giovedì 20 dicembre 2012

I Libri del Silenzio

L’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna partecipa alle celebrazioni per il Millenario della Fondazione dell’eremo di Camaldoli (1012-2012), con una mostra bibliografica a cura di Claudia Giuliani dal titolo I libri del Silenzio. Scrittura e spiritualità sulle tracce della storia dell’ordine camaldolese a Ravenna, dalle origini al XVI secolo.
La mostra, verrà inaugurata giovedì 20 dicembre 2012 alle 17.30 presso l’aula magna della Biblioteca Classense. La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di Ravenna, che ha offerto il prestito di documenti straordinariamente antichi ed importanti, e con il monastero di Camaldoli, che ha consentito di riportare temporaneamente a Ravenna preziosi libri e anche storiche reliquie come il braccio di Sant’Apollinare, patrono di Ravenna, da secoli conservato a Camaldoli.
L’abbazia di Classe, situata nella città natale del fondatore dell’ordine Romualdo, fu uno dei più importanti cenobi dell’ordine camaldolese fra XII e XVI secolo. Il monastero, collocato originariamente a Classe fuori accanto alla basilica di Sant’Apollinare, si trasferì all’interno della città all’inizio del XVI secolo. Nel grande complesso che i camaldolesi edificarono nel corso di tre secoli si trova ora collocata la biblioteca Classense, che certamente con la sua storia, la sua iconografia, la sua architettura, ha conservato uno stretto legame con le proprie origini monastiche, ancora leggibili fra le sue mura.
Qui, nell’aula magna, è visibile l’antica libreria camaldolese dei monaci di Classe, che acquisì rilevanza sia quantitativa che qualitativa nel XVIII secolo, grazie alle lungimiranti ed accorte competenze dell’abate Pietro Canneti, perfettamente conservata nella sua prima elaborazione progettuale, e che oggi fa da cornice ad un percorso espositivo costituito da preziosi libri manoscritti e a stampa, incisioni, documenti d’archivio, reliquie, testimonianze di importanti eventi e assieme di una vita monastica ‘silenziosa‘, di letture, di meditazione, di preghiera, di studi umanistici.
I volumi e i documenti esposti, si riferiscono al periodo più antico di vita del monastero, a partire dall’XI secolo, fino al XVI e contribuiscono a ricostruire la dimensione culturale e spirituale dei libri prodotti, e letti, nell’ambito dell’ordine camaldolese dei primi secoli: regole e storie dell’ordine, preziosi libri di preghiera, codici ed incunaboli derivanti dal lavoro di studio degli umanisti camaldolesi, fra i quali ebbe grande rilevanza Ambrogio Traversari. Viene, inoltre, presentata una scelta dei libri della biblioteca cinquecentesca, costituita dall’abate di Classe nella seconda metà del Cinquecento, perfettamente conservati nelle originali rilegature.
Il titolo I libri del Silenzio si riallaccia all’importanza del silenzio nell’esperienza monastica che volle essere evidenziata dai camaldolesi di Classe, anche all’interno del programma iconografico realizzato nel loro monastero. Nel XVII secolo due grandi affreschi, l’uno raffigurante san Benedetto recante in mano la regola aperta alla pagina ‘De Taciturnitate’, l’altro san Romualdo intento a scrivere i salmi, vennero realizzati sulle pareti del corridoio grande. Entrambi, sormontati da distici latini, elogiano il silenzio e ne intimano la pratica ai monaci.
Ed è proprio fra le mura di quella che è oggi una prestigiosa biblioteca in cui si conciliano la funzione di biblioteca storica, tempio della conservazione e quella di biblioteca pubblica moderna, vivace luogo d’informazione e di comunicazione in grado di soddisfare i molteplici bisogni di un pubblico contemporaneo, che rimane immutato il rapporto ‘silenzioso‘ tra libro e lettore.
Un legame intellettuale profondo, come testimonia l’illustrazione scelta ad identificare la mostra: un monaco camaldolese mentre studia sotto l’incombente invito al silenzio.
Dal 21 dicembre 2012 al 1 aprile 2013.
Orari: dal martedì al sabato dalle 10 alle 17. Il 24 e 31 dicembre dalle 10 alle 13. Lunedì e festivi chiuso. Aperture straordinarie il 30 dicembre 2012, il 6 gennaio e il 1 aprile 2013 dalle 10 alle 13
Ingresso: libero. Visite guidate su prenotazione allo 0544-482116
Informazioni: www.classense.ra.it.

giovedì 13 dicembre 2012

Evocando. 15 anni di Medioevo

L’Associazione Culturale Agresto di Monteriggioni ha realizzato un evento speciale per celebrare i primi quindici anni di percorso, attraverso una mostra fotografica ed espositiva a carattere culturale che si terrà nel complesso monumentale di Abbadia Isola (SI) dal 22 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013. Nella mostra ci sarà una rivisitazione per immagini, oggetti e materiali delle attività rievocative e divulgative dell’Agresto sulla storia medievale.
"L'Agresto - commenta il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini - è un gruppo di straordinari ragazzi, compresi anche quelli più avanti negli anni, che con entusiasmo e competenza sviluppano e promuovono la cultura del medioevo e delle pagine più belle ed affascinati della storia della nostra terra. Sono ormai partners fissi della Festa Medievale e di tanti altri eventi grandi e piccoli, che arricchiscono l'offerta culturale e turistica del territorio. Sono stati spesso alfieri della senesità in Toscana e nel resto d'Italia, partecipando a varie feste, rievocazioni e manifestazioni a sfondo storico. Di recente stanno ulteriormente affinando la propria inventiva mettendo a punto nuove proposte legate all'accoglienza turistica, che consistono ad esempio in passeggiate accompagnate da animatori vestiti in abiti medievali. Visitare la mostra è un'occasione per vederli da vicino".
Nella parte espositiva sono stati allestiti: uno spazio con gli abiti e gli accessori di epoca medievale, ricostruiti dall'Associazione attraverso studi iconografici e storici, un'area dedicata agli strumenti medievali, ai materiali e ad alcuni manufatti realizzati in questi quindici anni, un’area multimediale con la proiezione di filmati e materiale fotografico esplicativo per le coreografie studiate per rappresentare la storia e le leggende. Presente in esposizione anche il modello del castello di Monteriggioni realizzato a cura della “Sangimignano 1300 srl". Per informazioni: Ufficio turistico di Monteriggioni tel/fax +39 0577 304834, info@monteriggioniturismo.it, oppure Associazione Culturale L’Agresto, info@agrestomonteriggioni.it.

lunedì 3 dicembre 2012

Una Cattedrale rinnovata a Vercelli

Una Cattedrale rinnovata - Esposizione temporanea
Museo del Tesoro del Duomo, Vercelli - Dal 9 dicembre 2012 al 17 marzo 2013
Negli ultimi anni l'Arcidiocesi di Vercelli si è impegnata nel rinnovamento strutturale e liturgico della Cattedrale di Sant'Eusebio, per riportarla allo splendore della ricostruzione settecentesca. La mostra, sulla scorta dell’invito dell'Arcivescovo Masseroni nella Lettera Pastorale 2008-2009 "Pietre vive - Per la Chiesa Nostra Madre", vuole esplorare i segni della Cattedrale come tempio di Dio e del suo popolo, celebrante gli eventi della storia salvifica e al contempo segnare le tappe della ricostruzione, cammino storico della Chiesa eusebiana.
Le sale del Museo del Tesoro del Duomo diventano così il luogo dove la Cattedrale viene scrutata, esaminata e ricostruita nelle sue fasi più antiche, oggi in gran parte illeggibili oppure radicalmente trasformate nelle forme attuali, ma che possono diventare visibili grazie alle importanti testimonianze esposte. In questo viaggio l’attenzione è concentrata sui punti chiave: la Cattedrale antica, la devozione verso S. Eusebio, l’altare, il battistero, l’organo, fino a giungere sul sagrato della chiesa. L’esposizione, comprendente oggetti e suppellettili ecclesiastiche, oltre a disegni e progetti in gran parte inediti, è quindi un approfondimento volto a coronare il termine dei lavori di ristrutturazione, ma anche a conoscere alcune delle personalità che, nei secoli, hanno partecipato al cantiere della Cattedrale di S. Eusebio.

