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giovedì 21 ottobre 2021
mercoledì 20 ottobre 2021
Esposizione straordinaria del Liber figurarum di Gioacchino da Fiore a Reggio Emilia
Drago dell'Apocalisse (draco magnus) |
C’è chi crede che la storia umana sia percorsa da simmetrie
ricorrenti, personalità e circostanze che si ripresentano nei secoli; il
Liber figurarum ha la pretesa coraggiosa (e oltraggiosa) di
fissarle sulla carta, varcando con l’inchiostro e un pensiero tanto
originale quanto profondo la precarietà e i dolori di un’epoca per noi
lontana, nel tentativo di intravedere l’eterno e il rinnovamento finale
dell’umanità.
Dante lo tenne presente nello scrivere la Divina Commedia e cita nel Paradiso il
suo autore come “il calavrese abate Gioacchino / di spirito profetico
dotato”; Michelangelo si rifece alle stesse geometrie nell’affrescare la
Cappella Sistina e Cristoforo Colombo lo ricorda nei suoi diari.
Innumerevoli altri artisti, scultori e pensatori ne furono e sono
tuttora influenzati.
Il Liber figurarum è la summa illustrata del pensiero di
Gioacchino da Fiore, un teologo del dodicesimo secolo di enorme
importanza nel pensiero occidentale. Convinto che la storia umana si
potesse dividere in tre “regni” corrispondenti alle tre Persone della
Trinità, tramite immagini enigmatiche e complesse tentò di intravedere i
contorni della terza era, da lui ritenuta imminente, che avrebbe
purificato l’umanità e portato termine a ogni dolore. La sua tensione
profetica è ricca di sete di rinnovamento ed esercita un fascino
immutato attraverso i secoli.
Questo codice, una delle tre copie esistenti al mondo (le altre sono a
Oxford e Dresda), è una delle più belle e importanti raccolte della
teologia medievale. Le immagini (figurae) furono disegnate da Gioacchino in tempi diversi e poi radunate nel Liber a cui diedero il nome.
In occasione di questa esposizione sarà possibile conoscere anche
tutte le altre attività e proposte dell’Associazione Città di Reggio.
giovedì 14 ottobre 2021
Dante a Novara
Dante a Novara: in mostra codici e libri antichi alla Negroni Edizioni e
personaggi della Commedia tra Sesia e Ticino Dall' 11 ottobre al 27
novembre 2021 la Biblioteca Civica Negroni di Novara ospita un percorso
espositivo alla scoperta di libri preziosi e rari della collezione
dantesca di Carlo Negroni, unica in Italia. Attraverso i versi della
Divina Commedia questi antichi volumi sfidano i secoli e raccontano la
storia del libro: dai manoscritti alla stampa a caratteri mobili, dalla
nascita a Venezia del corsivo e del formato tascabile alla prima volta
in cui nel titolo compare l'appellativo Divina. A cura dei giovani
volontari del Centro Novarese di Studi Letterari con catalogo Educatt e
aperture speciali per le scuole. Una collezione unica in Italia è al
centro della mostra "Dante a Novara" nel VII
centenario dantesco con codici manoscritti medievali, edizioni antiche e
capolavori dell'arte tipografica, a cura di Roberto Cicala e Paolo
Testori con la collaborazione di Alessandro Audisio, Federica Rossi e
Valentina Zanon. L'esposizione, a palazzo Vochieri in corso Cavallotti 6
a Novara, e ad ingresso gratuito ma solo su prenotazione on line:
Il progetto, di Centro Novarese di Studi Letterari e Comune di Novara
con il coinvolgimento di molti enti locali e del Comitato dantesco
novarese, propone una selezione della collezione che il senatore Carlo
Negroni lasciò alla comunità cittadina e oggi conservata presso la
Biblioteca che porta il suo nome. È una raccolta tra le più importanti
tutt'oggi presenti in Italia sia per consistenza, con oltre 2200
esemplari, tra volumi e opuscoli, sia per il valore e rarità delle
edizioni che abbracciano oltre tre secoli di storia della tradizione
dantesca. L'esposizione si chiude con una comparazione tra edizioni
di vari formati, da piccolissimi fino alla monumentale opera di Gustave
Dorè, illustratore tra i più famosi in Europa nella seconda metà
dell'Ottocento, per la quale ideò ben 136 xilografie di grande formato
L'esposizione dei libri antichi, con un progetto di allestimento sotto
la supervisione del dirigente Cultura del comune di Novara Davide
Zanino, è autorizzata dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica
del Piemonte e della Valle d'Aosta, con l'apporto del personale della
Biblioteca e con vari enti coinvolti tra cui Archivio di Stato di
Novara, Associazione di volontariato Amici Opera Pia Carlo Negroni,
Biblioteca Gaudenziana della Diocesi di Novara, Biblioteca del liceo
classico e linguistico Carlo Alberto, Biblioteca del liceo delle Scienze
Umane ed Economico Sociale Contessa Tornielli Bellini, Laboratorio di
editoria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Ufficio
Scolastico Provinciale.
