Si presenta con una spinta innovativa la mostra-evento 2019/2020 
“Oltre il duomo. Il pozzo del vano ipogeo e le sue ricchezze”, allestita
 e pensata come un percorso a tappe che si snoda tra Grosseto, Roselle e
 Alberese e che estende l’atto di assemblare i frammenti archeologici 
per ricomporre “l’unità” anche a pezzi di città e di territorio, per 
ricostituirne l’identità.
 
La mostra, organizzata dal Comune di Grosseto, è il risultato di un 
progetto decennale portato avanti dalla Diocesi e dalla Soprintendenza, 
che oggi, grazie alla collaborazione di più Enti, si presenta finalmente
 alla comunità. Tutto è scaturito dalla scoperta, nel 2010, di un 
ambiente sotterraneo e di un pozzo di butto sotto la Cattedrale. Da qui 
lo scavo archeologico e l'eccezionale recupero di un contesto ricco e 
variegato in grado di restituire preziosissime informazioni sullo stile 
di vita e la quotidianità della Grosseto di XV secolo.
 Il
 progetto, curato dall'architetto Barbara Fiorini con il Comune di 
Grosseto capofila, è condiviso con la Diocesi di Grosseto, la 
Soprintendenza Archeologia Beni Culturali e Paesaggio delle province di 
Siena Grosseto Arezzo, la Facoltà di Agraria dell’Università la Sapienza
 di Pisa, Fondazione Grosseto Cultura, la Facoltà di Archeologia di 
Siena (sede distaccata di Grosseto), la Società Speleologica 
Naturalistica Maremmana, il Polo Museale della Toscana, l'Ente Parco 
Regionale della Maremma, ClarisseArte, Terre Regionali Toscane, 
Promocultura oltre ad altri partners privati coinvolti fin da subito in 
questo lavoro.
Il
 progetto, curato dall'architetto Barbara Fiorini con il Comune di 
Grosseto capofila, è condiviso con la Diocesi di Grosseto, la 
Soprintendenza Archeologia Beni Culturali e Paesaggio delle province di 
Siena Grosseto Arezzo, la Facoltà di Agraria dell’Università la Sapienza
 di Pisa, Fondazione Grosseto Cultura, la Facoltà di Archeologia di 
Siena (sede distaccata di Grosseto), la Società Speleologica 
Naturalistica Maremmana, il Polo Museale della Toscana, l'Ente Parco 
Regionale della Maremma, ClarisseArte, Terre Regionali Toscane, 
Promocultura oltre ad altri partners privati coinvolti fin da subito in 
questo lavoro. Il
 luogo ove saranno raccolti tutti i materiali recuperati e restaurati è 
il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma-Museo d’Arte Sacra della 
diocesi di Grosseto, contenitore perfetto per l’esposizione e la 
narrazione di tutti i reperti archeologici, faunistici e botanici 
rinvenuti.
Il
 luogo ove saranno raccolti tutti i materiali recuperati e restaurati è 
il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma-Museo d’Arte Sacra della 
diocesi di Grosseto, contenitore perfetto per l’esposizione e la 
narrazione di tutti i reperti archeologici, faunistici e botanici 
rinvenuti.
Lo scopo della mostra è non solo dare risalto all’unicità di questo 
recupero, ma soprattutto restituire alla Comunità un contesto ricco e 
importante che, dopo quello del Cassero nella Fortezza Medicea e quello 
del progetto di Archeologia Urbana, vada ad arricchire maggiormente e 
con linee ancora differenti i tratti di una Civitas.
La mostra si sviluppa anche al di fuori del museo in un percorso che mette in rete diversi luoghi della città e del territorio.
Fino al  2 febbraio 2020 al Museo Archeologico e d'Arte della Maremma.
 

 
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