Inserita ai vertici delle mostre più interessanti dell’anno in
Europa dagli esperti del settore, l’esposizione “Ambrogio Lorenzetti” al
Santa Maria della Scala non è mancata ad attirare l’attenzione sia di
pubblico che di critica. Aperta al pubblico lo scorso 22 ottobre e con
la chiusura prevista per il 21 gennaio, la mostra si è rivelata un vero
successo, attirando in tre mesi con grande plauso della stampa ben oltre
35mila spettatori. Dopo una così grande richiesta prorogarne
l’apertura era la risposta migliore: la chiusura viene quindi posticipata
a domenica 8 aprile 2018.
“Non è stato per niente semplice, ma ce l’abbiamo fatta: la mostra
continuerà, dopo il grande successo di pubblico e critica, suggellando
la crescita del Santa Maria della Scala e delle politiche culturali e
turistiche di Siena. Ambrogio ci accompagnerà fino alla primavera, per i
senesi che non l’hanno ancora visitata o vogliono tornarci, per gli
storici dell’arte ed i critici, e per i tanti turisti che avranno un
motivo in più per scegliere Siena, scoprendo un capitolo fondamentale
dell’arte medievale mondiale. Siamo felici di poter dare l’annuncio
ufficiale.” commenta il Sindaco Bruno Valentini, uno dei maggiori
fautori di questa decisione.
Grande soddisfazione anche nelle parole del direttore del Santa
Maria Daniele Pittèri: ” In un periodo in cui progressivamente, e
fortunatamente, si sta abbandonando la logica delle grandi mostre
blockbuster per abbracciare quella della riscoperta e della riflessione
monografica sui grandi artisti del passato, un’esposizione dedicata a
Lorenzetti assume un valore che va oltre l’impatto dell’evento.”
La riuscita della mostra è il culmine di un lungo lavoro che parte
dall’iniziativa del 2015 “Dentro il restauro” volta a recuperare la
bellezza dei molti affreschi dell’artista senese ed ha portato oggi
a reintegrare nell’esposizione pressoché interamente la vicenda
artistica di Ambrogio Lorenzetti con prestiti mirati dal Musée du
Louvre, dalla National Gallery di Londra, dalle Gallerie degli Uffizi,
dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte e dalla Yale
University Art Gallery. Il risultato finale è ancora più notevole se si
prende in considerazione che su Lorenzetti non esiste nemmeno una
moderna e affidabile monografia scientifica e che un’iniziativa del
genere è possibile soltanto a Siena, che conserva all’incirca il
settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore.
L’esposizione è curata da Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini e Max
Seidel, curatori anche del corposo volume che accompagna la mostra,
mentre l’allestimento è progettato dallo studio Guicciardini & Magni
Architetti. Il percorso espositivo è arricchito inoltre dalla presenza
di un’audioguida in più lingue e da alcuni interventi videofilmati, sia
di taglio informativo che di taglio suggestivo/narrativo.
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