Oggetti di fede vissuta, testimonianze storico artistiche di indubbio
valore. Sono i circa trenta busti reliquiario che da venerdì 4
dicembre 2020 a lunedì 12 aprile 2021 saranno esposti a Palazzo Madama di Torino
nell’ambito della mostra Ritratti d’oro e d’argento. Manufatti
realizzati dal Duecento al primo Cinquecento, provenienti dagli armadi
delle sagrestie o dai tesori delle chiese delle diocesi del Piemonte e
d'oltralpe, lontani dai circuiti turistici, e raffiguranti santi legati
alle devozioni del territorio.
Una produzione tipicamente medievale, particolarmente fiorente nel territorio della Savoia, una zona di frontiera, divisa oggi tra Italia, Francia e Svizzera. Lo documentano gli inventari dei monasteri e dei castelli o i necrologi delle cattedrali: attestano una produzione di ritratti in argento dorato e rame, ideati fin dall’XI secolo per conservare le reliquie del cranio degli "eroi della fede". Dall’esigenza di censire questi capolavori di oreficeria sopravvissuti ai secoli, nasce l’idea dell’esposizione torinese. Oggetti spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica, il culto e le pratiche devozionali.
Una produzione tipicamente medievale, particolarmente fiorente nel territorio della Savoia, una zona di frontiera, divisa oggi tra Italia, Francia e Svizzera. Lo documentano gli inventari dei monasteri e dei castelli o i necrologi delle cattedrali: attestano una produzione di ritratti in argento dorato e rame, ideati fin dall’XI secolo per conservare le reliquie del cranio degli "eroi della fede". Dall’esigenza di censire questi capolavori di oreficeria sopravvissuti ai secoli, nasce l’idea dell’esposizione torinese. Oggetti spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica, il culto e le pratiche devozionali.
In rassegna sono esposti i santi più amati dalla tradizione locale:
san Giovenale di Fossano, san Bernardo di Aosta, san Teobaldo di Alba,
tutte figure a cui le comunità sono legatissime da secoli: “si tratta di
oggetti che ancora oggi sono portati in processione. Molti di questi
giungono in mostra con le reliquie all’interno”. Un aspetto che le rende
straordinarie. “Il fedele che si rivolgeva a queste immagini – continua
Simonetta Castronovo, curatrice della mostra - era consapevole di non rivolgersi solo a busti
ritratti. La presenza delle reliquie infatti ha da sempre reso tali
oggetti unici, favorendo l’elevazione spirituale di chi le contemplava”.
La mostra di Torino offre al visitatore vari esempi di questa
produzione artistica. La più antica è la gotica e sorridente santa
Felicola dell’abbazia di Sainte-Marie d’Aulps, evocante la statuaria
delle cattedrali della Francia settentrionale ai tempi di Filippo il
Bello. Marcato il linearismo di derivazione fiamminga nel busto ligneo
cinquecentesco della santa Margherita del Musée d’art et d’histoire di
Ginevra. Volti cesellati da artisti di varia estrazione culturale si
avvicendano lungo il percorso: dalle forme idealizzate del gotico e
tardogotico al naturalismo quattrocentesco. Fonte di ispirazione per
molti orafi furono i busti di età romana. A Palazzo Madama sarà esposto
quello argenteo di Giove, riconducibile al II-III secolo dopo Cristo,
proveniente dal Museo Archeologico Regionale di Aosta.
L’esposizione nasce da un’iniziativa condivisa con i musei facenti parte della rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes,
che dal 2001 lavora alla promozione del patrimonio artistico alpino con
il coinvolgimento di musei italiani, francesi e svizzeri. “Ritratti
d’oro e d’argento” è infatti solo una tappa della serie di mostre che
contemporaneamente avranno luogo sui due versanti delle Alpi.