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mercoledì 13 ottobre 2021
Dante e la cultura del Trecento a Mantova
lunedì 11 ottobre 2021
sabato 9 ottobre 2021
"Non impedias musicam" mostra a Como
Ubicazione:
Via Briantea, 8, 22100 Como CO, Italia
venerdì 8 ottobre 2021
La “Biblioteca” di Dante a Palazzo Corsini
Nell’opera dantesca, e nella Commedia in particolare, la tradizione della cultura
classica, cristiana e medievale si ricapitola come in una summa: autori, libri, scuole
di poeti e filosofi, enciclopedie, mitologie antiche e dogmi cristiani, scrittori canonici
e autori più eccentrici vengono tutti riattraversati dallo sguardo di Dante, che
scrivendo il suo testo ne riscrive simultaneamente la tradizione d’appartenenza. In
tal senso sapere di quali letture, di quali libri, si sia materialmente nutrita la cultura
e la fantasia poetica dell’Alighieri ha da sempre costituito un interrogativo profondo
tanto per i critici che per i lettori per arrivare a una comprensione più profonda della
Commedia. La ricerca tuttavia si scontra sull’evidenza che Dante non ebbe mai una
vera e propria biblioteca, stabile e personale, come poi invece fu per Petrarca; non
possediamo neppure autografi o libri sicuramente a lui appartenuti. Il dibattito su
quali opere Dante abbia effettivamente letto e quali egli conoscesse solo per altrui
citazioni o epitomi è pertanto ancora aperto e di grande rilevanza: il convegno e la
mostra intendono offrire lo status quaestionis integrato con nuove ricerche mirate.
Nella mostra saranno per la prima volta esposte tutte le opere da Dante
esplicitamente citate e presumibilmente lette, quindi parte d’una sua "biblioteca",
secondo i più recenti accertamenti e secondo un percorso rappresentativo del suo
iter intellettuale e poetico. Saranno esposti in larga prevalenza codici dei secoli XIII e
XIV, ovvero libri che corrispondono alle tipologie manoscritte che Dante potrebbe
aver praticato; saranno esposti inoltre alcuni codici provenienti dal fondo
duecentesco della biblioteca di Santa Croce, il convento fiorentino che, secondo gli
studi più recenti, potrebbe aver ospitato la prima formazione del poeta. I
manoscritti saranno ordinati tematicamente e cronologicamente secondo lo
sviluppo dell’opera dantesca, in base anche ai suoi possibili spostamenti prima e
dopo l’esilio. Saranno invece escluse tutte le opere che dalla critica sono state a lui
ricondotte in base ad ipotesi, allusioni o riscontri degli interpreti moderni, spesso
discordi, privilegiando invece quei testi, coi loro antichi libri, che con maggiore
sicurezza permetteranno al visitatore di conoscere e d’esplorare i “punti fermi” della
“biblioteca” dantesca.
La mostra sarà articolata in sei grandi sezioni: 1) La “Bibbia” e la tradizione cristiana;
2) La tradizione classica: gli Auctores nella “Vita nuova”; 3) La tradizione romanza; 4)
La tradizione classica dalla “Vita nuova”; 5) Retorica e trattatistica medievale; 6)
Filosofia, scienza e teologia.
