
Fortezze e Castelli in Irpinia” immagini come appunti di viaggio.
Percorso fotografico tra storia, natura e fede. Le pregevoli foto sono
state realizzate da Giuseppe Ottaiano. In Irpinia i siti di
incastellamento costituiscono un patrimonio inestimabile: oltre 70 tra
manieri, torri e borghi fortificati, dislocati su una superficie di
appena 2.791 Kmq.
La Mostra fotografica - che rientra
nell’ambito di un progetto di promozione extra regionale delle Terre
d’Irpinia - presenta al pubblico una selezione delle oltre 120 immagini
che compongono un ampio reportage fotografico, il cui obiettivo è quello
di proporre i manieri irpini in qualità di forti attrattori turistici,
tramite privilegiato tra il territorio e il visitatore. Attraverso le
vicende che lungo i secoli hanno interessato i Castelli, si svelano
infatti anche tutte le altre preziose risorse dell’Irpinia: arte,
cultura e tradizioni, senza dimenticare le tipicità eno-gastronomiche
locali, che potranno essere degustate durante la cerimonia di
inaugurazione che si terrà martedì 6 novembre alle ore 12 presso la Sala
Angioina del Castello Svevo di Bari.
All’evento inaugurale
interverrà l’Assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Regione
Campania, Giuseppe De Mita, che ha più volte ribadito «l’opportunità di
valorizzare le specificità territoriali che fanno dell’offerta turistica
campana una delle più competitive a livello nazionale».
Con
questa iniziativa l’EPT di Avellino intende consolidare un’azione di
valorizzazione extra regionale del territorio irpino, ricco di bellezze
naturali, di luoghi della storia e numerosi monumenti di epoca
medioevale, nonché di santuari, abbazie e basiliche che testimoniano la
profonda religiosità di queste terre.
Castello Svevo, Sala Angioina
Piazza Federico II di Svevia, 4
Apertura Castello ore 9,00 – 18,30
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lunedì 1 ottobre 2012
Barbara Gonzaga e la sua corte
Barbara Gonzaga di Mantova (1455-1503) riveste in qualità di prima
duchessa del Württemberg una particolare importanza nella storia del
paese. Sposa di Everardo il Barbuto giunse da Mantova attraversando le
Alpi e nel 1474 festeggiò le famose nozze di Urach e plasmò alla vita di
corte delle sue residenza di Urach, Stoccarda e Böblingen.
La mostra delinea lungo il cammino della vita di Barbara Gonzaga da Mantova al Württemberg l'ambiente culturale e politico delle diverse corti principesche e rende nota Barbara date le sue testimonianze personali - lettere, immagini, preziosi- come personalità sorprendente del suo tempo.
Interessanti manoscritti, disegni e incisioni a bulino, pezzi di stoffe e gioielli, monete e vasellame da tavola incorniciati dalla grandiosa musica di corte dei Gonzaga trasmettono un'impressione autentica dell'ambiente di vita di una donna nobile del Rinascimento, tra Medioevo ed Età moderna.
La mostra è stata organizzata dall'Archivio Centrale di Stato di Stoccarda del Land Baden-Württemberg in cooperazione con il Consolato Generale d'Italia di Stoccarda, l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Mantova, l'Archivio di Stato di Mantova, l'Istituto per Studi storici di Landeskunde e Scienza sussidiaria dell'Università di Tubinga, l'Amministrazione statale dei Castelli e dei Giardini del Baden-Württemberg e dall'Accademia musicale e di Arti figurative di Stoccarda.
Come mostra itinerante avrà sede nei luoghi della memoria di Barbara Gonzaga: Stoccarda, Kirchheim unter Teck, Böblingen, Urach e Mantova.
La mostra delinea lungo il cammino della vita di Barbara Gonzaga da Mantova al Württemberg l'ambiente culturale e politico delle diverse corti principesche e rende nota Barbara date le sue testimonianze personali - lettere, immagini, preziosi- come personalità sorprendente del suo tempo.
Interessanti manoscritti, disegni e incisioni a bulino, pezzi di stoffe e gioielli, monete e vasellame da tavola incorniciati dalla grandiosa musica di corte dei Gonzaga trasmettono un'impressione autentica dell'ambiente di vita di una donna nobile del Rinascimento, tra Medioevo ed Età moderna.
La mostra è stata organizzata dall'Archivio Centrale di Stato di Stoccarda del Land Baden-Württemberg in cooperazione con il Consolato Generale d'Italia di Stoccarda, l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Mantova, l'Archivio di Stato di Mantova, l'Istituto per Studi storici di Landeskunde e Scienza sussidiaria dell'Università di Tubinga, l'Amministrazione statale dei Castelli e dei Giardini del Baden-Württemberg e dall'Accademia musicale e di Arti figurative di Stoccarda.
Come mostra itinerante avrà sede nei luoghi della memoria di Barbara Gonzaga: Stoccarda, Kirchheim unter Teck, Böblingen, Urach e Mantova.
MUSEO DI PALAZZO DUCALE
Piazza Sordello, 40
46100 Mantova
tel. 0376-352111 / fax 0376-366274
mail sbsae-mn@beniculturali.it.
Piazza Sordello, 40
46100 Mantova
tel. 0376-352111 / fax 0376-366274
mail sbsae-mn@beniculturali.it.
