domenica 28 giugno 2020

I Trionfi del Regno di Sicilia

Torna inoltre fruibile al Civic Center (ex carcere) di corso Vittorio Veneto a Mazara del Vallo (TP) la mostra grafico pittorica “I Trionfi del Regno di Sicilia” a cura degli architetti Mario Tumbiolo e Mario Giubilato dell’Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere ed Arti, che era stata inaugurata lo scorso primo marzo e pochi giorni dopo sospesa per l’emergenza sanitaria.
Si tratta di una mostra di opere grafiche (carte illustrate, tarocchi) del prof. Paolo Asaro, composta da 78 tavole aventi come tema il periodo storico che va dalla fondazione del Regno di Sicilia nel 1130 d.c. fino all’epoca di Federico II di Svevia  (dagli Altavilla agli Hohenstaufen).
La mostra, che sarà fruibile fino al 16 luglio 2020, negli stessi giorni ed orari degli altri siti museali, è inserita in una serie di eventi culturali dal tema La Sicilia ed il Medioevo che prevede un ciclo di conferenze, anch’esso avviato a marzo e subito interrotto per l’emergenza Covid, che riprenderà nella prima settimana di luglio.

mercoledì 24 giugno 2020

Riapre il Museo Casa di Dante

Il Museo casa di Dante, dopo 4 mesi, mercoledì 24 giugno 2020 riapre al pubblico nel giorno del patrono di Firenze, San Giovanni, con una nuova veste tutta tecnologica. Un modo per raccontare in modo contemporaneo la vita e le opere di Dante Alighieri integrando alla verità storica una rinnovata spinta emozionale.
Aspettando l’anniversario del 2021 «Dovevamo inaugurare il nuovo allestimento in Marzo ma a causa del Covid abbiamo rimandato e siamo felici di riaprire nella data cara ai fiorentini del 24 giugno in cui si festeggia il patrono San Giovanni — spiega Tullia Carlino coordinatrice del Museo — Il compimento di questo progetto arriva alla vigilia del 2021, l’anniversario dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, con l’idea che la tecnologia sia uno strumento che non sostituisce ma integra la realtà. Siamo felici di vederlo finalmente decollare con la consapevolezza che il nostro museo fosse ormai datato e si rendesse sempre più necessario un restyling che lo tenesse al passo con i tempi senza, però, strappargli anima e identità».
Tra aspetti pubblici e privati Nel nuovo allestimento ogni spazio coincide con un momento essenziale della storia di Dante Alighieri. Ogni sala è la tappa di un percorso che unisce attraverso legami narrativi gli aspetti privati e pubblici, familiari, letterari e politici che hanno intessuto la vita del Sommo Poeta. Accolti da un Dante virtuale disegnato da un illustratore, i visitatori accedono così al Museo che nella giornata inaugurale del 24 giugno dalle 12 alle 18 possono entrare gratuitamente.
Il volto del Divin Poeta in 3D «Il primo piano - racconta Adele Magnelli International Project Manager di Ett S.p.A. che ha realizzato progetto di riallestimento multimediale – è dedicato alla vita alla politica e al rapporto di Dante con la Firenze medievale, fino all’esilio». È qui che grazie ad un display olografico si potrà vedere il volto di Dante in 3D con il suo celebre profilo, assistere quindi in una sala immersiva dove immagini girate con droni si avvicendano ad illustrazioni originali di computer grafica, alla battaglia di Campaldino, divertirsi quindi a giocare con gli stemmi delle «Arti Fiorentine» o vedere su un plastico multimediale gli edifici simbolo della vita politica di Firenze dell’epoca.
Si dovrà salire al secondo piano per scoprire invece il Dante poeta, uomo di cultura e padre della lingua italiana. «Tra le chicche di questo piano — precisa Adele Magnelli — c’è la sala dedicata alla Divina Commedia. Al centro si trova un grande volume aperto dove viene riprodotto il viaggio dantesco attraverso una proiezione in video mapping. Il libro sembrerà sfogliarsi da solo mentre scorrono le immagini accompagnate da alcuni versi della Commedia letti da Francesco Pannofino».
Soddisfazione per il nuovo progetto del Museo Casa di Dante è stato espresso anche da Eugenio Giani, Presidente della storica istituzione culturale. «Questo riallestimento della ‘sua casa’ è la migliore delle maniere per tenere viva la memoria e la grande opera di Dante. È un luogo che ci deve stimolare a riflessioni sulla figura di uno dei personaggi più importanti della storia della letteratura e da oggi lo fa grazie alla più innovative tecnologie che abbiamo a disposizione. Del resto Dante, fiorentino e toscano, rappresenta l’unità del Paese attraverso una unica lingua e ora più che mai c’è bisogno di un senso di unione e condivisione. Dante e la cultura sono un mezzo perché questo sentimento emerga nella giusta maniera».

