Da Firenze a Faenza: un capolavoro delle Gallerie degli Uffizi, il grande Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), appena riemerso in tutto il suo splendore da un complesso restauro durato oltre quattro anni, viene esposto da domani nella città della quale Umiltà è santa Patrona.
La mostra, intitolata "Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi", è accolta nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale e sarà visitabile dal 31 ottobre 2023 fino al prossimo 3 marzo 2024; è in questo contesto che la monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell’Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze.
Faenza entra così a far parte degli Uffizi Diffusi, grande piano di diffusione dell’arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino.
Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da ben 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni - età venerabile per quei tempi - attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”. L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.
La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l’occasione diammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell’opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro.
Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un’ampia campagna di indagini e documentazione, l’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli - ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.
Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.
La mostra, intitolata "Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi", è accolta nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale e sarà visitabile dal 31 ottobre 2023 fino al prossimo 3 marzo 2024; è in questo contesto che la monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell’Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze.
Faenza entra così a far parte degli Uffizi Diffusi, grande piano di diffusione dell’arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino.
Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da ben 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni - età venerabile per quei tempi - attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”. L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.
La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l’occasione diammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell’opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro.
Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un’ampia campagna di indagini e documentazione, l’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli - ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.
Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.
Nessun commento:
Posta un commento