La partizione della mostra, che in più occasioni fa perno su un “prima” e un “dopo”
la Vita nuova, vuole in tal modo distinguere due fasi della biografia dantesca e della
sua “biblioteca”, quella riferibile alla vita fiorentina e quella, testimoniata nelle
opere successive al “libello giovanile”, segnata invece dall’esilio.
Fra gli oltre 70 codici che saranno esposti, provenienti dalle maggiori collezioni
italiane e internazionali – tutti libri fondamentali per la comprensione della poesia
e della cultura dantesca – si segnalano il manoscritto della Biblioteca Nazionale di
Roma Vitt. Emm. 1502, che raccoglie, riccamente illustrati, i testi profetici di
Gioacchino da Fiore, «il calavrese abate Giovacchino /di spirito profetico dotato»,
immortalato in Pd XII; i diversi codici fiorentini provenienti dall’antica biblioteca di
Santa Croce – il convento francescano che forse Dante frequentò prima del suo
esilio –, tra i quali l’antichissimo codice di Servio, il commentatore virgiliano
(Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 22 sin 1), o il manoscritto della Consolatio
philosophiae di Boezio (Plut. 23 dex 11), glossata in volgare all’inizio del Trecento e
ricordata dall’Alighieri come una delle sue letture fondamentali dopo la morte di
Beatrice; o ancora il canzoniere della lirica trobadorica, raccolto nel codice
laurenziano Plut. 41.42, libro per certi aspetti affine alla silloge di poesia provenzale
che fu nota a Dante; il manoscritto corsiniano del Roman de la rose (Roma,
Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, 55 K 4), sulla cui
conoscenza dantesca si è sviluppato, e si svolge, un lungo e appassionato dibattito
filologico-letterario; per continuare inoltre coi manoscritti filosofici e scolastici, che,
coi loro testi, fondano la struttura mentale della visione dantesca, della sua morale
e della sua teologia: l’Etica aristotelica della Biblioteca Nazionale di Napoli
(VIII.G.25) o gli scritti di Sigieri di Brabante, il filosofo eterodosso che in Paradiso
«silogizzò invidïosi veri» (X, 138), proveniente dalla Biblioteca Cathariniana di Pisa
(ms. 17); per tornare poi ai libri letterari, fonti per l’Alighieri di stile e invenzione,
come il Giovenale parigino (Paris, BnF, lat. 8073), o il Lancillotto della Marciana di
Venezia (Fr. Z 11), dalle cui storie fuoriesce una delle immagini più durature della
poesia dantesca, quella del bacio tra Paolo e Francesca, doppione infernale del
bacio letterario fra Lancillotto e Ginevra.
A integrazione dell’esposizione, sempre dall’8 ottobre, Paesaggi e personaggi della
Commedia. Un'iconografia digitale, una mostra che – prodotta in collaborazione
con l'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e ideata da Roberto Andreotti,
Federico De Melis, Francesco De Melis e Luca Ruzza - intende illustrare, con una
speciale messa in scena digitale, alcuni aspetti della fortuna iconografica dantesca di
luoghi, paesaggi e personaggi della Divina Commedia, fino alla Contemporaneità. Il
visitatore potrà entrare, in uno scenario avvolgente, in “capsule” monografiche,
“camere oscure” al cui interno si potrà vivere l'esperienza di un'immersione
multisensoriale attraverso varie tecniche, non ultima il cosiddetto “fantasma di
Pepper”, sorta di ologramma originato dal teatro del Seicento. I file visivi e sonori si basano sulle immagini delle opere che artisti di ogni epoca hanno dedicato al poema
dantesco, in dialogo con le altre iniziative espositive dell’Accademia dei Lincei
dedicate alla biblioteca letteraria, culturale, artistica e filosofica di Dante.
Con la mostra La Biblioteca di Dante si intende affrontare per la prima volta il
problema di come è stato possibile il miracolo della Commedia; su quali basi
culturali ha potuto contare Dante nella composizione del poema e quali siano le
ragioni di un successo ancora così straordinario.
