Da giovedì 6 giugno a domenica 7 luglio 2019 la Fondazione Asti Musei, in collaborazione con il Comune di Asti, la
Soprintendenza per i beni archivistici e librari e l’Archivio storico
del Comune, espone nel salone d’onore di Palazzo Mazzetti il Codex Astensis, per farlo conoscere al maggior numero possibile di visitatori, astigiani e turisti. Un’occasione unica per ammirare il più importante documento storico della nostra città all’interno del palazzo barocco più rappresentativo della storia astigiana, sede della pinacoteca civica.
Il Codex Astensis, noto anche come Codice Malabayla, è una raccolta trecentesca splendidamente illustrata di cronache e documenti medievali che
riguardano la città di Asti dal 1065 al 1353, oggi conservato presso
l’Archivio del Comune di Asti e normalmente visibile solo su
prenotazione.
Il Codex, (380 carte legate in 45 fascicoli) è un vero e proprio liber iurium, un
libro di leggi, raccolta di diritti della città di Asti, suddiviso in
cinque parti: la Cronaca di Ogerio Alfieri, i privilegi e diplomi
imperiali concessi al Comune, i documenti relativi ai territori ultra Tanagrum, quelli relativi alle terre citra Tanagrum e una quinta parte contenente diversi atti e scritture.
Il manoscritto, in elegante e professionale minuscola cancelleresca, presenta capilettera riccamente ornati ed è corredato da 105 miniature:
le prime 6 raffigurano personaggi illustri della città e dell’impero,
mentre le rimanenti 99 illustrano i territori intorno alla città.
Una prima esposizione astigiana del Codex Astensis risale al
1971, nell’ambito della manifestazione “Archivi e cultura in Asti”; più
recentemente il documento è stato esibito nella mostra “Dai Visconti
agli Sforza”, allestita a Palazzo Reale a Milano nel 2015.
I visitatori avranno la possibilità di esplorare l’intero repertorio
delle 105 splendide miniature – attribuite in buona parte a Giovannino
de’ Grassi, uno dei massimi esponenti del tardo gotico italiano – grazie
alla proiezione su schermo delle immagini salvate su supporto digitale,
strumento importantissimo a cui è ricorsa la Città nell’ottica della
conservazione di un bene archivistico assai fragile.
Una breve introduzione storica e artistica su tre pannelli completerà
l’esposizione, raccontando anche episodi curiosi e sconosciuti come le
vicende legate al Codex e al suo arrivo ad Asti grazie a Quintino Sella.
La mostra sarà visitabile acquistando lo Smarticket
nei consueti orari di apertura della Fondazione Asti Musei (da martedì a
venerdì, 10-19)