Nell’anno europeo della cultura, la diocesi propone dal 7 aprile al 7 luglio 2018 una mostra di
straordinari codici miniati piacentini che mettono in luce l’importanza
ricoperta nel medioevo da Piacenza quale straordinario crocevia tra
centro-nord Europa e Mediterraneo. La presenza di strade e la vicinanza
al Po favorirono una vivace attività culturale con conseguente
diffusione di idee e di libri. Nei secoli XII e XIII, tra le istituzioni
ecclesiastiche, spiccavano per prestigio e potere la chiesa Cattedrale e
la basilica di S. Antonino, alle quali sono da riferirsi le biblioteche
e gli archivi più antichi e prestigiosi della città. Altrettanto può
dirsi per Bobbio. Dopo l’arrivo nel VII secolo di Colombano e dei
monaci irlandesi, il monastero cresce fino ad estendere la propria
giurisdizione ad un territorio vastissimo. Gli scriptoria di
Piacenza e Bobbio arrivano in tal modo a svolgere un ruolo rilevante
nelle vicende culturali europee e grazie alla loro attività è stato
tramandato un sapere antico fino ai giorni nostri.
La mostra è parzialmente allestita in luoghi segreti della
cattedrale, una sorta di labirinto medievale entro il quale alla fatica
concettuale del comprendere si aggiunge quella fisica di esplorare una
biblioteca “impossibile”, in luoghi fantastici da secoli dimenticati. Il
labirinto è così abitato dai libri: la sapienza tramandata nella carta
prova a dare soluzione alla sete di conoscenza dell’uomo.
Nell’anticamera delle sagrestie superiori, un’ intervista a Valerio
Massimo Manfredi, testimonial d’eccezione dell’evento, introduce alle
cinque sezioni della mostra.
La prima tappa è nella sala dell’Archivio Storico Capitolare. Questo
ambiente che sormonta la cappella del battistero, è caratterizzato dalla
presenza di straordinari armadi lignei del XVIII sec., ed ospita la
sezione musicale. Attraverso il sussidio di i-pad sarà possibile
ascoltare la riproduzione di brani contenuti negli antifonari.
La visita alle restanti sezioni continua nelle sagrestie superiori;
qui si potranno ammirare antichi libri provenienti da alcuni dei
principali archivi e biblioteche italiane e del territorio piacentino
organizzati nelle seguenti sezioni: economia e società, cultura
scolastica, cultura del clero e la fede, vita nella diocesi, liturgia.
In un piccolo vano, prima di salire lungo la scala che introduce al Libro del Maestro, è riprodotto uno scriptorium
dotato di tutti gli strumenti che i monaci utilizzavano per la
produzione dei libri e un video che racconta le principali fasi di
lavorazione, dalla preparazione della pergamena alla rilegatura finale.
Lungo il percorso di salita, l’ultima sezione è interamente dedicata
al Libro del Maestro (o Codice 65), che dal XII secolo è stato modello e
tesoro per la liturgia e che costituisce una summa culturale medievale.
Il Libro del Maestro è il volume più importante e misterioso
dell’archivio della Cattedrale nonché il più rilevante della città, la
cui stesura ebbe inizio al principio del XII secolo. Nelle sue pagine
sono contenute nozioni di astronomia e astrologia, indicazioni sui cicli
lunari e sul modo in cui questi incidono sulla vita dell’uomo e
l’agricoltura, consigli e rimedi contro malattie per ogni stagione
dell’anno. Il codice illustra, attraverso splendide miniature e formule
melodiche (dette tropi), i primi drammi teatrali liturgici medievali,
rappresentati in chiese e conventi come primi strumenti di comunicazione
delle storie della Bibbia. I visitatori accedono nella penombra di una
prima sala, accolti da una voce e da immagini che illustrano la genesi
del Libro; successivamente si varca la soglia della “Macchina del
Tempo”: una experience room creata da Gionata Xerra, che grazie
ad un integrale coinvolgimento dei sensi, proietta il visitatore in un
fantastico viaggio nel Medioevo, in una biblioteca virtuale da cui
prende vita il racconto. Schermi touch-screen consentiranno di sfogliare
virtualmente le pagine del Libro ad altissima risoluzione e alcune
applicazioni permetteranno, attraverso il gioco, di interagire con varie
sezioni del codice, tra cui le tabelle medievali per il calcolo delle
feste mobili.