Il Museo Civico di Bari rende omaggio a San Nicola. È
stata inaugurata lunedì 2 maggio la
mostra “Bari XI secolo – Ricostruzioni”, visitabile sino venerdì 13 maggio 2016. Le stanze del museo offrono un viaggio nella
Bari del 1087, anno che cambiò per sempre volto e identità della città con l’arrivo
delle reliquie del Santo patrono.
In
mostra tessuti, decori e trame degli abiti d'epoca realizzati dal
costumista Luigi Spezzacatene. Utilizzati per una mostra in sala
Murat dal 2008 al 2011, sono stati indossati da figuranti in una serie
di cortei storici, come ad esempio quello dello scorso anno diretto dal
Sergio
Rubini.
La Nouvelle Esthétique Académie si è occupata invece di dare dei volti ai manichini
che indossano i vestiti dell’epoca. Le foto, scattate da Michele Carnimeo
durante la preparazione dei figuranti del corteo storico 2015, restituiscono emozioni
e rendono ancor più entusiasmante il viaggio tra le sale del museo civico di
Bari. “Non è stato facile – ha spiegato il Senior Executive, Marketing & Operations,
Domenico Bellomo – , con il costumista Luigi Spezzacatene pensammo di
caratterizzare i volti del vissuto quotidiano. Nel medioevo il trucco era
destinato ai nobili e agli altolocati, perciò abbiamo svolto una ricerca
approfondita”.
In questa mostra, al di là dei costumi, c’è un lavoro
straordinario svolto dall’archeologo medievalista Francesco Sanseverino e dell’ingegner
Vitantonio Vacca. Gli apporti scientifici hanno dato vita ad un plastico 3D attraverso
il quale si può ammirare l’urbanistica di Bari in quell’epoca.
Si parte dal 1087 per analizzare tre momenti storici principali:
il primo che coincide con la traslazione delle reliquie di San Nicola, il
secondo che ha come riferimento il borgo ottocentesco murattiano ed infine il
terzo che rappresenta la del futuro, quella oltre la stazione centrale.
“Questo piccolo grande esperimento del museo civico – ha dichiarato
l’assessore alle Culture della città di Bari, Silvio Maselli – rappresenta un
esempio di innovazione sociale: un luogo intorno al quale comunità diverse,
provenienti ad esempio da città limitrofe, si aggregano per raccontarci e
riannodare i fili della storia della nostra città”.
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