Da martedì a domenica, ore 8.15 - 19.15
Fino al 6 gennaio 2013
Biglietto d'ingresso
Fino al 6 gennaio 2013
Biglietto d'ingresso
intero € 6,50
ridotto € 3,25
giovedì 27 settembre 2012
Cerveteri tra medioevo e rinascimento
Un’eccezionale mostra di arte medievale si inaugura domenica 30 settembre 2012
alle ore 17.00 a Cerveteri (Roma) in occasione delle Giornate Europee del
Patrimonio, iniziativa che coinvolge 50 Paesi europei tra cui in nostro
nel quale il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
organizza oltre 1500 appuntamenti in tutte le Regioni.
A Cerveteri l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione i locali di Case Grifoni, in Piazza Santa Maria, dove sarà allestita fino al 30 novembre 2012 la mostra “Cerveteri tra medioevo e rinascimento. Frammenti di vita quotidiana da un butto antico”. La mostra, curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e dal Nucleo Archeologico Antica Caere (NAAC) in collaborazione col Museo Nazionale Cerite resterà visitabile tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18,30).“Si tratta di una eccezionale esposizione di ceramiche e materiali che raccontano la storia di Cerveteri nell’età medievale e rinascimentale – ha spiegato Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio del Comune di Cerveteri – che deve essere visitata assolutamente. La mostra si compone di materiali archeologici unici, ancora poco conosciuti e poco studiati che possono raccontarci molto sulla storia medievale delle nostra Città. Cerveteri non è solo storia etrusca, ci sono mille anni di storia medievale ancora da studiare e capire grazie ai reperti scoperti nel nostro territorio”.
In tempi recenti, lungo la parete occidentale del pianoro su cui sorge Caere Vetus, è stata rinvenuta una "discarica" di materiale ceramico basso-medievale e rinascimentale, che appare di particolare rilievo per la ricostruzione dell'insediamento urbano di quel periodo. “La ricerca effettuata fino ad oggi su questi materiali – ha spiegato la dot.ssa Paola Quaranta della Soprintendenza per i Beni Archeologici – ha fornito ben pochi dati. I materiali archeologici rinvenuti costituiscono un documento unico sulle produzioni, i commerci e sullo status sociale della popolazione e, in questo caso, il dato archeologico individua un luogo in particolare, interno alla cinta urbana, su cui focalizzare la ricerca documentaria e delle fonti notarili. Abbiamo intenzione di proseguire questi studi ed approfondire la ricerca storica sulla Cerveteri medievale. È nostra intenzione fare anche delle pubblicazioni in merito perché l’archeologia può dare ancora tantissimo alla valorizzazione dei nostri patrimoni”.
A Cerveteri l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione i locali di Case Grifoni, in Piazza Santa Maria, dove sarà allestita fino al 30 novembre 2012 la mostra “Cerveteri tra medioevo e rinascimento. Frammenti di vita quotidiana da un butto antico”. La mostra, curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e dal Nucleo Archeologico Antica Caere (NAAC) in collaborazione col Museo Nazionale Cerite resterà visitabile tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18,30).“Si tratta di una eccezionale esposizione di ceramiche e materiali che raccontano la storia di Cerveteri nell’età medievale e rinascimentale – ha spiegato Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio del Comune di Cerveteri – che deve essere visitata assolutamente. La mostra si compone di materiali archeologici unici, ancora poco conosciuti e poco studiati che possono raccontarci molto sulla storia medievale delle nostra Città. Cerveteri non è solo storia etrusca, ci sono mille anni di storia medievale ancora da studiare e capire grazie ai reperti scoperti nel nostro territorio”.
In tempi recenti, lungo la parete occidentale del pianoro su cui sorge Caere Vetus, è stata rinvenuta una "discarica" di materiale ceramico basso-medievale e rinascimentale, che appare di particolare rilievo per la ricostruzione dell'insediamento urbano di quel periodo. “La ricerca effettuata fino ad oggi su questi materiali – ha spiegato la dot.ssa Paola Quaranta della Soprintendenza per i Beni Archeologici – ha fornito ben pochi dati. I materiali archeologici rinvenuti costituiscono un documento unico sulle produzioni, i commerci e sullo status sociale della popolazione e, in questo caso, il dato archeologico individua un luogo in particolare, interno alla cinta urbana, su cui focalizzare la ricerca documentaria e delle fonti notarili. Abbiamo intenzione di proseguire questi studi ed approfondire la ricerca storica sulla Cerveteri medievale. È nostra intenzione fare anche delle pubblicazioni in merito perché l’archeologia può dare ancora tantissimo alla valorizzazione dei nostri patrimoni”.
