Il registro notarile di Giovanni
Scriba (1154-1164), il piu' antico del mondo, i trattati
politici e commerciali con gli Stati del Mediterraneo o i libri
della contabilita' della colonia di Caffa, da cui risulta, tra
le altre, una spesa di rappresentanza effettuata per
l'accoglienza prestata ad un ambasciatore straniero inviato
nientemeno che da Vlad Tepes, voivoda di Valacchia, noto anche
come Vlad Drakul, l'impalatore. Sono solo alcuni tra i rari e
preziosi documenti del Medioevo genovese esposti nella mostra
'Tutti i genovesi del mondo, la grande espansione commerciale
tra i secoli XI e XVI', organizzata all'Archivio di Stato diGenova in occasione del 70esimo anniversario della fondazione
di Alce - Associazione Ligure per il Commercio Estero. La
mostra, inserita dal ministero dei Beni Culturali tra le
manifestazioni legate ad Expo Milano, sara' aperta
gratuitamente al pubblico da giovedì 30 settembre al 5 dicembre 2015.
Collocate in 17 bacheche e 2 tavoli, si possono ammirare 78
unita' documentarie, alcune delle quali restaurate grazie al
progetto "Adotta un documento", avviato nel giugno del 2008 con
il patrocinio di Alce. I documenti sono esposti secondo un
criterio geografico per testimoniare come i genovesi siano
stati in ogni parte del mondo allora conosciuto: in una sorta
di viaggio immaginario, il visitatore salpa a bordo di una nave
genovese che approda in Corsica, Sardegna, Sicilia, Egitto,
Siria, Palestina, prosegue via terra fino in Persia, Cina e
India, per poi visitare i territori dell'Impero bizantino
(Costantinopoli, Mar Nero e Mare Egeo) e riprendere il mare
lungo la Francia, la Spagna islamica e cristiana, il Portogallo
e le Fiandre fino all'Inghilterra. Dai documenti emerge come
nel Medioevo, in tutte le sue componenti sociali,
dall'aristocrazia al piu' umile abitante, senza escludere le
donne, Genova avesse nel commercio la ragione stessa della sua
esistenza. L'espansione commerciale che porta i genovesi a
dominare le rotte di collegamento tra l'Oriente e le Fiandre e'
tracciata da accordi politici, trattati internazionali e atti
notarili. Tra i documenti in mostra c'e' anche il trattato di
pace tra i genovesi e il re di Maiorca, scritto in arabo
interlineato in latino, in cui si legge che questi due popoli,
per quanto di religioni diverse, chiamano Dio a testimone del
fatto che il patto sara' rispettato. Durante il Medioevo i
genovesi legano la propria fortuna allo sfruttamento delle
proprie capacita' nei campi della navigazione, del commercio e
del credito, aprono nuove vie di comunicazione, stringono
accordi con altre potenze utilizzando preferibilmente i canali
diplomatici ma anche la forza delle armi: conquistano, tra
l'altro, l'isola di Chio, strategica per il monopolio
dell'allume e oggi terra di sbarco per i migranti provenienti
dal nord Africa.
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