martedì 23 giugno 2020

Il Santo che battezzò Cristo

In occasione del 24 giugno, festa del santo patrono di Firenze, san Giovanni Battista, le Gallerie degli Uffizi presentano sul sito una mostra virtuale dedicata alla figura di Giovanni Battista nell’arte. Titolo dell’ipervisione è Il Santo che battezzò Cristo. Scene dalla vita di San Giovanni Battista, a cura di Anna Bisceglia: esposte online quindici opere delle collezioni realizzate tra Trecento e Novecento, tra cui capolavori di grandi artisti quali Leonardo, Raffaello, Bronzino, Veronese e un’icona russa. 
Il Battista è stato infatti molto rappresentato nell’arte figurativa, dal Medioevo al Novecento, in quanto figura chiave, anello di congiunzione tra Vecchio e Nuovo Testamento, tra la tradizione ebraica e il messaggio di Gesù.
Il percorso virtuale ha inizio con la pala d’altare del pittore giottesco Giovanni del Biondo; seguono il San Giovannino nel deserto, opera che Raffaello eseguì a Roma intorno al 1518, e quello di Andrea del Sarto. E ancora, le raffigurazioni della prima infanzia del Battista dipinte da Pontormo e dal Bronzino, e il Battesimo di Cristo raffigurato nei dipinti del Verrocchio e Leonardo e del Veronese. Il martirio e la decollazione sono descritti invece nelle opere di Cranach il Vecchio e di Alonso Berruguete.
Per accedere alla mostra virtuale clicca qui !

venerdì 19 giugno 2020

Riaperto il Museo Archeologico di Castellina (SI)

Porte aperte da alcuni giorni al Museo Archeologico del Chianti senese a Castellina in Chianti (SI), dove sono tornate a disposizione dei cittadini più piccoli anche le attrezzature da gioco presenti nei parchi pubblici, nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.  
Il Museo Archeologico del Chianti senese è pronto ad accogliere i visitatori con il regolare orario estivo, che prevede l’apertura tutti i giorni dalle ore 11,00 alle ore 19,00 con ultimo ingresso alle ore 18.15. La visita comprende le sale del Museo Archeologico e la Rocca medievale, con i camminamenti e l’arrivo sulla sommità della torre quattrocentesca da cui è possibile ammirare il territorio circostante. Insieme alle visite, ripartono anche le attività educative e culturali per visitatori di tutte le età. A pochi passi dal centro storico e dal Museo Archeologico del Chianti senese, inoltre, è possibile visitare, con accesso libero, il Tumulo etrusco di Montecalvario, monumento funerario aristocratico risalente a 2700 anni fa.
Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il Museo Archeologico del Chianti senese al numero 0577-742090 oppure all’indirizzo mail info@museoarcheologicochianti.it.

