venerdì 15 giugno 2012

Ricetti del Piemonte. I castelli del popolo.

Il Borgo Medievale di Torino presenta, nell’estate del 2012, una mostra dedicata ai ricetti, forma piemontese di rifugio e fortificazione, diffusa lungo tutto il medioevo. L’accesso al Borgo avviene - oggi come nel 1884 - attraverso una torre-porta fortificata, munita di ponte levatoio: uno degli elementi più famosi e fotografati del museo. La torre in questione trae origine da un modello situato a Oglianico, nel basso Canavese, ingresso al ricetto locale. Proprio questa suggestione ha fornito lo spunto per realizzare una mostra che illustri al pubblico del Borgo Medievale l’importanza dei ricetti per la storia del Piemonte, la loro architettura, le tipologie più diffuse, le aree di localizzazione.
Ogni ricetto ha una storia differente, ma si può affermare che esistono degli elementi comuni: una cinta muraria potenziata da torri d’angolo, una o più torri porta d’accesso ed edifici interni non molto grandi, destinati ad abitazione e magazzino, separati tra loro da strette vie che s’incrociano a scacchiera. La fondazione di un ricetto è una questione complessa: poteva essere costruito per volontà di un signore, di un’abbazia o di una comunità, quest’ultimo caso soprattutto a partire dal Quattrocento. È preponderante, tuttavia, il caso della gestione condivisa dalla comunità e dal signore.
La torre-porta
, su tutti, riveste un ruolo importante nel complesso architettonico: non è soltanto la via d’accesso, ma è anche la struttura su cui si regge il sistema difensivo. Era avanzata rispetto alla cortina muraria, si ergeva su due o più piani collegati da scale a pioli; le aperture verso l’esterno erano poche e limitate a finestre e feritoie per il controllo del territorio circostante. In molti casi potevano esserci due ingressi uno, per il transito dei carri, merci e cavalieri, l’altro per le persone a piedi. L’importanza di quest’elemento talvolta era rilevata anche da una decorazione architettonica più o meno elaborata.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Università di Torino, vuole presentare lo stato dell’arte sull’idea di ricetto e di fortificazione, cercando, al contempo, di valorizzare la capillare diffusione sul territorio di queste opere architettoniche piemontesi.
Venerdì 15 giugno 2012, giorno dell’inaugurazione, a partire dalle ore 17 la Compagnia di Sant’Uberto - associazione di volontariato composta da appassionati di storia medievale - proporrà una rievocazione storica con l’intento di ricreare un’ambientazione inerente la vita civile e militare dell’epoca. L’Associazione, basandosi rigorosamente su fonti scritte ed iconografiche, attraverso quest’attività intende sperimentare e far sperimentare in prima persona le modalità di vita nel medioevo italiano.   Parallelamente alla mostra, si terranno nella sala baronale della Rocca tre conferenze divulgative a cura del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali), sulle tematiche trattate il 13 giugno, 5 settembre e 3 ottobre 2012. La prima, il 13 giugno alle ore 17,30 dal titolo “Fortificazioni del medioevo: per proteggere, per dominare, per esibire” è a cura del professor Giuseppe Sergi (Università di Torino). Saranno inoltre proposte, in collaborazione con Torino Città Capitale visite guidate a Candelo (BI) e Oglianico (TO) alla scoperta dei ricetti meglio conservati dell’area torinese.
Ingresso libero.
Orario:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Info: 011 4431701
www.borgomedievaletorino.it