martedì 27 novembre 2012

Nello Scrigno della Storia

La Libreria Internazionale “Italo Svevo” di Galleria Fenice a Trieste ospiterà, dal 5 al 15 dicembre 2012, la mostra “Nello Scrigno della Storia”, Perle di civiltà tergestina nell’Età di Mezzo.
L'evento - inserito nell'ambito delle ricorrenze per il tredicesimo anno di attività dell'Associazione Tredici Casade - nel suo percorso multimediale abbraccia momenti salienti della storia triestina nel secondo millennio, con particolare riguardo al Trecento e al Settecento: due secoli che hanno visto delle svolte epocali nella vita della nostra città, e viene realizzato con il contributo della Direzione centrale cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Comitato Promotore della Cultura Giuliana, l'Associazione El Campanon e la Compagnia de Tergeste.
La rassegna espositiva è stata formulata in modo da assicurare una particolare interazione con il pubblico tramite iniziative collaterali presso la Sala conferenza della Libreria, condensate nel ricco cartellone intitolato “Palcoscenico Triestino. Incontro sulla storia nel corso dei secoli”, già oggetto di pubblicazioni librarie a cura del Comitato Promotore della Cultura Giuliana all'interno della collana “Palcoscenico triestino” per i tipi della Luglio Editore.
La mostra si concentra su alcune date fondamentali per la storia locale: il 1202, anno del Passaggio della Crociata cappeggiata dal Doge Enrico Dandolo e dell'atto di sottomissione alla Serenissima; il 1246, anno della fondazione della Confraternita dei Nobili ossia delle Tredici Casade, classe oligarchica preminente nel governo della città; il 1313, anno dello sterminio della Casata dei Ranfi. Viene analizzato anche il periodo 1369-1380 relativo all'assedio dei veneziani e loro successiva cacciata e gli accadimenti dell'anno 1382, legato alla dedizione di Trieste al Duca Leopoldo d’Austria.
Gli eventi serali, in programma alle ore 18.00, avranno inizio con l'inaugurazione della Mostra mercoledì 5 dicembre, con Renzo Arcon e Edda Vidiz che introduranno i presenti nel medioevo fra le pagine del libro "Int'el Satul de la Storia".
La mostra sarà visitabile ogni giorno (domenica esclusa) nell'orario di apertura della libreria (10-13 e 15.30 -19.30) con ingresso libero.

lunedì 26 novembre 2012

Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo

I Musei Civici d’Arte Antica – Istituzione Musei Civici organizzano – presso il Museo Civico Medievale – un’importante esposizione, curata da Daniele Benati e Massimo Medica, che nasce dalla “fortunata” circostanza del deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, da parte di un privato collezionista, di due preziose tavole raffiguranti la Madonna con Bambino e la Crocifissione, rispettivamente di Jacopo di Paolo (documentato dal 1378 al 1426) e di Simone di Filippo, detto dei Crocefissi (documentato dal 1355 al 1399).
Le due opere, esposte insieme ad altri dipinti su tavola ed a miniature provenienti da musei e collezioni private, vanno ad accrescere il già ricco nucleo di pittura medievale presente all’interno delle Collezioni Comunali d’Arte e del Museo Davia Bargellini.
L’esposizione costituisce quindi l’occasione per mettere a confronto le due diverse personalità artistiche: i due pittori bolognesi, cui è dedicata la mostra, furono infatti a capo di importanti botteghe, che dominarono la scena artistica locale durante la seconda metà del Trecento e, nel caso di Jacopo di Paolo, fino al primo Quattrocento.
Simone, documentato come pittore a Bologna dal 1354 al 1399, è ancora attivo nel solco delle precedenti esperienze vitalesche, che restituisce in una versione robustamente dialettale; figlio del calzolaio Filippo di Benvenuto, viene ribattezzato Simone “dei Crocifissi” in epoca seicentesca, per l’abilità nel dipingere “immagini grandi del Redentore, per amor nostro confitto in croce” (Malvasia). La sua fase iniziale è testimoniata a metà degli anni cinquanta del Trecento dagli affreschi in parte firmati con le “Storie di Cristo”, provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Mezzaratta, oggi conservati nella Pinacoteca Nazionale, dove l’interesse per le soluzioni spaziali e plastiche di origine giottesca fiorentina è riletto con una pungente espressività.
Anche Jacopo di Paolo agli esordi è attivo nel cantiere di Mezzaratta, dove affresca due “Storie di Mosè”, eseguite forse sulla base di idee di Jacopo Avanzi, in cui è evidente l’apertura alle nuove istanze del neogiottismo, che peraltro costituisce una costante del suo lungo percorso, non estraneo in ultimo perfino alle più immaginose sollecitazioni tardo-gotiche di Giovanni da Modena. Il forte senso plastico nelle figure e la razionalità dell’impianto spaziale, riscontrabili ad esempio in dipinti quali la piccola tavola con il “San Giovanni Battista”, di collezione privata, in deposito presso il Museo Davia Bargellini, la piccola pala con “Madonna in trono”, collezione privata, ora in deposito presso i Musei Civici d’Arte Antica, le tavolette con le “Storie di Santa Margherita”, già collezione Stramezzi, ora divise tra la Fondazione Longhi di Firenze e la Galleria Moretti, sono infatti frutto di una diversa e nuova riflessione sull’esperienza di Giotto, e divengono espressione di una più moderna consapevolezza che dimostra lo scarto generazionale fra Simone e Jacopo, pur essendo d’altro canto entrambi gli artisti in grado di ottenere un ampio risalto nell’ambito cittadino, come attestano, soprattutto per Jacopo di Paolo, gli importanti riconoscimenti ottenuti in campo pubblico.
Simone e Jacopo due pittori bolognesi al tramonto del Medioevo
24 novembre 20123 marzo 2013
Orario d’apertura:

martedì-venerdì 9-15
sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 10-18.30
chiuso lunedì (feriali)
Consulta il sito
Informazioni:
Museo Civico Medievale
via Manzoni, 4 Bologna
Tel: 051 2193916 – 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it

martedì 20 novembre 2012

Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio

Dopo i successi ottenuti anche fuori regione, il percorso fotografico di Giuseppe Ottaiano, dedicato ai castelli irpini, torna in Campania, nella città in cui l’autore opera da oltre vent’anni. Dall’1 al 3 dicembre 2012, il Castello Ducale di Marigliano (NA), simbolo della storia cittadina, ospiterà le immagini che danno vita alla Mostra Fotografica “Castelli d’Irpinia, immagini come appunti di viaggio”, un percorso iconografico che ha contribuito, da oltre un anno, a portare all’attenzione del grande pubblico il ricco patrimonio di siti di incastellamento presenti in provincia di Avellino. La Mostra Fotografica è risultato del lungo lavoro di ricerca che, da oltre quattro anni, Giuseppe Ottaiano, Art Director di SEMA - Agenzia di Comunicazione impegnata da sempre in progetti di valorizzazione del territorio e fotografo per passione, svolge autonomamente e con fondi propri coadiuvato dal suo team, consapevole dell’alto valore culturale di questo patrimonio materiale, e spinto dal desiderio di creare una mappatura completa delle roccaforti e dei manieri esistenti sul territorio irpino. Un lavoro che mira ad estendere anche ad altre aree della regione Campania. L’evento nasce su iniziativa dell’Associazione Culturale Terre di Campania, in collaborazione con il Napoli Club Marigliano e le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, con lo scopo di far conoscere nell’area metropolitana della provincia di Napoli un patrimonio storico-architettonico unico nel suo genere e al contempo di valorizzare uno dei simboli della Città di Marigliano. Una tre giorni alla scoperta dell’Irpinia, terra di Feudi, Principati e Baronie, e dei suoi castelli che raccontano di gesta eroiche e di raffinate arie di corte.

