Chi lo ha studiato a scuola con Dante, nell'inferno più inferno fra il trentaduesimo e il trentatreesimo canto. Chi, la sua storia, l'ha letta dopo; chi lo ha incontrato nella scultura di Rodin o nella pittura o in un'altra letteratura. La tragedia di Ugolino della Gherardesca è di quelle che non si dimenticano, che ti inseguono anche quando hai voltato mille altre pagine. Troppo dolore, troppa vendetta nella storia del conte lasciato morire nella "torre della fame", qui a Pisa. Qui, in piazza dei Cavalieri dove c'è una targa che lo ricorda e dove i turisti transitano con quell'aria da passeggio e si fermano a fotografarla. Lì sopra si legge: "Qui sorgeva la torre dei Gualandi. La tragica morte del Conte Ugolino della Gherardesca le diè il titolo della fame e suscitò nel divino Alighieri lo sdegno e il canto onde il ricordo del miserando caso si eterna". Ecco è proprio qui che è stato inaugurato il nuovo museo, voluto da Claudio Ciociola, docente di Filologia italiana alla Scuola Normale e presidente della biblioteca.
È il piccolo e suggestivo percorso dedicato proprio a colui che Dante ci fa incontrare coi celebri versi: "La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a' capelli / del capo ch'elli aveva di retro guasto". Le pareti dell'antica torre medievale adesso si possono visitare, mentre fino a poco tempo fa erano parte della biblioteca e nascosti dagli scaffali pieni di volumi all'interno del palazzo dell'Orologio. Da pochi giorni sono accessibili a tutti e gratis: basta prenotare una visita sul sito della Scuola Normale (www.sns.it/torreugolino). "È un punto così pieno di rimandi storici che mi sembrava importante valorizzarlo" spiega il professore. Nella torre si entra dalla piazza e ci si trova davanti al muro di pietra e a uno di mattoni, ai resti di quello che doveva essere il vano dell'entrata. "...e io sentì chiavar l'uscio di sotto / a
l'orribile torre ond'io guardai/ nel viso a' mie' figliuoli senza far motto..." scrive Dante nella Divina Commedia. Lo spazio museale si trova all'interno dell'attuale palazzo dell'Orologio in uno spazio che adesso è scorporato dalla biblioteca e dove fa compagnia la voce di Vittorio Sermonti che legge i passi dell'Inferno.

Così si è compreso dove Ugolino passò gli ultimi giorni: "Non a caso la targa che si trovava sull'altra ala del palazzo è stata spostata qui". Il leggendario personaggio e la patetica vicenda del conte Ugolino sono stati al centro di innumerevoli riscritture e visualizzazioni. Su Ugolino grava, nella tradizione esegetica, il sinistro sospetto di cannibalismo, per via dell'enigmatica confessione: "Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno". Fra tesi e contro tesi, non ci è stata ancora consegnata nessuna verità storica, ma molte ipotesi su questo e su altri aspetti della vita e della morte del conte. La torre che ospita oggi il percorso museale è quella nella quale ha avuto luogo l'episodio dantesco e risale all'undicesimo secolo. Il Palazzo dell'Orologio, in cui è stata inglobata, deve la sua configurazione a successivi
interventi il più importante dei quali si ebbe tra il 1605 e il 1608, per iniziativa di Ferdinando I.
Le visite guidate, a ingresso gratuito, avvengono su prenotazione, per un numero massimo di 20/25 persone a visita. Per informazioni: torreugolino@sns.it.
Le visite guidate, a ingresso gratuito, avvengono su prenotazione, per un numero massimo di 20/25 persone a visita. Per informazioni: torreugolino@sns.it.
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