venerdì 21 agosto 2020

Tesori ritrovati. Il banchetto da Bisanzio a Ravenna

RavennAntica arricchisce l’offerta culturale cittadina con il nuovo evento espositivo Tesori ritrovati. Il banchetto da Bisanzio a Ravenna, allestito presso il Museo Classis Ravenna
La mostra temporanea TESORI RITROVATI. IL BANCHETTO DA BISANZIO A RAVENNA, approfondisce il tema del banchetto tardoantico e presenta alcuni oggetti da mensa in argento scoperti a Cesena e nell’area archeologica dell’Antico Porto di Classe.
La narrazione prende avvio dalla documentazione del loro ritrovamento: nell’immaginario collettivo, il tema del tesoro nascosto e ritrovato per caso è al centro di numerosi rinvenimenti archeologici. In antico, molti occultamenti venivano fatti intenzionalmente per proteggere beni preziosi a fronte di una minaccia imminente (guerre, lotte civili, epidemie). Il sotterramento, nelle intenzioni di chi lo ha fatto doveva essere provvisorio e con la speranza del recupero. In realtà, come nel caso degli oggetti in mostra, spesso si rivela definitivo perché per molte ragioni non è stato possibile recuperarli: da qui il titolo Tesori ritrovati.
I ceti dirigenti della tarda antichità hanno molti modi per autorappresentarsi. Uno dei principali è commissionare oggetti preziosi ad artigiani specializzati. Un settore di grande prestigio è quello dell’argenteria: coppe, boccali, posate e grandi piatti sono tra gli oggetti più richiesti dalle aristocrazie. Spesso questi oggetti recano delle raffigurazioni di miti antichi o scene agresti e di banchetto. Il senso di queste rappresentazioni si giustifica nei modelli della loro committenza. Importanti personaggi vogliono comunicare il loro status symbol, le loro radici culturali. In molti casi si tratta di prodotti di alta qualità realizzati nei più importanti centri culturali dell’Impero.
La mostra, promossa e organizzata dalla Fondazione Parco Archeologico di Classe – RavennAntica, dal Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì – Cesena e Rimini, si inserisce perfettamente nel percorso espositivo del Classis Ravenna approfondendone alcuni aspetti: attraverso la selezione degli oggetti esposti, fornisce un focus ed una riflessione sulla ritualità del banchetto tardoantico. Inoltre, grazie al confronto tra i piatti provenienti dal Museo Archeologico di Cesena e il Tesoretto di Classe, composto da sette cucchiai e una patera, è possibile tracciare la storia e l’evoluzione del simposio, comprenderne la ritualità, valorizzando e mettendo in dialogo le diverse realtà museali del territorio, favorendo uno scambio di saperi e conoscenze sul nostro passato.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 20 settembre 2020 con i seguenti orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00
Per informazioni: 0544 473717 oppure www.ravennantica.it.

sabato 15 agosto 2020

Nuovo allestimento permanente al Castello di Ossana (TN)

Al Castello di San Michele, a Ossana in Val di Sole, ha aperto un nuovo allestimento permanente dell’itinerario di visita curato dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento.
Il percorso espositivo offre uno sguardo inedito sulla vita all’interno del castello nei secoli a cavallo fra Medioevo e Rinascimento.
Una selezione di un centinaio di reperti esposti al pubblico per la prima volta, conduce il visitatore nelle affascinanti vicende storiche del castello e dell’intera vallata.
Il castello è visitabile nella stagione estiva fino al 6 settembre, ogni giorno con orario 10.00-12.30 e 14.00-18.30.
Per informazioni su orari e visite: 340 4183540, info@fondazionesanvigilio.it.
A partire da un primo nucleo sorto probabilmente fra il VI e l’VIII secolo, un vasto insediamento fortificato sorse sulla rupe di Ossana nel XII secolo, con la chiesa dedicata a San Michele – da cui il castello avrebbe tratto il nome – e un palazzo appartenente al principe vescovo di Trento.
Fu al principio del XV secolo che il castello assunse l’imponente forma attuale per iniziativa della famiglia Federici, titolare del feudo di Ossana e del governo delle miniere di ferro della vicina val di Pejo.
Abitato per tutto il Cinque e il Seicento, il complesso cadde poi in rovina fino al 1992, quando fu acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, che ne avviò la messa in sicurezza e il restauro, concluso con la riapertura al pubblico nel 2014.
Oggi il Castello di San Michele è uno dei siti monumentali più importanti e visitati della val di Sole.
L’allestimento curato dalla Soprintendenza per i beni culturali rappresenta l’ultimo atto del recupero del monumento di proprietà della Provincia.
Coordinato dall’Ufficio beni architettonici con il decisivo apporto dell’Ufficio beni archeologici per quanto attiene ai reperti mobili, il nuovo percorso si articola in diverse tappe.
Due i temi caratterizzanti l’esposizione permanente ospitata nei locali della corte interna: le miniere di ferro e la vita materiale a cavallo fra XV e XVI secolo.
Delle miniere di ferro, il castello fu per almeno due secoli il principale centro amministrativo e di controllo. Il minerale, estratto dalle gallerie in quota sui versanti della val di Pejo, era trasportato a valle ove veniva sottoposto a un articolato processo di fusione e quindi alla lavorazione in fucina, dalla quale uscivano non solo oggetti finiti, ma soprattutto semilavorati da inviare sulle piazze commerciali tirolesi e italiane.

domenica 2 agosto 2020

Riapre il Museo Nazionale del Bargello

Con qualche cambiamento inedito, da martedì 4 agosto 2020, il Museo Nazionale del Bargello, a Firenze, riaprirà al pubblico e lo farà con una veste inedita. Mentre le sale espositive, con i capolavori di Donatello, Della Robbia, Verrocchio, Michelangelo, Benvenuto Cellini e Giambologna presenteranno inalterato il loro charme originale, la visuale del cortile interno del palazzo sorprenderà i visitatori.
Un ampio ponteggio velato segnala un importante e delicato lavoro di restauro e manutenzione dell’edificio avviato nelle scorse settimane: al fine di ottimizzare il prolungato periodo di chiusura al pubblico, contemporaneamente al rifacimento dei bagni, la direttrice Paola D’Agostino ha infatti avviato una revisione conservativa del cortile interno del museo, delle facciate esterne e della torre medievale. Sono fondamentali lavori di tutela e di messa in sicurezza di uno degli edifici più antichi e importanti di Firenze, finanziati dal Ministero per i beni, le attività culturali e per il turismo e programmati per svolgersi garantendo comunque l’apertura al pubblico del museo. Si è iniziato dal cortile, sfruttando al meglio la chiusura al pubblico per allestire tutti i ponteggi interni, poi si interverrà anche sulle facciate esterne del palazzo e sull’antica torre, in modo da operare, nel corso del prossimo anno, un ampio lavoro di restauro complessivo e di manutenzione di tutte le facciate del palazzo.