mercoledì 14 novembre 2012

La Madonna del Mantegna torna a Bergamo

Dopo quattro anni di assenza, la Madonna col Bambino di Andrea Mantegna dell’Accademia Carrara di Bergamo ritorna ad essere esposta al pubblico, a conclusione di un delicato e innovativo intervento di restauro progettato e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Nel 2008 l’Accademia Carrara ha affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze una delle opere più preziose delle sue collezioni: la Madonna con il Bambino di Andrea Mantegna (tempera su tela, 43x31 cm.), tra i maestri del Rinascimento italiano.
E’ oggi giunto a conclusione il delicato e innovativo intervento di restauro del dipinto che sarà presentato in anteprima alla Galleria dell’Accademia di Firenze, per poi fare ritorno, attesissimo, a Bergamo.
Il dipinto, entrato nelle collezioni della Carrara nel 1851 per dono del raffinato collezionista Carlo Marenzi, è noto non solo per il senso di mistero che induce ma anche per la particolare tecnica artistica con cui è realizzato – tempera su tela - utilizzata da Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso, vicino agli esiti della pittura murale. Ci troviamo quindi di fronte a un caso eccezionale di “tempera magra” non verniciata che ha sostanzialmente mantenuto l’effetto artistico ricercato da Mantegna.
La splendida piccola tela della Carrara, che dato il soggetto e le dimensioni contenute era con tutta probabilità un’opera destinata alla devozione privata, è stata collocata dalla critica in periodi molto diversi dell’attività di Mantegna: chi la pone addirittura nel cuore del periodo di Padova (1455 ca), chi all’inizio del periodo mantovano al servizio dei Gonzaga (dal 1460), chi a conclusione della Camera degli Sposi (1465 - 1474), chi a fine carriera dopo il ciclo del Trionfo di Cesare (1480- 1495). Le opere non datate di Mantegna costituiscono infatti per la critica un vero rompicapo dato che, come ben evidenziato dal critico inglese Roger Fry nei suoi studi su Mantegna dei primi del ‘900, il pittore raggiunse uno stile definito e sicuro a un’età straordinariamente precoce e dal punto di vista tecnico affinò i suoi metodi, perfezionandoli all’estremo, senza tuttavia mai cambiarli materialmente. Negli ultimi anni ha raccolto un significativo consenso l'invito a collocare cronologicamente il dipinto tra il 1475 e il 1480, all'apice della stagione mantovana dell'artista.
Presentazione alla Galleria dell’Accademia di Firenze
Tribuna del David 13 novembre - 9 dicembre 2012
Firenze - via Ricasoli, 58
Orari: da martedì a domenica ore 8,15-18,50; chiuso lunedì
Presentazione a Bergamo:
Giovedì 13 dicembre 2012, ore 18.00
Bergamo Alta, Piazza Vecchia, Sala delle Capriate, Palazzo della Ragione (sede temporanea dell'Accademia Carrara)
A cura di M. Cristina Rodeschini
Progetto di allestimento: Attilio Gobbi Realizzazione dell’allestimento: ARCO srl, Seriate
ORARI DI APERTURA
Invernale: da ottobre a maggio - martedì - venerdì: 9,30-17,30; sabato e domenica: 10-18.
BIGLIETTI
Intero: € 5,00; Ridotto e gruppi: € 3,00; Scuole, giovani card e family card: € 1,50
Agevolazione: Bergamo Card; Convenzione famiglie: Genitori biglietto intero, figli omaggio (fino a 18 anni compiuti)
PRENOTAZIONI GRUPPI E VISITE GUIDATE: tel. +39 035 21 80 41, negli orari lunedì - venerdì ore 9-18
Tutte le info nel sito dell'Accademia Carrara di Bergamo.

lunedì 5 novembre 2012

Le icone medioevali di Roma e del Lazio

Madonna Avvocata di Tivoli
Il 12 novembre 2012 alle ore 11.30 presso la Sala Altoviti di Palazzo di Venezia a Roma si terrà la conferenza stampa di presentazione della  mostra dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto dal titolo "Tavole miracolose: Le icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto” a cura di Giorgio Leone.
Come si legge in una nota a cura della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma: "È la prima esposizione che il Ministero dell'Interno dedica al Medioevo ed è la prima in assoluto dedicata alle icone medioevali di Roma e del Lazio. Ha il merito di rendere visibili dei preziosi tesori che ad oggi, data la particolare collocazione nelle chiese che li ospitano, sono stati scarsamente fruibili sia dal pubblico che dagli studiosi, i quali hanno potuto  esaminarli  direttamente  soltanto  in  poche  occasioni e  mai  in  un numero  così consistente".
"Roma conserva esemplari antichissimi di icone - prosegue la nota - condividendo tale primato solo con il Monastero di Santa Caterina del Monte Sinai e conta il numero maggiore di icone ascrivibili al periodo pre-iconoclasta. Due di esse saranno qui esposte, la Madonna col Bambino di Santa Maria Nova, il cui restauro curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione  e  il  Restauro  verrà  presentato  in occasione  della  mostra,  e la Madonna di Santa Maria del Rosario, la più antica della serie delle Avvocate, che in epoca medievale costituirono le immagini mariane più venerate dai romani. Il Fondo Edifici di Culto ha la fortuna di annoverare, oltre all’esemplare pre-iconoclasta, altre quattro Madonne Avvocate, qui presentate assieme per la prima volta in assoluto".
"Tutte  le  icone romane  medioevali  hanno  col  tempo  acquisito  lo  status  di  'immagini miracolose' - si precisa nella nota - e come tavole taumaturgiche sono state insignite dalla metà del  Seicento della corona, diventando punto di riferimento imprescindibile per la comunità dei fedeli.
Alcune volte esse hanno cambiato il loro 'volto' attraverso interventi di ridipintura dovuti ai cambiamenti del  gusto  artistico.  Già  dagli  anni Cinquanta, fino  ai  recenti  restauri,  le rimozioni  di  questi rimaneggiamenti ci  hanno  restituito  manufatti  di  eccellente  valore artistico e di notevole antichità. Anche in occasione della presente mostra, come momento imprescindibile della doverosa attività di tutela del patrimonio del Fondo Edifici di Culto, in collaborazione con la Soprintendenza di Roma, sono stati intrapresi importanti interventi di revisione  conservativa  e  di  restauro,  che costituiscono un’importante possibilità  di confronto e di studio, specie su opere che sono ancora, come la Madonna di Farfa e la Madonna Avvocata di Tivoli – restaurata per la mostra -, al centro di un acceso dibattito critico. Infine, la visione ravvicinata consentirebbe più oculate osservazioni sulla tecnica di esecuzione,  attraverso  cui arricchire  il  patrimonio  di  conoscenze  in  via  di  costante acquisizione".
"Il  recupero  artistico di  tali  dipinti  - continua la nota - costituisce  un  momento  importante per riconsiderare le radici e la storia della pittura sacra occidentale e pone in risalto il legame  con  la tradizione  ed  in  modo  particolare  con  la  devozione  romana.
L’esposizione,  infatti,  garantisce  il  dovuto  rispetto  per  le  opere,  attraverso  un allestimento essenziale ma altamente evocativo. A garantire un percorso che sia al tempo stesso tematico e cronologico, sono state allestite quattro sezioni: la prima è dedicata alla più antica icona di Roma: l’Imago antiqua di Santa Francesca Romana; la seconda all’Avvocata, che per tutto il Medio Evo è da reputarsi la Madonna dei romani per eccellenza; la terza a quelle tavole che attestano in modo esemplare il passaggio  dall’icona  all’immagine  di  devozione  e,  infine,  la  quarta  dedicata all’Altarolo di San Gregorio Magno della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme - anch’esso presentato dopo il restauro -, un’opera composita in cui il valore iconico convive accanto a quello sacro, essendo al contempo immagine e reliquia".
"Ognuna delle sezioni - conlude in fine la nota - è corredata da pannelli didattici e da didascalie scritte in oro, in omaggio alla tradizione dei fondi oro, in armonia con l'ambiente e riportano informazioni sulla tecnica e sulla qualità storico-artistiche delle icone, illustrando per ognuna di esse una lettura della loro storia.