mercoledì 19 settembre 2012
Il Ducato di Milano tra Visconti e Sforza
La Città di Giussano (MB) in collaborazione con Perceval Archeostoria, Compagnia di Porta Giovia (Milano) e Officine Briantee e con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza
presenta la grande mostra
IL DUCATO DI MILANO TRA VISCONTI E SFORZA
Giussano (MB)
Villa Sartirana
Dal 30 settembre al 14 ottobre 2012
IL DUCATO DI MILANO TRA VISCONTI E SFORZA
Giussano (MB)
Villa Sartirana
Dal 30 settembre al 14 ottobre 2012
La mostra “Il Ducato di Milano tra Visconti
e Sforza”, a cura della milanese Compagnia di Porta Giovia in
collaborazione con Officine Briantee aperta al pubblico a Villa
Sartirana di Giussano (MB) propone uno spaccato di
quest'epoca. Si inizia con due plastici che rappresentano Milano nel XIV
secolo e una pusterla (porta di accesso) della città. Nelle salette,
tre bacheche esporranno oggetti originali e repliche inerenti vari
aspetti della vita quotidiana nel XIV secolo: verranno illustrati gli
svaghi e i giochi dei ceti più alti, gli oggetti simbolo di potere e
ricchezza, gli aspetti produttivi degli oggetti d’uso comune, come
scarpe, fibbie e tessuti. La Sala Ottagoni sarà invece dedicata
all’aspetto bellico: due manichini di armati (un uomo d’arme e un
palvesario) introdurranno al “mestiere delle armi” insieme a una
bacheca con vari originali di armi e repliche ed una sezione relativa
alla polvere da sparo. I veri “gioielli” in mostra saranno però una
bombarda leonardesca, una spingarda inceppata, un archibusone da posta,
uno schioppetto e una bombardella, oltre alle prime armi da fuoco
medievali, portatili e non. I vasti spazi della Limonaia saranno
dedicati alle scoperte e invenzioni medioevali che fanno ormai parte
della nostra vita quotidiana. Dopo essere entrati nell'ultima sala, che
ricrea l’intimo ambiente di una camera da letto di un ceto medio alto
con mobili, suppellettili e drappeggi, chiudono la suggestiva
esposizione alcuni manichini in abiti civili, di diversa condizione
sociale.
Ad arricchire l'evento, alcune iniziative
collaterali. Il 30 settembre, in occasione dell'inaugurazione che si
terrà alle ore 17, la conferenza introduttiva "Dalle pietre ai cannoni.
Macchinari bellici dal Medioevo a Leonardo" tenuta dal prof. Piersergio
Allevi. Il pomeriggio del 7 ottobre, la Compagnia di Porta Giovia terrà
un laboratorio didattico sulla scrittura e sulla miniatura che vedrà la
preparazione dei colori, gli inchiostri, l'uso delle tavolette di cera,
eccetera. Il pubblico interessato potrà provare di persona le varie
tecniche (l'evento è rivolto principalmente ai bambini).
Infine, sabato 13 ottobre, alle 21, si terrà invece la lettura teatrale "Le leggende del Ducato" (testo di Elena Percivaldi), interpretata da Graziano Molteni e Paola Donati per la regia di Sara Citterio e Graziano Molteni.
Infine, sabato 13 ottobre, alle 21, si terrà invece la lettura teatrale "Le leggende del Ducato" (testo di Elena Percivaldi), interpretata da Graziano Molteni e Paola Donati per la regia di Sara Citterio e Graziano Molteni.
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Ubicazione:
Via Carroccio, 2, 20833 Giussano MB, Italia
giovedì 6 settembre 2012
Magnifici tre
Spettacolari come dipinti, preziosi come gioielli: sono i codici miniati fatti realizzare alla fine del Quattrocento da Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. Capolavori assoluti del Rinascimento che per la prima volta dopo cinque secoli saranno riuniti ed esposti insieme a Firenze nella mostra "Magnifici tre. I libri-gioiello di Lorenzo de' Medici" in programma dall'11 settembre al 20 ottobre 2012.
Promossa dalla Biblioteca Medicea Laurenziana e da Franco Cosimo Panini Editore con il patrocinio del Comune di Firenze, la mostra è la prima interamente dedicata ai tre libri d'Ore (cioè di preghiere) commissionati dal Magnifico come doni nuziali
per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. Riccamente decorati e
impreziositi da sontuose legature con ori, argenti, pietre dure e smalti
policromi, questi codici sono piú simili a gioielli che a libri da
sfogliare. Oggi i codici sono gelosamente custoditi da tre diverse
biblioteche: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Bayerische
Staatsbibliothek di Monaco e la Rothschild Collection di Waddesdon Manor, in Inghilterra.
Il manoscritto conservato da quest'ultima – classificato come MS. 16 e noto come codice Medici-Rothschild dal nome degli attuali proprietari – tornerà in Italia e sarà esposto per la prima volta.
Esso sarà affiancato dal codice Ms. Ashburnam 1874 della Biblioteca
Medicea Laurenziana, preservato in un caveau blindato per ragioni di
conservazioni e dunque abitualmente inaccessibile al pubblico.
Del codice conservato in Germania, troppo fragile per essere
trasportato in Italia, sarà esposta una fedele copia in facsimile, che
andrà così a completare la "trilogia medicea". Una
circostanza unica che permetterà al grande pubblico di scoprire questi
tesori poco noti del Rinascimento e agli studiosi di confrontare dal
vivo i manoscritti.
La visione dei manoscritti costituisce il momento finale
di un percorso espositivo che immerge il visitatore all'interno delle
tre opere. Oltre ai codici originali, in mostra saranno infatti esposte
più di sessanta riproduzioni facsimilari delle pagine miniate, divise
per tema: saranno così messe a confronto e commentate le illustrazioni
dei tre Calendari (con le pittoresche scene delle attività svolte nei vari mesi dell'anno) e le straordinarie immagini degli Incipit,
le più ricche di ogni libro. Le riproduzioni facsimilari delle pagine
presentano le stesse caratteristiche formali, cromatiche e tattili degli
originali, ma a differenza di questi ultimi possono essere ammirate e persino toccate dai visitatori.
