Una storia di amori e di battaglie è l’occasione per un tuffo nella
profondità pressoché sconosciuta della Olbia medioevale. Un viaggio nel
tempo lungo otto secoli, alle radici del Giudicato di Gallura. Una recherche affidata non a un libro di testo, ma a uno shooting fotografico che colpisce al cuore l’immaginazione e stimola la curiosità.
L’intuizione storica e artistica è del fotografo Giuseppe Ortu,
ozierese di nascita ma olbiese di adozione, che dopo un lungo lavoro di
ricerca storica (in collaborazione con l’associazione culturale
ArcheOlbia) ha ricostruito attraverso una serie di immagini fotografiche
un episodio cruciale di quel tempo: il matrimonio tra la tredicenne
Elena De Lacon, giudicessa di Gallura, e il pisano Lamberto Visconti,
celebrato nella basilica di San Simplicio nel 1207. Evidentemente non si
tratta di una semplice storia d’amore, piuttosto il passaggio storico
della Gallura del giudice Barisone I consegnata ai pisani proprio
attraverso le nozze celebrate tra Lamberto ed Elena. Un matrimonio
chiaramente politico che ha condizionato tutta la storia gallurese.
Il prodotto del lungo e impegnativo set fotografico allestito lo scorso
aprile nella chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio, a Ozieri (del tutto
simile a quella di San Simplicio) è una serie di 16 immagini,
impressionanti per l’ambientazione e la caratterizzazione dei
personaggi. Gli scatti oggi sono raccolti nella mostra «C’era una volta
una principessa», inaugurata giovedì 19 giugno all’Olbia Expo, in via Porto
Romano, 6, visitabile sino a domenica 6 luglio 2014 (tutti i giorni dalle 19
alle 24). In mostra anche un video girato proprio sul set e un
libro-catalogo che raccoglie le foto e i contributi storici.
All’ambizioso progetto hanno partecipato circa 60 persone tra modelli,
comparse, costumisti e truccatori. Gli interpreti sono stati selezionati
in Gallura, nessun attore e nessun modello con esperienze di
cinematografia o fotografia. Insomma, tutte persone comuni legate da un
filo comune: si tratte di straordinari volti da Medioevo. Gli abiti
storici e gli accessori sono stati selezionati e messi a disposizione
dall’Associazione Giudicato di Torres, dalla Compagnia d’armi medioevali di Sanluri, dalla Sala d’armi Le 4 porte, più un bellissimo falco
pellegrino addestrato dall’associazione Falconieri di Sardegna.
Importante il contributo offerto da don Francesco Tamponi, incaricato
regionale per la cura dei beni culturali ecclesiastici che ha
autorizzato l’utilizzo di arredi, accessori e beni archeologici.
Fondamentale, poi, l’apporto di esperti e appassionati di storia
medioevale della Sardegna, come Gianfranco Saba.
«La mostra – spiega Giuseppe Ortu – si propone un obiettivo didattico:
raccontare soprattutto alle giovani generazioni uno dei periodi più
controversi e affascinanti del nostro medioevo. Attraverso le immagini
fotografiche abbiamo cercato di evidenziare l’importanza del Giudicato
di Gallura tra la Sardegna e la Toscana, ma allo stesso tempo
sottolineare la condizione della donna nel medioevo e la religiosità del
matrimonio. Abbiamo voluto descrivere gli abiti, le armi e persino le
musiche del tempo proponendo una valorizzazione del territorio
attraverso la sua storia e la sua cultura».
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