In mostra sarà presentato anche il restauro della Madonna della Catena di San Silvestro al Quirinale. Un suggestivo  commento  di  musica  sacra  e canti  bizantini  accompagna  il  visitatore durante il percorso, immergendolo in un'esperienza visiva profondamente mistica". La Soprintendenza SPSAE per il Polo Museale della città di Roma.

martedì 30 ottobre 2012

Raccontare il Medioevo nel Frusinate

Il progetto "Raccontare il Medioevo nel Frusinate" ha come obiettivo quello di far conoscere il patrimonio medievale dell'area ad un pubblico più ampio, dal momento che le sue architetture, i suoi affreschi e i suoi meravigliosi manoscritti, ben noti ed apprezzati dalla comunità scientifica mondiale, rimangono a tutt'oggi poco valorizzati e raramente vengono scelti come meta di turismo culturale.
Il Frusinate è stato però centrale nella produzione di cultura intorno all'anno Mille e la fioritura artistica di questo periodo ha lasciato importanti testimonianza sul territorio.
Alcuni elementi di questo patrimonio, in particolare i beni librari e gli affreschi, non sono facilmente accessibili, sia a causa della loro vulnerabilità che per le difficoltà di interpretazione che presentano agli occhi di un visitatore moderno.
Attraverso questo progetto è stato inoltre possibile creare un "Museo Impossibile", un luogo virtuale in cui mostrare i testi e le illustrazioni dei manoscritti medievali che non possono essere visti e tantomeno toccati dal pubblico di non addetti ai lavori, dal momento che potrebbero rovinarsi anche solo per essere stati esposti alla luce.

Per questo si sono creati degli apparati interattivi utili come supporti didattici in grado di illustrare le testimonianze del passato e di riuscire così a "raccontare" quanto è accaduto in questo territorio principalmente fra l'XI e il XIII secolo.
Le installazioni sono state progettate in modo da unire dati storici certi con un forte impatto emotivo; tutte le installazioni sono bilingui (italiano-inglese), multimediali e interattive, così da permettere ai visitatori di non essere solo spettatori passivi ma di diventare gli attori protagonisti di una propria avventura di scoperta.
Nel Palazzo Ducale di Atina (FR) i visitatori troveranno tre installazioni multimediali dedicate al Medioevo nel Basso Lazio, che verrà esplorato anche tramite un filmato con grafica 3D, che sarà proiettato al piano nobile del Palazzo Ducale. I tre apparati permetteranno al visitatore di seguire un personaggio medievale alla scoperta di castelli, chiese, abbazie e monasteri, di sfogliare un manoscritto medievale e di entrare in una biblioteca in cui, scegliendo fra sei volumi virtuali, si potrà avere una panoramica di tutti i saperi intorno all'anno Mille.
Il progetto prevede inoltre un itinerario turistico a cui si accede tramite il sito www.futouring.com e tramite "Medioevie" (un'App per IPhone); l'itinerario guida i visitatori attraverso i principali borghi di origine medievale, con una proposta per il turismo culturale che copre tutta la provincia.
"Raccontare il Medioevo nel Frusinate" fa parte del Distretto tecnologico dei beni e delle attività culturali del Lazio, finanziato da Filas e dalla Regione Lazio ed è stato realizzato da Civita servizi srl, dall'Università degli Studi di Cassino e del Basso Lazio, da Engineering Ingegneria Informatica spa e da Ciccarelli srl.

sabato 27 ottobre 2012

Sulla Via della Seta

Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente e Occidente.
Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le ripide montagne e i pericolosi deserti dell'Asia centrale per scambiare beni di lusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli lontani: fu così che a poco a poco si creò quella rete di percorsi riassunti poi sotto il suggestivo termine di "Via della seta". La mostra organizzata in collaborazione con l'American Museum of Natural History di New York ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C, rappresentando la moltitudine di culture che animavano la Via della Seta attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo: Chang'an, l'odierna Xi'an, la capitale cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città-oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale; e infine Baghdad, capitale del mondo islamico e sede del califfato.
Una sezione, realizzata in esclusiva per l'esposizione italiana, a cura di Luca Molà, Alexandra Wetzel e Ludovica Rosati, approfondisce il rapporto di alcune città italiane - soprattutto Venezia e Genova - con l'estremo Oriente negli ultimi secoli del Medioevo. Infatti, se Marco Polo è certamente il viaggiatore più conosciuto, va ricordato che non è stato il solo a cercare fortuna in Cina ai tempi del dominio mongolo: le fonti documentarie testimoniano con assoluta certezza la presenza di un nutrito nucleo di mercanti italiani nella Cina dell'epoca.
Dal 27 ottobre 2012 al 24 marzo 2013:
Palazzo delle Esposizioni
Roma, Via Nazionale, 194
Martedì, mercoledì, giovedì e domenica ore 10.00 - 20.00
Venerdì e sabato ore 10.00 - 22.30
Chiuso lunedì

Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Telefono: info e prenotazioni 0039 06 39967500 - 06 39967200 (scuole)
Fax: 0039 06 48941999

mercoledì 24 ottobre 2012

Costantino 313 d.C.

Dal 25 ottobre 2012 al 17 marzo 2013, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Costantino 313 d.C., progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini. Questa mostra celebra il 17° centenario dell’emanazione a Milano nel 313 d.C., da parte dei due Augusti Costantino e Licinio, delle disposizioni note come l’editto di Milano. Esse assicuravano la liceità del cristianesimo e di tutte le altre fedi religiose in tutto l’impero romano.
L'esposizione vuole richiamare l’importanza della città di Milano nel IV secolo al centro del processo di unificazione dell’Europa e il livello culturale e artistico raggiunto dall’Impero all’età di Costantino. Le sei sezioni del percorso espositivo illustrano l’aspetto di Mediolanum, sede imperiale, nel IV secolo d.C, la trasformazione dell’Impero operata da Costantino, dalle ultime persecuzioni alla sua scelta di rendere lecito il cristianesimo, sotto il segno del Chrismon, e la diffusione del simbolo, formato dall’incrocio delle due lettere iniziali del nome di Cristo (Xi e Rho), raffigurato su monete e su oggetti preziosi e d’uso comune in tutto l’Impero. Segue una sezione dedicata alle testimonianze figurative pagane di età costantiniana che documentano il clima di tolleranza culturale voluto dall’imperatore.
Con particolare attenzione vengono raccontati i principali protagonisti del mondo di Costantino: l’esercito con una affascinante parata di armi della cavalleria imperiale, la chiesa con i primi luoghi di culto del cristianesimo ufficiale, la corte documentata da una galleria di ritratti imperiali e da splendidi oggetti d’arte che ci restituiranno la realtà della vita dell’epoca. La mostra si conclude con una spettacolare sezione relativa alla figura di grande modernità di Elena madre di Costantino imperatrice e santa. Il suo volto, i suoi viaggi alla ricerca della Croce e la sua fama in età moderna vengono documentati da grandiose statue-ritratto, raffinati oggetti, disegni e dipinti.
L’iniziativa è promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale, Museo Diocesano di Milano e la casa editrice Electa, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, l’Arcidiocesi di Milano e l’Università degli Studi di Milano. L’evento è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Segreteria di Stato del Vaticano, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Patronato della Regione Lombardia e il Patrocinio della Provincia di Milano. La mostra è realizzata con il sostegno della Fondazione Bracco.
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12
20122 Milano
Orari:
lunedì: 14.30 - 19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica: 9.30 - 19.30
giovedì, sabato: 9.30 - 22.30
il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura.