lunedì 11 giugno 2012

Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino

Un cammino culturale e spirituale per comprendere la straordinaria novità del messaggio del Poverello, emblema del misticismo occidentale. «Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino» è una mostra «pretesto» per conoscere Rieti e la Valle Santa, «vivendo» il francescanesimo nei quattro santuari di Greccio (dove nel Natale del 1223 realizzò la rievocazione della nascita di Gesù mediante il celebre "Presepe vivente"), Poggio Bustone, La Foresta e Fontecolombo, luogo questo dove il Santo di Assisi scrisse l'ultima «regola». È anche un evento perché una mostra di tale importanza non viene delocalizzata nella Capitale, ma realizzata a Rieti per promuoverne la conoscenza sul piano iconografico ed artistico e per valorizzarne il territorio nella sua vicenda biografica e nella storia del francescanesimo. E non da ultimo, per riconoscere alla città un degno ruolo nel «Museo Italia». Peraltro, la centralità dell'area laziale per la definizione e la diffusione dell'immagine di Francesco è attestata dalla antica rappresentazione del Santo nella cappella di San Gregorio nel Sacro Speco di Subiaco, tanto che la regione può essere considerata una meta privilegiata per la conoscenza degli aspetti storici e artistici legati all'origine e alla diffusione della Regola francescana. La mostra, che comprende cento opere legate alla figura del Santo, sarà inaugurata sabato 16 giugno 2012 per rimanere aperta fino al 4 novembre 2012. Presentata al Chiostro degli Aranci di Palazzetto Venezia a Roma e ideata da Anna Imponente e Gianfranco Formichetti, nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e il Comune di Rieti. Si articola in tre diverse sedi. Negli spazi della sezione storico-artistica del Museo Civico viene presentato un nucleo di capolavori provenienti da tutta Italia: opere di grandi artisti tra cui Cimabue e Margarito d'Arezzo per il Medioevo; Antoniazzo Romano, Correggio proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e Tiziano dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno per il Rinascimento; Annibale Carracci dalla Galleria dell'Accademia di Venezia, Pietro da Cortona per il Seicento. E, ancora, Giambattista Tiepolo dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia per il Settecento; Domenico Morelli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'Ottocento; per il Novecento Duilio Cambellotti e Adolfo Wildt, per giungere all'originale interpretazione fornitane ai nostri giorni da Mimmo Paladino dal MART di Rovereto e da Norberto. Nella seconda sede, il Salone delle Udienze del Palazzo Papale della Curia che ospita il Museo dei Beni Ecclesiastici, sono esposte le opere provenienti dal territorio reatino selezionate tra quanto di più interessante è stato espresso in onore di San Francesco: dipinti, sculture e paramenti sacri che testimoniano l'alta qualità della produzione locale. Tra le più notevoli le tele di Vincenzo Manenti, Giovanni Paolo Cardone, Francesco da Castello e il dipinto recentemente restituito al caravaggesco Bartolomeo Manfredi, proveniente da Leonessa per le quali, in considerazione della particolare fragilità delle opere su supporto ligneo, la Soprintendenza ha promosso restauri finalizzati alla stabilizzazione delle condizioni conservative e a renderne possibile l'esposizione in mostra per fornire un'occasione importante di valorizzazione e di studio di queste opere, il più delle volte conservate sacrestie di chiese e conventi difficilmente accessibili. Nella terza sede, negli spazi espositivi della Fondazione Varrone nel Palazzo Potenziani, sono raccolti oggetti preziosi: codici, incisioni, stampe, reliquiari, abiti, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio reatino dalle origini ai giorni nostri. La comunicazione dell'evento è arricchita dalla disponibilità di due applicazioni gratuite per iPhone, iPad e Ipodtouch. Insomma, misticismo, arte, turismo e tecnologia: una formula vincente.

mercoledì 6 giugno 2012

L’avventura della conoscenza

Venerdì 8 giugno 2012 l’Istituto Italiano di Cultura di Sofia ospiterà l’inaugurazione della mostra “Masaccio - Beato Angelico - Piero della Francesca. L’avventura della conoscenza”. Interverrà il Prof. Alessandro Rovetta, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, curatore della mostra.
L'eredità comune ai tre artisti è l'aspirazione alla conoscenza e alla bellezza che cercarono di raggiungere confrontandosi con la tradizione e impegnandosi nella ricerca del reale. Le opere rappresentate - Masaccio (1401-1428), Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze, Beato Angelico (1387-1455), affreschi del Convento di San Marco a Firenze, e Piero della Francesca (1410-1492), La leggenda della Vera Croce della Chiesa di San Francesco ad Arezzo - testimoniano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.
Obiettivo della mostra è quello di rendere partecipi i visitatori di una straordinaria esperienza di conoscenza e creatività. Le immagini esposte sono a grandezza naturale ed osservandole si ha l'impressione di viverle da dentro.
Mostra, aperta fino al 20 giugno 2012, è realizzata dall’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica Péter Pázmány e l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.