La
mostra, aperta dal lunedì al sabato (ore 9.30-13.30) si svolge presso
la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Lo stesso biglietto (euro 3,00)
permette di visitare anche il celeberrimo Vestibolo e la Sala di Lettura
progettati da Michelangelo.
La mostra è organizzata e prodotta da Franco Cosimo Panini Editore, che ha recentemente pubblicato l'edizione in facsimile del codice Medici-Rothschild.
Informazioni per il pubblico:
Telefono 055 210760
Mail info@magnificitre.it
Web: www.magnificitre.it.
lunedì 23 luglio 2012
Museo della Civiltà Normanna
IL CESN festeggia il traguardo dei 20 anni
di attività arricchendo la collezione del Museo della civiltà Normanna.
In mostra 220 esemplari autentici di armi che coprono 2000 anni di
storia e un rarissimo pilum romano.
Il museo della civiltà normanna nel Castello di Ariano Irpino si arricchisce di una nuova importante collezione. Lunedì 23 luglio 2012 alle ore 17,00 sarà inaugurata la Sala delle Armi “Mario Troso”, che mette a disposizione del pubblico una raccolta unica nel suo genere. E’ il modo migliore per festeggiare il traguardo dei 20 anni di attività tagliato dal CESN, il Centro Europeo di Studi Normanni, l’istituzione fortemente voluta e guidata dal prof. Ortensio Zecchino e promotrice negli anni di iniziative di studio e divulgative di rilievo internazionale.
Al convegno inaugurale presiederà Girolamo Arnaldi, Accademico dei Lincei. Dopo i saluti del Sindaco, Antonio Mainiero, e dell’Assessore alla Cultura, Manfredi D’Amato, le relazioni di Ortensio Zecchino su “Spade e Vangelo” e di Mario Troso su “Armi in asta”; interverranno Luciano Criscuoli, Capo dipartimento Ricerca ed Istruzione della Regione Campania, Caterina Miraglia, Assessore Regionale Cultura, Musei e Biblioteche e Guido Possa, Presidente della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica. La sala delle armi nel Museo della Civiltà Normanna, allestito dal Centro Europeo di Studi Normanni ed ospitato nel Castello di Ariano Irpino, fa rivivere nell’antico maniero il mito del “mestiere delle armi” con un’esposizione permanente di una grande varietà di armi che copre un arco temporale di oltre duemila anni, compreso tra i secoli V a.C. e XVIII d.C. A cominciare dalle armi in asta acquisite, inventariate in molti decenni, dalla passione e dalla competenza dell’Ing. Mario Troso, noto studioso di armi e strategie militari, al quale la sala è intitolata. Duecentoventi esemplari autentici di armi accolgono il visitatore come in una parata. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: alabarde, picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo pilum romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della battaglia di Hastinhgs, recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l’epopea normanna in Europa, spiccano un’armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII sec. ed un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.
Il museo della civiltà normanna nel Castello di Ariano Irpino si arricchisce di una nuova importante collezione. Lunedì 23 luglio 2012 alle ore 17,00 sarà inaugurata la Sala delle Armi “Mario Troso”, che mette a disposizione del pubblico una raccolta unica nel suo genere. E’ il modo migliore per festeggiare il traguardo dei 20 anni di attività tagliato dal CESN, il Centro Europeo di Studi Normanni, l’istituzione fortemente voluta e guidata dal prof. Ortensio Zecchino e promotrice negli anni di iniziative di studio e divulgative di rilievo internazionale.
Al convegno inaugurale presiederà Girolamo Arnaldi, Accademico dei Lincei. Dopo i saluti del Sindaco, Antonio Mainiero, e dell’Assessore alla Cultura, Manfredi D’Amato, le relazioni di Ortensio Zecchino su “Spade e Vangelo” e di Mario Troso su “Armi in asta”; interverranno Luciano Criscuoli, Capo dipartimento Ricerca ed Istruzione della Regione Campania, Caterina Miraglia, Assessore Regionale Cultura, Musei e Biblioteche e Guido Possa, Presidente della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica. La sala delle armi nel Museo della Civiltà Normanna, allestito dal Centro Europeo di Studi Normanni ed ospitato nel Castello di Ariano Irpino, fa rivivere nell’antico maniero il mito del “mestiere delle armi” con un’esposizione permanente di una grande varietà di armi che copre un arco temporale di oltre duemila anni, compreso tra i secoli V a.C. e XVIII d.C. A cominciare dalle armi in asta acquisite, inventariate in molti decenni, dalla passione e dalla competenza dell’Ing. Mario Troso, noto studioso di armi e strategie militari, al quale la sala è intitolata. Duecentoventi esemplari autentici di armi accolgono il visitatore come in una parata. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: alabarde, picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo pilum romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della battaglia di Hastinhgs, recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l’epopea normanna in Europa, spiccano un’armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII sec. ed un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.