lunedì 22 ottobre 2012

Rocche, fortezze e castelli in Irpinia

Dal 6 al 13 novembre 2012, per iniziativa dell’EPT di Avellino, sarà esposta a Bari, presso la Sala Angioina del Castello Svevo la mostra fotografica “Rocche, Fortezze e Castelli in Irpinia” immagini come appunti di viaggio. Percorso fotografico tra storia, natura e fede. Le pregevoli foto sono state realizzate da Giuseppe Ottaiano. In Irpinia i siti di incastellamento costituiscono un patrimonio inestimabile: oltre 70 tra manieri, torri e borghi fortificati, dislocati su una superficie di appena 2.791 Kmq.
La Mostra fotografica - che rientra nell’ambito di un progetto di promozione extra regionale delle Terre d’Irpinia - presenta al pubblico una selezione delle oltre 120 immagini che compongono un ampio reportage fotografico, il cui obiettivo è quello di proporre i manieri irpini in qualità di forti attrattori turistici, tramite privilegiato tra il territorio e il visitatore. Attraverso le vicende che lungo i secoli hanno interessato i Castelli, si svelano infatti anche tutte le altre preziose risorse dell’Irpinia: arte, cultura e tradizioni, senza dimenticare le tipicità eno-gastronomiche locali, che potranno essere degustate durante la cerimonia di inaugurazione che si terrà martedì 6 novembre alle ore 12 presso la Sala Angioina del Castello Svevo di Bari.
All’evento inaugurale interverrà l’Assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania, Giuseppe De Mita, che ha più volte ribadito «l’opportunità di valorizzare le specificità territoriali che fanno dell’offerta turistica campana una delle più competitive a livello nazionale».
Con questa iniziativa l’EPT di Avellino intende consolidare un’azione di valorizzazione extra regionale del territorio irpino, ricco di bellezze naturali, di luoghi della storia e numerosi monumenti di epoca medioevale, nonché di santuari, abbazie e basiliche che testimoniano la profonda religiosità di queste terre.
Castello Svevo, Sala Angioina
Piazza Federico II di Svevia, 4
Apertura Castello ore 9,00 – 18,30

lunedì 1 ottobre 2012

Barbara Gonzaga e la sua corte

Barbara Gonzaga di Mantova (1455-1503) riveste in qualità di prima duchessa del Württemberg una particolare importanza nella storia del paese. Sposa di Everardo il Barbuto giunse da Mantova attraversando le Alpi e nel 1474 festeggiò le famose nozze di Urach e plasmò alla vita di corte delle sue residenza di Urach, Stoccarda e Böblingen.
La mostra delinea lungo il cammino della vita di Barbara Gonzaga da Mantova al Württemberg l'ambiente culturale e politico delle diverse corti principesche e rende nota Barbara date le sue testimonianze personali - lettere, immagini, preziosi- come personalità sorprendente del suo tempo.
Interessanti manoscritti, disegni e incisioni a bulino, pezzi di stoffe e gioielli, monete e vasellame da tavola incorniciati dalla grandiosa musica di corte dei Gonzaga trasmettono un'impressione autentica dell'ambiente di vita di una donna nobile del Rinascimento, tra Medioevo ed Età moderna.
La mostra è stata organizzata dall'Archivio Centrale di Stato di Stoccarda del Land Baden-Württemberg in cooperazione con il Consolato Generale d'Italia di Stoccarda, l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Mantova, l'Archivio di Stato di Mantova, l'Istituto per Studi storici di Landeskunde e Scienza sussidiaria dell'Università di Tubinga, l'Amministrazione statale dei Castelli e dei Giardini del Baden-Württemberg e dall'Accademia musicale e di Arti figurative di Stoccarda.
Come mostra itinerante avrà sede nei luoghi della memoria di Barbara Gonzaga: Stoccarda, Kirchheim unter Teck, Böblingen, Urach e Mantova.
MUSEO DI PALAZZO DUCALE
Piazza Sordello, 40
46100 Mantova
tel. 0376-352111 / fax 0376-366274
mail sbsae-mn@beniculturali.it.
Da martedì a domenica, ore 8.15 - 19.15
Fino al 6 gennaio 2013
Biglietto d'ingresso
intero € 6,50
ridotto € 3,25

giovedì 27 settembre 2012

Cerveteri tra medioevo e rinascimento

Un’eccezionale mostra di arte medievale si inaugura domenica 30 settembre 2012 alle ore 17.00 a Cerveteri (Roma) in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, iniziativa che coinvolge 50 Paesi europei tra cui in nostro nel quale il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) organizza oltre 1500 appuntamenti in tutte le Regioni.
A Cerveteri l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione i locali di Case Grifoni, in Piazza Santa Maria, dove sarà allestita fino al 30 novembre 2012 la mostra “Cerveteri tra medioevo e rinascimento. Frammenti di vita quotidiana da un butto antico”. La mostra, curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e dal Nucleo Archeologico Antica Caere (NAAC) in collaborazione col Museo Nazionale Cerite resterà visitabile tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18,30).“Si tratta di una eccezionale esposizione di ceramiche e materiali che raccontano la storia di Cerveteri nell’età medievale e rinascimentale – ha spiegato Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio del Comune di Cerveteri – che deve essere visitata assolutamente. La mostra si compone di materiali archeologici unici, ancora poco conosciuti e poco studiati che possono raccontarci molto sulla storia medievale delle nostra Città. Cerveteri non è solo storia etrusca, ci sono mille anni di storia medievale ancora da studiare e capire grazie ai reperti scoperti nel nostro territorio”.
In tempi recenti, lungo la parete occidentale del pianoro su cui sorge Caere Vetus, è stata rinvenuta una "discarica" di materiale ceramico basso-medievale e rinascimentale, che appare di particolare rilievo per la ricostruzione dell'insediamento urbano di quel periodo. “La ricerca effettuata fino ad oggi su questi materiali – ha spiegato la dot.ssa Paola Quaranta della Soprintendenza per i Beni Archeologici – ha fornito ben pochi dati. I materiali archeologici rinvenuti costituiscono un documento unico sulle produzioni, i commerci e sullo status sociale della popolazione e, in questo caso, il dato archeologico individua un luogo in particolare, interno alla cinta urbana, su cui focalizzare la ricerca documentaria e delle fonti notarili. Abbiamo intenzione di proseguire questi studi ed approfondire la ricerca storica sulla Cerveteri medievale. È nostra intenzione fare anche delle pubblicazioni in merito perché l’archeologia può dare ancora tantissimo alla valorizzazione dei nostri patrimoni”.