sabato 13 giugno 2020

Prorogata la mostra "Imago splendida" a Bologna

La mostra "Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento" organizzata dal 22 novembre 2019 al 6 settembre 2020 presso il Museo Civico Medievale, in collaborazione con la Curia Arcivescovile di Bologna, l’Università di Bologna e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia è incentrata sull’affascinante e poco studiata produzione scultorea a Bologna tra XII e XIII secolo. L’esposizione, curata da Massimo Medica e da Luca Mor, è l’occasione per presentare per la prima volta alcuni rarissimi capolavori lignei della città, alcuni dei quali restaurati per l’occasione.
Tali opere, principalmente grandi crocifissi, consentiranno di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nella Bologna di quel tempo. Qui, del resto, il Medioevo fu animato da un fiorente clima multiculturale, favorito sia dalla posizione strategica della città sulla Via Emilia, quindi tra gli Appennini e le direttrici verso l’Oltralpe, sia per la nascita nel tardo XI secolo di una celebre scuola giuridica.
Una realtà così cosmopolita garantì un impulso costante per i contatti internazionali, l’indotto dei commerci, lo sviluppo urbano e, non ultime, le commissioni artistiche, tra cui quelle di arredi liturgici e tesori ecclesiastici destinati a soddisfare le crescenti esigenze devozionali. Oggi però di questi manufatti rimane assai poco, come documenta la scultura lignea medievale che, anche a causa della deperibilità del materiale, a Bologna conta soltanto pochi esempi secondo una tendenza che accomuna tutti i grandi centri italiani.
Ciò rende ancora più emblematico il valore delle testimonianze locali superstiti che per lo più si caratterizzano di esempi monumentali di elevata qualità esecutiva. Basti menzionare il superbo gruppo della Crocifissione che campeggia nella Cattedrale di San Pietro (tra i più antichi in Italia ancora completi delle figure dei Dolenti), del tutto isolato nel panorama emiliano-padano ed esito credibile di una bottega alpina itinerante specializzata nella lavorazione del legno che realizzò l’opera entro 1184, anno di consacrazione della nuova chiesa avvenuta alla presenza di papa Lucio III.
Le novità del Duecento trovano invece riscontro in un pregevole gruppo di sculture stilisticamente omogenee che raffigurano il Christus Triumphans, ormai pervase da un naturalismo gotico modulato in virtù dell’iconografia più o meno arcaizzante. Si tratta del Crocifisso ancora poco conosciuto della chiesa Santa Maria Maggiore, che oggi ritorna all'antico splendore dopo l'importante restauro finanziato dal Comune di Bologna; del Crocifisso nelle Collezioni Comunali d’Arte, riallestito nel corso Trecento su una croce dipinta da Simone dei Crocifissi; nonché del Crocifisso pervenuto alla raccolta d’arte della Fondazione Giorgio Cini a Venezia.
L’identificazione di questa importante bottega e l’occasione di esporre insieme le sue opere costituirà pertanto una circostanza pressoché irripetibile, non solo per rendere noti i preziosi dati di restauro e per cercare di approfondire il tema dello spazio liturgico a Bologna tra il XII e XIII secolo (anche grazie all’esposizione di coeve croci dipinte) , ma anche per misurare in dettaglio gli originalissimi effetti locali della rinascenza gotica su un genere artistico così particolare: stimolato in modo sinergico sia dalle novità d’Oltralpe, mediate nel capoluogo emiliano attraverso la circolazione di “arti minori” ( in mostra verranno esposti alcuni preziosi codici miniati ed altri oggetti liturgici) ed eruditi stranieri, sia dall’influsso di quelle toscane che proprio in città manifestarono episodi di primo piano come la famosa Arca marmorea di San Domenico, realizzata per la chiesa omonima da Nicola Pisano e aiuti (1264-1267).

