14 giugno – 19 ottobre 2014
Pratovecchio, Teatro degli Antei
Orari
Lunedì-venerdì 15.00-19.00
Sabato-domenica 10.00-13.00 e 15.00-19.00 Info
Opera Laboratori Fiorentini, Ufficio
Firenze Musei: tel. 055 294883 www.pratovecchiocittadegliuffizi.it
Lunedì-venerdì 15.00-19.00
Sabato-domenica 10.00-13.00 e 15.00-19.00 Info
Opera Laboratori Fiorentini, Ufficio
Firenze Musei: tel. 055 294883 www.pratovecchiocittadegliuffizi.it
Territorio ricco di storia, oltre che di bellezze naturali, il
Casentino conserva ancora oggi molti capolavori d’arte medievale e
rinascimentale che attestano i suoi stretti legami con Firenze, in virtù
dei floridi commerci e dell’appartenenza dell’intera regione alla vasta
diocesi di Fiesole. La mostra sarà la quattordicesima della collana “La
città degli Uffizi” e si prefigge di portare all’attenzione del
pubblico lo straordinario patrimonio d’arte locale, dialogando con i
capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi.
L’esposizione prende spunto dalla figura mitica di Iacopo di Landino,
pittore nativo di Pratovecchio che Vasari identificava con quel Iacopo
del Casentino, contemporaneo di Giotto, di cui la Galleria degli Uffizi
possiede l’unica opera firmata, il piccolo trittico donato da Guido
Cagnola al museo nel 1947. Sebbene nessuna opera del maestro rimanga sul
territorio, le tavole del Maestro di Varlungo di Stia e di Romena, il
trittico datato 1357 nella chiesa di Pagliericcio, gli affreschi di
Taddeo Gaddi a Poppi, attestano l’esistenza di una fervente vita
artistica che ha inizio già alla fine del XIII secolo e che proseguirà
nella seconda metà del Trecento con le opere di Giovanni del Biondo,
anch’egli di probabile origine casentinese seppure formatosi a Firenze
nella bottega di Nardo di Cione.
Agli anni a cavallo fra la fine del secolo e l’inizio del ‘400
risalgono numerose testimonianze di pittura tardogotica riconducibili a
maestri affascinanti e sofisticati come il Maestro della Madonna Straus,
il Maestro di Borgo alla Collina, recentemente identificato con Scolaio
di Giovanni, Giovanni Toscani, pittori che portano in Casentino le
tendenze più alla moda della pittura fiorentina del momento
rappresentate da Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina. I polittici di
Bicci di Lorenzo presenti in varie chiese del territorio e il finto
trittico di Poppiena dipinto da Giovanni dal Ponte, che per la chiesa
delle monache camaldolesi di Pratovecchio aveva eseguito una pala
d’altare oggi alla National Gallery a Londra, attestano l’esistenza di
rapporti privilegiati fra i committenti del luogo e alcune botteghe
fiorentine, concludendo agli albori del Rinascimento il percorso
espositivo, prima tappa di un iter artistico che prosegue nei decenni
seguenti con documenti figurativi altrettanto straordinari.
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