mercoledì 19 settembre 2012

Il Ducato di Milano tra Visconti e Sforza

La Città di Giussano (MB) in collaborazione con Perceval Archeostoria, Compagnia di Porta Giovia (Milano) e Officine Briantee e con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza
presenta la grande mostra
IL DUCATO DI MILANO TRA VISCONTI E SFORZA
Giussano (MB)
Villa Sartirana
Dal 30 settembre al 14 ottobre 2012
La mostra “Il Ducato di Milano tra Visconti e Sforza”, a cura della milanese Compagnia di Porta Giovia in collaborazione con Officine Briantee aperta al pubblico a Villa Sartirana di Giussano (MB) propone uno spaccato di quest'epoca. Si inizia con due plastici che rappresentano Milano nel XIV secolo e una pusterla (porta di accesso) della città. Nelle salette, tre bacheche esporranno oggetti originali e repliche inerenti vari aspetti della vita quotidiana nel XIV secolo: verranno illustrati gli svaghi e i giochi dei ceti più alti, gli oggetti simbolo di potere e ricchezza, gli aspetti produttivi degli oggetti d’uso comune, come scarpe, fibbie e tessuti. La Sala Ottagoni sarà invece dedicata all’aspetto bellico: due manichini di armati (un uomo d’arme e un palvesario) introdurranno al “mestiere delle armi” insieme a una bacheca con vari originali di armi e repliche ed una sezione relativa alla polvere da sparo. I veri “gioielli” in mostra saranno però una bombarda leonardesca, una spingarda inceppata, un archibusone da posta, uno schioppetto e una bombardella, oltre alle prime armi da fuoco medievali, portatili e non. I vasti spazi della Limonaia saranno dedicati alle scoperte e invenzioni medioevali che fanno ormai parte della nostra vita quotidiana. Dopo essere entrati nell'ultima sala, che ricrea l’intimo ambiente di una camera da letto di un ceto medio alto con mobili, suppellettili e drappeggi, chiudono la suggestiva esposizione alcuni manichini in abiti civili, di diversa condizione sociale.
Ad arricchire l'evento, alcune iniziative collaterali. Il 30 settembre, in occasione dell'inaugurazione che si terrà alle ore 17, la conferenza introduttiva "Dalle pietre ai cannoni. Macchinari bellici dal Medioevo a Leonardo" tenuta dal prof. Piersergio Allevi. Il pomeriggio del 7 ottobre, la Compagnia di Porta Giovia terrà un laboratorio didattico sulla scrittura e sulla miniatura che vedrà la preparazione dei colori, gli inchiostri, l'uso delle tavolette di cera, eccetera. Il pubblico interessato potrà provare di persona le varie tecniche (l'evento è rivolto principalmente ai bambini).
Infine, sabato 13 ottobre, alle 21, si terrà invece la lettura teatrale "Le leggende del Ducato" (testo di Elena Percivaldi), interpretata da Graziano Molteni e Paola Donati per la regia di Sara Citterio e Graziano Molteni. 

giovedì 6 settembre 2012

Magnifici tre

Spettacolari come dipinti, preziosi come gioielli: sono i codici miniati fatti realizzare alla fine del Quattrocento da Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. Capolavori assoluti del Rinascimento che per la prima volta dopo cinque secoli saranno riuniti ed esposti insieme a Firenze nella mostra "Magnifici tre. I libri-gioiello di Lorenzo de' Medici" in programma dall'11 settembre al 20 ottobre 2012.
Promossa dalla Biblioteca Medicea Laurenziana e da Franco Cosimo Panini Editore con il patrocinio del Comune di Firenze, la mostra è la prima interamente dedicata ai tre libri d'Ore (cioè di preghiere) commissionati dal Magnifico come doni nuziali per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. Riccamente decorati e impreziositi da sontuose legature con ori, argenti, pietre dure e smalti policromi, questi codici sono piú simili a gioielli che a libri da sfogliare. Oggi i codici sono gelosamente custoditi da tre diverse biblioteche: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco e la Rothschild Collection di Waddesdon Manor, in Inghilterra.
Il manoscritto conservato da quest'ultima – classificato come MS. 16 e noto come codice Medici-Rothschild dal nome degli attuali proprietari – tornerà in Italia e sarà esposto per la prima volta. Esso sarà affiancato dal codice Ms. Ashburnam 1874 della Biblioteca Medicea Laurenziana, preservato in un caveau blindato per ragioni di conservazioni e dunque abitualmente inaccessibile al pubblico. Del codice conservato in Germania, troppo fragile per essere trasportato in Italia, sarà esposta una fedele copia in facsimile, che andrà così a completare la "trilogia medicea". Una circostanza unica che permetterà al grande pubblico di scoprire questi tesori poco noti del Rinascimento e agli studiosi di confrontare dal vivo i manoscritti.
La visione dei manoscritti costituisce il momento finale di un percorso espositivo che immerge il visitatore all'interno delle tre opere. Oltre ai codici originali, in mostra saranno infatti esposte più di sessanta riproduzioni facsimilari delle pagine miniate, divise per tema: saranno così messe a confronto e commentate le illustrazioni dei tre Calendari (con le pittoresche scene delle attività svolte nei vari mesi dell'anno) e le straordinarie immagini degli Incipit, le più ricche di ogni libro. Le riproduzioni facsimilari delle pagine presentano le stesse caratteristiche formali, cromatiche e tattili degli originali, ma a differenza di questi ultimi possono essere ammirate e persino toccate dai visitatori.
La mostra, aperta dal lunedì al sabato (ore 9.30-13.30) si svolge presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Lo stesso biglietto (euro 3,00) permette di visitare anche il celeberrimo Vestibolo e la Sala di Lettura progettati da Michelangelo.
La mostra è organizzata e prodotta da Franco Cosimo Panini Editore, che ha recentemente pubblicato l'edizione in facsimile del codice Medici-Rothschild.
Informazioni per il pubblico:
Telefono 055 210760

lunedì 23 luglio 2012

Museo della Civiltà Normanna

IL CESN festeggia il traguardo dei 20 anni di attività arricchendo la collezione del Museo della civiltà Normanna. In mostra 220 esemplari autentici di armi che coprono 2000 anni di storia e un rarissimo pilum romano.
Il museo della civiltà normanna nel Castello di Ariano Irpino si arricchisce di una nuova importante collezione. Lunedì 23 luglio 2012 alle ore 17,00 sarà inaugurata la Sala delle Armi “Mario Troso”, che mette a disposizione del pubblico una raccolta unica nel suo genere. E’ il modo migliore per festeggiare il traguardo dei 20 anni di attività tagliato dal CESN, il Centro Europeo di Studi Normanni, l’istituzione fortemente voluta e guidata dal prof. Ortensio Zecchino e promotrice negli anni di iniziative di studio e divulgative di rilievo internazionale.
Al convegno inaugurale presiederà Girolamo Arnaldi, Accademico dei Lincei. Dopo i saluti del Sindaco, Antonio Mainiero, e dell’Assessore alla Cultura, Manfredi D’Amato, le relazioni di Ortensio Zecchino su “Spade e Vangelo” e di Mario Troso su “Armi in asta”; interverranno Luciano Criscuoli, Capo dipartimento Ricerca ed Istruzione della Regione Campania, Caterina Miraglia, Assessore Regionale Cultura, Musei e Biblioteche e Guido Possa, Presidente della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica. La sala delle armi nel Museo della Civiltà Normanna, allestito dal Centro Europeo di Studi Normanni ed ospitato nel Castello di Ariano Irpino, fa rivivere nell’antico maniero il mito del “mestiere delle armi” con un’esposizione permanente di una grande varietà di armi che copre un arco temporale di oltre duemila anni, compreso tra i secoli V a.C. e XVIII d.C. A cominciare dalle armi in asta acquisite, inventariate in molti decenni, dalla passione e dalla competenza dell’Ing. Mario Troso, noto studioso di armi e strategie militari, al quale la sala è intitolata. Duecentoventi esemplari autentici di armi accolgono il visitatore come in una parata. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: alabarde, picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo pilum romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della battaglia di Hastinhgs, recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l’epopea normanna in Europa, spiccano un’armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII sec. ed un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.