domenica 7 giugno 2020

Animalia. La raffigurazione medievale del creato nel Palio di Legnano

"La raffigurazione medievale del creato nel Palio di Legnano” è organizzata dal Comitato Palio in collaborazione con la Commissione Permanente dei Costumi e con la consulenza scientifica della Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze.
Dal 6 giugno al 4 ottobre 2020, Castello di Legnano – Sala ipogea
La mostra rappresenta un’importante occasione di studio e valorizzazione del patrimonio culturale espresso dalle Collezioni del Palio di Legnano.
Attraverso l’esposizione di preziosi documenti d’archivio, in un rapporto dialogico tra passato e presente, il visitatore potrà scoprire come ogni singolo elemento riferisca ad una precisa simbologia espressa dagli stemmi delle contrade e afferente ad un preciso sistema semantico connesso al dato naturalistico.
Attraverso una lettura dettagliata di abiti, armi e accessori del Palio di Legnano, la mostra si pone come obiettivo il presentare un affondo scientifico inerente alla complessa visione simbolica legata al mondo animale nel Medioevo e la sua conseguente rilettura, effettuata a partire della seconda metà dell’Ottocento.
Seguendo una disamina cronologica delle diverse tipologie raffigurative di natura zoomorfa presenti in ricami, opere tessili, metalli, etc. e la conseguente mutazione di significato dettata dal progressivo avanzamento della conoscenza in ambito medievistico e vestimentario, Animalia. La raffigurazione medievale del creato nel Palio di Legnano fornirà al visitatore numerosi spunti di riflessione e indagine sul significato del mondo animale nel passato così come per l’epoca contemporanea.
La mostra, ospitata presso la Sala Ipogea del Castello di Legnano, si sviluppa in otto aree tematiche:
1) i bestiari medievali come fonte d’ispirazione
2) la raffigurazione del mondo animale nelle armi
3) le proprietà delle pietre e il mondo animale
4) le figure zoomorfe nella produzione tessile bizantina
5) animali e gli stemmi delle contrade
6) l’araldica e la simbologia qualitativa
7) dalle origini ad oggi: altro che “animalier”
8) la descrizione del mondo: il mantello di Bamberga
Ogni sezione sarà introdotta da appositi testi redatti dagli esperti della Commissione Permanente dei Costumi del Palio Legnano, con lo scopo di illustrare il contesto generale di ciascuna area tematica. Tale decisione è stata adottata per lasciare la libertà al visitatore di concentrarsi sugli oggetti esposti, esplorandoli in autonomia.
La mostra identifica il nuovo percorso di studio e ricerca adottato dalla Commissione Permanente dei Costumi, volto alla valorizzazione scientifica del Palio di Legnano e finalizzato alla prossima formalizzazione della verifica di Interesse Culturale al MiBACT.
La mostra, curata da Alessio Francesco Palmieri Marinoni e organizzata grazie al contributo degli esperti della Commissione Permanente dei Costumi, con testi di Paola Marabelli, Carla Marinoni Brusatori, Lucia Miazzo, Alessio Francesco Palmieri-Marinoni, Elena Settimini, rappresenta un’importante occasione di studio e valorizzazione del patrimonio culturale espresso dalle Collezioni del Palio di Legnano.
La mostra sarà visitabile il sabato dalle ore 15,00 alle 19,00 e domenica dalle ore 10,00 alle 12.30, e dalle 15,00 alle 19,00.

lunedì 1 giugno 2020

Riapre al pubblico il Museo Garda di Ivrea

Il Museo Civico Pier Alessandro Garda di Ivrea si prepara a riaprire al pubblico, mercoledì 3 giugno 2020, in piena sicurezza e nel rispetto delle misure indicate dal Governo e dalle Regioni. Nel periodo del lockdown le attività sono state curate dallo staff del Museo in modalità di lavoro agile, l'apertura al pubblico avverrà nei consueti giorni e orari. A variare saranno invece le modalità di accesso.
Gli ingressi saranno contingentati e così organizzati: chi desidera visitare il museo potrà farlo preferibilmente con prenotazione da effettuarsi via mail all’indirizzo musei@comune.ivrea.to.it; l’ingresso sarà consentito per un numero massimo di 5-6 persone alla volta, fino a un massimo di 40 persone con accessi scaglionati; i visitatori dovranno obbligatoriamente essere dotati di mascherine e guanti, mentre sarà a disposizione gel igienizzante all’ingresso del museo; l’accesso alla cassa sarà consentito a una persona alla volta.
Il Museo, secondo le indicazioni di un piano elaborato dal responsabile tecnico della sicurezza, si è dotato, in questi mesi, di tutte le misure previste per assicurare la massima protezione ai visitatori.  Il piano prevede tra l’altro la predisposizione di percorsi che permettono l’ingresso e l’uscita attraverso accessi differenziati. Le collezioni permanenti del museo: Archeologica, Orientale, Guelpa-Croff, Medioevo e Rinascimento torneranno così ad essere fruibili.
Il Museo continua ad essere attivo attraverso i suoi canali Facebook, Instagram e Linkedin, mentre sul sito www.museogardaivrea.it l’archivio digitale permette di ammirare centinaia di opere corredate da schede descrittive e di creare percorsi di visita tematici e personalizzati.