Jheronymus Bosch, San Giovanni Battista, 1495 circa |
Jheronimus Bosch (1453 – 1516) è noto in tutto il mondo per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche.
Milano per la prima volta, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, rende omaggio al grande genio
fiammingo e alla sua fortuna nell’Europa meridionale con un progetto
espositivo inedito che presenta una tesi affascinante: Bosch, secondo i
curatori, rappresenta l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’,
lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la
prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri
artistici diffusi in tutta Europa.
I curatori della mostra sono tre: Bernard Aikema, già professore di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona, Fernando Checa Cremades, professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado e Claudio Salsi,
direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e
docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di
Milano.
In questo ricchissimo corpus spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch e opere derivate da soggetti del Maestro - mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra.
Bosch è infatti autore di pochissime opere
universalmente a lui attribuite e conservate nei musei di tutto il
mondo. Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori
di questo artista lasciano i musei cui appartengono, e ancora più
raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica
esposizione.
Proprio per la fragilità e la peculiarità dello stato di conservazione, alcune opere dovranno rientrare nelle loro sedi museali prima della chiusura della mostra. Si tratta delle due opere del Museo Lázaro Galdiano di Madrid
(Meditazioni di san Giovanni Battista e La Visione di Tundalo) che
potranno essere visitate dal pubblico fino al 12 febbraio e delle due opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi (l’arazzo Assalto a un elefante turrito e Scena con elefante) che rimarranno in mostra fino al 29 gennaio.
L’esposizione di Palazzo Reale non è una monografica convenzionale, ma mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli,
in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto
l’‘altro’ Rinascimento - non solo italiano e non solo boschiano - negli
anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come
Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti
altri.
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