sabato 14 luglio 2012

Vestes armaque in Media Aetate

Prorogata, grazie all’ottimo successo di pubblico, la esposizione “La forza e l’eleganza – Vestes armaque in Media Aetate”, realizzata dalla Associazione Palio di Feltre in occasione della mostra dell’Artigianato ed ora nuovamente visitabile, e allestita nello splendido Salone affrescato del Castello di Feltre, da sabato 14 luglio sino al 4 agosto 2012.
In mostra al Castello le due anime del Palio di Feltre: la forza e l’eleganza.
Ammirabili nello spazio espositivo ricavato nella parte antica, cinquecentesca, del maniero sono armi del periodo medievale, simbolo di forza, potenza e virilità e vesti riccamente decorate, emblema di raffinata e femminile eleganza.
La mostra, infatti, si sviluppa secondo due tematiche principali proprie dell’epoca medioevale: costumi del corteo storico del Palio (XIV secolo) e armi e armature dal XII-XV secolo esposte assieme a una nutrita serie di archi di varie epoche e origini.
Le vesti del Palio, frutto dell’attento studio iconografico dell’epoca quattrocentesca realizzato su affreschi conservati a Feltre e in luoghi storici vicini, propongono le monture nobili, da nobildonna e signore del XIV secolo. Il confezionamento dei costumi è stato realizzato, grazie all’attento lavoro di Luisa Gorza, dalla sartoria del Palio.
La sezione dedicata alle armi bianche e alle armature vede la presenza di numerose spade medioevali di varia foggia del periodo dal XII al XV secolo, armature di Crociato del XII sec. e di soldati a piedi con montura in cuoio borchiato del XV sec, nonché diversi tipi di alabarde, anche da parata, dal XV-XVI secolo.
La parte espositiva del’arceria, comprende una importante varietà degli archi, sia occidentali che orientali compresi dal XI al XVII secolo. (gli archi sono stati forniti dalla Arceria la “Jurta” di Villa Lagarina di Trento). Singolari alcuni pezzi esposti come l’Arco cinese originale del XI sec. – il famoso “lombo inglese” del XIV sec. potente e di lunga gittata.
Completano la mostra numerosi scudi e frecce di varia foggia e di diverse epoche. La esposizione realizzata dall’Associazione Il Palio di Feltre, curata da Fabio Giudice e da Alfonso Sampieri, sarà visitabile, grazie agli animatori culturali dell’associazione Il Fondaco per Feltre, che ne assicureranno l’apertura fornendo al visitatore utili e interessanti informazioni, nelle giornate di sabato e domenica, dal 14 luglio sino al 4 agosto, nei seguenti orari: 10.30-12.30 e 16.00-19.00.

mercoledì 4 luglio 2012

Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi

Dal 6 luglio 2012 al 6 gennaio 2013 il Museo nazionale di Villa Guinigi di Lucca ospitera' la mostra ''Pittori a Lucca al tempo di Paolo Guinigi. Battista di Gerio in San Quirico all'Olivo''. L'evento e' organizzato dalla Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara in collaborazione con il Muse'e du Petit Palais di Avignone e il CICRP (Centro Interregionale per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio) di Marsiglia.
Fulcro della mostra e' la ricomposizione del trittico realizzato nel 1417 da Battista di Gerio per la Chiesa di San Quirico all'Olivo, oggi di proprieta' privata e chiusa al culto, le cui parti furono disperse tra Lucca, Avignone e Philadelphia.
L'esposizione, integrata da supporti multimediali, sara' allestita all'interno del percorso museale nella sezione dedicata al Gotico e al Rinascimento, offrendo al visitatore non solo l'occasione di vedere la mostra, ma anche di scoprire il Museo di Villa Guinigi, la grandiosa residenza estiva voluta da Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430, nella zona suburbana dei borghi di Levante della citta' (fuori della cerchia muraria medievale). In occasione dell'iniziativa, e' previsto il libero ingresso alla mostra e al Museo nazionale di Villa Guinigi.

venerdì 15 giugno 2012

Ricetti del Piemonte. I castelli del popolo.

Il Borgo Medievale di Torino presenta, nell’estate del 2012, una mostra dedicata ai ricetti, forma piemontese di rifugio e fortificazione, diffusa lungo tutto il medioevo. L’accesso al Borgo avviene - oggi come nel 1884 - attraverso una torre-porta fortificata, munita di ponte levatoio: uno degli elementi più famosi e fotografati del museo. La torre in questione trae origine da un modello situato a Oglianico, nel basso Canavese, ingresso al ricetto locale. Proprio questa suggestione ha fornito lo spunto per realizzare una mostra che illustri al pubblico del Borgo Medievale l’importanza dei ricetti per la storia del Piemonte, la loro architettura, le tipologie più diffuse, le aree di localizzazione.
Ogni ricetto ha una storia differente, ma si può affermare che esistono degli elementi comuni: una cinta muraria potenziata da torri d’angolo, una o più torri porta d’accesso ed edifici interni non molto grandi, destinati ad abitazione e magazzino, separati tra loro da strette vie che s’incrociano a scacchiera. La fondazione di un ricetto è una questione complessa: poteva essere costruito per volontà di un signore, di un’abbazia o di una comunità, quest’ultimo caso soprattutto a partire dal Quattrocento. È preponderante, tuttavia, il caso della gestione condivisa dalla comunità e dal signore.
La torre-porta
, su tutti, riveste un ruolo importante nel complesso architettonico: non è soltanto la via d’accesso, ma è anche la struttura su cui si regge il sistema difensivo. Era avanzata rispetto alla cortina muraria, si ergeva su due o più piani collegati da scale a pioli; le aperture verso l’esterno erano poche e limitate a finestre e feritoie per il controllo del territorio circostante. In molti casi potevano esserci due ingressi uno, per il transito dei carri, merci e cavalieri, l’altro per le persone a piedi. L’importanza di quest’elemento talvolta era rilevata anche da una decorazione architettonica più o meno elaborata.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Università di Torino, vuole presentare lo stato dell’arte sull’idea di ricetto e di fortificazione, cercando, al contempo, di valorizzare la capillare diffusione sul territorio di queste opere architettoniche piemontesi.
Venerdì 15 giugno 2012, giorno dell’inaugurazione, a partire dalle ore 17 la Compagnia di Sant’Uberto - associazione di volontariato composta da appassionati di storia medievale - proporrà una rievocazione storica con l’intento di ricreare un’ambientazione inerente la vita civile e militare dell’epoca. L’Associazione, basandosi rigorosamente su fonti scritte ed iconografiche, attraverso quest’attività intende sperimentare e far sperimentare in prima persona le modalità di vita nel medioevo italiano.   Parallelamente alla mostra, si terranno nella sala baronale della Rocca tre conferenze divulgative a cura del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali), sulle tematiche trattate il 13 giugno, 5 settembre e 3 ottobre 2012. La prima, il 13 giugno alle ore 17,30 dal titolo “Fortificazioni del medioevo: per proteggere, per dominare, per esibire” è a cura del professor Giuseppe Sergi (Università di Torino). Saranno inoltre proposte, in collaborazione con Torino Città Capitale visite guidate a Candelo (BI) e Oglianico (TO) alla scoperta dei ricetti meglio conservati dell’area torinese.
Ingresso libero.
Orario:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Info: 011 4431701
www.borgomedievaletorino.it