Ubicazione:
83031 Ariano Irpino AV, Italia
sabato 14 luglio 2012
Vestes armaque in Media Aetate
Prorogata, grazie all’ottimo successo di pubblico, la esposizione “La forza e l’eleganza – Vestes armaque in Media Aetate”, realizzata
dalla Associazione Palio di Feltre in occasione della mostra
dell’Artigianato ed ora nuovamente visitabile, e allestita nello
splendido Salone affrescato del Castello di Feltre, da sabato 14 luglio
sino al 4 agosto 2012.
In mostra al Castello le due anime del Palio di Feltre: la forza e l’eleganza.
Ammirabili nello spazio espositivo ricavato nella parte antica,
cinquecentesca, del maniero sono armi del periodo medievale, simbolo di
forza, potenza e virilità e vesti riccamente decorate, emblema di
raffinata e femminile eleganza.
La mostra, infatti, si sviluppa secondo due tematiche principali
proprie dell’epoca medioevale: costumi del corteo storico del Palio (XIV
secolo) e armi e armature dal XII-XV secolo esposte assieme a una
nutrita serie di archi di varie epoche e origini.
Le vesti del Palio, frutto dell’attento studio iconografico
dell’epoca quattrocentesca realizzato su affreschi conservati a Feltre e
in luoghi storici vicini, propongono le monture nobili, da nobildonna e
signore del XIV secolo. Il confezionamento dei costumi è stato
realizzato, grazie all’attento lavoro di Luisa Gorza, dalla sartoria del
Palio.
La sezione dedicata alle armi bianche e alle armature vede la
presenza di numerose spade medioevali di varia foggia del periodo dal
XII al XV secolo, armature di Crociato del XII sec. e di soldati a piedi
con montura in cuoio borchiato del XV sec, nonché diversi tipi di
alabarde, anche da parata, dal XV-XVI secolo.
La parte espositiva del’arceria, comprende una importante varietà
degli archi, sia occidentali che orientali compresi dal XI al XVII
secolo. (gli archi sono stati forniti dalla Arceria la “Jurta” di Villa
Lagarina di Trento). Singolari alcuni pezzi esposti come l’Arco cinese
originale del XI sec. – il famoso “lombo inglese” del XIV sec. potente e
di lunga gittata.
Completano la mostra numerosi scudi e frecce di varia foggia e di
diverse epoche. La esposizione realizzata dall’Associazione Il Palio di
Feltre, curata da Fabio Giudice e da Alfonso Sampieri, sarà visitabile,
grazie agli animatori culturali dell’associazione Il Fondaco per Feltre,
che ne assicureranno l’apertura fornendo al visitatore utili e
interessanti informazioni, nelle giornate di sabato e domenica, dal 14
luglio sino al 4 agosto, nei seguenti orari: 10.30-12.30 e 16.00-19.00.
mercoledì 4 luglio 2012
Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi
Dal 6 luglio 2012 al 6 gennaio 2013 il Museo nazionale di Villa Guinigi di
Lucca ospitera' la mostra ''Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi.
Battista di Gerio in San Quirico all'Olivo''. L'evento e' organizzato
dalla Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara in collaborazione
con il Muse'e du Petit Palais di Avignone e il CICRP (Centro
Interregionale per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio) di
Marsiglia.
Fulcro della mostra e' la ricomposizione del trittico realizzato nel
1417 da Battista di Gerio per la Chiesa di San Quirico all'Olivo, oggi
di proprieta' privata e chiusa al culto, le cui parti furono disperse
tra Lucca, Avignone e Philadelphia.
L'esposizione, integrata da supporti multimediali, sara' allestita
all'interno del percorso museale nella sezione dedicata al Gotico e al
Rinascimento, offrendo al visitatore non solo l'occasione di vedere la
mostra, ma anche di scoprire il Museo di Villa Guinigi, la grandiosa
residenza estiva voluta da Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al
1430, nella zona suburbana dei borghi di Levante della citta' (fuori
della cerchia muraria medievale). In occasione dell'iniziativa, e'
previsto il libero ingresso alla mostra e al Museo nazionale di Villa
Guinigi.
venerdì 15 giugno 2012
Ricetti del Piemonte. I castelli del popolo.
Il Borgo Medievale di Torino presenta, nell’estate del 2012, una mostra dedicata ai ricetti,
forma piemontese di rifugio e fortificazione, diffusa lungo tutto il
medioevo. L’accesso al Borgo avviene - oggi come nel 1884 -
attraverso una torre-porta fortificata, munita di ponte levatoio: uno
degli elementi più famosi e fotografati del museo. La torre in
questione trae origine da un modello situato a Oglianico, nel basso
Canavese, ingresso al ricetto locale. Proprio questa suggestione ha
fornito lo spunto per realizzare una mostra che illustri al pubblico del Borgo Medievale l’importanza dei ricetti per la storia del Piemonte, la loro architettura, le tipologie più diffuse, le aree di localizzazione.
Ogni ricetto ha una storia differente, ma si può affermare che esistono degli elementi comuni: una cinta muraria potenziata da torri d’angolo, una o più torri porta d’accesso ed edifici interni non molto grandi, destinati ad abitazione e magazzino, separati tra loro da strette vie che s’incrociano a scacchiera. La fondazione di un ricetto è una questione complessa: poteva essere costruito per volontà di un signore, di un’abbazia o di una comunità, quest’ultimo caso soprattutto a partire dal Quattrocento. È preponderante, tuttavia, il caso della gestione condivisa dalla comunità e dal signore.