Un grande sforzo, dunque, probabilmente il più articolato e impegnativo dell'anno
dantesco, reso possibile dall'impegno congiunto dell'Accademia Nazionale dei Lincei,
di Intesa Sanpaolo, in particolare del Presidente emerito Giovanni Bazoli, del
Presidente Gian Maria Gros-Pietro, di Stefano Lucchini, del presidente
dell’Associazione “Amici dei Lincei” dott. Umberto Quadrino, ma anche dell'ENIT,
dell'Istituto centrale per il patrimonio immateriale del Ministero della Cultura e delle
tante istituzioni, musei e biblioteche, a cominciare dalle grandi biblioteche storiche
romane, ma con sforzo generoso anche dalle biblioteche di tutta l’Italia e l’Europa,
e, ultimi ma non ultimi, dai contributi assicurati dal Comitato Nazionale dantesco.
Ubicazione:
Via della Lungara, 10, 00165 Roma RM, Italia
martedì 5 ottobre 2021
sabato 2 ottobre 2021
Multimediale al Complesso Museale di San Francesco a Montone
Nel corso del mese di Ottobre il Complesso Museale di San Francesco a Montone (PG)
offre ai visitatori un nuovo e accattivante appuntamento per rendere
più fruibile questo stupendo scrigno di opere d’arte proponendo, al suo
interno, un percorso di visita guidata sensoriale ed evocativa.
La visita all’imponente Chiesa di San Francesco, sarà fruibile
attraverso un percorso multimediale che ne valorizza la storia ed il
patrimonio. Si tratta di un percorso di visita approfondito nel quale il
visitatore si immergerà nel racconto della storia di Montone: i
personaggi che l’hanno contraddistinta e le sue magnifiche opere d’arte.
La Chiesa sarà, attraverso un susseguirsi di luci, musiche e racconti
di sottofondo, uno scenario affascinante per tutti coloro che
assisteranno a questo “spettacolo” unico. In un contesto trecentesco,
perfettamente conservato, un passato medievale incontrandosi con le
nuove tecnologie, crea un connubio ideale che permette al visitatore di
non lasciarsi sfuggire nessun prezioso particolare.
Ad arricchire la narrazione sarà il ricollocamento virtuale della
Madonna della Misericordia di Bartolomeo Caporali e una suggestiva
illuminazione delle opere della chiesa. Il percorso è in lingua italiana
e inglese e percorre le mappe artistiche più significative all’interno
della Chiesa, nucleo centrale del museo che conserva al suo interno
numerosi lacerti di affreschi per gran parte a carattere votivo e
realizzati prevalentemente tal la metà del 1300 e il tardo 1500.
Raccontando la storia del borgo medievale, delle sue committenze, dei
suoi personaggi e delle tante vicissitudini in cui Montone è stata
protagonista, si percorrono alcuni aspetti di particolare importanza
storico- artistica.
Una seconda parte prevede la visita in Pinacoteca, sede di numerosi
opere mobili provenienti da edifici storici e religiosi di Montone:
spicca tra essi la Madonna della Misericordia di Bartolomeo Caporali ed
il gruppo ligneo di Deposizione dalla Croce del XIII secolo. Completa la
visita la sezione ai paramenti sacri e una sezione archeologica
riconducibile a testimonianze romane.
Il tour multimediale è previsto tutti i venerdì, sabato e domenica
alle ore 11 e alle ore 12 la mattina, mentre nel pomeriggio è alle ore
15.30 e alle ore 16.30. La durata del tour è di circa 45 minuti: la
prenotazione è consigliata.
Il costo del tour, comprensivo del biglietto di ingresso, è di €5,00,
€4,00 per gruppi, €2,00 per ragazzi dai 6 ai 14, gratuito sotto i 6
anni.
Il progetto multimediale nella Chiesa di San Francesco è stato ideato e curato da Sistema Museo, realizzato con il contributo della Regione Umbria in collaborazione con il Comune di Montone (PG). Gli interventi multimediali sono stati progettati da Sound Studio Service, il progetto illuminotecnico è stato a cura di Maurizio Gianandrea.
Il progetto multimediale nella Chiesa di San Francesco è stato ideato e curato da Sistema Museo, realizzato con il contributo della Regione Umbria in collaborazione con il Comune di Montone (PG). Gli interventi multimediali sono stati progettati da Sound Studio Service, il progetto illuminotecnico è stato a cura di Maurizio Gianandrea.
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