Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio
da giovedì 17 marzo a domenica 11 settembre 2016
Chiusa negli anni Ottanta per un complesso
intervento architettonico, proseguito con il restauro delle pitture,
dopo più di trent’anni riapre al pubblico, giovedì 17 marzo 2016, la basilica di Santa Maria Antiqua, nel Foro Romano. Si tratta di uno dei più antichi luoghi di culto dedicati alla Madonna di cui si abbia notizia a Roma. Fondata nel VI secolo alle pendici del Palatino, in una zona che un tempo veniva considerata sede del Tempio di Augusto e che più recenti studi attribuiscono all'epoca di Domiziano, la basilica venne abbandonata nell’847 e sulle sue rovine fu costruita nel 1617 la chiesa di Santa Maria Liberatrice, abbattuta poi nel 1899 per permetterne la "riemersione”. La
chiesa conserva sulle sue pareti un patrimonio di pitture unico nel
mondo cristiano del primo millennio, databile dal VI al IX secolo.
Alla riapertura della chiesa si accompagna la mostra Santa Maria Antiqua. Tra Roma e Bisanzio promossa
dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale
Romano e l’Area Archeologica di Roma con Electa. L’esposizione è
“mostra” del monumento stesso, perché gravita intorno al ruolo che
l’edificio, con i suoi dipinti, ha giocato nell’area del Foro Romano
post-classico cristianizzato e al rapporto con la Roma altomedioevale.
Gli affreschi presenti nella basilica infatti rivestono particolare
importanza perché vi si può ammirare la prima rappresentazione della
Madonna in trono conosciuta. Sono inoltre un documento fondamentale per
la conoscenza della pittura bizantina, perché dopo la crisi iconoclasta del 726, in oriente non è sopravvissuto praticamente nulla di quel periodo.
“Questa
prima importante rassegna incentrata sul sito rimasto impraticabile per
molti decenni, offre a romani e turisti una nuova visione del Palatino",
ha detto il soprintendente Francesco Prosperetti, che ha anche voluto
ricordare il lungo impegno trentennale per il restauro dei cicli
pittorici della chiesa, "così belli e complessi da far parlare di
Sistina medievale’’.
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