La torre-porta, su tutti, riveste un ruolo importante nel complesso architettonico: non è soltanto la via d’accesso, ma è anche la struttura su cui si regge il sistema difensivo. Era avanzata rispetto alla cortina muraria, si ergeva su due o più piani collegati da scale a pioli; le aperture verso l’esterno erano poche e limitate a finestre e feritoie per il controllo del territorio circostante. In molti casi potevano esserci due ingressi uno, per il transito dei carri, merci e cavalieri, l’altro per le persone a piedi. L’importanza di quest’elemento talvolta era rilevata anche da una decorazione architettonica più o meno elaborata.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Università di Torino, vuole presentare lo stato dell’arte sull’idea di ricetto e di fortificazione, cercando, al contempo, di valorizzare la capillare diffusione sul territorio di queste opere architettoniche piemontesi.
Venerdì 15 giugno 2012, giorno dell’inaugurazione, a partire dalle ore 17 la Compagnia di Sant’Uberto - associazione di volontariato composta da appassionati di storia medievale - proporrà una rievocazione storica con l’intento di ricreare un’ambientazione inerente la vita civile e militare dell’epoca. L’Associazione, basandosi rigorosamente su fonti scritte ed iconografiche, attraverso quest’attività intende sperimentare e far sperimentare in prima persona le modalità di vita nel medioevo italiano. Parallelamente alla mostra, si terranno nella sala baronale della Rocca tre conferenze divulgative a cura del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali), sulle tematiche trattate il 13 giugno, 5 settembre e 3 ottobre 2012. La prima, il 13 giugno alle ore 17,30 dal titolo “Fortificazioni del medioevo: per proteggere, per dominare, per esibire” è a cura del professor Giuseppe Sergi (Università di Torino). Saranno inoltre proposte, in collaborazione con Torino Città Capitale visite guidate a Candelo (BI) e Oglianico (TO) alla scoperta dei ricetti meglio conservati dell’area torinese.
Ingresso libero.
Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Info: 011 4431701
www.borgomedievaletorino.it
Ogni ricetto ha una storia differente, ma si può affermare che esistono degli elementi comuni: una cinta muraria potenziata da torri d’angolo, una o più torri porta d’accesso ed edifici interni non molto grandi, destinati ad abitazione e magazzino, separati tra loro da strette vie che s’incrociano a scacchiera. La fondazione di un ricetto è una questione complessa: poteva essere costruito per volontà di un signore, di un’abbazia o di una comunità, quest’ultimo caso soprattutto a partire dal Quattrocento. È preponderante, tuttavia, il caso della gestione condivisa dalla comunità e dal signore.
La torre-porta, su tutti, riveste un ruolo importante nel complesso architettonico: non è soltanto la via d’accesso, ma è anche la struttura su cui si regge il sistema difensivo. Era avanzata rispetto alla cortina muraria, si ergeva su due o più piani collegati da scale a pioli; le aperture verso l’esterno erano poche e limitate a finestre e feritoie per il controllo del territorio circostante. In molti casi potevano esserci due ingressi uno, per il transito dei carri, merci e cavalieri, l’altro per le persone a piedi. L’importanza di quest’elemento talvolta era rilevata anche da una decorazione architettonica più o meno elaborata.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Università di Torino, vuole presentare lo stato dell’arte sull’idea di ricetto e di fortificazione, cercando, al contempo, di valorizzare la capillare diffusione sul territorio di queste opere architettoniche piemontesi.
Venerdì 15 giugno 2012, giorno dell’inaugurazione, a partire dalle ore 17 la Compagnia di Sant’Uberto - associazione di volontariato composta da appassionati di storia medievale - proporrà una rievocazione storica con l’intento di ricreare un’ambientazione inerente la vita civile e militare dell’epoca. L’Associazione, basandosi rigorosamente su fonti scritte ed iconografiche, attraverso quest’attività intende sperimentare e far sperimentare in prima persona le modalità di vita nel medioevo italiano. Parallelamente alla mostra, si terranno nella sala baronale della Rocca tre conferenze divulgative a cura del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali), sulle tematiche trattate il 13 giugno, 5 settembre e 3 ottobre 2012. La prima, il 13 giugno alle ore 17,30 dal titolo “Fortificazioni del medioevo: per proteggere, per dominare, per esibire” è a cura del professor Giuseppe Sergi (Università di Torino). Saranno inoltre proposte, in collaborazione con Torino Città Capitale visite guidate a Candelo (BI) e Oglianico (TO) alla scoperta dei ricetti meglio conservati dell’area torinese.
Ingresso libero.
Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Info: 011 4431701
www.borgomedievaletorino.it
Ubicazione:
Viale Virgilio, 107, 10126 Torino, Italia
lunedì 11 giugno 2012
Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino
Un cammino culturale e spirituale per comprendere la straordinaria
novità del messaggio del Poverello, emblema del misticismo occidentale.
«Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino» è
una mostra «pretesto» per conoscere Rieti e la Valle Santa, «vivendo» il
francescanesimo nei quattro santuari di Greccio (dove nel Natale del
1223 realizzò la rievocazione della nascita di Gesù mediante il celebre
"Presepe vivente"), Poggio Bustone, La Foresta e Fontecolombo, luogo
questo dove il Santo di Assisi scrisse l'ultima «regola». È anche un
evento perché una mostra di tale importanza non viene delocalizzata
nella Capitale, ma realizzata a Rieti per promuoverne la conoscenza sul
piano iconografico ed artistico e per valorizzarne il territorio nella
sua vicenda biografica e nella storia del francescanesimo. E non da
ultimo, per riconoscere alla città un degno ruolo nel «Museo Italia».