lunedì 11 giugno 2012

Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino

Un cammino culturale e spirituale per comprendere la straordinaria novità del messaggio del Poverello, emblema del misticismo occidentale. «Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino» è una mostra «pretesto» per conoscere Rieti e la Valle Santa, «vivendo» il francescanesimo nei quattro santuari di Greccio (dove nel Natale del 1223 realizzò la rievocazione della nascita di Gesù mediante il celebre "Presepe vivente"), Poggio Bustone, La Foresta e Fontecolombo, luogo questo dove il Santo di Assisi scrisse l'ultima «regola». È anche un evento perché una mostra di tale importanza non viene delocalizzata nella Capitale, ma realizzata a Rieti per promuoverne la conoscenza sul piano iconografico ed artistico e per valorizzarne il territorio nella sua vicenda biografica e nella storia del francescanesimo. E non da ultimo, per riconoscere alla città un degno ruolo nel «Museo Italia». Peraltro, la centralità dell'area laziale per la definizione e la diffusione dell'immagine di Francesco è attestata dalla antica rappresentazione del Santo nella cappella di San Gregorio nel Sacro Speco di Subiaco, tanto che la regione può essere considerata una meta privilegiata per la conoscenza degli aspetti storici e artistici legati all'origine e alla diffusione della Regola francescana. La mostra, che comprende cento opere legate alla figura del Santo, sarà inaugurata sabato 16 giugno 2012 per rimanere aperta fino al 4 novembre 2012. Presentata al Chiostro degli Aranci di Palazzetto Venezia a Roma e ideata da Anna Imponente e Gianfranco Formichetti, nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e il Comune di Rieti. Si articola in tre diverse sedi. Negli spazi della sezione storico-artistica del Museo Civico viene presentato un nucleo di capolavori provenienti da tutta Italia: opere di grandi artisti tra cui Cimabue e Margarito d'Arezzo per il Medioevo; Antoniazzo Romano, Correggio proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e Tiziano dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno per il Rinascimento; Annibale Carracci dalla Galleria dell'Accademia di Venezia, Pietro da Cortona per il Seicento. E, ancora, Giambattista Tiepolo dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia per il Settecento; Domenico Morelli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'Ottocento; per il Novecento Duilio Cambellotti e Adolfo Wildt, per giungere all'originale interpretazione fornitane ai nostri giorni da Mimmo Paladino dal MART di Rovereto e da Norberto. Nella seconda sede, il Salone delle Udienze del Palazzo Papale della Curia che ospita il Museo dei Beni Ecclesiastici, sono esposte le opere provenienti dal territorio reatino selezionate tra quanto di più interessante è stato espresso in onore di San Francesco: dipinti, sculture e paramenti sacri che testimoniano l'alta qualità della produzione locale. Tra le più notevoli le tele di Vincenzo Manenti, Giovanni Paolo Cardone, Francesco da Castello e il dipinto recentemente restituito al caravaggesco Bartolomeo Manfredi, proveniente da Leonessa per le quali, in considerazione della particolare fragilità delle opere su supporto ligneo, la Soprintendenza ha promosso restauri finalizzati alla stabilizzazione delle condizioni conservative e a renderne possibile l'esposizione in mostra per fornire un'occasione importante di valorizzazione e di studio di queste opere, il più delle volte conservate sacrestie di chiese e conventi difficilmente accessibili. Nella terza sede, negli spazi espositivi della Fondazione Varrone nel Palazzo Potenziani, sono raccolti oggetti preziosi: codici, incisioni, stampe, reliquiari, abiti, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio reatino dalle origini ai giorni nostri. La comunicazione dell'evento è arricchita dalla disponibilità di due applicazioni gratuite per iPhone, iPad e Ipodtouch. Insomma, misticismo, arte, turismo e tecnologia: una formula vincente.

mercoledì 6 giugno 2012

L’avventura della conoscenza

Venerdì 8 giugno 2012 l’Istituto Italiano di Cultura di Sofia ospiterà l’inaugurazione della mostra “Masaccio - Beato Angelico - Piero della Francesca. L’avventura della conoscenza”. Interverrà il Prof. Alessandro Rovetta, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, curatore della mostra.
L'eredità comune ai tre artisti è l'aspirazione alla conoscenza e alla bellezza che cercarono di raggiungere confrontandosi con la tradizione e impegnandosi nella ricerca del reale. Le opere rappresentate - Masaccio (1401-1428), Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze, Beato Angelico (1387-1455), affreschi del Convento di San Marco a Firenze, e Piero della Francesca (1410-1492), La leggenda della Vera Croce della Chiesa di San Francesco ad Arezzo - testimoniano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.
Obiettivo della mostra è quello di rendere partecipi i visitatori di una straordinaria esperienza di conoscenza e creatività. Le immagini esposte sono a grandezza naturale ed osservandole si ha l'impressione di viverle da dentro.
Mostra, aperta fino al 20 giugno 2012, è realizzata dall’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica Péter Pázmány e l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

mercoledì 11 aprile 2012

L'Avvenimento secondo Giotto

“Arriva” a Fermo la Cappella degli Scrovegni. Una grande mostra su Giotto. A Fermo dal 14 al 28 aprile 2012. Il titolo è già significativo: “L'Avvenimento secondo Giotto”. Si tratta di 40 immagini che il grande pittore dipinse nella chiesa padovana. Nella Cappella degli Scrovegni, Giotto ha messo in scena l'Avvenimento: quello di cui la cristianità aveva fatto “giubilare memoria” nel 1300.
La grande mostra, curata dal prof. Roberto Filippetti, verrà allestita nel suggestivo Oratorio di san Domenico. Saranno 74 i pannelli che consentiranno di vedere a distanza ravvicinata l'opera del massimo pittore medievale. L'iniziativa ha visto il coinvolgimento di dodici universitari della facoltà di Beni Culturali che ha sede a Fermo.
Sette secoli fa, fra il 1303 e il 1305, Giotto, su commissione del banchiere padovano Enrico Scrovegni, affresca la Cappella intitolata a Santa Maria della carità.
Questa piccola chiesa romanico-gotica, concepita inizialmente per accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, è oggi considerata un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo e una delle massime espressioni dell'arte occidentale. Nella pittura di Giotto tutto – dalle corrispondenze verticali e orizzontali alle prospettive architettoniche, dal simbolismo dei colori a quello dei numeri – partecipa dell'avvenimento di Dio che si fa uomo.
Un fatto storico che Giotto ha messo in scena perché attraverso i colori e le immagini i fedeli potessero meditare sulla vita di Maria e di Gesù, sulla Sua morte e resurrezione e sul proprio destino di libertà in vista del Giudizio Universale.

mercoledì 4 aprile 2012

I cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali

Dal 23 giugno al 18 novembre 2012 l’arte della guerra sarà protagonista al Castello del Buonconsiglio e a Castel Beseno con una magnifica mostra dedicata alle armi rinascimentali intitolata “I cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali”.
Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove è stato rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche. Un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente dall’Arsenale di Graz.
La Landeszeughaus a Graz è il più grande arsenale originale esistente al mondo. E' composto da circa 32.000 pezzi tra armi, armature per la battaglia e quelle per le parate. La Landeszeughaus fu costruita tra il 1642 e il 1645 da un architetto tirolese Antonio Solari. La Stiria che era la zona più prossima al fronte contro l'Impero Ottomano aveva un disperato bisogno di un arsenale di grandi dimensioni. Dopo circa 100 anni in uso, l'imperatrice austriaca Maria Teresa decise di chiudere l'armeria, perché creo un sistema di difesa centralizzato per tutta l'Austria. L'imperatrice, voleva portare tutte le armi e le armature a Vienna. Tuttavia, la Stiria pretese e ottenne di far restare l'Armeria come simbolo di libertà della regione nella lotta contro i turchi e anche per i risultati ottenuti nella difesa non solo della Stiria ma di tutta l'Austria. All’inizio del Medioevo nell’XI secolo i cavalieri erano coperti dalla cotta d’arme, verso la metà del XII comparvero le prime maglie di ferro definite usbergo che ricoprivano l’uomo fino a mezza gamba, un po’ alla volta anche le calze, i guanti e le scarpe divennero di ferro.
La mostra sarà ricca di postazioni multimediali, filmati e ricostruzioni scenografiche di grande effetto. 
Informazioni:
Castello del Buonconsiglio
via Bernardo Clesio, 5 38122 Trento Italia
Tel +39 0461 233770
Fax +39 0461 239497
e-mail: info@buonconsiglio.it