giovedì 16 luglio 2015

Gentucca e il complesso conventuale di San Francesco tra testimonianze letterarie e realtà sepolte

La mostra Gentucca e il complesso conventuale di San Francesco tra testimonianze letterarie e realtà sepolte, presenta, con un apparato rivolto al grande pubblico, i materiali restituiti dallo scavo e gli aspetti della vita lucchese negli anni di Gentucca che possono essere ricostruiti integrando i documenti archeologici con le fonti letterarie ed iconografiche. Viene ospitata negli ambienti espositivi realizzati nell’area absidale del San Francesco e rimarrà aperta il sabato e la domenica e nei giorni festivi negli orari di apertura del Complesso (dalle ore 10,00 alle ore 19,00) fino al 31 ottobre 2015 (salvo proroghe successive).
Perché Gentucca? Che c’entra la “dama” lucchese celebrata da Dante nel Purgatorio con la chiesa di San Francesco? Perché nel corso della campagna di scavi condotti dagli archeologi è apparsa l’iscrizione funeraria della famiglia lucchese dei Morla, a cui apparteneva Gentucca. Al suocero della “dama”, Lazzaro Fondora, si deve tra l’altro la costruzione della chiesa detta oggi di San Franceschetto – che egli dedicò ‘alla Vergine e a San Francesco’ – completata nel 1309, come dichiara l’iscrizione splendidamente restaurata sull’architrave della chiesa. Con questa si concludeva quasi un secolo di imprese architettoniche che aveva conferito al complesso conventuale l’estensione che ancora conserva.
Leggere i nomi dei Morla, rileggere la dedica di Lazzaro Fondora, correre a ritrovare le pagine con cui il Minutoli, nell’Ottocento, aveva ricostruito il profilo ‘familiare’ di Gentucca, riconoscere nella terra le ombre di una storia degli anni di Dante, fu immediato ed emozionante, per chi vede l’archeologia non solo come sequenza di strati o di forme di vasi.
Le emozioni, tuttavia, devono essere disciplinate con la ricerca, prima di essere condivise. Sono stati necessari due anni di indagini sui materiali, di analisi incrociate delle evidenze degli strati e delle strutture – documentate in modo minuzioso grazie alla disponibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – perché l’emozione provata nella primavera 2013 davanti all’iscrizione dei Morla venisse fatta decantare.

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