Peraltro, la centralità dell'area laziale per la definizione e la
diffusione dell'immagine di Francesco è attestata dalla antica
rappresentazione del Santo nella cappella di San Gregorio nel Sacro
Speco di Subiaco, tanto che la regione può essere considerata una meta
privilegiata per la conoscenza degli aspetti storici e artistici legati
all'origine e alla diffusione della Regola francescana. La mostra, che
comprende cento opere legate alla figura del Santo, sarà inaugurata
sabato 16 giugno 2012 per rimanere aperta fino al 4 novembre 2012. Presentata al
Chiostro degli Aranci di Palazzetto Venezia a Roma e ideata da Anna
Imponente e Gianfranco Formichetti, nasce dalla collaborazione tra la
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del
Lazio e il Comune di Rieti. Si articola in tre diverse sedi. Negli spazi
della sezione storico-artistica del Museo Civico viene presentato un
nucleo di capolavori provenienti da tutta Italia: opere di grandi
artisti tra cui Cimabue e Margarito d'Arezzo per il Medioevo; Antoniazzo
Romano, Correggio proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e
Tiziano dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno per il Rinascimento;
Annibale Carracci dalla Galleria dell'Accademia di Venezia, Pietro da
Cortona per il Seicento. E, ancora, Giambattista Tiepolo dalla
Fondazione Querini Stampalia di Venezia per il Settecento; Domenico
Morelli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'Ottocento;
per il Novecento Duilio Cambellotti e Adolfo Wildt, per giungere
all'originale interpretazione fornitane ai nostri giorni da Mimmo
Paladino dal MART di Rovereto e da Norberto. Nella seconda sede, il
Salone delle Udienze del Palazzo Papale della Curia che ospita il Museo
dei Beni Ecclesiastici, sono esposte le opere provenienti dal territorio
reatino selezionate tra quanto di più interessante è stato espresso in
onore di San Francesco: dipinti, sculture e paramenti sacri che
testimoniano l'alta qualità della produzione locale. Tra le più notevoli
le tele di Vincenzo Manenti, Giovanni Paolo Cardone, Francesco da
Castello e il dipinto recentemente restituito al caravaggesco Bartolomeo
Manfredi, proveniente da Leonessa per le quali, in considerazione della
particolare fragilità delle opere su supporto ligneo, la Soprintendenza
ha promosso restauri finalizzati alla stabilizzazione delle condizioni
conservative e a renderne possibile l'esposizione in mostra per fornire
un'occasione importante di valorizzazione e di studio di queste opere,
il più delle volte conservate sacrestie di chiese e conventi
difficilmente accessibili. Nella terza sede, negli spazi espositivi
della Fondazione Varrone nel Palazzo Potenziani, sono raccolti oggetti
preziosi: codici, incisioni, stampe, reliquiari, abiti, testimonianze
vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio
reatino dalle origini ai giorni nostri. La comunicazione dell'evento è
arricchita dalla disponibilità di due applicazioni gratuite per iPhone,
iPad e Ipodtouch. Insomma, misticismo, arte, turismo e tecnologia: una
formula vincente.
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rinascimento
Ubicazione:
Rieti RI, Italia
mercoledì 6 giugno 2012
L’avventura della conoscenza
Venerdì 8 giugno 2012 l’Istituto Italiano di Cultura di Sofia ospiterà
l’inaugurazione della mostra “Masaccio - Beato Angelico - Piero della
Francesca. L’avventura della conoscenza”. Interverrà il Prof. Alessandro
Rovetta, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, curatore
della mostra.
L'eredità comune ai tre artisti è l'aspirazione alla conoscenza e
alla bellezza che cercarono di raggiungere confrontandosi con la
tradizione e impegnandosi nella ricerca del reale. Le opere
rappresentate - Masaccio (1401-1428), Cappella Brancacci in Santa Maria
del Carmine a Firenze, Beato Angelico (1387-1455), affreschi del
Convento di San Marco a Firenze, e Piero della Francesca (1410-1492), La
leggenda della Vera Croce della Chiesa di San Francesco ad Arezzo -
testimoniano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.
Obiettivo della mostra è quello di rendere partecipi i visitatori di
una straordinaria esperienza di conoscenza e creatività. Le immagini
esposte sono a grandezza naturale ed osservandole si ha l'impressione di
viverle da dentro.
Mostra, aperta fino al 20 giugno 2012, è realizzata
dall’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con l’Università
Cattolica Péter Pázmány e l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
mercoledì 11 aprile 2012
L'Avvenimento secondo Giotto
“Arriva” a Fermo la Cappella degli Scrovegni. Una grande mostra su
Giotto. A Fermo dal 14 al 28 aprile 2012. Il titolo è già
significativo: “L'Avvenimento secondo Giotto”. Si tratta di 40 immagini
che il grande pittore dipinse nella chiesa padovana. Nella Cappella
degli Scrovegni, Giotto ha messo in scena l'Avvenimento: quello di cui
la cristianità aveva fatto “giubilare memoria” nel 1300.
