Mancano solo pochi giorni alla prossima riapertura al pubblico dei
sotterranei della Certosa di San Martino, splendido monumento di epoca
medievale che dall'alto del belvedere di San Martino si affaccia sulla
città. Dal 24 gennaio 2015, ogni sabato e domenica gli ipogei della
certosa saranno aperti e pronti ad accogliere nella loro veste rinnovata
dalla recente opera di restauro, turisti e napoletani.
I sotterranei costituiscono i suggestivi e imponenti ambienti delle fondamenta trecentesche della Certosa, una edificazione che iniziò nel maggio del 1325 per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò.
Un’ opera di ingegneria possente ed elegante, con una successione di pilastri e volte ogivali a sostegno dell’intera struttura certosina, nei lunghi corridoi e negli slarghi sono esposte le opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi.
Una raccolta che si è formata attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. L’esposizione comprende circa centocinquanta opere in marmo, distribuite nei vari ambienti
secondo un ordine cronologico (dal medioevo al XVIII secolo) ma rispettando anche i contesti di provenienza.
Tra le sculture in marmo, le opere più rilevanti di epoca trecentesca, si segnalano: il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato dal reimpiego di una vasca romana del II-III secolo d.C., il frammento di una
Figura femminile giacente (forse Maria di Valois) della bottega del grande s
cultore-architetto senese Tino di Camaino, la cosiddetta Madre di Corradino (forse Maria di Borgogna, moglie di Carlo I d’Angiò o più probabilmente una Santa Caterina d’Alessandria), e una lastra a rilievo raffigurante
La Morte e Franceschino da Brignale (1361), singolare ex-voto allegorico costruito sul contrasto tra il senso dell’attaccamento alla vita e l’ineluttabilità della morte.
Tra le opere del Quattrocento sono da segnalare la doppia lastra tombale, raffigurante padre e figlia, della famiglia de Miro (1413), di fattura e di dise gno ancora trecenteschi e, per la prima metà del Cinquecento, la splendida Madonna col Bambino di cultura raffaellesca.
La visita ai sotterranei si conclude con un capolavoro di uno tra i principali protagonisti della scultura europea del Settecento: l’imponente e languido San Francesco d’Assisi (1785-1788 circa) di Giuseppe Sanmartino e con un’Allegoria
velata (forse una Modestia), scolpita probabilmente dal suo allievo Angelo Viva che evoca le celebri sculture della Cappella Sansevero.
Non meno significativa è la raccolta epigrafica, un archivio di pietra che testimonia con le sue iscrizioni fatti di vita urbana quotidiana , pagine di storia della città attraverso i secoli.
Prenotazione obbligatoria, (max 50 persone): accoglienza.sanmartino@beniculturali.it.
In caso di maltempo le visite non potranno aver luogo.
Ingresso: € 6,00 (intero complesso monumentale)
Informazioni: accoglienza.sanmartino@beniculturali.it; tel. 081 2294 568
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