Voci dalle Pietre, esposizione fotografica di marmi romani e bizantini
finalizzata a presentare e a far conoscere le "antichità" romane e
bizantine che Ferrara conserva: vi confluirono a partire dal momento in
cui sorse la cattedrale.
Epigrafi funerarie variamente decorate, lastre con fregi floreali, un clipeo con il busto di una divinità classica e altro ancora, proveniente dai territori ravennati e veneti, furono murati nella nuova fabbrica.
Successivamente, vi furono trasferiti da Voghenza arredi sacri di manifattura orientale e alcuni sarcofagi ravennati divennero arche per illustri personaggi della comunità locale.
La Chiesa e l'Antiquaria (si veda, ad esempio, la stele di Aelia Regilla e L. Annius Decoratus, appartenuta al Baruffaldi, scoperta in Ferrara durante i lavori per la costruzione del castello, ora nel civico lapidario) furono i principali trait d'union con il passato.
Il numero delle "antichità" ferraresi si accrebbe con "arrivi" più recenti, quali il sarcofago portato dalla capitale nel palazzo delle Poste Italiane e il cippo funerario donato all'Università di Ferrara.
E' quindi giunto il momento di richiamare nuovamente l'attenzione su questi pezzi ripresentandoli alla città con una mostra fotografica e con alcuni incontri di approfondimento e di aggiornamento. Nel periodo compreso tra gennaio e marzo sul contenuto dell'esposizione e per una più incisiva conoscenza delle "antichità" e dei monumenti nei quali talune di esse sono murate; saranno tenute cinque conferenze con relatori, oltre all'arcivescovo di Ferrara-Comacchio Luigi Negri, gli studiosi Stella Patitucci, Sauro Gelichi, Paola Porta, Stefano Bruni.
La mostra, con le fotografie e con il commento che accompagna queste "pietre", spesso parlanti in virtù delle epigrafi che le corredano, intende rinnovare l'interesse su "pezzi" dal complesso e forse oggi da troppo tempo dimenticato significato storico e culturale.
L'esposizione si compone di 19 pannelli; in 17 sono presentate le 17 "pietre". Negli altri 2 pannelli, in uno viene presentata la pianta della città e il percorso che, partendo dalla cattedrale, consente di raggiungere gli edifici nei quali le varie "pietre" sono conservate e visibili: il Lapidario civico, Palazzo di Renata di Francia, basilica di S. Francesco, chiesa soppressa di S. Apollonia, monastero di S. Giorgio, Museo della Cattedrale, Palazzo delle Poste Italiane; e nell'altro i promotori della mostra: l'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, il Capitolo della Cattedrale, il Comune di Ferrara, l'Associazione Ferrariae Decus, la Deputazione Ferrarese di Storia Patria, il Polo Museale Emilia Romagna Ferrara, il Comune di Voghiera.
La mostra verrà inaugurata venerdì 22 gennaio 2016 alle h. 17,30 nel Palazzo Municipale di Ferrara (Salone d'Onore), e resterà aperta fino a venerdì 19 febbraio 2016; successivamente, sarà visibile prima nel Palazzo di Ludovico il Moro, sede del Museo Archeologico Nazionale e poi nel Comune di Voghiera.
Coordinatori della mostra sono la dott.ssa Fede Berti, il prof. Franco Cazzola, il dott. Francesco Guaraldi, l'arch. Michele Pastore, il dott. Aniello Zamboni.
Epigrafi funerarie variamente decorate, lastre con fregi floreali, un clipeo con il busto di una divinità classica e altro ancora, proveniente dai territori ravennati e veneti, furono murati nella nuova fabbrica.
Successivamente, vi furono trasferiti da Voghenza arredi sacri di manifattura orientale e alcuni sarcofagi ravennati divennero arche per illustri personaggi della comunità locale.
La Chiesa e l'Antiquaria (si veda, ad esempio, la stele di Aelia Regilla e L. Annius Decoratus, appartenuta al Baruffaldi, scoperta in Ferrara durante i lavori per la costruzione del castello, ora nel civico lapidario) furono i principali trait d'union con il passato.
Il numero delle "antichità" ferraresi si accrebbe con "arrivi" più recenti, quali il sarcofago portato dalla capitale nel palazzo delle Poste Italiane e il cippo funerario donato all'Università di Ferrara.
E' quindi giunto il momento di richiamare nuovamente l'attenzione su questi pezzi ripresentandoli alla città con una mostra fotografica e con alcuni incontri di approfondimento e di aggiornamento. Nel periodo compreso tra gennaio e marzo sul contenuto dell'esposizione e per una più incisiva conoscenza delle "antichità" e dei monumenti nei quali talune di esse sono murate; saranno tenute cinque conferenze con relatori, oltre all'arcivescovo di Ferrara-Comacchio Luigi Negri, gli studiosi Stella Patitucci, Sauro Gelichi, Paola Porta, Stefano Bruni.
La mostra, con le fotografie e con il commento che accompagna queste "pietre", spesso parlanti in virtù delle epigrafi che le corredano, intende rinnovare l'interesse su "pezzi" dal complesso e forse oggi da troppo tempo dimenticato significato storico e culturale.
L'esposizione si compone di 19 pannelli; in 17 sono presentate le 17 "pietre". Negli altri 2 pannelli, in uno viene presentata la pianta della città e il percorso che, partendo dalla cattedrale, consente di raggiungere gli edifici nei quali le varie "pietre" sono conservate e visibili: il Lapidario civico, Palazzo di Renata di Francia, basilica di S. Francesco, chiesa soppressa di S. Apollonia, monastero di S. Giorgio, Museo della Cattedrale, Palazzo delle Poste Italiane; e nell'altro i promotori della mostra: l'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, il Capitolo della Cattedrale, il Comune di Ferrara, l'Associazione Ferrariae Decus, la Deputazione Ferrarese di Storia Patria, il Polo Museale Emilia Romagna Ferrara, il Comune di Voghiera.
La mostra verrà inaugurata venerdì 22 gennaio 2016 alle h. 17,30 nel Palazzo Municipale di Ferrara (Salone d'Onore), e resterà aperta fino a venerdì 19 febbraio 2016; successivamente, sarà visibile prima nel Palazzo di Ludovico il Moro, sede del Museo Archeologico Nazionale e poi nel Comune di Voghiera.
Coordinatori della mostra sono la dott.ssa Fede Berti, il prof. Franco Cazzola, il dott. Francesco Guaraldi, l'arch. Michele Pastore, il dott. Aniello Zamboni.
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