La grande mostra, curata dal prof. Roberto Filippetti, verrà allestita nel suggestivo Oratorio di san Domenico. Saranno 74 i pannelli che consentiranno di vedere a distanza ravvicinata l'opera del massimo pittore medievale. L'iniziativa ha visto il coinvolgimento di dodici universitari della facoltà di Beni Culturali che ha sede a Fermo.
Sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni, affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della carità.
Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita inizialmente per accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, è oggi considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell'arte occidentale. Nella pittura di Giotto tutto – dalle corrispondenze verticali e orizzontali alle prospettive architettoniche, dal simbolismo dei colori a quello dei numeri – partecipa dell'avvenimento di Dio che si fa uomo.
La grande mostra, curata dal prof. Roberto Filippetti, verrà allestita nel suggestivo Oratorio di san Domenico. Saranno 74 i pannelli che consentiranno di vedere a distanza ravvicinata l'opera del massimo pittore medievale. L'iniziativa ha visto il coinvolgimento di dodici universitari della facoltà di Beni Culturali che ha sede a Fermo.
Sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni, affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della carità.
Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita inizialmente per accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, è oggi considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell'arte occidentale. Nella pittura di Giotto tutto – dalle corrispondenze verticali e orizzontali alle prospettive architettoniche, dal simbolismo dei colori a quello dei numeri – partecipa dell'avvenimento di Dio che si fa uomo.
Un fatto storico che Giotto ha messo in scena perché
attraverso i colori e le immagini i fedeli potessero meditare sulla
vita di Maria e di Gesù, sulla Sua morte e resurrezione e sul proprio
destino di libertà in vista del Giudizio Universale.
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Ubicazione:
Via Francesco Adami, 63900 Fermo FM, Italia
mercoledì 4 aprile 2012
I cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali
Dal 23 giugno al 18 novembre 2012 l’arte della guerra sarà protagonista
al Castello del Buonconsiglio e a Castel Beseno con una magnifica mostra
dedicata alle armi rinascimentali intitolata “I cavalieri
dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali”.
Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove è stato rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche. Un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente dall’Arsenale di Graz.
La Landeszeughaus a Graz è il più grande arsenale originale esistente al mondo. E' composto da circa 32.000 pezzi tra armi, armature per la battaglia e quelle per le parate. La Landeszeughaus fu costruita tra il 1642 e il 1645 da un architetto tirolese Antonio Solari. La Stiria che era la zona più prossima al fronte contro l'Impero Ottomano aveva un disperato bisogno di un arsenale di grandi dimensioni. Dopo circa 100 anni in uso, l'imperatrice austriaca Maria Teresa decise di chiudere l'armeria, perché creo un sistema di difesa centralizzato per tutta l'Austria. L'imperatrice, voleva portare tutte le armi e le armature a Vienna. Tuttavia, la Stiria pretese e ottenne di far restare l'Armeria come simbolo di libertà della regione nella lotta contro i turchi e anche per i risultati ottenuti nella difesa non solo della Stiria ma di tutta l'Austria. All’inizio del Medioevo nell’XI secolo i cavalieri erano coperti dalla cotta d’arme, verso la metà del XII comparvero le prime maglie di ferro definite usbergo che ricoprivano l’uomo fino a mezza gamba, un po’ alla volta anche le calze, i guanti e le scarpe divennero di ferro.
La mostra sarà ricca di postazioni multimediali, filmati e ricostruzioni scenografiche di grande effetto.
Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove è stato rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche. Un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente dall’Arsenale di Graz.
La Landeszeughaus a Graz è il più grande arsenale originale esistente al mondo. E' composto da circa 32.000 pezzi tra armi, armature per la battaglia e quelle per le parate. La Landeszeughaus fu costruita tra il 1642 e il 1645 da un architetto tirolese Antonio Solari. La Stiria che era la zona più prossima al fronte contro l'Impero Ottomano aveva un disperato bisogno di un arsenale di grandi dimensioni. Dopo circa 100 anni in uso, l'imperatrice austriaca Maria Teresa decise di chiudere l'armeria, perché creo un sistema di difesa centralizzato per tutta l'Austria. L'imperatrice, voleva portare tutte le armi e le armature a Vienna. Tuttavia, la Stiria pretese e ottenne di far restare l'Armeria come simbolo di libertà della regione nella lotta contro i turchi e anche per i risultati ottenuti nella difesa non solo della Stiria ma di tutta l'Austria. All’inizio del Medioevo nell’XI secolo i cavalieri erano coperti dalla cotta d’arme, verso la metà del XII comparvero le prime maglie di ferro definite usbergo che ricoprivano l’uomo fino a mezza gamba, un po’ alla volta anche le calze, i guanti e le scarpe divennero di ferro.
La mostra sarà ricca di postazioni multimediali, filmati e ricostruzioni scenografiche di grande effetto.
Informazioni:
Castello del Buonconsiglio
via Bernardo Clesio, 5 38122 Trento Italia
Tel +39 0461 233770
Fax +39 0461 239497
e-mail: info@buonconsiglio.it
via Bernardo Clesio, 5 38122 Trento Italia
Tel +39 0461 233770
Fax +39 0461 239497
e-mail: info@buonconsiglio.it
web: www.buonconsiglio.it.
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